L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Nel segno di Verdi

di Luigi Raso

Luca Salsi, con Nelson Guido Calzi al piano, offre al pubblico partenopeo un recital in cui è lo spirito verdiano a far da padrone e aleggia anche nelle pagine di Tosti e Liszt.

NAPOLI, 6 giugno 2025 - Verdi, e Verdi sempre, e fortissimamente Verdi:chiedendo perdono a Vittorio Alfieri, potrebbe essere questa la sintesi dell’applauditissimo recital che Luca Salsi, accompagnato al pianoforte da Nelson Guido Calzi, ha tenuto al Teatro San Carlo.

Sebbene a Giuseppe Verdi sia dedicata la seconda parte del programma, il suo spirito ha aleggiato sin dalle quattro romanze da camera di Francesco Paolo Tosti proposte in apertura. Per descrivervi il concerto però stavolta procediamo a ritroso sulle tracce rispetto l’ordine di esecuzione dei brani: chi avrà la tenacia di leggere fino in fondo queste note ne comprenderà il perché.

Di Verdi Luca Salsi è riconosciuto come uno dei migliori interpreti odierni: ha interpretato le opere del musicista di Busseto sui più prestigiosi palcoscenici internazionali; è stato, tra le rappresentazioni da ricordare, Macbeth al Teatro alla Scala il 7 dicembre del 2021 (la recensione: Leggi la recensione), Marchese di Posa nel Don Carlo in quello del 2023 (la recensione: Leggi la recensione); più recentemente, per l’inaugurazione della Stagione 2024 – 2025 del Teatro dell’Opera di Roma, Simon Boccanegra.

Salsi e Verdi oggi costituiscono un binomio inscindibile e di indubbio pregio, che riscuote ampi consensi di pubblico e critica. Naturale, dunque, che la seconda parte del recital di stasera, dedicata ad arie e scene verdiane, sia risultata la più convincente e coinvolgente, nonché quella nella quale il baritono abbia espresso al meglio il suo talento interpretativo e le sue doti vocali: nei ben sei brani proposti - che diventano sette con il bis di “Cortigiani, vil razza dannata..” - l’aderenza stilistica dell’interprete si è correttamente coniugata con quanto eseguito.

Il percorso verdiano parte da “Se al nuovo dì pugnando” da La battaglia di Legnano (1849), l’unica opera propriamente risorgimentale di Verdi: qui Salsi si concentra - e questa è una costante di tutto il recital - sull’attenzione alla “parola scenica”, ai colori, alle inflessioni, caratteristiche interpretative, queste, che si noteranno ancor di più nel successivo e straziante “O vecchio cor che batti” da I due Foscari (1844), fine indagine psicologica sul peso e sul dramma del potere. Qui Salsi è un uomo anziano vocalmente possente e autorevole, che si compiace della propria carica di doge veneziano attraverso una linea di canto generosa, con affondi sicuri e vibranti ascese nel registro acuto; non mancano, comunque, ripiegamenti espressivi con ben distribuite e suggestive mezzevoci.

Lacerato, dolente e sfatto pur nella residua fierezza è il Macbeth che viene restituito da “Pietà, rispetto, onore”: lineacanto scultorea, talora enfatica, che quando necessario si ammorbidisce in intense mezzevoci, in colori ombrosi e suoni sussurrati che dipingono efficacemente un uomo vinto e consumato dalla brama di potere.

Dopo Widmung di Franz Liszt e Robert Schumann affidato al solo pianoforte - si dirà di Nelson Guido Calzi e dei brani a lui affidati - è il turno della grande scena di Rodrigo, il marchese di Posa dalla seconda parte del IV (o III atto: la numerazione varia a seconda dell’edizione in italiano presa in considerazione: in cinque in quella “di Modena” del 1886; in quattro in quella per la Scala, del 1884) “Per me giunto è il dì supremo… Io morrò”. Qui, al netto di qualche imprecisione, la linea di canto è pulita e maestosa, procede ostentando una profonda cavata vocale, sicurezza e squillo nel registro acuto, temperamento e, soprattutto, quella costante attenzione alla parola, all’inflessione più appropriata al momento drammaturgico che deve esprimere.

Sibilante, mellifluo e finemente laido è “Credo in un Dio crudel” da Otello (1887), pagina che dà modo a Salsi, quasi al termine di un recital vocalmente e fisicamente molto impegnativo, di sfoggiare una vocalità belluina; il suo “…E poi?” che fa risuonare inquietante e interrogatorio con un’insinuante mezzavoce è di quelli che restano impressi nella memoria.

