L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

opera, bolzano, trento

 

Sab 02.12.2017 _ ore 20.00

Dom 03.12.2017 _ ore 17.00

BOLZANO _ TEATRO COMUNALE

 

DIE ANTILOPE

Johannes Maria Staud

Libretto _ Durs Grünbein

Editore proprietario _ Universal Edition AG

Rappresentante per l’Italia _ Casa Ricordi, Milano

Editore libretto _ Suhrkamp Verlag AG

Prima rappresentazione _ 03.09.2014 _ Luzerner Theater

Direzione musicale _Walter Kobéra

Regia _ Dominique Mentha

Scene _ Ingrid Erb, Werner Hutterli

Costumi _ Ingrid Erb

Light Design _ Norbert Chmel

Sound Design & Live Electronics _ Christina Bauer

Interpreti

Victor _ Wolfgang Resch

Collega1 | Donna1 | Scultura _ Elisabeth Breuer

Collega2 | Donna2 | Vecchia signora _ Maida Karišik

Segretaria | Giovane donna | Passante _ Bibiana Nwobilo

Collega1 | Giovane signore | Dottore1 _ Gernot Heinrich

Capo | Capocameriere | Dottore2 | Vigile _ Ardalan Jabbari

Collega2 | Passante | Dottore3 _ Christian Kotsis

Madre_ Catrina Poor

Coro _ Wiener Kammerchor

Maestro del coro _ Michael Grohotolsky

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Coproduzione _ Neue Oper Wien, Fondazione Haydn

Dalla coproduzione originale di _ Theater Luzern, Lucerne Festival e Oper Köln

Composta su testo dello scrittore tedesco Durs Grünbein, con il quale Johannes Maria Staud, aveva già collaborato in occasione della sua opera precedente Berenice, Die Antilope racconta le avventure un po’ surreali di un giovane che tenta la fuga dalla sua realtà per trovarsi proiettato in una dimensione irreale. Victor, un tipo già di per sé anticonformista, partecipa a una festa ma presto viene assalito da un senso di claustrofobia e, dopo un discorso sconnesso, si getta dalla finestra. Non muore, ma inizia un viaggio nella notte, dove si imbatte nelle situazioni più strane, talvolta pericolose, talvolta invece divertenti e grottesche, “sempre in bilico tra reale e irreale“, come dice lo stesso compositore austriaco. A un certo punto, Victor viene tenuto in osservazione da dei medici strampalati che, colpiti dalla lingua incomprensibile con la quale si esprime, emettono la diagnosi di “depressione africana”. Alla fine del suo viaggio, Victor ritorna alla festa, che nel frattempo si era interrotta, e tutto ricomincia da capo.

Le musiche di Staud aderiscono alla singolarità della vicenda narrata, utilizzando un ampio spettro di soluzioni espressive, anche mediante l’uso di live electronics. Il risultato, nel complesso, è un’opera ricca e spiritosa.

Die Antilope è stata scritta su commissione del Lucerne Festival, del Teatro di Lucerna e dell'Opera di Colonia. La prima esecuzione ha avuto luogo nel 2014 a Lucerna.

Johannes Maria Staud _ compositore

Per le sue creazioni, il compositore Johannes Maria Staud, nato nel 1974 a Innsbruck, trae ispirazione dalle altre arti - letteratura, cinema e arti figurative – trovando anche nelle riflessioni su questioni filosofiche, nelle relazioni sociali o negli eventi politici spunti importanti per la sua attività compositiva. Tra i lavori di Staud vi sono composizioni per orchestra - tra gli altri per i Berliner e Wiener Philharmoniker, la Cleveland Orchestra e l’Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk - e brani per ensemble, tra cui Trio Catch, Klangforum Wien, Ensemble Modern ed Ensemble Intercontemporain. Nella stagione 2016/17 Johannes Maria Staud si è dedicato a composizioni di ampio respiro. Nel settembre 2017, la Royal Danish Orchestra guidata da Alexander Vedernikov terrà a battesimo una nuova composizione per orchestra, con ulteriori esecuzioni a Vienna, Cleveland e New York. Con il balletto Kafka (prima mondiale giugno 2017, Stuttgarter Ballett, coreografia di Marco Goecke), Johannes Maria Staud torna in scena prima di affrontare una nuova opera importante alla Staatsoper di Vienna a fine 2018.

