L’Ape musicale

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Mariam Batsashvili

Tallone, genio del suono, e il suo gran coda

Note biografiche di CESARE AUGUSTO TALLONE (1895 – 1982)

Cesare Augusto Tallone è stato uno dei più importanti accordatori e costruttori di pianoforti d’Italia.

Fu considerato uno dei più grandi accordatori viventi: Alfred Cortot, Edwin Fischer, Arturo Toscanini, Ludwig Hoffmann, Mieczyslav Horzowski e Nicolai Orloff, oltre ai più importanti insegnanti e pianisti milanesi, non volevano che lui per i propri strumenti.

La sua bravura fu tale da riuscire ad accordare separatamente cinque pianoforti per il maestro Giovanni Anfossi: riuniti nel salone di un albergo sopra Stresa, risultarono essere perfettamente identici nella serie degli armonici. In seguito a questo fatto Luisa Baccara, la pianista e compagna di Gabriele D’Annunzio, lo volle come accordatore al Vittoriale. Qui Tallone ebbe possibilità di sistemare lo Steinway di Liszt, in modo talmente sublime da ricevere dal Vate la denominazione di «artefice in costruzioni sonore».

Tallone è famoso soprattutto per essere stato l’accordatore di fiducia di Arturo Benedetti Michelangeli, che aveva conosciuto giovanissimo nel 1935 e che iniziò a seguire dal 1939 in poi.

Parallelamente a quest’attività, che richiedeva lunghi periodi di assenza in concomitanza con le tournée di Michelangeli, Tallone si dedicò ai suoi pianoforti. Costruì prima diversi modelli di pianoforte verticale; passò poi, dietro incoraggiamento del Cardinale Montini (poi Papa Paolo VI), alla costruzione del mezza coda (1954), del tre quarti di coda (1962) e infine del quartino e del gran coda (entrambi nel 1966). In tutto, dal 1949 al 1990, sono stati costruiti e venduti 718 pianoforti Tallone (405 verticali e 313 coda).

Convinto della superiorità del suono italiano, per quasi cinquant’anni della sua vita inseguì il sogno di costruire il primo pianoforte da concerto italiano, intendendo il lavoro non «in funzione di un successo personale, ma nella visione di un utile da rendere alla […] Nazione e all’arte». E così nel 1966, all’età di 71 anni, riuscì nel suo intento, realizzando il primo pianoforte gran coda per la Gioventù Musicale d’Italia.

Cresciuto e formatosi in un ambiente intriso d’arte, Tallone trovò la sua strada nella musica, affermandosi prima quale accordatore di pianoforti (per più di trent’anni collaborò con Arturo Benedetti Michelangeli) e poi quale costruttore di pianoforti (in tutto 718 strumenti, 405 verticali e 313 coda).

Cesare Augusto Tallone nacque a Bergamo nel 1895, ma all’età di quattro anni si trasferì a Milano.

Nella sua famiglia si viveva unicamente per l’arte. Fu il settimo figlio di Eleonora Tango (1864–1938), donna di straordinaria forza, fede e cultura, e del pittore Cesare Tallone (1853–1919), noto ritrattista, amato docente all’Accademia Carrara di Bergamo (fu suo allievo Pelizza da Volpedo) e poi all’Accademia di Brera, di cui divenne il direttore. Suoi fratelli e sorelle furono Guido (pittore), Ermanno (fondatore della Galleria d’Arte), Alberto (stampatore) e Giuditta (pianista e pittrice).

Nel dicembre 1914, in anticipo di leva, venne arruolato con tutti gli altri fratelli nel Regio Esercito Italiano. Fu soldato valoroso, dal forte patriottismo, concepiva «la vita come una lunga strada, fiancheggiata dalla rinuncia e dal sacrificio, con il dovere al centro».

Nelle battaglie sul Carso contrasse nel 1915 un principio di colera: finito nel Lazzaretto, riuscì a sopravvivere per miracolo, ripromettendosi fermamente di «utilizzare nel modo migliore il dono della vita». Ricevette così una licenza per rimettersi in forze.