La chiusura del programma è affidata a “L’onore! Ladri!”da Falstaff (1893), opera che il baritono parmigiano interpreterà, nel ruolo del titolo, al San Carlo nel febbraio 2026: in Falstaff la parola, è noto, conta al pari, se non più, della musica: in questo brano l’attenzione alla più piccola inflessione del testo si fa ancor più certosina e ricercata.

È un trionfo, suggellato da richieste di bis: ne vengono concessi ben quattro, di cui uno - la Parafrasi su Rigoletto di Franz Liszt - affidato alla brillante esecuzione di Nelson Guido Calzi.

La carrellata di encores parte da un sanguigno “Cortigiani, vil razza dannata..”da Rigoletto, per poi proseguire con uno scultoreo “Nemico della patria” da Andrea Chénier che brilla per il registro acuto solido e timbrato.

In chiusura, dopo essersi scusato preventivamente con il pubblico per la probabile pronuncia non corretta, Salsi intona Core ‘ngrato di Salvatore Cardillo, iconica canzone napoletana portata al successo da Enrico Caruso, alle cui tristi vicende sentimentali la canzona stessa è ispirata: prova superata per la pronuncia, impreziosita anche da qualche inflessione - come risuona “Nun te scurdà.., ad esempio” - tipicamente partenopea, linea di canto sussurrata e intimistica, distante dai clichés di “ugola al vento” e “cuore e sentimento” che spesso affliggono l’esecuzione di questo repertorio. La celebre canzone (del 1911) è affrontata come una romanza da salotto, eseguita con aderenza stilistica ben più appropriata rispetto a quella riscontrata nell’interpretazione delle romanze - e ora, per chi ha resistito nella lettura fino a questo punto, si parlerà della prima parte del recital - di Francesco Paolo Tosti, del quale vengono proposte L’ultima canzone, Non t’amo più, Sogno e L’alba separa dalla luce l’ombra, tra le più significati e note del raffinato compositore abruzzese.

Quello di Luca Salsi è, a giudizio di chi scrive, un Tosti eccessivamente “verdianizzato” nello stile e nell’interpretazione: lo spirito gigantesco del cigno di Busseto, con il quale il baritono si confronterà nella seconda parte del recital, aleggia e rende palpabile la sua tangibile presenza sin dai primi brani in scaletta. Tosti, così come i successivi Tre sonetti del Petrarca di Franz Liszt, Pace non trovo, Benedetto sia ‘l giorno, L’vidi in terra angelici costumi, emanano una teatralità a loro in verità poco riferibile per repertorio e stile della scrittura: in particolare nelle quattro romanze del compositore abruzzese, Salsi dà l’impressione di infondere a pagine destinate a ricchi ed esclusivi salotti aristocratici e borghesi dell’Inghilterra vittoriana quelle pozioni di enfasi e teatralità richieste da quelle di Verdi, ma che, per le romanze di Tosti e per i Lieder di Liszt, risultano non del tutto appropriate ed eleganti stilisticamente.

Ma, ad ogni buon conto, anche in Tosti e Liszt emergono e si apprezzano la dizione scolpita, l’attenzione alla parola, l’uso di un fraseggio vario, intenso e sorvegliato: si percepiscono, in definitiva, più incandescente incisività teatrale che raffinati sussurri da aristocratici salotti inglesi.

Una parte del merito per l’esito del recital e del trionfo finale va attribuita all’accompagnamento pianistico di Nelson Guido Calzi, sostegno solido e tendenzialmente puntuale del canto.

Oltre al bis di cui si è detto, la parafrasi di Franz Liszt da Rigoletto, al pianista sono affidate due parentesi: la prima è il sognante Notturno per pianoforte op.70, n. 2 di Giuseppe Martucci, la seconda Widmung, Lied di Robert Schumann trascritto per pianoforte da Franz Liszt, entrambe affrontate con tocco nitido e ricercata oggettività esecutiva.

Del caloroso successo finale, dei bis e del trionfo finale per Luca Salsi si è raccontato: Viva Verdi!

Leggi anche

Interviste, Luca Salsi

Milano, Tosca, 07/12/2019

Milano, Macbeth, 07/12/2021

Milano, Don Carlo, 07/12/2023

Parma, Galà verdiano, 10/10/2024


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