Walter Kobéra _ direzione musicale

È direttore musicale dal 1991 della Neue Oper Wien, di cui dal 1993 è anche direttore artistico. Dal 1978 al 2002 è stato membro della Tonkünstler Orchestra e nel 1986 ha fondato l’Amadeus Ensemble-Wien, il cui repertorio spazia dal barocco al contemporaneo. Nel 2006, con la prima mondiale di Radek di Richard Dünser, Neue Oper Wien ha avviato una collaborazione con i Bregenzer Festpiele. Kobéra ha anche diretto numerose orchestre, fra cui la Bruckner Orchestra Linz, la Bratislava RSO e la Baltic Philharmonic. Particolari consensi di pubblico e critica gli sono stati tributati per la direzione musicale di Lulu di Alban Berg, Billy Budd di Britten, La piccola fiammiferaia di Lachenmann e per Paradise Reloaded (Lilith ), opera a lui dedicata da Peter Eötvös. A Bolzano, ha diretto nel 2014 le musiche di Biedermann und die Brandstifter di Šimon Voseček.

Dominique Mentha _ regia

Nato a Berna, ha studiato canto lirico con Ernst Haeflinger e successivamente regia con August Everding presso il Conservatorio di Monaco. La sua vivace attività di cantante lirico e i suoi concerti lo hanno reso famoso non solo in Svizzera, ma anche in Germania, Austria e Francia. Nel 1987 Dominique Mentha è stato regista presso lo Stadttheater di Würzburg e ha poi ricoperto lo stesso ruolo presso il Städtischen Bühnen di Münster. Nel 1992 è stato direttore presso il Tiroler Landestheater di Innsbruck. Dal 1999 al 2003 ha lavorato come direttore artistico alla Volksoper Wien. Fino ad oggi ha messo in scena più di 70 opere in Germania, Austria, Svizzera e negli Stati Uniti. Dal 2004 al 2016 è stato direttore presso il Teatro di Lucerna. Tra i suoi lavori troviamo Der Rosenkavalier per il teatro Badischen Staatstheater Karlsruhe, Il ritorno d’Ulisse in patria (Monteverdi), Kiss Me, Kate e Die Antilope presso il teatro di Lucerna. Oggi lavora presso l’opera di Colonia dove ha allestito la prima tedesca di Die Antilope.

 

Sab 20.01.2018 _ ore 20.00

Dom 21.01.2018 _ ore 17.00

TRENTO _ TEATRO SOCIALE

 

ETTORE MAJORANA

Cronaca di infinite scomparse

Roberto Vetrano

Libretto _ Stefano Simone Pintor

Editore _ Casa Ricordi, Milano

Prima rappresentazione _ 28.09.2017 _ Teatro Sociale, Como

Direzione musicale _Jacopo Rivani

Regia _ Stefano Simone Pintor

Scene e costumi _ Gregorio Zurla

Luci _ Fiammetta Baldiserri

Video Design _ Studio Antimateria

Interpreti

Ettore Majorana _ Lucas Moreira Cardoso

Il barbone _ Roberto Capaldo

La cantante _ Alessandra Masini

Dio _ Pietro Toscano

La Fisica _ Federica Livi, Tiberia-Monica Naghi

L’Antimajorana _ Ugo Tarquini

La particella ombra _ Davide Paciolla

Coro _OperaLombardia

Maestro del Coro _ Diego Maccagnola

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Coproduzione _Teatri di OperaLombardia, Fondazione Haydn

Nuovo allestimento in coproduzione _ Teatri di OperaLombardia, Theater Magdeburg, Palau de les Arts Reina Sofía Valencia

