Cara Malipiero

di Vincenza Caserta

Omaggio a Malipiero, non distante dalla sia casa di Asolo, nel cinquantesimo dalla scomparsa con il Quartetto di Venezia interprete anche di musiche di Respighi.

Gian Francesco Malipiero ha vissuto ad Asolo gli ultimi anni della sua vita; la chiesa di S.Gottardo è immersa nel verde e si trova a poche centinaia di metri dalla casa del maestro, luogo di ricordi e suggestioni. In occasione dei cinquant’anni dalla morte del compositore gli Amici della Musica di Padova ed Asolo Musica in collaborazione con Fondazione Cini di Venezia e Fondazione Benetton di Treviso, omaggiano Malipiero con una serie di concerti. Quello proposto il 21 luglio vede protagonista il Quartetto di Venezia, formato da Andrea Vio ed Alberto Battiston al violino, Mario Paladin alla viola ed Angelo Zanin al violoncello. Il programma è particolare: interamente dedicato a Malipiero e Respighi, figli di un Novecento musicale che andrebbe maggiormente diffuso tra il grande pubblico. Scelta coraggiosa, quella di interpretare il complesso “secolo breve”, tanto più se i mondi di Malipiero e Respighi si alternano. Il primo Quartetto proposto è il n°1 di Malipiero, scritto nel 1920, dal titolo Rispetti e strambotti. In questa composizione il suono, nelle sue sfumature ricche di contrasti, sembra rinnegare la classica forma, tutto diviene un amalgamarsi di sensazioni, capaci talvolta di scandire il silenzio, con partecipazione quasi religiosa, per poi affermare la natura più viva della musica. Malipiero gioca con la materia sonora, la plasma con nuove forme, ripercorrendo una sostanza espressiva che trova nel Quartetto di Venezia la voce più autentica. L’alternarsi di immagini ricche di inquietudine presenta uno scenario innovativo, la spensieratezza con cui fa capolino la parte dei pizzicati, vivi e speranzosi, segna quasi un nuovo ingresso nel complesso linguaggio di Malipiero. Un mondo fantastico, talvolta dominato da sprazzi di solenne religiosità, viene presentato attraverso scenari che si susseguono, uniti, più che da frammenti tematici, dal fluire di una serie di idee così intimamente connesse all’alternarsi di ombre e luci da riuscire a creare suggestione in chi ascolta. Il Quartetto di Venezia, con sciolta eleganza. riesce a trasmettere ogni aspetto della contrastante natura di quest’opera, in cui la più mesta descrizione sfocia abilmente in una tensione malinconica e a tratti sfuggente, grazie all’utilizzo delle corde vuote.

Il Quartetto Dorico di Respighi, ultimato nel 1924, è strutturato su combinazioni modali legate alla musica gregoriana, creando una connessione la tradizione, rivisitata con visione a tratti sinfonica, ad un nuovo percorso di sperimentazione. Il Quartetto di Venezia, con prontezza e presenza di spirito, riesce a tracciare queste idee, alternando la severità di una narrazione dai suoni più densi all'intento di richiamare delicatamente passi di danza, sostanziando ogni elemento attraverso la perfetta sintonia nel dialogare continuo tra i quattro strumenti. Non manca la massima attenzione alla delicatezza nelle parti in cui prevalgono gli aspetti di cantabilità, in bilico tra una vena struggente di malinconia e una tensione accorata dalla visione più corale. Nella sezione finale della Passacaglia albergano gli stati d’animo più contrastanti e tempestosi al tempo stesso ed è facendo leva su questa caratteristica che viene espressa la poetica antica di Respighi.

Il Quartetto n 7 di Malipiero, del 1950, stupisce nuovamente per lo scenario così denso di colori, in certi momenti stridenti e capaci di tracciare la più autentica parabola in un mondo animato da fantasia. Proprio il saper piegare con flessuosa padronanza questi aspetti della musicalità di Malipiero riesce a rendere con chiarezza, a tratti mossa da una febbrile inquietudine, questa particolare ambientazione, in bilico tra il reale e l’immaginario. Il tempo marziale, che collega tra loro alcuni di questi quadri visionari, rende una concezione della musica, a tratti seducente e in parte allietata da un dinamismo che esaspera i contrasti sfruttando ogni possibilità coloristica degli archi.

Il bis omaggia Respighi con la trascrizione di alcune delle Antiche arie e danze per liuto. Pubblico attento ed entusiasta.

Vincenza Caserta