Musica a sorpresa

di Daniele Valersi

 Il festival Omaggio all’arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli riunisce pianisti russi e ucraini nell'omaggio a Valentin Silvestrov

Intervista a Valentin Silvestro

Profilo del compositore

CLES 7 agosto 2022- Nella programmazione dell’11° festival “Omaggio all’arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli”, che si sta avviando alla conclusione, a condividere con il recital di Grigory Sokolov la centralità della manifestazione era la maratona pianistica Valentin Silvestrov & Friends, dedicata al maestro considerato il più grande tra i compositori ucraini viventi, ben affermato negli Stati Uniti e a Londra quantunque ancora poco noto in Italia. E questa sua scarsa notorietà ha giocato favorevolmente come fattore sorpresa; infatti, ben pochi tra il pubblico che affollava l’auditorium del Liceo “Russell” di Cles (TN) potevano immaginare che cosa li aspettasse. La sorpresa è stata in ogni caso gradita da una sala eterogenea, una parte della quale era preparata ad affrontare l’ascolto più o meno come prova di stoicismo, dato che nessuno si aspettava che due ore e mezza di musica contemporanea per pianoforte potessero scorrere in modo così piacevolmente interessante. Non è facile definire la musica composta da Silvestrov dopo la svolta stilistica che lo ha portato ad abbandonare i contrasti e lo stridente linguaggio dello sperimentalismo. Non abbiamo molti esempi di riferimento per classificare il suo stile, davvero personale, che sfugge agli schemi secondo i quali vengono definite epoche e scuole; il compositore stesso lo chiama “metamusica”, termine che può indicare una musica che cambia, che si trasforma, che porta in sé i germi della mutazione. Si basa innanzitutto su un impianto melodico e consonante: se il serialismo e l’astrattismo parlano alla razionalità, la “metamusica” di Silvestrov vuole parlare soprattutto alla sfera del sentimento. All’ascolto vi si riconoscono elementi del sistema tonale come la modulazione e la progressione (e il compositore confermerà questa impressione, in un incontro pubblico), ma anche quelli della modalità; si intuisce, in ogni singolo pezzo, come caratteristica costante, la massima cura spesa nell’evitare conclusioni prevedibili. Grande importanza ha l’agogica, il tempo rallentato fino a estenuarsi oppure accelerato in rapidi balzi in avanti; tuttavia, sotto questo aspetto, i brani sono impostati a una generale omologazione, al punto che si fatica a distinguere un Allegretto vivace da un Moderato o un Moderato da un Allegretto. A Cles queste pagine hanno avuto la fortuna di essere eseguite con tocco sopraffino, con un controllo assoluto della tastiera da quattro pianisti di primo livello, Dinara Klinton, Gala Chistiakova, Vitaly Pisarenko e Alexey Chernov, con lo stesso compositore (che è anche pianista) a concludere il programma eseguendo i suoi brani più recenti. Alla componente emozionale procurava un valore aggiunto non indifferente il fatto che sul palco ci fossero artisti russi e artisti ucraini (Chernov e Chistiakova sono nati a Mosca, Pisarenko a Kyiv e Klinton a Charkiv), che con la loro presenza hanno affermato il valore assoluto della musica, al di là di qualsiasi conflitto contingente. A Dinara Klinton erano affidate le “5 Serenate” op. 104 (del 2007): la pluripremiata artista sapeva mantenere alte la tensione e l’aspettativa della sala, complice la rarefazione estrema della partitura. “Kitsch” (1977), in cinque tempi, pagina di gusto elevato (in deciso contrasto con il titolo), veniva eseguita con classe sopraffina da Gala Chistiakova, interprete passionale e travolgente che sa esprimere anche livelli impensati di raffinatezza. Vitaly Pisarenko, vero virtuoso della tastiera, affrontava poi “4 Pezzi” op. 2 e “3 Valzer con postludium” op. 3; era quindi la volta di Alexey Chernov, il più autorevole interprete di Silvestrov, che esplorava il genere “Bagatella” per cinquanta minuti ininterrotti, eseguendo le “22 Bagatelle – Moments 2022”, compilazione che include le cinque Bagatelle op. 306, a Chernov stesso espressamente dedicate. Infine, era Silvestrov in veste di pianista a eseguire alcune delle sue opere inedite, tra cui “Last Serenades” (2022). L’intera serata veniva vissuta con partecipe attenzione e si concludeva tra applausi scroscianti.


Il giorno successivo il compositore incontrava il pubblico nel Palazzo Assessorile di Cles, rispondendo anche a specifiche domande, come di seguito trascritto.

Maestro Silvestrov, come è nata la sua passione per la musica?

I miei genitori non erano musicisti: mio padre ingegnere, mia madre insegnante di lingue. Tuttavia amavano la musica e mi hanno trasmesso questa passione, per la quale ha avuto un ruolo determinante anche la visione di un film sulla vita di Chopin.