La figura di Ettore Majorana è al centro di un’opera che si è aggiudicata il concorso europeo Opera Oggi indetto da Opera Lombardia. Majorana è statouno dei fisici atomici più importanti della sua epoca: nel 1938, a soli 31 anni, sparì senza lasciare traccia, alimentando varie ipotesi su un caso mai risolto. L’opera Ettore Majorana. Cronaca di infinite scomparse di Roberto Vetrano non racconta la storia in modo lineare (tantomeno in modo integrale), ma focalizza l'attenzione proprio sulla sparizione misteriosa dello scienziato siciliano, che viene esplorata attraverso numerose congetture verosimili ed inverosimili. L’opera è strutturata in maniera inusuale, la narrazione e il tempo girano intorno: partendo dal momento dell’imbarco sul traghetto postale Tirrenia, tutto ricomincia sempre dallo stesso istante e l’azione sembra ripetersi, ma ogni volta il racconto prende strade differenti. La musica costruisce questa ripetizione: un’orchestrina e una cantante sul pontile della nave ad intrattenere i passeggeri diventano il punto di ritorno ed il perno da cui la musica inizia ogni volta la sua deriva verso sonorità sempre diverse e apparentemente lontane tra di loro. Il coro, l’orchestra e i suoni elettronici, costruiscono volta per volta il mondo sonoro di ogni episodio e ne raccontano le atmosfere, ora drammatiche e irreali o sospese e mistiche, sino a ripercorrere, in un caleidoscopio di schegge sonore, il caos razionale degli studi matematici e delle equazioni di Majorana. La musica si sviluppa costruendo un mosaico via via sempre più complesso, che si frantumerà per svelarci una solitaria nenia siciliana riportandoci in una assolata Sicilia dei primi del ‘900.

Roberto Vetrano _ compositore

Ha studiato pianoforte, composizione e musica elettronica presso il Conservatorio di Lecce. Di fondamentale importanza per la sua formazione sono stati gli incontri con Beat Furrer e Ivan Fedele. Ha poi ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, risultando vincitore di concorsi e selezioni internazionali. In occasione del decennale della morte di Carmelo Bene, ha ricevuto una commissione ottenendo per la prima volta le liberatorie sui testi dell'attore e regista.

I suoi lavori sono stati commissionati ed eseguiti da alcuni dei più prestigiosi ensemble e solisti: David James dell'Hilliard Ensemble, Quartetto Prometeo, Marcello Panni, Alda Caiello, Xenia ensemble, Massimo Quarta, Vittorio Cerasa e Paola Bruni, Marco Delisi, Ensemble Novecento, Annegret Meyer-Lindenberg, Jacques Mercier,Orchestre National de Lorraine e altri. Da sempre interessato alla commistione della musica con le varie arti, ha collaborato nel 2013 alla realizzazione di NOOS, primo experimental music film prodotto e realizzato dal collettivo Moa-project, gruppo di ricerca musicale di cui è uno dei fondatori.

Jacopo Rivani _ direzione musicale

Diplomato in tromba all’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna, si è perfezionato con alcuni importanti trombettisti, quali Claudio Quintavalla, Andrea Lucchi e Giuliano Sommerhalder. Contemporaneamente ha intrapreso lo studio di direzione d’orchestra e dell’analisi musicale. Nel corso della sua attività professionale ha potuto conoscere Riccardo Muti e Alberto Zedda. Ha preso parte a festival e stagioni concertistiche e ha diretto l’Orchestra “D. Alighieri” di Ravenna, l’Orchestra di fiati del corso di alto perfezionamento musicale di Castrocaro Terme, l’Orchestra del Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra A. Corelli (di cui è direttore artistico dal 2010) e l’Orchestra Filarmonica “A. Toscanini”. È direttore artistico delle stagioni Soundtrack – il cinema in concerto a Ravenna e, con Silvia Biasini, di Suoni e colori a Cesena (FC). Alterna l’impegno artistico con quello didattico.

Stefano Simone Pintor _ regia

Milanese di nascita, ha iniziato nel 2005 la propria carriera professionale in campo teatrale, lavorando per cinque stagioni per l'Associazione Teatrale Duende, presso il Teatro alle Colonne e il Teatro Olmetto di Milano, come organizzatore e assistente alla regia di numerosi spettacoli. Dal 2008 lavora come assistente alla regia in numerosi spettacoli d'opera lirica e lavorando in molti teatri di prestigio in Italia e all'estero. Come regista di prosa ha prodotto svariati spettacoli e come regista d'opera lirica ha vinto, nel marzo 2011, il secondo premio del concorso internazionale "European Opera Directing Prize" indetto da Camerata Nuova, grazie al quale nel febbraio 2012 ha diretto Il flauto magico. É attivo anche in campo letterario.

