Abbado fantastique

di Giuseppe Guggino

Con l’Orchestra Sinfonica Siciliana Roberto Abbado è protagonista di un riuscitissimo concerto dedicato al romanticismo francese di Liszt e Berlioz. Oltre al primo concerto per pianoforte e orchestra con l’ottimo Giuseppe Albanese e al poema sinfonico Orpheus listztiano, la seconda parte del concerto è consacrata ad una scintillante lettura della Symphonie fantastique.

Palermo, 16 ottobre 2021 - Mutuamente intrecciati i percorsi artistici di Listz e Berlioz, amici e colleghi, in un intelligente programma dell’Orchestra Sinfonica Siciliana si collega il primo al secondo, sotto le mani e la bacchetta di Roberto Abbado che fa la sua rentrée al Politeama Garibaldi, sala da lui assiduamente frequentata agli inizi di carriera nei primi anni ’80, negli anni in cui ospitava le stagioni d’opera del Teatro Massimo.

Sia Berlioz che Liszt si adoperarono per la reinterpretazione romantica dell’Orphée et Eurydice di Gluck; se Berlioz adattò la parte di Orphée per Pauline Viardot il pianista-compositore ungherese lavorò ad un preludio in occasione di un progettato allestimento a Weimar, il cui materiale tematico divenne l’autonomo poema sinfonico Orpheus collocato in apertura di programma. Abbado dal podio preferisce ricorrere alle sole mani per plasmare un suono morbido, voluttuoso; la Sinfonica Siciliana risponde con duttilità non deludendo né per compattezza collettiva dei celli, né per gli apporti individuali delle due arpe e dei legni tutti. Poi è la volta di Giuseppe Albanese che aggredisce i passi d’ottava d’apertura del Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra, sotto l’accompagnamento discreto della compagine ospitante. Tecnicamente ben equipaggiato, viene a capo di tutte le difficoltà della pagina rendendone la cifra esornativa e funambolica. Il bis di prammatica a fine della prima parte del concerto è dedicato alla Valse lente da Coppélia di Léo Delibes, nell’appariscente trascrizione pianistica di Erns von Dohnányi, che suona ora zuccherino ora ruffiano quanto basta a conquistare il pieno favore della sala.

Che la scrittura sulfurea e cangiante di Hector Berlioz sia particolarmente congeniale alla bacchetta di Roberto Abbado è un dato che sembra riaffermarsi ad ogni suo accostamento all’esponente del primo romanticismo francese; così, dopo la strepitosa Damnation de Faust al Teatro Massimo (in un altrettanto memorabile spettacolo firmato da Terry Gilliam) di una decina di anni fa, il pubblico palermitano ha avuto occasione di sperimentarne la Symphonie fantastique proposta come seconda parte del concerto. I cinque episodi della vita d’artista illustrati con un’orchestrazione al limite del parossismo sono l’occasione per liberare l’enorme potenziale di un’Orchestra Sinfonica Siciliana in stato di grazia sotto la guida del maestro milanese che, transitando dalle mani alla bacchetta e viceversa, imprime una lettura ora energica ora trasognante del capolavoro berlioziano. Se nella Scène aux Champs l’ottimo corno inglese di Maria Grazia D’Alessio si segnala per la grande accuratezza, non è da meno la precisione generale nel Sabba finale. Scontato il successo di pubblico dopo un’esecuzione tanto convincente.

Il concerto chiude gli appuntamenti fuori abbonamento che precedono l’avvio della stagione sinfonica vera e propria della Sinfonica Siciliana. Prima però l’appuntamento è con la Settimana Internazionale di Musica Sacra a Monreale dal 19 al 26 ottobre che, fra i numerosi appuntamenti, vedrà l’Orchestra Sinfonica Siciliana impegnata nel concerto inaugurale diretto da Federico Maria Sardelli e nel Requiem di Verdi con Nicola Luisotti e un quartetto di sicuro interesse.