Biglietti da visita

di Roberta Pedrotti

La stagione della Filarmonica Toscanini si apre con un concerto del nuovo direttore ospite principale Kristjan Järvi, che propone una sua composizione abbinata a Grieg, Berio/Boccherini e Čajkovskij

PARMA, 29 ottobre 2021 - Nemmeno una settimana è trascorsa dalla finale del Concorso Toscanini per direttori d'orchestra [leggi ], e la macchina produttiva della Filarmonica intitolata al maestro si rimette in moto con l'inaugurazione della stagione 2021/22 [leggi]. Una gran bella stagione, bisogna dirlo, segnata dalla presenza di Kristjan Järvi come direttore principale ospite, di Silvia Colasanti e del Coro Ghisleri rispettivamente come compositrice e artista in residenza, ma anche da graditi ritorni e debutti stuzzicanti, da iniziative per famiglie e repliche in trasferta,

Ad aprire le danze è proprio il debutto di Järvi nella nuova carica con un programma che è anche un eloquente biglietto da visita del maestro estone. Si comincia, infatti, proprio con una sua composizione Aurora, che si iscrive nel fecondo filone baltico naturalistico, con un pizzico di minimalismo nel giostrarsi fra due piccoli temi che si diffondono dai soli alla sezione all'orchestra intera. Certo, quando poi si passa alla prima suite dal Peer Gynt di Grieg non sarà un'offesa per Järvi constatare che lo spirito nordico, fra descrizione e leggenda, abbia ben altro respiro, peraltro ben incarnato nella visione ampia e ispirata del concertatore, che partecipa in maniera fisica totale, con un gesto magari anticonvenzionale ma sicuramente comunicativo, al carattere di ogni sequenza, fino a un Antro del re della montagna spiritoso e cupo quanto basta, ben indirizzato dall'incedere saltellante al parossismo finale. Le Quattro versioni originali della “Ritirata notturna di Madrid” di Luigi Boccherini sovrapposte e trascritte per orchestra da Luciano Berio impongono tutto un altro contegno, ma tuttavia si pongono in consequenziale coerenza con il programma per la gestione tematica e le progressioni dinamiche, che trovano nella Filarmonica Arturo Toscanini e in Kristjan Järvi interpreti attenti nonostante le ben note problematiche di una sala – esteticamente assai bella – che tende a mortificare e appiattire proprio gli estremi dinamici e ad attutire gli archi. Sono limiti oggettivi, questi, che si fanno sentire soprattutto nella Quarta sinfonia di Čajkovskij, che occupa l'intera seconda parte del concerto. Con ottima intesa, orchestra e direttore hanno puntato a una lettura incalzante ed energica, che non si illanguidisce nell'andantino e fa pulsare un certo qual esuberante nervosismo nei pizzicati del terzo movimento. Järvi dirige senza bacchetta, a riprova di una ricerca di contiguità fisica con l'orchestra e l'intento, adeguato al contesto acustico, va senz'altro a segno, la scelta è azzeccata nel coinvolgimento sia dei professori della Toscanini sia del pubblico, che premia questa inaugurazione con prolungati applausi e convinte acclamazioni che Järvi più volte convoglia sull'orchestra. Si può dire, senz'altro, che la collaborazione sia partita con il piede giusto.