 

Gio 22.02.2018 _ ore 20.00

Sab 24.02.2018 _ ore 20.00

BOLZANO _ TEATRO COMUNALE

TEATRO STUDIO

 

GAIA

Hannes Kerschbaumer

Prima assoluta

Progetto vincitore _ OPER.A 20.21 Fringe

Libretto _ Gina Mattiello

Direzione musicale _ Leonhard Garms

Regia _ Hannes Kerschbaumer, Gina Mattiello

Scene e costumi _ Natascha Maraval

Sculture _ Aron Demetz

Coreografia e danza _ Hygin Delimat

Regia del suono e video _ Federico Campana

Performer _ Gina Mattiello

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Produzione _ Fondazione Haydn

Gaia è uno dei due progetti ai quali la giuria internazionale di OPER.A 20.21 Fringe ha assegnato la palma di vincitore. La vicenda attorno alla quale ruota l’opera di Hannes Kerschbaumer, su libretto di Gina Mattiello, ha tinte surreali: un’astronave viene lanciata in orbita verso un pianeta lontano, ma per cause misteriose, dopo secoli, cade frantumandosi proprio sulla terra. Unica sopravvissuta è un’astronauta che, ritrovandosi sul pianeta Terra trasformato in un deserto, s’imbatte in sculture carbonizzate (opera di Aron Demetz) che rappresentano frammenti di ricordi umani. Tra l’astronauta, unico essere vivente rimasto, e le sculture si instaura, sorprendentemente, un dialogo, preludio a qualcosa di nuovo. L’argomento affrontato da Gaia è inquietante e pone l’accento sui tanti disastri ambientali provocati dall’uomo: l’unica speranza, indicano gli autori, è che dalla distruzione totale possa nascere una nuova vita. Musicalmente Gaia nasce, come altri lavori di Kerschbaumer, dall’incontro fra sonorità acustiche ed elettroniche e dall’interazione fra la voce, che rappresenta l’unico elemento umano, e gli strumenti dell’orchestra, che delineano un paesaggio sonoro oscuro, apocalittico.

Hannes Kerschbaumer _ compositore

Nato a Bressanone nel 1981, recentemente insignito anche del premio “Nuova musica alla Fenice” della Fondazione Amici della Fenice di Venezia, Hannes Kerschbaumer ha studiato composizione con Gerd Kühr, Pierluigi Billone, Beat Furrer e Georg Friedrich Haas. Le sue musiche sono state eseguite in vari contesti internazionali fra cui l'Hörfest di Graz, il Musikprotokoll della Radio Nazionale Austriaca, l'Internationale Ferienkurse di Darmstadt, le Wittener Tage neuer Kammermusik di Witten, il Klangspuren Schwaz/Tyrol New Music Festival di Schwaz e l'Opera di Graz. Ha collaborato nel tempo con vari ensemble musicali: Arditti Quartet, Vertixe Sonora Ensemble, Ensemble PHACE, DissonArtEnsemble, Tiroler Ensemble für Neue Musik, Quartetto d’archi del Klangforum di Vienna, e con musicisti quali Krassimir Sterev, Robert Gillinger, Pia Palme e Caroline Mayrhofer. É stato tra i fondatori dell'ensemble Chromoson, direttore artistico della manifestazione “Hörbar! Tag der neuen musik” di Bolzano e componente del trio elettronico Dark Matter. Vincitore di varie borse di studio, nel 2009 ha conseguito il Musikförderungspreis der Stadt Graz e nel 2015 lo SKE Publicity Preis; è stato composer in residence 2015 all'Internationales Zentrum Zeitgenossische di Klagenfurt in Carinzia. Attualmente vive e lavora ad Innsbruck.

