L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Della semplicità

di Giuseppe Guggino

Isabelle Faust, con il Concerto di Brahms, è protagonista indiscussa di un memorabile appuntamento dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. All’altezza della situazione si dimostra il complesso di casa al Politeama palermitano con la guida di David Crescenzi.

Palermo, 21 gennaio 2022 - Protagonista indiscussa – e francamente indiscutibile – del panorama violinistico internazionale, Isabelle Faust approda al Politeama di Palermo per un appuntamento della stagione sinfonica la cui prima parte è integralmente occupata dal ponderoso Concerto in re maggiore op. 77 di Johannes Brahms. Già incisa molti anni addietro con Daniel Harding, e riproposta in un approccio interpretativo di ancor più sconvolgente radicalità niente affatto coturnato, la pagina brahmsiana, con lo Stradivari della pluripremiata violinista tedesca, ritorna idealmente alle atmosfere primaverili delle montagne della Carinzia che la ispirarono. Il titanico e assoluto dominio tecnico nel controllo del proprio strumento le consentono di affrontare uno dei lavori tra i più complicati della letteratura per violino solista al riparo da ogni esibizionismo, alla costante ricerca di un racconto che, fra rimandi e dialoghi con l’orchestra, si dipana con disarmante semplicità. Così dell’Allegro non troppo si esalta il lirismo e l’estrema dolcezza dei temi principali, accarezzati sovente con sonorità contenutissime, mentre nel successivo Adagio l’etereo dialogo con l’ottimo oboe dell’Orchestra Sinfonica Siciliana si rivela con grande umanità, spegnendosi in un prodigioso pianissimo. Infine nel virtuosistico Allegro giocoso ma non troppo vivace conclusivo, pur nel necessario florilegio di trilli, doppie corde e spericolati ampi intervalli, sempre affrontati con imperfettibile precisione di intonazione, coerente si rivela la ricerca della dimensione lineare del racconto.

Letteralmente incantato da tanta semplicità il purtroppo non numerosissimo pubblico presente in sala è gratificato anche dal terzo doublé della Partita No. 1 di Bach, prima della seconda parte del concerto, occupata dalla sinfonia No. 100 di Haydn, cosiddetta “Militare”.

Sul podio di una Sinfonica Siciliana in stato di grande concentrazione, evidentemente ingagliardita dalla prestigiosa presenza solistica, David Crescenzi assicura con gesto preciso un’apprezzabile trasparenza di suono tanto in Brahms – sposando perfettamente la prospettiva interpretativa della Faust – quanto in un Haydn di grande freschezza, pur affrontato con il medesimo assetto d’organico tardoromantico.

La felicissima serata si conclude con applausi insolitamente persistenti, in attesa del prossimo appuntamento in cartellone, che vedrà un’insolita incursione nel repertorio operistico con l’Elektra di Strauss proposta in forma di concerto.


 

 

 
 
 

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