Verso l'infinito e oltre
Fa tappa anche a Parma l'annuale produzione AsLiCo per il progetto OperaDomani: è di scena Falstaff, in una speciale versione rivolta ai più piccoli e ambientata nel mondo dei giocattoli.
PARMA, 24 maggio 2025 - Windsor non è il nome di una località, ma di un bambino: i personaggi non sono i membri della piccola comunità sulle rive del Tamigi, bensì i giocattoli che si contendono la preferenza del padroncino. Falstaff diventa Toy Story nella riscrittura a cura del regista Andrea Piazza per la ventinovesima edizione del progetto OperaDomani dell'AsLiCo (ricordarsi il Piccolo flauto magico della seconda edizioneè il segno del tempo che passa!): il protagonista è un robot fuori moda che non si rassegna a essere relegato nella scatola dei vecchi balocchi; Ford, né padre né marito, è l'action figure di un supereroe che ha acquisito la leadership (e i panni del Signor Fontana sono di un triceratopo di peluche); Alice e Meg sono un po' Barbie un po' principessa Disney, mentre Nannetta è la Jessie del film Pixar; Fenton è un romantico Ken, Quickly una buffa pigotta, Cajus un soldatino schiaccianoci, Bardolfo e Pistola i fratelli idraulici Mario e Luigi. Il libretto si adatta alla situazione, si sottolinea il brivido spettrale dell'ultimo quadro, si eliminano i riferimenti alcolici o lussuriosi, il lessico di Boito si lima ma non troppo: a volte si ha la stessa sensazione di quando si rilegge lo Zio Paperone di Guido Martina o Rodolfo Cimino in nuove edizioni purgate e semplificate, altre riemerge il gusto dell'infanzia popolata di paperi capaci di “disgustose ostentazioni di plutocratica sicumera”.
Trasformare Falstaff in un'opera per bambini non è impresa facile e la trama non possiede di per sé la lineare familiarità di chi ha il vantaggio di nascere già fiaba, come La Cenerentola, Turandot o la Zauberflöte. Pure, non ci si perde d'animo e ci si prende anche il rischio di lasciare pressoché intatte sequenze piuttosto lunghe come l'appuntamento a casa di Alice con la beffa della cesta e la scena della Quercia di Herne. Né la tradizione di OperaDomani, che vuole il piccolo pubblico coinvolto nel canto di alcuni passi, si ferma di fronte a una scrittura non proprio immediata per questo scopo: anzi, stupisce il risultato ottenuto in pagine complesse come “Pizzica, pizzica” o addirittura negli interventi richiesti nella fuga finale.
Per quanto all'occhio smaliziato di chi vive a braccetto con l'opera questo spettacolo tratto da Falstaff possa sembrare un po' più macchinoso rispetto a esperienze precedenti (anche ardite, con opere contemporanee e, nel 2013, addirittura con Wagner e L’olandese ovvero il sogno dal mare), la platea di spettatori dai sei ai quattordici anni risponde benissimo, fino a commuovere. Ci sono i gruppi delle classi che hanno seguito tutto il percorso didattico di preparazione che partecipano magari con più precisione e coinvolgimento (non si tratta solo di cantare, ma anche di utilizzare degli oggetti e accompagnare – per un progetto più ampio di inclusione – il testo con il linguaggio dei segni) rispetto ai piccoli presenti solo oggi singolarmente con i genitori; ci sono bambini rapiti completamente dal palcoscenico, altri più inclini a distrarsi e a commentare con gli amichetti. In ogni caso, è un successo, alla fine sono tutti felici e vedere il cast ancora in costume che scende in platea per saluti e fotografie porta tutti al settimo cielo. Sia stata l'attenzione continua o intermittente, è un'esperienza importante per tutti e forse per più d'uno un piccolo seme di interesse e passione.
C'è di più, però, perché il senso di un progetto come questo non sta tanto nel far proselitismo (poi, se si procurano adepti alla causa dell'opera, tanto meglio), ma nel portare avanti un'idea virtuosa di società e comunità, nel mostrare cos'è il teatro, un luogo di condivisione, di rispetto, collaborazione, comunicazione. Questi bambini, che mescolano le origini più diverse e si riuniscono per seguire e interagire con un palcoscenico dove si racconta una storia scritta per loro e proveniente da Shakespeare, Verdi e Boito, ci restituiscono un po' di speranza e fiducia.
Sempre sia lodata, OperaDomani.
La locandina:
Falstaff Junyoung Choi, Francesco La Gattuta, Carlo Sgura
Capitan Ford Tamon Inoue, Junhyeok Park, Carlo Sgura
Fenton Enrico Basso, Gerardo Dell’Affetto
Cajus Manuel Miro Caputo, Edoardo Manzardo
Alice Rossella Bianco, Alessia Camarin
Nannetta Rosalba Ducato, Chiara Guerra
Quickly Virginia Cattinelli, Silvia Ricca
Meg Greta Carlino, Chiara Torosani
Bardolfo Jasmine Monti (attrice)
Pistola Carlo Merico (attore)
da Falstaff. Musica di Giuseppe Verdi
Rielaborazione musicale Massimo Fiocchi Malaspina
Adattamento drammaturgico Andrea Piazza
Direttore Massimo Fiocchi Malaspina
Regia Andrea Piazza
Scene Alice Vanini
Costumi Rosario Martone
Luci Gianni Bertoli
ORCHESTRA 1813