Buon compleanno, Arturo

di Roberta Pedrotti

La Toscanini celebra il centociquantacinquesimo anniversario della nascita del nume tutelare con tre giorni ricchi di eventi e annuncia alcuni prossimi appuntamenti.

PARMA 25, marzo, 2022 - Portare il nome Toscanini è un onore, ma anche una grande responsabilità. Rispettare l'eredità – anche etica – del maestro significa anche compiere il proprio dovere di Istituzione concertistico orchestrale riconosciuta dallo Stato non solo con l'attività sinfonica e le collaborazioni operistiche, ma anche se non soprattutto con un progetto più ampio nella produzione, nella ricerca e nella formazione.

Lo scorso 25 marzo si sono celebrati i 155 anni di Arturo Toscanini con tre giorni che, fortunatamente, hanno coinciso con un ameno clima primaverile – tale da godere appieno del bel Parco della musica che abbraccia Auditorium Paganini e Centro di produzione musicale – e con le giornate del Fai. Ottima cosa, che nell'assaggio per la stampa si è presentata con un bouquet di tutto rispetto intorno all'annuncio ghiotto delle prossime iniziative (fra cui la partecipazione alle Settimane Musicali Farnesiane e il Festival Toscanini del prossimo giugno). Si comincia dal concerto, ché siamo in un'istituzione sinfonica e questa è l'attività cardine della Toscanini. Caso vuole che, peraltro, il concerto di cui ascoltiamo un'anteprima, non abbia un programma dei più convenzionali e il solista non sia un violinista o un pianista, ma un virtuoso di didgeridoo (un paio di mesi prima, in programma c'era l'arpa solista: certo, strumento più familiare, ma non proprio consueto da questo punto di vista). William Barton suona lo strumento tradizionale australiano in Kalkadungu, che ha scritto insieme con Matthew Hindson. Sul podio, pure australiano, c'è Daniel Smith, che esalta la potenza ritmica della scrittura intrecciata alla cantabilità esotica del solista. Nella serata, poi, alla presenza dell'ambasciatrice di Canberra, si ascolteranno anche il Prélude à l'après midi d'un faune di Debussy e Daphnis et Chloé di Ravel, in una ben studiata associazione fra diversi rapporti con la natura, atmosfere pastorali e bucoliche europee e ataviche tradizioni degli antipodi.

Non ci si ferma qui, però. Assistere allo spettacolo per bambini Concertosa è un brivido gioioso, non solo per la partecipazione spontanea dei piccoli spettatori alla drammaturgia ben scritta, suonata e recitata (bravissimi Sara Culzoni per i testi, Cristina Portolano per le illustrazioni in diretta, il complesso giovanile La Toscanini Next ensemble, l'attore Claudio Pellerito), ma anche per la perfetta ed espressiva integrazione con la traduttrice nella lingua dei segni. Poi, ci sono – per i più grandicelli ma non solo – Davide Gasparro e Marco Fragnelli a evocare episodi della vita di Arturo (Toscanini), visite, concerti, laboratori, videomapping. Per tutti i gusti, tutte le tasche, tutte le età e le esperienze. Sempre con il comun denominatore e il punto di riferimento in Toscanini.

L'omaggio, bisogna dire, è ben riuscito, perché il concerto è di qualità e non banale, perché con il rigore impone una ricerca e un'apertura, ma soprattutto perché ricerca e apertura sono anche alla città, alla comunità, coinvolgono senza limiti e senza impoverire il contenuto. Ascoltiamo suoni dall'altro capo del mondo o si racconta la musica nei gesti per chi non la può sentire. E, perché no, si lasciano anche tracce materiali: Concertosa è un gran bel libro per bambini, oltre che uno spettacoli; Arturino, la mascotte ispirata a una foto del giovane Toscanini, è cucito a mano a San Patrignano; una cantina francese ha dedicato al maestro un champagne chiamato Tuissimo (così si firmava nelle lettere private) e niente male davvero: ai sommelier l'ardua sentenza, ma il sentore subito netto di pane e burro si è fatto subito apprezzare. Alziamo i calici, allora: “buon compleanno, Arturo, e mill'anni e mille di questi giorni!”