Nagasaky in ocra 

di Gustavo Gabriel Otero

Bilancio positivo per la chiusura di stagione del Colón di Buenos Aires all'insegna di Puccini.

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Buenos Aires, 10/11/2023 . Il Teatro Colón di Buenos Aires ha chiuso la sua Stagione 2023 con Madama Butterfly di Puccini, dalla qualità complessiva molto buona. Jan Latham-Koenig ha offerto una lettura musicale onesta e curata nei piani sonori, anche se un po' cerebrale e fredda. Dimostrando, ancora una volta, di essere uno dei soprani più validi in Argentina, Daniela Tabernig ha guidato il cast con una Cio-Cio San di prim'ordine. Partecipazione, interpretazione e credibilità si sono aggiunti alla sua qualità musicale, con un volume e una proiezione notevoli, una bella linea di canto, una drammaticità appropriata quando la parte lo richiedeva e un lirismo perfetto nei momenti giusti, completato da sottigliezze e pianissimi per tutta la serata.

Il tenore Riccardo Massi ha una presenza scenica quasi perfetta per Pinkerton, ha un buon colore vocale e una tecnica adeguata, non ha deluso nel ruolo ma non ha nemmeno brillato. Il Console Sharpless di Alfonso Mujica è stato ben cantato, ha un ottimo volume, una linea di canto adeguata e un bel colore; gli mancava solo un po' più di sottigliezza nel canto, che il giovane uruguaiano sicuramente svilupperà. Interessante e credibile dal punto di vista attoriale. La Suzuki di Nozomi Kato era professionale e affidabile, anche se, dato il numero di buoni mezzosoprani disponibili nel paese, è difficile capire perché sia stato ingaggiata l'artista giapponese.
Sergio Spina è stato, ancora una volta, un Goro quasi ideale, sia per la recitazione sia per la resa vocale del personaggio, mentre lo Zio Bonzo di Christian Peregrino ha fornito presenza e qualità vocale.
Sia Sebastián Sorarrain sia Mariana Carnovali, rispettivamente Principe Yamadori e Kate Pinkerton, sono stati professionali e solidi. Il resto del cast, così come il Coro Estable, ha dimostrato una buona preparazione e una performance adeguata.

Livia Sabag, responsabile del team visivo, ha cercato di sottolineare l'importanza del tema del declino sociale e dell'impoverimento nella vita di Cio Cio San. Per questo, si è affidata a uno straordinario bozzetto scenografico di Nicolás Boni che - con toni ocra, un luogo arido senza alcuna qualità nobile, allegra o primaverile, e una piccola e umile casetta giapponese con tetti di paglia (minka) - ha mostrato in scena e idee della regista. La casa si trova sul lato destro del palcoscenico, dietro di essa si intravede la collina e un albero secco con radici, e dietro ancora colline più alte. Sul davanti sono delimitati tre spazi: a livello del suolo, un camminamento che conduce alla casa e una balconata di legno intorno ad essa. L'interno - che sarebbe il quarto spazio - è poco utilizzato se non per la notte di attesa e non c'è un giardino, per cui non è chiaro da dove appaiano i fiori alla fine del secondo atto. All'inizio del secondo atto la proiezione di una valanga che distrugge parte della casa e dell'area circostante rappresenta la caduta della stessa Cio-Cio San.

Nel complesso, i movimenti scenici erano tradizionali e quasi privi di nuove scoperte, e l'intera idea era risolta più dalla cornice scenica, dalle ottime luci di José Luis Fiorruccio, dalle proiezioni di Matías Otálora (quelle della valanga all'inizio del secondo atto e quelle all'inizio del terzo, che scandiscono confusamente la notte dell'attesa con una giustapposizione di immagini poco comprensibili), che dalla recitatazione imrpessa da Livia Sabag. Le uniche due idee moderatamente distinte sono state la madre di Cio-Cio San che vuole salutare la figlia dopo la maledizione di Bonzo e che viene strappata dalla zia e, nel secondo atto, quando Suzuki raccoglie una bambola di pezza dal pavimento, lasciando presagire la presenza del bambino in casa.
I costumi, di Sofía Di Nunzio, hanno dato colore nel primo atto, in una produzione che ha volutamente abusato dell'ocra, e hanno messo in risalto il buon lavoro dei protagonisti.

Teatro Colón. Giacomo Puccini: Madama Butterfly. Opera in tre atti. Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. Livia Sabag, regia teatrale. Nicolás Boni, scenografia. Sofía Di Nunzio, costumi. José Luis Fiorruccio, luci. Matías Otálora, video design. Daniela Tabernig (Cio Cio San), Riccardo Massi (Pinkerton), Nozomi Kato (Suzuki), Alfonso Mujica (Sharpless), Sergio Spina (Goro), Christian Peregrino (Zio Bonzo), Sebastián Sorarrain (Principe Yamadori), Mariana Carnovali (Kate Pinkerton), Sergio Wamba (Commissario Imperiale), Augusto Nureña (Ufficiale del Registro). Orquesta y Coro Estable del Teatro Colón. Direttore del coro: Miguel Martínez. Direzione musicale: Jan Latham-Koenig.