Durante questo periodo, in cui ebbe piccole parti d’attore nella compagnia di Annibale Ninchi, avvenne un incontro che segnò il suo futuro: a Firenze ebbe modo di assistere a un concerto di Pietro Montani, che eseguiva musiche di Debussy: l’evento lo segnò a tal punto da farlo decidere a offrirsi operaio nella FIP di Alpignano (Torino), Fabbrica di Pianoforti Italiani, aperta da Francesco Romani, «il pioniere del pianoforte italiano».

Romani accolse nel 1919 Cesare Augusto come se lo avesse atteso da anni e seduta stante lo affidò ai migliori maestri. Qui il giovane ebbe modo di apprendere le diverse fasi della lavorazione dello strumento e di perfezionarsi nella difficile pinzatura degli armonium.

Venuto a conoscenza delle critiche condizioni di salute del padre, si recò in tutta fretta a Milano, ma riuscì solo ad assistere al funerale. Ritornò dunque ad Alpignano, dove nel frattempo Francesco Romani era stato ucciso nei moti rivoluzionari che agitavano l’Italia in quel periodo, mentre trasportava su un camioncino il materiale per la fabbrica.

Dopo questi funesti episodi, Tallone tornò definitivamente a Milano. Qui, grazie al fratello Alberto, fu presentato ai signori Zari, che gli fecero registrare e accordare alcuni pianoforti in via Dante, tutti venduti immediatamente dopo essere stati sistemati. In un mese il negozio si svuotò e Tallone venne invitato a Bovisio come consulente artistico. Si trasferì dunque in Brianza, dove ebbe modo di conoscere le eccezionali capacità degli artigiani del luogo. Con Cesare Augusto responsabile della Fabbrica Zari, la produzione aumentò pur rimanendo invariato il numero di operai e si segnalarono, da parte degli acquirenti, miglioramenti nell’efficienza e nella qualità del suono.

Convinto della necessità di fare sempre nuove esperienze, egli iniziò – oltre allo studio del pianoforte – quello del violino e del contrabbasso. Il rapporto con i signori Zari, che si protrasse per una decina di anni, fu molto importante poiché pose per la prima volta il problema della mancanza di un pianoforte nazionale e gli permise di entrare in contatto con tecnici tedeschi. L’esperienza fu illuminante perché Tallone poté esercitarsi in tutti gli aspetti specifici della lavorazione dei pianoforti, decidendo di studiare il tedesco e recandosi in Germania per ottenere l’attestato di accordatore.

Ritornato dalla Germania, Tallone decise di licenziarsi dalla Zari e di sposarsi con Lissy, «la tedeschina», nel 1930: «[…] fu certo un atto di fede e di coraggio, perché vicino alle nozze e senza riserve economiche […]. Ma solo in tal modo potevo avere contatti diretti col pubblico in genere e con gli insegnanti in specie: nella libera professione di accordatore, sperimentando nel vivo della produzione mondiale».

Si rivolse ai migliori insegnanti di Milano – quali Appiani, Anfossi e Lonati – diventando in poco tempo il più richiesto accordatore della città. Ebbe modo di conoscere Vittorio Maria Vanzo che, divenuto amico intimo, lo introdusse a Toscanini. Aveva rapporti d’amicizia anche con Maria Rota e la famiglia Rota-Rinaldi, oltre che con altri musicisti dell’epoca come il duo Bormioli-Semprini, Edwin Fischer e il giovanissimo Arturo Benedetti Michelangeli.

Quando il negozio si trasferì in via del Bollo, frequentatori assidui della bella sede settecentesca furono, tra gli altri, il compositore e pittore Felice Lattuada, il pittore Sora di Lecco, oltre che Benedetti Michelangeli, il duo Bormioli-Semprini e un nugolo di giovani pianisti.

La Ditta Tallone fu attiva dal 1931 al 1982, anno della morte di Cesare Augusto, con un’interruzione tra gli anni 1943-1949. Cambiò sede più volte, ma fondamentalmente rimase sempre in una posizione centrale o in prossimità del Conservatorio.


 

 

 
 
 

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