Gina Mattiello _ libretto

Dal 1999 svolge attività di performer e di vocalist nell’ambito della musica sperimentale e del teatro. Ha studiato alla Bern University of the Arts, conseguendo un master in Teatro Musicale, Composizione e Teoria, e ha seguito masterclass con David Moss, Meredith Monk e Phil Minton allo Institute of Living Voice, in Belgio. Ha collaborato con numerosi compositori, fra i quali Daniel de la Cuesta, Tamara Friebel, Elisabeth Harnik, Christoph Herndler, Peter Jakober, Bernhard Lang, Periklis Liakakis, Wolfgang Seierl, Marianna Tscharkwiani, Jorge Sánchez-Chiong e Reinhold Schinwald. Ha collaborato anche con ensemble di new music: NewTonEnsemble, quartett22, Ensemble PHACE, Ensemble EIS, zinc & copper works, Koehne Quartett. Come performer viene regolarmente invitata a festival e stagioni: Wien Modern, Wiener Festwochen, steirischer Herbst, Klangspuren Schwaz, Festival für die Beweglichkeit, Bern Music Festival, Music of the Centuries Stuttgart, Komponistenforum Mittersill, Radiokulturhaus, Wiener Konzerthaus, Künstlerhaus Wien, Porgy & Bess, Dampfzentrale Bern e Theater Stok Zürich.

 

Ven 23.02.2018 _ ore 20.00

TRENTO _ TEATRO SOCIALE

 

CURON / GRAUN

Storia di un villaggio affogato

OHT | Office for a Human Theatre

Prima assoluta

Progetto vincitore _ OPER.A 20.21 Fringe

Musiche di _ Arvo Pärt

Fratres per quartetto d’archi

Fratres per archi e percussione

Fratres per violino, archi e percussione

Cantus in memoriam Benjamin Britten

Editore _ Universal Edition AG

Rappresentante per l’Italia _ Casa Ricordi, Milano

Idea _ Filippo Andreatta, Paola Villani

Direzione musicale _ Stefano Ferrario

Regia _ Filippo Andreatta

Scene _ Paola Villani

Luci _ William Trentini

Video _ Armin Ferrari

Regia del suono e del video _ Federico Campana

Macchinista _ Massimiliano Rassu
Produzione _
Laura Marinelli

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Produzione_ Fondazione Haydn

Coproduzione _ Centrale Fies art workspace

Nuovo allestimento

La costruzione di una grande diga nel 1950 unificò il lago di Resia e il lago di Mezzo sommergendo 523 ettari di terreno coltivato e 163 case dell'antico abitato di Curon, in Val Venosta. Inutili le proteste della popolazione che si oppose fermamente alla costruzione della diga e alla conseguente distruzione del paese: non servì a nulla neanche l’appello rivolto a Papa Pio XII. Da quel momento, di Curon non è rimasto più niente, ad eccezione della parte superiore del campanile della Chiesa di Sant’Anna, che spunta dall’acqua come se fosse una scultura surreale, muto ammonimento che simili tragedie deliberatamente volute dall’uomo non abbiano più a ripetersi. Ora, la vicenda di Curon rivive in una performance - installazione di teatro musicale ideata dal gruppo OHT - Office for a Human Theatre di Rovereto, uno dei due progetti vincitori di OPER.A 20.21 Fringe. In Curon / Graun non ci sono parole: è l’intreccio fra le immagini del campanile e la musica del compositore estone Arvo Pärt a raccontare la vicenda e ad evocarne la drammaticità. Sono due le composizioni del compositore estone eseguite da elementi della Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, entrambe fra le sue più conosciute: Fratres (tre versioni: per quartetto d’archi, per archi e percussione, per violino, archi e percussione) e Cantus in memoriam Benjamin Britten, il cui rintocco simboleggia quello della chiesa di Sant’Anna. Alla base di Curon / Graun c’è proprio il suono delle campane e la loro forza spirituale, attraverso la ricostruzione del campanile sommerso e rendendo il palcoscenico una metafora letterale dello stile Tintinnabuli di Arvo Pärt. L’evacuazione coatta del piccolo paese di Curon diventa l’espediente narrativo per utilizzare solo testo e immagini come unici elementi scenici, nel tentativo di riavvicinare il teatro alla sua radice più profonda, quella di comunicare attraverso l’immobilità e il silenzio.