Nagasaky en ocres

Gustavo Gabriel Otero

Buenos Aires, 10/11/2023. El Teatro Colón de Buenos Aires cerró su Temporada 2023 con Madama Butterfly de Puccini, con muy buena calidad general. Jan Latham-Koenig ofreció razonable versión musical con cuidado de los planos sonoros aunque un poco cerebral y fría.

Demostrado, nuevamente, que es una de las sopranos de más valía de la Argentina, Daniela Tabernig encabezó el elenco con una Cio-Cio San de primer nivel. Compenetración, entrega, y credibilidad se sumaron a su calidad musical con notable volumen y proyección, fina línea de canto, adecuado dramatismo cuando la parte lo requería y perfecto lirismo en los momentos adecuados, que se complementó con sutilezas y pianisimos a lo largo de la noche.

El tenor Riccardo Massi tiene la presencia escénica casi perfecta para Pinkerton, posee buen color vocal y adecuada técnica, no defraudó en el rol pero tampoco brilló.

El Cónsul Sharpless de Alfonso Mujica fue bien cantado, tiene muy buen volumen, adecuada línea de canto y bello color; sólo le faltó un poco más de sutileza en su canto que seguramente desarrollará el joven cantante uruguayo. Actoralmente interesante y creíble.

La Suzuki de Nozomi Kato, fue profesional y solvente aunque frente a la cantidad de buenas mezzosopranos con que cuenta nuestro medio no se comprende la contratación de la mezzo japonesa.

Sergio Spina fue, nuevamente, un Goro casi ideal tanto por su composición actoral como vocal del personaje; mientras que el Tío Bonzo de Christian Peregrino aportó presencia y calidad vocal.

Tanto Sebastián Sorarrain como Mariana Carnovali, Príncipe Yamadori y Kate Pinkerton respectivamente, fueron profesionales y sólidos. El resto del elencoasí como el Coro Estable, mostraron buena preparación y adecuada prestación.

Livia Sabag a cargo del equipo visual pretendió subrayar la importancia del tema de la caída social y el empobrecimiento en la vida de Madama Butterfly. Para ello contó con extraordinario boceto escenográfico de Nicolás Boni quien con tonos ocres, un lugar yermo sin ninguna cualidad noble, alegre o primaveral y una pequeña casa de campo japonesa de factura humilde y techos de paja (minka) ambientó la escena y las ideas de la puestista. La casa se encuentra en el costado derecho del escenario (según ve el espectador), por detrás la colina y un árbol seco y con raíces a la vista y detrás colinas más altas. Por delante se delimitan tres espacios: a nivel del piso, una pasarela para llegar a la casa y una balconada de madera en el entorno de la casa. Casi no se utiliza el interior de la casa -que sería el cuarto espacio- salvo para la noche de la espera y no existe el jardín por lo cual no queda claro de dónde aparecen las flores en el final del segundo acto. En el comienzo del segundo acto la proyección de un alud que destruye parte de la casa y del entorno figurando la caída de la propia Cio-Cio San.

Con todo los movimientos escénicos fueron tradicionales y sin casi ningún hallazgo y toda la idea fue resuelta más por el marco escénico, la muy buena iluminación de José Luis Fiorruccio, las proyecciones de Matías Otálora (con el alud del inicio del segundo acto y las del inicio del tercero, que marca confusamente la noche de la espera con una yuxtaposición de imágenes poco comprensibles), que con las ideas actorales de Livia Sabag. Las únicas dos ideas medianamente distintas fueron: la madre de Cio-Cio San que quiere despedirse de su hija luego de la maldición del Bonzo y que es arrancada por la tía y en el segundo cuando Suzuki recoge del suelo un muñeco de trapo que nos preanuncia la presencia del niño en la casa.

El vestuario de Sofía Di Nunzio, aportó color en el primer acto, en una puesta que deliberadamente abusó de los ocres, y resaltó en los protagonistas principales un buen trabajo.

Teatro Colón. Giacomo Puccini: Madama Butterfly. Ópera en tres actos. Libreto de Luigi Illica y Giuseppe Giacosa. Livia Sabag, dirección escénica. Nicolás Boni, escenografía. Sofía Di Nunzio, vestuario. José Luis Fiorruccio, iluminación. Matías Otálora, diseño de vídeo. Daniela Tabernig (Madama Butterfly), Riccardo Massi (Pinkerton), Nozomi Kato (Suzuki), Alfonso Mujica (Sharpless), Sergio Spina (Goro), Christian Peregrino (Tío Bonzo), Sebastián Sorarrain (Príncipe Yamadori), Mariana Carnovali (Kate Pinkerton), Sergio Wamba (Comisario Imperial), Augusto Nureña (Oficial del Registro).Orquesta y Coro Estable del Teatro Colón. Director del Coro: Miguel Martínez. Dirección Musical: Jan Latham-Koenig.