La nascita della Cattedra di “Lecturam Musicae” all’Università di Bologna
Il 25 Luglio del 1450 Papa Nicolò V promulgava una bolla sull’ordinamento dell'Università bolognese, uno dei primi e più importanti decreti inviati al nuovo cardinale legato a Bologna, Basilio Bessarione. In questo periodo le sorti dello studio non erano liete: eccesso di insegnanti, scarsità di allievi. Il cardinale Bessarione fu una celebre figura dell’Umanesimo, pochi altri potevano essere più adatti a rialzare le sorti dell’ateneo e ridare lustro alla fama dell’Alma Mater Studiorum.
La bolla prescriveva anzitutto un ordine amministrativo nell’Università: vennero stabilite le cattedre e il numero degli insegnanti. Di particolare rilevanza è l’istituzione di una nuova cattedra con un nuovo professore: “Lecturam Musicae”. La musica viene a prendere il posto che le compete fra le discipline dello studio bolognese. Le ordinanze della bolla ebbero effettivamente applicazione nel 1451-52, dimostrato dalla presenza del “rotulo” ovvero un elenco preciso degli insegnamenti che si impartivano in un dato anno accademico. Annualmente veniva pubblicato un rotulo per le discipline artistiche che riportava lo stemma del cardinale Bessarione, seguito da quello del pontefice e del comune di S. Petronio. La cattedra per l’insegnamento della musica è presente nel rotulo, anche se risulta incompleta del nome dell’insegnante. Di fatto, la cattedra di Musica, legalmente istituita, rimaneva vacante.
Ad ambire al posto di docente vi fu Bartolomé Ramos de Pareja (1440 – 1522), musicista, compositore e teorico spagnolo, già professore di musica all’università di Salamanca. Egli raccolse le sue dottrine in uno scritto, che per anni non volle pubblicare. Verso il 1481-82, sollecitato dagli scolari e con la sicurezza o almeno la speranza di conquistare la cattedra universitaria, si decise a dar corso alla pubblicazione. Nel 1482 Ramos de Pareja fece quindi stampare, proprio in Bologna, il suo innovativo trattato di scienza musicale: Musica Practica. L’importanza di questo trattato è fondamentale poiché segna un confine tra il sistema musicale antico e quello moderno. Pareja, sempre aspirante docente di musica nell’Università di bolognese, incominciò a insegnare privatamente musica in Bologna, raccogliendo una vera e propria scuola tenuta in forma libera e modesta. La pubblicazione di Musica Practica non riuscì a candidarlo come insegnante di cattedra. Le cause sono impossibili da documentare, ma è certo che l’insegnamento del Ramis era in aperto contrasto con la tradizione e per niente rispettoso dei classici. Non mancarono quindi numerose polemiche che diedero nei primi decenni del Cinquecento una vasta letteratura critica e battagliera. Tra le prime polemiche andrebbe citata a titolo di esempio quella di un suo allievo, Nicolò Burzio da Parma, che arrivò a definire il maestro come uno “spagnuolo trasgressore della verità”.
La presenza del Ramis a Bologna segna l’origine di quella che fu definita la Scuola Musicale Bolognese. Nel momento in cui Ramis lasciò Bologna, la scuola ormai era avviata e gli allievi poterono portare avanti quanto appreso dal maestro. Allievo fedele e autentico continuatore del Pareja fu Giovanni Spataro. La dottrina derivata dal Ramos de Pareja si basava su un pratico empirismo e ambiva a sottrarre l’arte musicale alle astrusità e agli assurdi di teorie ormai desuete, sostituendole con regole chiare, precise concretamente legate all'impatto sensoriale.