OHT - Office for a Human Theatre

OHT indaga la realtà e la sua rappresentazione senza vincoli formali, disciplinari ed emotivi. Fondato da Filippo Andreatta nel 2008, il gruppo di artisti ha rapidamente collaborato con prestigiose istituzioni nazionali e internazionali: Centro S. Chiara di Trento, Office National Diffusion Artistique francese per l’Artists’ Salon di New York City; Teatro dell’Arte e Triennale di Milano per “Una Minuta Retrospettiva” sugli spettacoli di OHT; Albers Foundation (USA) per un progetto teatrale su Josef Albers; Whitechapel Gallery di Londra; MAXXI Museo delle arti del XXI secolo di Roma; IIC di Vienna. Infine, Centrale Fies e MART - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, sono stati e sono frequenti partner di vari progetti.

Filippo Andreatta _ regia

Ha lavorato con la compagnia berlinese "Nico and the Navigators". Ha fondato OHT nel 2008, dopo la vittoria di Nuove Sensibilità - premio nazionale per giovani registi al Napoli Teatro Festival Italia. Nel 2015 ha vinto Movin’Up, concorso ministeriale per Giovani Artisti Italiani, e dal 2016 è co-curatore del festival internazionale Drodesera di Centrale Fies.

Paola Villani _ scene

Dal 2007 al 2014, assieme a Daniel Blanga Gubbay, ha fatto parte di Pathosformel, compagnia teatrale insignita del premio UBU, menzione Premio Scenario e Biennale Giovani Artisti di Bologna. Attualmente svolge attività di scenografa e in questa veste ha collaborato con altri artisti come Marta Cuscunà, Francesca Grilli e Antonio Ottomanelli.

William Trentini _ luci

Dal 1998 lavora con varie realtà culturali in Trentino Alto Adige e in tutta Italia. In oltre 15 anni di attività come light designer ha partecipato a numerose produzioni, collaborando con registi come Alessio Pizzech, Bruno Streiff, Hiroki Hiara, Roberto Marafante, Dino Gentili e Carmen Giordano. Dal 2011 collabora a progetti in ambito di arte contemporanea con artisti di livello internazionale.

Armin Ferrari _ video

Dopo aver studiato scenografia all'Accademia di Belle Arti di Verona e aver frequentato un corso di multimedialità teatrale, ha esordito come videoartista nel 2008 con lo spettacolo MOZartoons. Ha poi collaborato con Manfred Schweigkofler per Fidelio, con Nicola Ulivieri per Dittico e con il regista inglese Michael Hunt per The Tyrant di Paul Dresher e per Hänsel und Gretel.

 

Sab 21.04.2018 _ ore 20.00

Dom 22.04.2018 _ ore 17.00

BOLZANO _ TEATRO COMUNALE

 

LA TRAVIATA

Giuseppe Verdi

Libretto _ Francesco Maria Piave

Dal romanzo _La Dame aux camélias

di _ Alexandre Dumas, figlio

Editore _ Casa Ricordi, Milano

Prima rappresentazione _ 06.03.1853 _ Gran Teatro La Fenice, Venezia

Direzione musicale _ Sebastiano Rolli

Regia _ Andrea Bernard

Scene _ Andrea Bernard, Alberto Beltrame

Costumi _ Elena Beccaro

Coreografia _ Marta Negrini

Interpreti

Artisti del 55° Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto

Coro _ Ensemble Vocale Continuum

Maestro del Coro _ Luigi Azzolini

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Coproduzione _ Teatro Regio Parma, Teatro Comunale Bologna, Fondazione Haydn, Landstheater Coburg

Nuovo allestimento

Progetto vincitore _ EOP - Camerata Nuova

È l’opera verdiana più famosa al mondo e per molti è l’opera lirica per antonomasia. La Traviata è parte dell’immaginario collettivo universale: chiunque, anche chi ha confidenza occasionale con il teatro musicale, la conosce, anche solo per nome o ne ha sentito almeno una volta le arie più famose e struggenti. Eppure, il suo successo, come è ben noto, non fu immediato: rappresentata la prima volta il 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia, La Traviata fu infatti accolta inizialmente freddamente, sia per il soggetto ritenuto all’epoca scabroso, sia per lo scarso valore degli interpreti; meglio andrà con la ripresa dell’anno successivo al Teatro San Benedetto, sempre di Venezia, grazie ad una revisione e a cantanti migliori. La censura si accanì anche successivamente sulla tribolata e scandalosa vicenda amorosa tra Violetta e Alfredo, sino a che non sarebbe entrata, appunto nel novero delle opere più amate in assoluto, anzi la più amata.

