Pace e Mozart

di Luigi Raso

Dan Ettinger e Rosa Feola offrono al pubblico del Teatro di San Carlo una serata mozartiana preziosa per qualità musicale e valore ideale.

NAPOLI, 26 marzo 2022 - Nella Vienna del 1938 appena annessa al Terzo Reich, per l’ignoto visitatore - Lo sconosciuto, il coprotagonista della pièce teatrale (del 1993) Il visitatore di Éric-Emmanuel Schmitt - che inaspettatamente si presenta a Siegmund Freud, al celebre Berggasse 19, Mozart è colui che gli fa credere ancora nell’uomo; “(..) Ma quando lo spirito è digiuno di bellezza, quando il gusto è offeso dal ferreo imperio della violenza che popola il mondo in disarmonia; quando le strade stesse delle città offrono immagini sinistre di regresso dal cosmo nel caos -vuote occhiaie di isolati distrutti, rivelazioni oltraggiose di case sventrate, disordine di muri abbattuti e di sostegni divelti-, allora questi poemi di suoni da cui ci aveva un poco tenuti lontano il carattere troppo ovvio della loro bellezza, si ergono innanzi al nostro spirito nella loro adorabile euritmia come pure espressioni della Forma, principio supremo d'intelligenza ordinatrice e plasmatrice del mondo”, scriveva Massimo Mila nel saggio Programma per un circolo mozartiano del 1942. Parole quanto mai attuali in questi giorni.

Il concerto interamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart da Dan Ettinger e Rosa Feola è un balsamo per il nostro presente, dominato dalla follia della guerra e sul quale si abbatte la minaccia dell’uso di armi di sterminio. Così come nel 1942 apparve a Massimo Mila, la musica di Mozart rappresenta anche oggi un raggio di luce che illumina le “immagini sinistre di regresso”. Dan Ettinger, nel bel mezzo delle repliche del Così fan tutte (qui la nostra recensione) si affida a Mozart per debuttare nelle veste di direttore sinfonico nel Teatro di cui, dal gennaio 2023, sarà direttore musicale.

Si parte con la giovanile Sinfonia n. 25 in sol minore K 183, con lo stacco energico e carico di tensione dell’Allegro con brio del primo movimento, nel corso del quale, come già notato nel recente Così fan tutte, Dan Ettinger chiede e ottiene dall’Orchestra San Carlo sonorità secche, sferzanti, a tratti estreme: ne esce un movimento trascinante per scelte agogiche, sbalzo degli accenti e sonorità taglienti, echi di prassi esecutive barocche (si pensi al suono dei corni, così preponderante sul resto dell’orchestra). Un Mozart - questa è l’impressione iniziale - corrosivo e barock. Più trasognato, benché non si rinunci a sonorità turgide e tornite, è il successivo Andante (II movimento); vividi e incalzanti il Minuetto (III movimento) e l’Allegro (IV movimento), condotti da Ettinger con piglio magnetico e persuasivo.

Ancora una volta, dopo la prova del Così fan tutte dei giorni scorsi, si resta stupiti dalla versatilità dell’orchestra del San Carlo, la quale in occasione di questa intensa tornata musicale mozartiana è riuscita a calarsi perfettamente in un suono sferzante, incisivo e distillato, distante e diverso da quello suo proprio. Quella del San Carlo è una compagine in gran forma, duttile e tendenzialmente precisa, capace di prodursi in un fraseggio articolato e con prime parti puntuali e dal bel colore.

Il cuore del programma è dedicato a tre arie da concerto affidate alla bella voce, alla salda vocalità e all’intelligenza interpretativa del soprano Rosa Feola.

Sin dalla ombrosa "Bella mia fiamma, addio", in do maggiore K 528, coeva alla composizione del Don Giovanni (1787), Rosa Feola regala al pubblico del San Carlo una lezione su come si canti Mozart: attenzione alla parola, suoni rotondi, linea di canto pulita, legato nobile. La perfetta emissione, l’adeguato appoggio sul fiato della voce ricca di armonici, le consentono di sfumare, di fraseggiare, creando un’aria ricca di contrasti e chiaroscuri. "Vado, ma dove? Oh Dei!", in mi bemolle maggiore per soprano ed orchestra K 583, è l’occasione per Rosa Feola, in dolce attesa, per sfoggiare il meglio del suo bel legato: la frase “Tu che mi parli al core, guida i miei passi, Amore” è un’arcata intensa incastonata nella concisa aria da concerto. Più articolata per struttura e strumentazione è l’ultima delle arie da concerto in programma, la sublime "Ch'io mi scordi di te?... Non temer, amato bene", Recitativo e aria in mi bemolle maggiore per soprano, pianoforte e orchestra K 505. Dan Ettinger si produce anche come eccellente pianista dal tocco adamantino. Rosa Feola è tanto incisiva e altèra nel recitavo introduttivo quanto crepuscolare e morbida nella successiva aria, una “dichiarazione d’amore in musica” come la definisce Alfred Einstein, non appena appare del tutto inaspettato il suono del pianoforte.

Al termine, Feola viene salutata da un meritatissimo e prolungato successo personale.

Il programma si chiude con la celeberrima Sinfonia n. 40 in sol minore K 550. Si ritorna alla tonalità si sol maggiore che ha aperto la precedente Sinfonia n. 25 K 183: e ancor più della sinfonia giovanile, la lettura di Dan Ettinger è incalzante e strabordante di energia. Pessimistico e caravaggesco per sonorità cupe e dense è il Molto allegro del I movimento; lieve ma pur quadrato nella solida impalcatura armonica l’Andante (II movimento); deciso e impetuoso il Minuetto e trio; infine, incalzante, al calor bianco per scelta di tempi e per sonorità graffianti l’Allegro assai conclusivo, il quale apre la porta ad applausi prolungati, calorosi e convinti che salutano un’interessante e originale esecuzione di una tra le più belle sinfonie del genio salisburghese.

Dona nobis pacem et Mozart, Domine.