Perché ha intitolato "Kitsch" una sua raccolta di pezzi pianistici degli anni '70?

All'epoca era considerato provocatorio comporre musica tonale: ci voleva coraggio. Così ho composto questa Suite intitolandola "Kitsch". Non si tratta di un titolo ironico, ma elegiaco e anche questa musica è malinconica. Sentivo la necessità di uscire dal vicolo cieco imboccato dalle avanguardie musicali.

Come spiegherebbe, in parole, la poetica delle sue Bagatelle per pianoforte?

Cerco di raggiungere forme di bellezza che potrebbero essere paragonate ai fiori delle Alpi. Le mie Bagatelle sembrano esaurirsi in uno spazio di tempo molto breve, se non in un attimo, ma possono essere vissute all'infinito: dipende dalla nostra percezione. E poi, io uso spesso la didascalia “rubato”, proprio per indicare un anelito di trascendenza rispetto al tempo comune.

Come vede il futuro della musica d'arte?

E' difficile fare previsioni; dipende tutto dalla cultura delle persone.

Cosa sta componendo in questo periodo?

Ora faccio fatica: è un periodo di rifiuto di questa orribile situazione in Ucraina. Mi sento molto coinvolto. Neppure vorrei scrivere un pezzo come lo Studio della Rivoluzione di Chopin (op. 10 n. 12) perché questa rabbia, seppure espressa in musica, potrebbe compiacere gli oppressori. Non vorrei dare loro questa soddisfazione.


CHI È VALENTIN SILVESTROV

Nato a Kyiv il 30 settembre1937, inizia privatamente lo studio del pianoforte. Si diploma al conservatorio di Kyiv nel 1964, studia Composizione con Borys Ljatošyns'kyj, Armonia e Contrappunto con Levko Revuckyj; è della stessa generazione di Alfred Schnittke e Arvo Pärt. È stato uno dei principali rappresentanti del’”Avanguardia di Kyiv”, movimento impostosi all’attenzione del pubblico intorno al 1960 nonostante l’avversione dell’estetica sovietica; tra gli anni ‘60 e i ‘70 le musiche di Silvestrov non vennero quasi mai eseguite in Ucraina, le prime esecuzioni delle sue opere avvenivano in Occidente e talvolta a Leningrado. A parte pochi, entusiasti interpreti che tenevano a far conoscere i suoi lavori (come Igor Blashkov, che diresse “Spectra” alla Filarmonica di Leningrado nel 1965 e la Sinfonia n. 2 nel 1968), la musica di Silvestrov fu praticamente ignorata in Russia e in Ucraina, nonostante il crescente successo in Occidente. Fu soprattutto il pianista e direttore d’orchestra statunitense Virko Baley ad attivarsi in suo favore in America, con la prima esecuzione di “Postludium” per pianoforte e orchestra, nonché della sinfonia per baritono e orchestra “Exegi monumentum”. Era attivo in patria come docente, pianista e compositore, fino allo scoppio della guerra in Ucraina; da marzo di quest’anno vive a Berlino. Così parla della sua evoluzione artistica: “La mia crescita musicale è stata un processo. Mi sono riconosciuto nel tempo nei vari periodi, dall'avanguardia alla musica aleatoria, partecipando ai movimenti musicali di ogni fase storica. Non ho mai preso una posizione conservatrice, ma l'avanguardia va interpretata. C'è quella di ricerca e quella scandalistica. Mi ponevo il problema della sorgente della musica e per rispondere ho cercato di reimparare a scrivere la musica, cosa che le avanguardie avevano dimenticato”.

Le sue opere principali sono Sonatina (per pianoforte, 1960, 1965), Sinfonia n. 1 (1963, 1974), Mysterium (per orchestra, 1964), Spectra (per orchestra, 1965), Monodia (1965), Sinfonia n. 2 (1965), Sinfonia n. 3 “Eschatophonia” (1967), Quartetto n. 1 (1974), Silent Songs (1974-1975), Sinfonia n. 4 (1976), Kitsch-Music (per pianoforte, 1977), Sinfonia n. 5 (1980-1982), Quartetto n. 2 (1988), Metamusik (1992), Sinfonia n. 6 (1994-1995), The Messenger (1996-1997), Requiem per Larissa (1997-1999), Requiem (2000), Hymn 2001 (2001), Sinfonia n. 7 (2002-2003), Lacrimosa (2004), Sinfonia n. 8.

Di Silvestrov, nel maggio di quest’anno, abbiamo potuto ascoltare “8.VI.1810… zum Geburtstag von Robert Schumann” per due violoncelli “quasi un violoncello solo”, interpretato nelle strutture di Arte Sella (Borgo Valsugana – TN) da Mario Brunello e Giovanni Sollima. Il 31 maggio 2022 il Comune di Ravenna ha deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria a Valentin Silvestrov.