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Belliniana nell'anniversario della morte dell'Orfeo dorico

L’evento rientra nel Teatro Bellini Festival promosso e organizzato dal Teatro Massimo Bellini di Catania

con il sostegno del Mibact-Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e della Regione Siciliana

VINCENZO BELLINI: IL TEATRO LIRICO DELLA CITTÀ NATALE COMMEMORA L’ANNIVERSARIO

DELLA MORTE CON UN GRANDE CONCERTO DI SINFONIE E CORI TRATTI DALLE SUE OPERE

Sabato 23 settembre 2017, ore 21, al Teatro Massimo Bellini di Catania, direttore Carmen Failla

Dopo il concerto tutti gli spettatori sono invitati nel foyer per una degustazione dei vini dell’Etna

 

CATANIA – L’equinozio d’autunno coincide per i catanesi con l’anniversario della scomparsa di Vincenzo Bellini, mancato nel 1835 a Puteaux, nei sobborghi di Parigi, non ancora trentacinquenne. Per onorarne la memoria, il 23 settembre è perciò la data che a Catania segna da molti anni anche la riapertura autunnale del Teatro Massimo Bellini, il monumentale tempio della lirica dedicato appunto al sommo operista. Per l’occasione il teatro riaprirà i battenti dopo la programmazione estiva en plein air, che quest’anno è stata particolarmente intensa, grazie a due applaudite produzioni: l’allestimento di “Tosca” realizzato per il Teatro Greco Romano di Catania e il balletto “Carmen” con José Perez al Teatro Antico di Taormina. E grazie a concerti di forte richiamo, come le tre serate di Carmen Consoli, che hanno aperto in giugno il cartellone del Teatro Greco Romano, e l’appuntamento finale con Franco Battiato, il 17 settembre.

A conferma di un’incessante e intensa attività produttiva, il Teatro Massimo Bellini offre il 23 settembre al pubblico le suggestioni della “Belliniana”, titolo del concerto che avrà inizio alle ore 21 e proporrà sinfonie e cori tratti dalle opere dell’autore di “Norma”. Sul podio l’autorevole bacchetta di Carmen Failla, che guiderà l’Orchestra e il Coro del Teatro. La compagine corale è istruita da Gea Garatti.

«L’evento – sottolinea il sovrintendente Roberto Grossi – è inserito nell’ambito del Teatro Bellini Festival, promosso dal Teatro Massimo Bellini e sostenuto per la prima volta dal Mibact, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e dalla Regione Siciliana. L’obiettivo è lanciare a livello internazionale una manifestazione che punta sul nome di uno dei più importanti compositori della Storia della Musica, Vincenzo Bellini, e che, finalmente, possa creare ricchezza per il territorio e i cittadini».

Il programma è stato impaginato dal direttore artistico Francesco Nicolosi con l'intento di abbracciare idealmente lo sviluppo dell'intera produzione del Cigno etneo. «Il concerto – spiega Nicolosi – sarà significativamente aperto dalla Sinfonia n. 4 in re minore/maggiore, composta dal giovane Vincenzo durante gli studi al Real Collegio di Musica di San Sebastiano e in cui il musicista anticipa temi e stilemi che svilupperà nel suo teatro musicale».

Seguiranno brani celeberrimi, a partire dal coro “Qui la selva più folta ed ombrosa”, snodo cruciale di un capolavoro qual è “La Sonnambula”, idillio pastorale rappresentato per la prima volta trionfalmente al Carcano di Milano nel marzo del 1831. «A quel tempo - prosegue Nicolosi - Bellini era già un autentico mito per il pubblico meneghino che quattro anni prima aveva decretato il successo del suo debutto scaligero, avvenuto con “Il Pirata”, partitura eroica e tempestosa, di cui ascolteremo la trascinante Sinfonia. L’entusiasmo della Scala giunse addirittura alle stelle nel 1829 con la misteriosa e gotica “Straniera”, di cui saranno eseguite la stupenda e originale Introduzione iniziale con la Barcarola e lo struggente Coro dell’Imeneo che apre invece il secondo atto».

L’ascesa di Vincenzo Bellini conobbe un’altra importantissima affermazione con “I Capuleti e i Montecchi”, melodramma non a caso dedicato dal compositore ai Catanesi in segno di riconoscimento verso la città natale, il cui Decurionato aveva assegnato al diciottenne talento la borsa di studio per il Conservatorio napoletano. Nella composizione Bellini riversò buona parte della precedente e sfortunata “Zaira”: un autentico riscatto, portato a buon fine per onorare la commissione della Fenice di Venezia, dove la tragedia di Romeo e Giulietta andò in scena nel 1830: la locandina prevede la magistrale Sinfonia.

«Si delinea così la parabola artistica del compositore, che il concerto – conclude il direttore artistico – ripercorre fino all’apoteosi parigina de “I Puritani”, che meritarono a Bellini la reale Legion d’Onore, pochi mesi prima della prematura scomparsa». La selezione dall’ultima opera prevede due momenti sinfonico-corali: la sontuosa Introduzione (“Quando la tromba squilla”, “A festa”) e l’apertura dell’atto secondo (“Ah dolor, ah terror”).

La parte finale della “Belliniana” si sviluppa, né poteva essere altrimenti, intorno alla superba partitura di “Norma”, che Bellini volle dedicare al maestro Niccolò Zingarelli, direttore del San Sebastiano, che molto aveva influito sulla sua formazione. Sono state scelte pagine corali che racchiudono i diversi sentimenti che agitano il popolo gallico dei Druidi, oppresso sotto il giogo dell’impero romano: dalla speranza di liberazione espressa in “Norma viene” al soffocato e sommesso “Non partì” fino al bellicoso e rivoluzionario “Guerra, guerra!”. Per concludere l’Orchestra eseguirà la perfetta Sinfonia dell’opera che, da sempre, è tra le creazioni belliniane più amate.

Il tributo all'Orfeo dorico, come lo definì Gabriele D'Annunzio,  vuole essere una festa della musica per l'intera città, fruibile da tutti gli appassionati. Perciò è stato previsto il posto unico ad un prezzo assai contenuto di soli 10 euro. E dopo il concerto gli spettatori sono invitati nel ridotto del teatro per una degustazione di vini, offerta dalla pluripremiata azienda vinicola etnea Al-cantàra e dal Credito Etneo, in un’ottica di proficua apertura del Teatro Bellini agli sponsor privati. «Ho subito sposato con entusiasmo l'iniziativa – dichiara Pucci Giuffrida, patron di Al-cantàra – perché la mia azienda si distingue proprio per la profonda caratterizzazione territoriale e culturale del prodotto. Tant'è che i vini che produco prendono i loro nomi dalle poesie di autori come Nino Martoglio, Domenico Tempio, Giovanni Meli e altri scrittori della prestigiosa letteratura siciliana». Info: www.teatromassimobellini.it