Il mio 2022 musicale

di Luigi Raso

Fra Napoli e Vienna, il 2022 è stato un anno di grandi voci e grande teatro musicale, senza trascurare la musica strumentale.

Tra le opere e i concerti ai quali ho assistito, e in gran parte recensito, durante il 2022 elencherò quelli che mi hanno colpito maggiormente, esprimendo un brevissimo giudizio.

Evgenji Onegin, andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli (qui la recensione è la produzione più bella che mi sia capitato di vedere in questo 2022, perfetta per la scelta del cast vocale (su tutti la Tat’jana della stupenda Elena Stikhina). Ma a rendere indimenticabile lo spettacolo hanno contribuito sensibilmente la crepuscolare e ispiratissima direzione di Fabio Luisi e la regia, profonda, ricca di oggetti che fanno da filo conduttore, di attenzione ai particolari, firmata da Barrie Kosky: uno spettacolo nato anni fa per la Komische Oper Berlin, visto e rivisto in video più volte, ma che dal vivo mi ha letteralmente incantato.

La gazza ladra, nuova produzione del Theater an der Wien è invece lo spettacolo più interessante che abbia visto all’estero (qui la recensione). Merito della regia di Tobias Kratzer, il quale, nello spazio della Halle E del MuseumsQuartier di Vienna (la storica sala del Theater an der Wien resterà chiusa per due anni per lavori di restauro e ammodernamento) ci fa comprendere – qualora ce ne fosse bisogno – ancora una volta l’attualità di Rossini. Ottimo e affiatatissimo il cast vocale, sul quale si impone l’intensa Ninetta di Nino Machaidze, grande interprete nei cui confronti le maggiori Fondazioni liriche italiane, a mio giudizio, dovrebbero prestare maggiore attenzione. Per chi volesse, la ripresa dello spettacolo viennese sarà a breve pubblicata in dvd per la Unitel: vedere per credere.

Resto a Vienna per segnalare un direttore che mi ha impressionato (e non poco), Jakub Hrůša: trascinatore, analitico, perfetto dominatore di ogni aspetto della partitura. Concerto alla testa dei mitici Wiener Philharmoniker salutato al Musikverein da un diluvio incessante di applausi (qui la recensione). Noi italiani siamo fortunati: Jakub Hrůša è Direttore Ospite Principale dell’Accademia di Santa Cecilia; le occasioni per ammirarlo e per lasciarsi travolgere dal suo carisma d’interprete non mancheranno.

Veniamo alle voci: argomento massime divisivo.

Anna Netrebko al San Carlo (in Aida e nel recital dedicato alla celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Maria Callas) si conferma essere il soprano più coinvolgente e dal timbro vocale più ammaliante che al giorno d’oggi possa ascoltarsi. Anno complicato, il 2022, per il grande soprano, ma che non sembra - per sua e nostra fortuna! - aver avuto riflessi sui propri mezzi vocali. Sarà difficile dimenticare il suo III atto (da antologia!) dell’Aida andata in scena al San Carlo nel febbraio 2022 (qui la recensione), così come il recital dello scorso mese di ottobre (qui la recensione).

Al San Carlo il 2022 ha visto un via vai di grandi voci.

Un altro nome, un altro soprano: Lisette Oropesa, magnifica, elegante e cesellata Elvira nei Puritani, proposti in forma di concerto. In quella occasione ho avuto l’onore e il piacere di intervistarla: ho scoperto una diva-antidiva simpatica, gentile e affabile, acuta e profonda nei giudizi musicali, nell’analisi delle parti vocali che ha affrontato e che affronterà. Dalla lunga e piacevole conversazione è scaturita la nostra intervista e, soprattutto, tanta ammirazione per la donna Lisette e l’artista Oropesa (qui l’intervista)

Il 2022 al San Carlo si chiude con una parata di star vocali: Michele Pertusi, Elīna Garanča, Mattew Polenzani, Ailyn Pérez, Ludovic Tézier sono stati gli interpreti principali di un Don Carlo (qui la recensione) che ha diviso per la regia di Claus Guth (per me, appropriata allo spirito dell’opera e dalla profonda intelligenza) e che avrebbe meritato ben altra ripresa video e audio da parte della RAI.

Di ogni opera che ci lascia un segno nel personale “libro dell’ascoltatore” c’è sempre un interprete che ricordiamo più degli altri. Di questo Don Carlo ricorderò sempre Elīna Garanča e il suo "O don fatale", momento catartico dell’intersa serata. E accanto alla Eboli della Garanča, la nobiltà vocale del Marchese di Posa di Ludovic Tézier.

Sono molti i CD usciti nel 2022 che ho ascoltato, e tanti sarebbero degni di nota. Qui mi limito a segnalare uno tra quelli che mi hanno colpito maggiormente e che ho recensito: Rossini & Donizetti – French Bel Canto Arias di Lisette Oropesa (qui la recensione: recensione). Da ascoltare per molteplici motivi: per la raffinatezza del repertorio, la coerenza delle arie proposte. La Oropesa canta da par suo, così come ho provato a descrivere e analizzare. Corrobora il mio entusiasmo per questo CD (che ascolto frequentemente) aver saputo qualche giorno fa che la traccia di "Céleste providence" da Le Comte Ory è stata inserita da The New York Times tra i migliori brani di musica classica e operistica del 2022: scusate se è poco!

Altro soprano che di questo 2022 ricorderò è Ermonela Jaho ascoltata quale Adriana Lecouvreur al Teatro Verdi di Salerno (qui la recensione ): se il timbro si sta inaridendo, a colpire è la sua interpretazione di un’Adriana fragile, dolente, tutta giocata e sfumata sulle mezze voci.

E resto con il ricordo al Teatro Verdi di Salerno, polo culturale della Campania encomiabile per la passione profusa nelle lodevoli e dignitose produzioni operistiche, per segnalare la divertente e godibilissima Cenerentola di Rossini (qui la recensione ): produzione frizzante per la regia di Riccardo Canessa, con un cast vocale di specialisti rossiniani, dominato da Teresa Iervolino, Carlo Lepore e Vito Priante.

Qualche ultimo ricordo/riflessione.

La miglior pianista ascoltata nel 2022 è senz'altro Beatrice Rana (qui la recensioni): il dubbio di aver ascoltato un’orchestra al posto del pianoforte ancor mi assale! Semplicemente magnifica, per interpretazione, dominio tecnico, colori. Dal pianoforte al violino: Francesca Dego e Laura Marzadori condividono l’essere giovanissime, bravissime, e con una spiccata personalità interpretativa che il trascorrere del tempo non potrà che accrescere. Dego, insieme al pianista Alessandro Taverna e al cornista Martin Owen, ha proposto recentemente a Napoli un programma di grande interesse (qui la recensione ). Marzadori (qui la recensione) ha affrontato l’ingiustamente poco eseguita Sonata in Fa maggiore per violino e pianoforte di Felix Mendelssohn Bartholdy, brano che ha fatto detonare la sua debordante personalità d’interprete.

Non resta che augurarci un 2023 ancor più ricco di stimolanti proposte musicali del 2022!