Il regista bolzanino Andrea Bernard si riallaccia nel suo allestimento al carattere anticonvenzionale e scandaloso del soggetto, e colloca la vicenda dell’opera verdiana nel suo contesto sociale. Guardando oltre le appassionate dichiarazioni d'amore, scopre una dipendenza reciproca: Violetta e Alfredo, due persone sole e ambiziose, hanno bisogno l'una dell'altro per riuscire nei loro intenti sociali. E se la protagonista in Verdi muore di tisi, nella lettura odierna questa malattia viene attualizzata con la depressione. Basta dunque un ritocco minimo per rendere La Traviata contemporanea, senza tradire minimamente lo spirito del capolavoro di Verdi.

Andrea Bernard _ regia

Nato a Bolzano nel 1987, ha cominciato l’attività teatrale all’età di 10 anni con la compagnia bolzanina Bricabrac diretta da Giuliana Lanzavecchia. Contemporaneamente agli studi in architettura (laurea nel 2012), ha iniziato a lavorare nel mondo dell’opera, prima come mimo poi come assistente alla regia di Pier Luigi Pizzi, partecipando a più di 20 produzioni in Italia e all’estero. Dal 2014 lavora con registi come Keith Warner, Julia Burbach, Tatjana Gurbaca e Damiano Michieletto. Contemporaneamente continua l‘attività per proprio conto di regista e scenografo. Per il Teatro Rainerum di Bolzano allestisce Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e Gli innamorati di Goldoni. Nella stagione 2015/2016 debutta al Teatro Stabile di Bolzano con la regia di Brattaro mon amour di Cagnan. È risultato semifinalista al concorso internazionale RING AWARD14 di Graz, con il progetto dell’opera Der Freischütz. Nel 2016 è tra i tre finalisti del concorso OperaOggi di Opera Lombardia per la stesura e la messinscena di una nuova opera contemporanea. Nel 2017 torna a Graz come semifinalista al RING AWARD17 con il progetto dell’opera Don Pasquale. Nel 2016 è il vincitore del prestigioso European Opera-directing Prize con il progetto de La Traviatache metterà in scena al Festival Verdi di Parma a settembre 2017. Tra i futuri impegni: Carmen per OperaDomani di Como e il Bregenz Festspiele, La Cenerentola di Rossini in Svizzera, Il viaggio a Reims ad Amsterdam, le riprese di La scala di seta per OperaLombardia e Il Flauto Magico all’Opera di Firenze.

Sebastiano Rolli _ direzione musicale

Nato nel 1975, ha iniziato giovanissimo ad occuparsi di musica con il padre, direttore di coro. Dopo gli studi di Musica da camera e Composizione presso i Conservatori di Parma e Milano e di drammaturgia musicale con Marcello Conati, ha intrapreso la carriera di direttore d’orchestra, evidenziandosi come uno dei più interessanti interpreti della propria generazione. Numerose le orchestre che ha diretto in produzioni operistiche e sinfoniche: Orchestra sinfonica Giuseppe Verdi di Parma, Orchestra Stabile dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra Gianandrea Gavazzeni di Brescia, Orchestra Gioacchino Rossini di Pesaro, Orchestra del Teatro Donizetti di Bergamo, Orchestra della Fondazione Arena di Verona, Orchestra Regionale del Veneto, Orchestra del Teatro Regio di Parma, Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, Orchestra Nazionale Morava, Orchestra Nazionale Slovena, Orchestra nazionale di Tenerife, Orchestra Martinu. Fra le sue numerose pubblicazioni, due studi critici su: “Giuseppe Verdi. I maestri del melodramma” e “Giuseppe Di Stefano. I suoi personaggi”. Viene regolarmente invitato da Istituzioni musicali e Conservatori a tenere master class di approfondimento sull’interpretazione verdiana e sulla musica corale.


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