Sognando Sofocle 

di Roberta Pedrotti

Il secondo, e ultimo, concerto lirico sinfonico del Rof 2022 è all'insegna delle rarità, con tre sinfonie giovanili in prima esecuzione in edizione critica e le musiche di scena per Edipo a Colono.

PESARO, 17 agosto 2022 - Dopo il concerto delle due primedonne, mentre per indisposizioni viene annullata una data e un'altra convertita in repertorio solo strumentale, il programma lirico sinfonico pesarese superstite vede protagonista un basso, Nahuel Di Pierro. Il fulcro del programma non è, però, tanto il rapporto fra Rossini e la voce grave maschile, quanto una selezione di rarità che hanno come piatto forte le musiche di scena per l'Edipo a Colono di Sofocle tradotto da Giambattista Giusti. Si tratta in buona sostanza di una serie di recitativi accompagnati, ariosi e parti corali (qui il Coro maschile del teatro della Fortuna di Fano preparato da Mirca Rosciani) che l'appassionato devoto ha l'obbligo di conoscere, ma che sicuramente troverebbero la collocazione ideale e ragion d'essere in un allestimento completo della tragedia, o quantomeno in una sintesi con un attore. Ci è permesso di sognarlo, anche se è comprensibile lo sforzo produttivo che ciò comporterebbe. Dunque, cogliamo l'occasione che offre il festival per mantenere nella consuetudine d'ascolto pagine che non saranno le più memorabili di Rossini, ma che meritano comunque di vivere nella programmazione di una manifestazione monografica e di ricerca.

In tal senso si collocano anche le tre inedite edizioni critiche di sinfonie giovanili, materiale ancora embrionale sotto il profilo della forma, ma d'indubbio interesse per elementi sia strutturali sia tematici che riconosceremo in futuro con un più netto marchio rossiniano. Si tratta, dalle Sinfonie giovanili, della Sinfonia in Mi bemolle maggiore (Bologna, 1809); della Sinfonia secondo PA, Appendice I dell’Equivoco stravagante; della Sinfonia alternativa (secondo eMIoa), Appendice I di Demetrio e Polibio. In qualche passaggio verrebbe quasi la tentazione di pensare a materiale apocrifo, ma il dubbio e il disorientamento ci conduce ancor più a riflettere sull'humus in cui Rossini visse e si formò – e questa riflessione si svilupperà viepiù nei giorni successivi al Rof, con il festival Belcanto Ritrovato. Intanto, segnaliamo la difficoltà curiosa della Sinfonia di Bologna, che pare un cartone preparatorio di quella dell'Inganno felice ma con una preponderanza inusuale – in seguito assai mitigata – di soli quasi concertanti. Vi si cimenta volonterosa l'Orchestra Filarmonica Rossini (la stessa che si assumerà l'onere di sostituire Spyres e Meade il concerto sinfonico fra ouverture d'opera e la Sinfonia Dal nuovo mondo di Dvorak) sotto la direzione di Fabrizio Ruggero.

Il pubblico applaude: il teatro non è affollato, sebbene con il ritorno alla piena capienza l'incremento di presenze sia sensibile, ma il diploma di fedeltà del nocciolo duro del pubblico è fuori discussione. Lo constatiamo anche il 20 agosto, quando i presenti riservano un sostegno affettuoso a Barbara Frittoli, che a Pesaro giovanissima fu Delia nel primo Viaggio a Reims con Abbado e ora è impegnata in un programma fra Rossini, Tosti e Martucci con la pianista (non irreprensibile) Mzia Bachtouridze.