L’Ape musicale

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Il Walzer degli esordi

 di Andrea R. G. Pedrotti

Approfondiamo il programma del tradizionale Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker, che nel 2019 vede per la prima volta sul podio Christian Thielemann, in un concerto che segna l'esordio del giovane coreografo Andrey Kaydanovskiy e di brani mai eseguiti prima per il capodanno viennese.

Il programma

Rai2/Vienna, riflessioni sul Concerto di Capodanno 2019 dal Musikverein

Il concerto in TV: Rai2 e Rai5, Concerto di Capodanno da Vienna

Il concerto in radio: Rai Radio3, Il concerto di Capodanno in diretta da Vienna

Il Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker non sarà solo ricordato, come accade per ogni edizione, a causa dell’aurea atmosfera del Musikverein, sublimata in tutto il mondo attraverso gli schermi televisivi, ma anche per gli esordi. Ascolteremo per la prima volta, infatti, il m° Christian Thielemann, il quale ha deciso di proporre ben sei brani inediti per l’evento viennese; vedremo l’esordio del giovane coreografo Andrey Kaydanovskiy. Soprattutto vedremo celebrata la grande Vienna che seppe imporsi come centro culturale della Mitteleuropa proprio all’epoca degli Strauss. Fu centocinquanta anni fa che, il 25 maggio del 1869, la Wiener Hofoper (attuale Wiener Staatsoper) ebbe la sua inaugurazione con Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, trasferendo l’opera di corte (Hofoper, appunto) nel nuovo, grande edificio teatrale, con cui, per dimensioni, seppe rivaleggiare in Europa solo l’Opéra Garnier di Parigi.

I viennesi, di allora e di oggi, chiamano la Wiener Staatsoper “Erste Haus am Ring” (la prima casa sul Ring), perché essa fu il punto di contatto e di apertura della chiusa e ossessiva corte asburgica nei confronti di una classe borghese cittadina in inarrestabile ascesa sociale, economica e culturale.

Solo un anno dopo, nel 1870, sarebbe stata la volta del Musikverein, attuale sede del Neujahrskonzert.

Christian Thielemann è noto nel mondo come uno dei più grandi interpreti di Wagner e del romanticismo tedesco, oltre a essere un grande amante delle musiche di Franz Lehár, e molto poteva far pensare a un inserimento nel programma, come già è accaduto, di musiche scritte dal celeberrimo compositore di Lipsia. Niente di tutto ciò: i sei brani inediti saranno infatti: la Schönfeld-Marsch op. 422 di Carl Michael Ziehrer, l'Eva-Walzer da Ritter Pásmán e la Polka schnell Expreß, op. 311 di Johann Strauss Sohn, la Polka francaise Die Tänzerin, op 227 di Josef Strauss, la Polka française Opern-Soiree, op. 162 di Eduard Strauss e l’Entr'acte Valse di Josef Hellmesbergers Sohn.

Tutti i fratelli Strauss sono rappresentati, ma, nel contesto del tema degli esordi, concentriamoci su Eva-Walzer da Ritter Pásmán di Johann Strauss Sohn. Ritter Pásmán (Il cavaliere Pásman) fu il primo, nonché unico, tentativo del compositore viennese di realizzare uno spettacolo di teatro in musica che fosse opera e non operetta. Strauss compose la musica su un libretto di Lajos Dóczi e debuttò il primo gennaio (guardacaso) del 1892. Fu un fisco memorabile di pubblico e di critica, che convinse Johann Strauss a non comporre mai più per il teatro lirico. Probabilmente fu la fama di un musicista dedito a musiche per la danza a tradire l’orecchio dei presenti. L’opera è tutt’altro che di bassa qualità, ma, e questo parrebbe confermare il nostro sospetto, le uniche parti che ebbero un riscontro positivo furono i balletti.

È intelligente proporre Eva-Walzer, che nella sua lentezza, restituisce la drammaturgia cavalleresca delle ballate d’Ungheria, terra incredibilmente amata da Johann e dall’imperatrice Elisabeth; altre volte i Wiener Philharmoniker (e accadrà anche quest’anno) hanno proposto la Csárdás da Ritter Pásmán. Questo rende omaggio a un esordio infelice, mai dimenticato e lo rivaluta nella bella intuizione di Christian Thielemann.

Ad abbracciare per intero l’arco di tempo che fu iconico della grande Vienna borghese, si proporranno quest’anno anche due brani di un illustre rappresentante di un’altra dinastia musicale viennese, come Joseph Hellmesberger Sohn (Vienna, 9 aprile 1855 – Vienna, 26 aprile 1907), d’una generazione successiva a quella di Johann Strauss Sohn, e uno di Carl Michael Ziehrer (Vienna, 2 maggio 1843 – Vienna, 14 novembre 1922), che portarono il gusto della loro epoca in quel ventesimo secolo che il loro illustre collega non poté mai vivere. Johann Strauss Sohn morì, infatti, il 3 giugno 1899, assistito dall’amatissima moglie Adele.

I brani danzati dal Wiener Staatsballet, entrambi su musiche di Johann Strauss Sohn, saranno la Csárdás dall'opera Ritter Pásmán allo Schloss Grafenegg e il Walzer Künstlerleben. Dal titolo simbolico (Vita d’artista), questo Walzer verrà eseguito nella cornice altrettanto simbolica della Wiener Staatsoper, nel centocinquantenario dall’inaugurazione.

Il Walzer Künstlerleben è probabilmente il sunto ideale di questo Neujarskonzert, poiché sappresenta nella sua struttura l’esordio al culmine della carriera per un artista come Christian Thielemann, l’esordio in una carriera nascente per un giovane come Andrey Kaydanovskiy, il ricordo di un insuccesso (immeritato) come può accedere nella vita d’ognuno fra i grandi d’ogni settore, la celebrazione di uno dei massimi templi della lirica mondiale, sogno, incubo, croce e delizia, metafora dell’esistenza per ogni artista che di lì sia passato. La Wiener Staatsoper, il grande teatro voluto da Francesco Giuseppe, così, osserva maestosa, da un secolo e mezzo, il susseguirsi di una Künstlerleben dopo l’altra.

Probabilmente i bis saranno, come da tradizione, An der schönen blauen Donau, Walzer, op. 314 di Johann Strauss Sohn e la Radetzky-Marsch, op. 228 di Johann Strauss Vater, ma nulla vieta ulteriori inserimenti.

Schloss Grafeneg

Wiener Staatsoper


 

 

 
 
 

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