Tris d'assi

di Gustavo Gabriel Otero

La Liceu di Barcelona la ripresa della Traviata con la regia di McVicar trova ottimi interpreti in Ruth Iniesta, Xabier Anduaga e Mattia Olivieri. Sul podio Giacomo Sagripanti

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BARCELLONA, 28 gennaio 2025 - Il Liceu di Barcellona ha programmato due cast della Traviata, alternandosi in dodici rappresentazioni dal 17 gennaio al 2 febbraio. Il cast della recita del 28 gennaio ha unito in una resa raffinata e di qualità la presenza di due artisti spagnoli di grande valore e in ascesa professionale internazionale (Iniesta e Anduaga) con un baritono italiano dalla carriera più che interessante (Olivieri).
La messa in scena di David McVicar, strutturata all'interno di canoni tradizionali e ambientata intorno al 1880/1890, non è disturbante, ma nemmeno sorprendente. Con una profusione di fondali neri, la scena, ideata da Tanya McCallin, appare classica ed elegante, i costumi disegnati dalla stessa artista non stonano, ma appaiono scialbi e monotoni. Le luci di Jennifer Tipton sono giuste.
McVicar risolve molto bene le entrate e le uscite del coro e rende chiaro il naturale fluire dell'azione. All'inizio del preludio del primo atto, un Alfredo in nero coglie un fiore mentre una tenda nera vela il salone di Violetta; inoltre, nel quadro di Flora McVicar escogita un inutile diverbio in italiano fra una prostituta e un cliente non pagante e fa ballare il can-can ad alcuni degli invitati del primo atto e agli zingari, in linea con il periodo in cui si svolge l'azione, mentre riduce il coro del mattadori all'essenziale con l'abusato espediente del torero manierato. Interessante la soluzione di dividere in due la scena del secondo atto nella casa di campagna e pienamente efficace il fatto che Alfredo entri alla festa di Flora ubriaco, con una fiaschetta di qualche bevanda alcolica in mano e indossando gli stessi abiti che aveva nella casa di campagna.
Ruth Iniesta, nata a Saragozza nel 1985, ha mostrato le sue doti recitative e artistiche con questa Violetta. Nel primo atto ha ben risolto acuti e sovracuti, guadagnando drammaticità nel prosiegueo con partecipazione, stile, con trasporto. Pianissimo e mezza voce convincenti e un “Addio del passato” con la ripresa resa quasi in un sussurro di notevole interesse.
Indubbiamente Xabier Anduaga, nato a Donostia (Paesi Baschi), a soli 29 anni occupa un posto di rilievo nell'attuale panorama tenorile per i suoi meriti. Questo debutto nel ruolo di Alfredo Germont arriva al momento giusto per le sue eccellenti condizioni vocali. Il suo piacevole timbro, l'uniformità dei registri e il bel colore vocale, insieme all'eccellente dizione italiana, hanno contribuito a completare una serata di qualità.
L'unico non iberico era il baritono italiano Mattia Olivieri, nuovo al ruolo di Giorgio Germont, che non ha deluso. Canta con una buona linea, voce bella e omogenea.
Il resto del cast (Gemma Coma-Alabert, Patricia Calvache, Albert Casals, Josep-Ramon Olivé, Pau Armengol, Gerard Farreras, José Luis Casanova, Alessandro Vandin e Pau Boedas) era corretto e di buon livello. Il Coro era ben preparato e convincente.
Il Maestro Giacomo Sagripanti è stato brillante nella sua concezione musicale di un'opera che conosce a memoria. Ha lasciato che i solisti cantassero e brillassero, evidenziando in ogni momento la bellezza della partitura con una lettura raffinata, ordinata, pulita, con tempi perfetti, e raggiungendo in ogni momento un perfetto equilibrio tra la buca e il palcoscenico.


Trío de ases

por Gustavo Gabriel Otero

BARCELONA, 28 de enero 2025 - El Liceu de Barcelona programó dos repartos de La Traviata, que se alternan en doce representaciones desde el pasado 17 de enero al próximo 2 de febrero. El reparto de la función del 28 de enero conjugó la presencia de dos artistas españoles de gran valía y ascendente carrera internacional (Iniesta y Anduaga) con un barítono italiano de más que interesante carrera (Olivieri) que ofrecieron una versión refinada y de calidad.

La puesta en escena de David McVicar estructurada dentro de los cánones tradicionales y ambientada alrededor de 1880/1890 no molesta, pero tampoco sorprende. Con profusión de telones negros, la escena, ideada por Tanya McCallin, se ve clásica y elegante, los trajes diseñados por la misma artista no desentonan, pero se ven opacos y sin brillo. Correcta la iluminación de Jennifer Tipton.

McVicar resuelve muy bien la entrada y salidas de los coros, y deja clara la acción que fluye naturalmente. Al empezar el preludio del acto primero un Alfredo de negro recoge una flor mientras un telón negro vela el salón de Violetta, también idea un innecesario reclamo de una prostituta a un cliente que no paga en el cuadro de Flora gritando unas frases en italiano y hace que algunas invitadas del primer acto y las gitanas bailen el can-can, a tono con la época en que hace trascurrir la acción, mientras que reduce a lo esencial el coro de matadores con el recurso utilizado hasta el hartazgo del torero amanerado. Interesante la solución de partir la escena en dos en el segundo acto en la casa de campo y plenamente eficaz que Alfredo ingrese a la fiesta de Flora borracho, con una petaca con alguna bebida alcohólica en la mano y con la misma ropa que tenía en la casa de campo.

Ruth Iniesta, nacida en Zaragoza en 1985, mostró y demostró sus dones actorales y artísticas con esta Violetta. Con adecuada resolución de los agudos y sobreagudos en el primer acto, ganó dramatismo en los actos siguientes con compenetración, con estilo, con entrega. Pianísimos y medias voces convincentes y un ‘Addio del passato’ con su doble estrofa casi en un susurro de notable interés.

Sin lugar a duda, el donostiarra Xabier Anduaga, con solo 29 años, ocupa por mérito propio un lugar relevante en la escena tenoril actual. Este debut como Alfredo Germont llega en el momento justo a sus excelentes condiciones vocales. Su grata estampa, su registro parejo y su bello color vocal, sumado a una excelente dicción italiana contribuyeron a redondear una noche de calidad.

El único extranjero del elenco resultó el barítono italiano Mattia Olivieri, debutante en el rol de Giorgio Germont, quien no defraudó. Canta con buena línea y posee un registro homogéneo y bello.

Correcto y parejo el resto del elenco sin nada para destacar (Gemma Coma-Alabert, Patricia Calvache, Albert Casals, Josep-Ramon Olivé, Pau Armengol, Gerard Farreras, José Luis Casanova, Alessandro Vandin y Pau Boedas). Bien preparado y convincente el Coro.

El maestro Giacomo Sagripanti, fue brillante en su concepción musical de una obra que conoce de memoria. Dejó cantar y brillar a los solistas resaltando en todo momento la belleza de la partitura con una lectura refinada, pulcra, prolija con perfectos tempos, y logrando en todo momento un perfecto balance entre el foso y el escenario.