Necessità di certezze

Abbiamo chiesto ai sovrintendenti delle Fondazioni liriche italiane di esprimere il loro punto di vista sulle controversie sorte, soprattutto in seguito alla promulgazione della legge 160 dello scorso agosto, intorno al finanziamento e all'amministrazione delle Fondazioni lirico-sinfoniche. Come punto di partenza abbiamo inviato le seguenti domande:

Ecco le considerazioni che ci ha inviato a nome di tutti colleghi delle Fondazioni Liriche italiane il dott. Cristiano Chiarot, sovrintendente del Teatro La Fenice di Venezia e presidente dell'ANFOLS, che ringraziamo per la disponibilità.

In presenza di giudizi che sono in capo a persone e che sono ispirati a criteri generali è chiaro ed evidente che i risultati che ne derivano possano essere criticati da coloro i quali avevano aspettative migliori rispetto a quanto sono poi riusciti ad ottenere. Sono le regole non scritte degli effetti di una competizione basata su valutazioni.

Nel corso degli anni tutte le Fondazioni sono state sottoposte a giudizio e tutte , chi più e chi meno, di anno in anno hanno espresso vari rilievi sulla classifica.

Attualmente il 25% relativo alla qualità ha un valore di circa 50 milioni, una soluzione potrebbe essere ridurre questa cifra al 5% ed aumentare gli altri indici che si riferiscono a parametri più oggettivi, in particolare a quello della produzione.

Nessun sistema di suddivisione può essere perfetto e tutto è migliorabile, l'attuale è comunque di gran lunga migliore rispetto a quello in vigore anni or sono. La debolezza più evidente è che il FUS è insufficiente e dovrebbe essere riparametrato rispetto a quello che è l'azione culturale, economica e sociale svolta dal nostro comparto.

La principale difficoltà riguarda l'annualità della previsione di erogazione, a fronte di una necessaria triennalità, così da poter essere competitivi con il resto del sistema internazionale. Infine vi sono i tempi di erogazione delle somme, la cui quota finale arriva a fine anno, mentre l'assegnazione per singolo teatro è resa nota quando ormai le stagioni sono programmate e anzi addirittura in fase di conclusione. La negatività di questa circostanza appare del tutto evidente.

La legge 160 interessa le Fondazioni Lirico Sinfoniche in quanto il provvedimento, dedicato agli Enti locali, prevede all'articolo 24 varie questioni, come i nuovi criteri di assegnazione del FUS, oltre che norme per la revisione dell'assetto regolamentare ed organizzativo delle Fondazioni, attraverso una delegificazione si dà delega al Governo per emettere i regolamenti entro il 30 giugno 2017 in cui il Ministero dei Beni culturali dovrà indicare i requisiti che le Fondazioni Lirico Sinfoniche dovranno avere entro il 31/12/2018 al fine del loro inquadramento come Fondazioni Lirico Sinfoniche o come Teatri Lirico Sinfonici, con conseguente revisione delle modalità organizzative.

L'articolo in questione tra i parametri necessari prevede la dimostrazione del raggiungimento tendenziale dell'equilibrio economico finanziario.

Nell'articolo 24 sono inoltre previste disposizioni relative alle Fondazioni che non hanno il bilancio in pareggio, per le quali si elencano una serie di possibili indicazioni al fine dell'ottenimento dello stesso, quali misure di contenimento della spesa, tra cui la sospensione dell'erogazione di eventuali trattamenti economici aggiuntivi e la chiusura temporanea stagionale.

Vi è inoltre in discussione al Senato un altro provvedimento di legge, il n. 2287 bis, denominato “Codice delle Spettacolo”, di cui è stato presentato un disegno di legge composto di un solo articolo il 16 marzo scorso, articolo il cui comma 3 prevede interventi per quanto riguarda le Fondazioni Lirico Sinfoniche.

L'articolo 24 del Decreto legge n. 2495, convertito in legge n.160, crea problemi di attuazione e armonizzazione con l'ordinamento giuridico preesistente, intervenendo in materie giuslavoristiche che potrebbero creare ulteriori contenziosi giudiziari.

L'auspicio è che queste norme trovino soddisfazione al più presto nell'ambito degli iter legislativi in atto.

Più che di una riforma il comparto ha bisogno di un'armonizzazione di tutti gli elementi legislativi emessi negli ultimi anni : sulla spinta delle emergenze che si sono succedute vi è stato un proliferare di leggi, decreti, regolamenti, da cui emergono contraddizioni che nell'ultimo periodo hanno penalizzato tutte le Fondazioni dal punto di vista dell'efficienza nonché dell'aspetto patrimoniale ed economico.

Abbiamo vissuto un quotidiano fatto di continue richieste di pareri legali e di cause che ancora non hanno risolto tutte le questioni sul tappeto.

Nonostante ciò le Fondazioni hanno raccolto la sfida e sono riuscite ad aumentare la quantità dell'offerta artistica e a tenere un maggiore controllo dei costi, rappresentando dunque un comparto che è stato capace di tenere alta l'immagine del nostro paese all'estero.

I problemi urgenti sono dunque molti e confidiamo di poter essere attivi in prima persona, assieme agli organi politici e alla Direzione del Ministero dei Beni Culturali, per contribuire a dare alle nuove leggi i contenuti migliori utili a consentire all Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane di proseguire nel cammino del risanamento e della produttività.

A nostro avviso non vi sono modelli esteri a cui possiamo guardare, ma da alcuni paesi possiamo prendere alcuni suggerimenti che riassumo qui brevemente:

Cristiano Chiarot

Presidente ANFOLS, ,Associazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche