Salotto Garcia

di Roberta Pedrotti

P. Viardot

Chopin mazurkas and other songs

 

Marina Comparato mezzosoprano

Serena Rubini soprano

Elisa Triulzi pianoforte

 

registrato ad Aquasparta (TR), dicembre 2012

1 CD Brilliant Classics 94615, 2014

“Non è sufficiente apprendere frettolosamente qualche nozione di musica; gli artisti non s'improvvisano, ma si formano lentamente; il talento deve essere coltivato da subito, con un'educazione accurata e studi speciali.

L'educazione particolare di un cantante prevede lo studio del solfeggio, di uno strumento e, infine, del canto e dell'armonia. Quest'ultima scienza rappresenta per il musicista una risorsa indispensabile: è con il suo aiuto che il cantante può adattare i ruoli alla voce, ornarli, esaltarne le bellezze rispettandone il carattere e aggiungere la propria genialità a quella del compositore. Solo la conoscenza dell'armonia gli consente di variare le melodie, senza preparazione, sia per rinfrescarne l'effetto, sia per superare con disinvoltura le difficoltà di un passaggio, quando un'eventuale indisposizione lo privasse di una parte dell'estensione della voce.”

Dovrebbero essere scolpire a lettere d'oro nella mente di ogni insegnante e studente di canto le parole di Manuel Garcia figlio nel suo Trattato completo dell'arte del canto, la Bibbia della vocalità e dell'interpretazione, facce inscindibili di una stessa medaglia dove la tecnica è strumento e l'arte stimolo, nel rigore di un circolo virtuoso di continuo perfezionamento.

Ultima nata della famiglia reale del Belcanto, Pauline (1821-1910) fu votata al canto quasi per dovere dinastico, dopo che, fra i figli del primo interprete di Elisabetta regina d'Inghilterra e del Barbiere di Siviglia, la divina Maria (Malibran, 1808-1836) aveva bruciato vorticosamente vita e carriera nel fuoco del suo genio artistico, mentre il debutto baritonale del più placido Manuel jr (1805-1906) aveva definitivamente suggerito per lui la strada della speculazione (gli si deve, in definitiva, l'invenzione della foniatria) e dell'insegnamento. Colta, intelligentissima, pianista già di grande talento, la piccola Garcia non deluse nemmeno quando si dedicò al perfezionamento della sua voce. Fu musa di Meyerbeer, di Berlioz, di Saint Saëns, ma fu anche un'intellettuale protagonista dei salotti, vicina agli ambienti socialisti, con Pierre Leroux, l'amica George Sand, il marito Louis Viardot e l'amato Ivan Turgenev, al quale fu legata (almeno platonicamente) per tutta la vita senza che questo turbasse l'amicizia e la collaborazione letteraria fra il russo e il consorte.

E poi, ancora, i pianisti: Liszt, che l'ebbe allieva e la stimò profondamente, e Chopin, quasi di famiglia per l'amicizia fra Pauline e George/Aurore, e animato da tale ammorazione per la collega musicista da acconsentire di buon grado, unendosi anzi a lei in duetti salottieri, alla trasformazioni di alcune pagine pianistiche in romanze da camera modellate su misura per la voce e la sensibilità di Pauline.

Difficile non rimanere affascinati dalla figura di Madame Viardot, l'ultima Garcia. Impossibile quando per chi ami e frequenti il Belcanto e magari sia a sua volta cantante e mezzosoprano. Come Marina Comparato, da cui viene quest'ultimo omaggio discografico, una vera dichiarazione d'amore per la Pauline compositrice, sia indipendente, sia di tale autorità da essere co-autrice, da pari a pari, con Chopin.

In programma, appunto, dodici mazurke rielaborate dalla Viardot, una Canzonetta de Concert tratta da un Quartetto per archi all'epoca attribuito ad Haydn (uno dei protagonisti del rimanzo Consuelo della Sand, la cui protagonista è proprio ispirata a Pauline), un'arietta, Madrid, pubblicata in un album del 1887, e altre dieci originali dell'Album de Chant pour 1850.

La Comparato non vanterebbe di natura uno strumento particolarmente ricco e seducente, ma possiede un requisito fondamentale per rapportarsi a Pauline, l'intelligenza della musicista. La sfida dell'emulazione di un monstrum vocale quale fu a tutti gli effetti la Viardot avrebbe rischiato, anche nelle gole più prodigiose, di trasformarsi in un esercizio pirotecnico fine a se stesso. Molto più interessante, invece, entrare nello spirito, nel linguaggio, nello stile come fa la cantante umbra, che restituisce con il suo modo di porgere sia il virtuosismo minuto, un vero e proprio ardito cesello fra varie tipologie di trilli e abbellimenti ed estese cadenze, sia il mondo poetico di questo squisito belcanto salottiero. Arduo come pochi, perché richiede la più fine padronanza del bagaglio tecnico descritto da Manuel Garcia jr nella capacità di piegare la voce a tutte le possibilità dinamiche e coloristiche sempre nella massima duttilità d'articolazione e nella piena comprensione del testo, ma condensata nella misura discreta di questi piccoli, raffinati schizzi, amabili espressioni d'una circolazione intellettuale aperta, ampia, ininterrotta. Si suonava a chez Rossini, chez Viardot, ma anche chez Duplessis, con la Dame aux camélias ricordata a esercitarsi proprio sulle note di Chopin. E si amava, si beveva, si conversava di arte, politica, letteratura.

“I migliori requisiti, oltre all'intelligenza, sono un'autentica passione per la musica e l'attitudine a cogliere e memorizzare le melodie e le combinazioni armoniche”, scrive ancora il fratello Manuel, dando quasi come prerequisito scontato la capacità di comprendere e leggere in profondità la complessità di un testo, nelle componenti verbali e non verbali, nel suo contesto drammatico e psicologico, nella sua destinazione. Così è possibile per l'artista farlo proprio, non scadere nella routine, ma interpretare, dare il giusto colore, restituire lo spirito del brano facendolo vibrare con il proprio.

Sembra esattamente questo il principio che sta alla base della ricerca e della realizzazione di questo CD, che fa rivivere l'atmosfera dei circoli intellettuali e artistici di Pauline anche grazie alla perfetta simbiosi fra il canto e l'accompagnamento pianistico di Elisa Triulzi, d'importanza non indifferente non solo nelle pagine d'ascendenza chopiniana, ma anche in quelle sorte interamente dall'ispirazione di una cantante e compositrice che nasceva sensibile virtuosa della tastiera, allieva dei migliori maestri, stimata amica e frequentatrice dei più grandi musicisti, fra cui i coniugi Schumann.

Da segnalare, poiché nel salotto la voce poteva conversare da sola a solo con il piano, ma anche fondersi con altre voci, il contributo di Serena Rubini per due duetti.

I testi delle varie romanze e ariette (fra i cui autori spiccano Alfred de Musset e, forse, lo stesso Turgenev) dovrebbero essere presto disponibili a questa pagina. Il saggio d'accompagnamento di Nicholas Zekulin, eloquente e sintetico, è presentato solo in inglese, ma risulta si scorrevole lettura anche per un anglofono di livello scolastico. La registrazione, infine è accurata, con un suono ben presente e spaziato.