Barocco in Villa

di Vincenza Caserta

I Solisti Veneti presentano un programnma dedicato al barocco veneziano per Operaestate Festival.

Rosà (VI) 1 agosto 2023 - L’Operaestate Festival di Bassano Del Grappa, nella sezione itinerante dedicata alla musica, riserva ampi spazi alla classica. Il 1 agosto presenta un concerto interessante sia per il luogo scelto sia per gli artisti presentati. In un ginepraio di strette vie si apre maestosa e ampia la storica Villa Dolfin Boldù, a Rosà, immersa tra una distesa verde di campagne incontaminate. Il pubblico inizia a prendere posto nel giardino interno, dov’è stato allestito il palco e ancora i colori scuri di una notte dalle stelle inaspettate (per via del meteo ballerino) si fanno attendere, lasciando così la possibilità di gustare con una luce ormai fioca, ma rivelatrice, le ombre della storia di questo luogo, silenziosamente scandita dall’orologio che sovrasta la scena (tornato a funzionare dal 2003). I Solisti Veneti con il loro direttore Giuliano Carella arrivano dalla Barchessa della storica Villa. Il programma proposto dai Solisti Veneti è un viaggio nel barocco a cui non manca nulla: Albinoni con il Concerto op. 5 n. 2 apre la serata con un aggraziato incedere che lascia immediatamente il posto ad un dialogo a tre tra violino, violoncello e clavicembalo. L'orchestra si lascia trasportare da tinte nostalgiche, rafforzate attraverso la pienezza del "tutti" e la Fuga finale è un’ode a tutte le sezioni orchestrali, espressiva e sapientemente dosata nei colori senza scalfire il rigore formale. La serata è già entrata pienamente nel vivo e Vivaldi, con il Concerto RV 419 per violoncello e orchestra, trasporta senza mezze misure in una dimensione ammaliante: il tempestoso incipit, interamente costruito su colori decisi, si stempera nel dialogo tra il solista Giuseppe Barutti e l’orchestra, che è prontissima nell'afferrare le idee del solista con destrezza ed enfasi. Barutti con piglio convincente canta con il suo violoncello, sottolineando gli aspetti più nascosti della partitura, avvalendosi di un’intensa inventiva ed interpretazione che già nel primo movimento lascia sfuggire a qualche ascoltatore presente commenti di stupore. La cantabilità con cui si anima tutto il concerto di Vivaldi è varia ed originale e la cadenza riesce a mettere bene in evidenza tutte le caratteristiche di questo straordinario interprete. Un momento particolarmente toccante è quello in cui la sorprendente libertà nel condurre con naturalezza il fraseggio fa sì che il tempo lento, particolarmente suggestivo, sia vissuto tra echi di sonorità ricercate nella gamma dei pianissimo così interiorizzati che paiono giungere soffusi come un canto antico, quasi appartenessero a pianeti lontani. <p">Il Concerto di Tartini in la maggiore per violino ed orchestra D 96, con Lucio Degani solista, è come un cambio di scena, festoso e brillante. Il tintinnare leggero del basso continuo, sapientemente bilanciato con la cantabilità del solista, conferisce ancor più un carattere teatrale, consentendo a Degani di gestire con fierezza il dialogo con l'orchestra senza far mancare l'elemento virtuosistico. Il secondo movimento è costruito sul contrasto, come fulcro dell'opera, e il canto del solista, accantonato il brio festoso, apre una parentesi ampia e delicata. La circolarità del brano si manifesta nell'ultimo movimento, con un ritorno alla descrittività bucolica iniziale, tra virtuosismi leggeri e frizzanti del solista alternati a risposte altrettanto vivaci e pronte dell'orchestra di Carella. La cantabilità più pura del solista si colora di una suggestione vicina allo stile vocale nello scandire con destrezza ogni particolare. <p">Entra nel vivo della serata la Sinfonia RV 725 dall'Olimpiade di Vivaldi: un tripudio di colori, Carella ne sottolinea gli aspetti più interessanti, vivacizzando ogni contrasto ed animando con decisione l'aura festosa del primo movimento e nei successivi. La differenziazione degli elementi d'ispirazione vocale, particolarmente evidenti, rendono i contrasti sonori protagonisti dalla presenza brillante. <p">Il Concerto in do minore per clavicembalo ed orchestra d'archi di Galuppi, con solista Roberto Loreggian, è interpretato con la semplicità che rende giustizia a pagine musicali ricche di un virtuosismo fatto di spontanea delicatezza, anche nella cadenza, in cui non manca la musicalità più autentica ed essenziale. Loreggian, con fraseggio scrupoloso, trascina l'orchestra con invettiva e cura preziosa di ogni elemento. Conclude il programma il Concerto di Bach in re minore BWV 1043 per due violini ed orchestra, con solisti Lucio Degani ed Enzo Ligresti, pagina interpretata con intensità ed espressione capaci di rivelare già nell'esposizione le carattteristiche fondamentali dei solisti: ricerca di bel suono da parte di Degani e Ligresti e l'intento di rivelare la luminosa chiarezza di un Bach che nasconde già nell'Allegro degli elementi che appariranno nell'Adagio. Nel secondo movimento diventa evidente la scelta di privilegiare un cantabile delicato e di grande impatto emozionale. Vengono valorizzati quegli aspetti della partitura che, come dei tesori nascosti, devono essere portati alla luce con delicatezza, per la profondità del loro contenuto, immerso in un quid contemplativo. Convincente il finale in cui Degani e Ligresti, con virtuosismo brillante ed espressivo, evidenziano sonorità piene e bilanciate immediatamente afferrate dalle risposte d'orchestra. Ottimo il dialogo tra i due solisti, perfettamente allineati nel presentare con efficacia gli aspetti "tempestosi" della partitura senza indugi e con una lettura coraggiosa in questo Bach così ricco di momenti contrastanti. Bis acclamati e risposta generosa da parte di Carella: una vivace Fuga di Corelli, che lascia ampio spazio a tutte le voci d'orchestra, la freschezza di Mozart con il terzo movimento del Divertimento K 136 ed un brillantissimo primo movimento del concerto RV 127 di Vivaldi per salutare il pubblico estasiato.