L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Tosca

Il capolavoro di Puccini, primo melodramma italiano del Novecento, nel celebrato allestimento di Jean-Louis Grinda

Teatro Regio, giovedì 13 marzo 2014 ore 20

Prosegue l’ideale festival pucciniano all’interno della Stagione del Regio. Dopo Madama Butterfly e Turandot è ora di scena l’altra grande eroina creata da Giacomo Puccini: Tosca. L’allestimento di Jean-Louis Grinda, applaudito e osannato da pubblico e critica durante la tournée in Giappone conclusasi lo scorso dicembre, torna a Torino sul palco del Teatro Regio il 13 (ore 20), 16 (ore 15) e il 18 marzo (ore 15), un allestimento ardito e al tempo stesso lineare coprodotto con il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia, l’Opéra de Monte-Carlo e la Fondazione Festival Pucciniano. A completare la regia sono le scene di Isabelle Partiot-Pieri, i costumi di ispirazione neoclassica di Christian Gasc e le luci di Andrea Anfossi. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio, il maestro Renato Palumbo, esperto conoscitore del repertorio operistico italiano nonché gradito ospite del Teatro, che lo ha già visto dirigere Sly, Il trovatore, Rigoletto, Adriana Lecouvreur, Un ballo in maschera, Andrea Chénier e La bohème.

Il ruolo di Tosca sarà interpretato dal soprano Anna Pirozzi, che proprio a Torino, interpretando Amelia in Un ballo in maschera, si è affermata per la prima volta all'attenzione dei maggiori teatri, intraprendendo una carriera che l'ha vista, tra l'altro, come Elvira nell'Ernani diretto da Riccardo Muti a Roma e acclamata Abigaille in Nabucco a Parma, Bologna e Firenze; nei panni del pittore Cavaradossi, il tenore comasco Marco Berti, cantante dalla spiccata musicalità e dotato di padronanza scenica assoluta; Scarpia, personaggio della “stirpe di Jago”, sarà interpretato da Marco Vratogna, baritono esperto nel repertorio verdiano e verista. Completano la compagnia il basso Gabriele Sagona (Angelotti), il baritono Marco Camastra (il sagrestano), il tenore Luca Casalin (Spoletta), il baritono Ryan Milstead (Sciarrone), il baritono Marco Sportelli (un carceriere), e la voce bianca Esther Zaglia (un pastorello). Maestro del Coro del Teatro Regio e del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”, è Claudio Fenoglio. Questa edizione di Tosca si avvale del sostegno di Italgas, socio fondatore del Teatro, e di Banca Fideuram, partner sostenitore. «Sono profondamente convinto che Tosca non è buon argomento per un melodramma», così esordiva una lettera che Giuseppe Giacosa scrisse all’editore Giulio Ricordi mentre lavorava, insieme a Luigi Illica, al libretto di Tosca per Giacomo Puccini. Lo scrittore vedeva nel dramma di Victorien Sardou, andato in scena a Parigi nel 1887, troppa azione e poco spazio per episodi lirico-contemplativi, tipici del melodramma di fine Ottocento; ma Puccini era del parere opposto e trovava nell’agilità della vicenda il punto forte del dramma. Il compositore non aveva alcuna dimestichezza con le lingue ma aveva un fiuto quasi infallibile per il teatro. Perciò, nel vedere Sarah Bernhardt sul palco dei Filodrammatici di Milano nel 1889 interpretare Floria Tosca, intuì la forte presa drammatica di questa storia di amore, odio e ricatti, pur senza aver compreso il significato di ogni parola. Nonostante il serrato lavoro per concludere la partitura, il pubblico presente alla prima rappresentazione dell’opera (Teatro Costanzi di Roma, 14 gennaio 1900) rimpianse i momenti di poetica liricità dei melodrammi precedenti, ma presto Tosca si affermò nei teatri d’Italia e del mondo confermando l’intuizione del suo creatore. In Tosca ci sono scene di forte impatto che fanno da contraltare ad altre di ispirazione verista, come il suicidio spettacolare della protagonista o il canto del pastorello, ma non sono questi gli aspetti del lavoro che hanno suscitato l’ammirazione di compositori quali Maurice Ravel, Arnold Schönberg o Alban Berg. Questi compositori lodarono i forti colori armonici dell’opera, la violenza e l’erotismo pulsante, assieme a certe scelte stilistiche tutt’altro che popolari, caratteristiche che hanno fatto di questo lavoro – come spiegò Fedele d’Amico – un antesignano dell’opera espressionista. Jean-Louis Grinda, a sua volta, intende sottolineare nella regia due aspetti che per Puccini erano di enorme importanza: la coesione interna e l’agilità dell’azione. «La mia proposta registica è di immaginare che Tosca riviva tutta la sua giornata come un flash back che la coglie durante la caduta. Gli spettatori vengono così immediatamente immersi nel dramma: si sa come andrà a finire ma l’effetto di sorpresa finale è ancora più grande e permette un avvicinamento registico spettacolare, rispettoso del libretto ma sorprendente. Il fruitore vive e vede lo spettacolo con gli occhi stessi del personaggio di Tosca».

Tosca è ambientata nel 1800. Angelotti, ex console della Repubblica scappato dalla prigione, si rifugia presso la cappella di famiglia dove incontra l’amico pittore Cavaradossi che lo aiuta nella fuga. Sopraggiunge Tosca, amante dell’artista: la donna si insospettisce per l’atteggiamento dell’amato che riesce a calmarla. Si è diffusa intanto la notizia della sconfitta di Napoleone a Marengo e si prepara un Te Deum: alla cerimonia partecipano Tosca e il capo della polizia Scarpia, sulle tracce di Angelotti. Scarpia suscita abilmente la gelosia nella cantante: che si precipita alla ricerca dell’amato, inseguita dalla polizia. Questa tattica è vincente e Cavaradossi viene catturato e portato a Palazzo Farnese, dove viene torturato per scoprire il nascondiglio dell’amico Angelotti. Tosca interviene a riscattare l’amante svelando il rifugio, ma Cavaradossi ormai è condannato a morte. La cantante promette di darsi a Scarpia in cambio della vita dell’amante: il capo della polizia acconsente e dà, in apparenza, l’ordine di una fucilazione simulata, quando poi tenta di abbracciare la donna lei lo pugnala. All’alba, sui bastioni di Castel Sant’Angelo, Tosca raggiunge Cavaradossi per prepararlo ad affrontare la finta fucilazione. Alla fine, Tosca si troverà ad abbracciare non un corpo palpitante d’amore, ma un uomo morto; intanto gli sgherri scoprono il cadavere di Scarpia: quando cercano di arrestare la giovane assassina, Tosca si getta dagli spalti del Castello.

La “prima” dell’opera sarà trasmessa in diretta da Rai-Radio3 giovedì 13 marzo alle ore 20. Come di consueto, si potrà seguire il backstage, nonché scoprire divertenti curiosità sugli interpreti e sull’allestimento, guardando le Pillole di Passione di Paola Giunti sul sito del Regio www.teatroregio.torino.it e sul nostro canale YouTube.com/TeatroRegioTorino. Per le tre recite, tutte esaurite, sono disponibili 30 biglietti in vendita un’ora prima dello spettacolo presso la Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. - Info: tel. 011.8815.557.

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