L'equilibrio e le intenzioni

di Roberta Pedrotti

Al Teatro Manzoni di Bologna, l'orchestra del Comunale diretta da Riccardo Frizza offre una bella prova nella Quinta di Mahler e nei sei Lieder di Schönberg orchestrati da Solbiati. Solista, purtroppo indisposta, Monica Bacelli.

Bologna, 28 marzo 2025 - L'accostamento fra Mahler e il giovane Schönberg, fra l'apoteosi sinfonica del primo e la prima musica vocale del secondo, a Vienna nei medesimi anni, può essere assai succoso. Peccato che dopo il secondo Lied Monica Bacelli si fermi e si rivolga al pubblico “Come avrete capito sono influenzata. Scusate. Farò del mio meglio”. In effetti l'indisposizione si era percepita fin dall'attacco iniziale e di una delle più raffinate cantanti delle ultime generazioni, dalla lunga carriera intessuta di titoli e produzioni ricercate dal Seicento ai contemporanei, non possiamo che intercettare le intenzioni. Peccato davvero, né l'aiuta l'orchestrazione di Alessandro Solbiati di questi rari pezzi giovanili rimasti senza numero d'opus e concepiti al pianoforte: così densa, ampia nell'organico – senz'altro suggestiva e ben pensata – sembra reclamare più la presenza di una voce di stampo wagneriano che non una virtuosa del recitar cantando cresciuta nel Belcanto.

Scorre non senza un pizzico di delusione questa breve prima parte del concerto, riconoscendo il dovuto rispetto all'artista negli applausi finali.

Dopo un breve intervallo, Riccardo Frizza torna sul podio e l'attenzione si concentra sulla Quinta sinfonia di Mahler, banco di prova fra i sommi per ogni orchestra. E qui il complesso del Comunale si presenta all'altezza della situazione, forte anche degli eccellenti interventi solistici del primo corno (Paride Canu) e delle prime trombe (Biagio Genualdi e Ulrich Stephan Breddermann) nei passi cruciali.

Frizza, dal canto suo, predilige l'equilibrio di tempi piuttosto composti, lasciando agio d'articolazione alle varie sezioni in un generale senso della misura che si traduce in un'esecuzione solida, chiara, protesa, si direbbe, a un ideale di olimpica solennità, a una forma qui forse più evidente, persino predominante, rispetto ad altre partiture mahleriane. Nell'arco delle tre parti e dei cinque movimenti, varie voci non mancano di ricordare echi di valzer o di klezmer, ma riconducendosi qui più al classicismo (per quanto grandioso nelle proporzioni) che non ai turbamenti della psiche.

Questo Mahler ben definito, ben suonato, lavorato con onestà ottiene un caloroso successo da parte di un pubblico bolognese più numeroso del consueto. Speriamo che sia di buon auspicio per il superamento della fase di transizione verso la nomina della nuova dirigenza del Comunale.

Leggi anche

Bologna, concerto Ettinger, 28/11/2019

Bologna, concerto Shokhakimov, 08/11/2013

Bologna, concerto Kobrin/ Macdonald, 29/01/2018

Palermo, Trio Metamorphosi / Monica Bacelli, 17/04/2023