L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Un compleanno e quattro funerali

di Roberta Pedrotti

Il galà per festeggiare il compleanno di Verdi a Parma prevede quest'anno gli atti finali di Luisa Miller e Rigoletto (per un totale di quattro morti in scena, se si conta anche Wurm, pur non cantante e assente in concerto).

PARMA 10 ottobre 2025 - Celebrare il compleanno di Verdi non è mai cosa semplice: come si può, in una sola serata, rendere degno significativo omaggio a uno dei compositori più amati ed eseguiti del mondo? Puntare sulla ricercatezza o sul popolare? Ancora nel secolo scorso fa il Festival Verdi intraprese l'iniziativa di un ciclo di concerti che, di anno in anno, riproponessero in ordine cronologico pagine scelte da tutte le opere verdiane, ma per varie ragioni si arenò senza mantenere il livello delle premesse; più di recente si è puntato sul minimalismo di recital di canto al pianoforte, anche con nomi di gran spessore; lo scorso anno di propose un galà con tre grandi quadri uniti da un filo conduttore politico: il terzo atto di Ernani, la scena del Gran Consiglio di Simon Boccanegra e l'Autodafé di Don Carlo. Anche ora si ripropone la medesima formula, ma senza che il pot-pourri si basi su una contiguità formale e tematica, a meno di non volerci aggrappare all'esile filo – in un anno dedicato al binomio Verdi-Shakespeare – di un omaggio anche a Schiller e Hugo. Semmai sembra che si siano scelti due atti in base ai cantanti a disposizione, alcuni dei quali impegnati anche in altre produzioni del Festival. In futuro sarebbe bello poter celebrare il maestro con un progetto più intrigante, sia esso con ospiti d'eccezione, o con una drammaturgia e una ricerca pensata con i ragazzi dell'accademia, o ancora un evento legato alle iniziative del Manifesto Etico del Teatro Regio.

In effetti, le voci sono il principale motivo d'interesse di questa serata focalizzata sugli atti conclusivi di Luisa Miller e Rigoletto. Protagonista del primo è Alessia Panza, già ammirata nella parte completa a Brescia due anni fa e ulteriormente maturata nella definizione del personaggio, sostenuta da una vocalità d'eccellente scuola, sana, ampia, sempre sul fiato e sulla parola. A quando una parte da protagonista in un'opera del Festival? Conferma ogni rosea premessa anche la Gilda di Giuliana Gianfaldoni, che all'impeccabile impostazione belcantista unisce forza d'accento e pienezza di timbro proprie di una giovane donna appassionata e non della bambolina contrabbandata da certa tradizione. Di grande interesse anche la Maddalena di Teresa Iervolino, particolarmente netta e pungente nel fraseggio. Nei due ruoli baritonali principali, Ariunbaatar Ganbaatar cresce nel corso della serata: Miller lo vede ancora un po' titubante, mentre Rigoletto lo trova già più maturo e completo. Il potenziale di questo giovane è senz'altro notevole e ci aspettiamo grandi cose da lui, purché prosegua nel suo percorso senza bruciare le tappe. Di essere assai promettente ribadisce anche il tenore Davide Tuscano, duca di Mantova fresco e baldanzoso; un po' ruvido nell'emissione ma nel complesso efficace anche il Rodolfo del più esperto Ivan Magrì. Francesco Leone (Conte di Walter e Sparafucile) completa con Maria Kosovitsa (Laura) un cast che sa conquistare anche per il coinvolgimento e la partecipazione che esprime, oltre che per la bassa età media.

Purtroppo sottoutilizzato, invece, il coro, che compare solo per l'introduzione “Come in un giorno solo” da Luisa Miller e per gli ululati del vento in Rigoletto: senz'altro un bis (foss'anche un poco sorprendente “Va', pensiero”) sarebbe stato gradito per rendere onore anche al complesso diretto da Martino Faggiani.
Alla fine gli applausi sono calorosi per le uscite singole ma invero tiepidini per l'insieme: in parte, come si diceva, il programma non è parso dei più attrattivi, in parte la concertazione di Paolo Carignani non l'ha illuminato, attestandosi su una routine piuttosto piatta e pesantuccia (sul palco, la natura sinfonica della pur ottima Toscanini finisce talora per soverchiare il canto), lasciando da apprezzare giusto la scelta di seguire il testo di Rigoletto alleggerito delle puntature di tradizione. Più che in teatro il 10 ottobre, però, per molti versi la vera celebrazione della nascita di Verdi sarà quella del mattino successivo, con Opera in Carcere.

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