L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

I concerti della Domenica

di Vincenza Caserta

I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella ricordano Claudio Scimone con musiche di Panni, Haydn, Wolf Ferrari e l'apporto dei solisti Paolo Carlini e Giuseppe Barutti

PADOVA, 16 ottobre 2022 - Si apre con un programma ricco di novità accanto a grandi classici la cinquantaseiesima edizione dei “Concerti della domenica” presso l’Auditorium “Pollini”di Padova. Continua la tradizione ideata da Claudio Scimone per rendere la musica vicina alla sua Padova ed il maestro è vivo nel ricordo dei Solisti Veneti e nelle parole del compositore Marcello Panni. Proprio a quest’ultimo spetta il compito di inaugurare la kermesse musicale presentando dei brani scritti in memoria di Scimone: opportunità ed emozione sono le parole che il Maestro Panni utilizza per descrivere questa forte amicizia, un legame che nasce nel 1959 (data che coincide con la nascita dei “Solisti Veneti”) nella classe di Antonino Votto a Milano. Un’amicizia di oltre sessant’anni i cui aneddoti sembrano rifiorire nel ricordo della nebbia milanese, dell’entusiasmo giovanile che li accomunava.

Il primo brano scritto per i Solisti Veneti da Panni risale al 1963 ed è rimasto inedito. Risale a circa tre anni fa, invece, Nocturne / Rituel per fagotto e 14 archi (2018 “A Claudio Scimone, in Memoriam”) ispirato alla tragedia Alcesti di Euripide e agli studi sulla melodia greca da parte di Ernesto De Martino. Il coro di donne è trascritto per solo uno strumento a fiato solista ed ecco spiegata la presenza di Paolo Carlini con il suo fagotto a tradurre quel suono lamentoso e farsi carico di un bagaglio di tradizione. La scrittura degli archi, delicata come un pulviscolo nella prima parte ed ancor più nella seconda parte, rispecchia la melodia del fagotto. Le due anime, lirica e ritmica, trovano un connubio decisivo in queste pagine, tanto significative da un punto di vista emotivo perché terminate nella scrittura proprio nei giorni in cui Claudio Scimone ci lasciava. La prima esecuzione affidata oggi alla “sua” orchestra rende ancora più emozionante l’ascolto di queste pagine che danno voce a Claudio Scimone attraverso la bacchetta di Carella. Un incipit stridente ed il fagotto solleva la sua voce lamentosa nel soffio evocativo dei violini, mentre il solista si fa sempre più cupo procedono vorticosi in un'attesa interrotta solo da veloci contrasti ritmici. In un procedere a blocchi sonori risalta la voce tetra del fagotto, vortic si contrappongono alle linee decise del solista. Il senso di sospensione è vissuto attraverso i violini all’unisono, in contrasto con i timbri scuri delle viole mentre violoncelli e contrabbasso scandiscono ritmicamente da lontano. Il senso narrativo è dato dal primo violino attraverso una brevissima frase che ancora proietta un filo di luce prima che un canto tetro e scuro prenda il sopravvento. Colpisce il contrasto dell’idea ritmica e definita del fagotto con i pizzicati densi di mistero delle viole, in alternanza con sezioni melodiche. La voce del fagotto è diretta verso una caduta negli abissi che non lascia intravedere spiragli di speranza e diventano così enigmatici i brevi frammenti affidati al solista, così immersi nel pathos ed in un canto che, assieme al primo violino ed al primo violoncello, regalano una visione nuova, un finale sospeso, un filosofico interrogativo sulla vita.

Haydn è, viceversa, colore gioioso nel Concerto in do maggiore per violoncello ed archi: il solista Giuseppe Barutti presenta il primo tema con eleganza attraverso un fraseggio che unisce solidità a chiarezza espressiva. Convince la risposta dell’orchestra con ampia esposizione che pare anticipare il piglio del solista, il dialogo è un intreccio ricco di colore, ricercato e non senza sorprese da parte di Barutti nel definire ogni frase con enfasi. Uno spirito di ricerca timbrica e giochi di luce accompagna la riesposizione del tema, ricco di nuovi spunti, inno festoso nel canto spiegato del violoncello. Cantabilità diventa la parola d’ordine: anche nella cadenza finale del primo movimento idee e colori si mescolano in una interpretazione vivace ed appassionata. La delicatezza anima l’orchestra nell’Adagio, ed è qui che il violoncello di Barutti sfida la vocalità in ogni sfumatura in bilico tra i colori decisi del modo maggiore e le timide ombre del minore. Lo spirito più intimo e ricercato è quello che regala ad ogni “piano” una differente intensità, commuove Barutti, fantasioso in ogni cadenza. Il piglio di Carella è energico nel ricercare gli spunti operistici nei movimenti veloci, fra canto spiegato e brillantezza.

La Serenata per archi di Ermanno Wolf-Ferrari ha immediato impatto narrativo: l’intenzione coloristica dell’orchestra di Carella crea subito una particolare atmosfera in cui ogni elemento richiama al dialogo. Risposte di varie sezioni con piglio quasi sinfonico vivono nel contrasto tra parti di piena sonorità, rese vivaci da pizzicati “galoppanti” e tono di più pacata ricercatezza. Un fraseggio che conduce verso un’intenzione quasi interrogativa in cui non si riscontrano esiti o cadute nella monotonia. Nell’Andante una serena vena ottimistica è solo per qualche attimo offuscata da un tema malinconico prima di lasciare il posto ad una nuova dimensione di “inquietudine sinfonica” in cui sonorità gravi e scure cullano danzanti i nuovi temi esposti. Dal sapore squisitamente beethoveniano le parti gravi d’orchestra, animate in vortici sonori. Il finale è un fugato, animato da colore e novità: spirito curioso e vivace che sembra precorrere il plasmare la materia musicale di Beethoven mentre una rinnovata forza creativa anima i temi nella coda. Generosi i due bis proposti: Wolf Ferrari con la Strimpellata per fagotto ed archi in cui un nuovo spirito danzante e spensierato è vivo di una forza descrittiva che vive di luce propria nel fagotto solista di Carlini. Vivaldi con il terzo tempo dal Concerto in la minore RV 419 per violoncello ed orchestra è elettrizzante nell’interpretazione di Barutti, coinvolgente ed energico in ogni sfumatura.


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.