L’Ape musicale

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L’italiana in Algeri con la regia di Scaparro e le scene di Luzzati

torna al Teatro Massimo di Palermo

Marianna Pizzolato  canta Isabella per la prima volta nella sua città dopo i trionfi nei teatri del mondo

La prima giovedì 23 alle 20.30, trasmessa in streaming sulla web tv del Teatro

PALERMO. Torna dopo 17 anni al Teatro Massimo L’Italiana in Algeri con la regia di Maurizio Scaparro, le scene di Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Calì, le luci di Bruno Ciulli. Una ripresa di uno spettacolo amatissimo, che vede sul podio il direttore musicale del Teatro Massimo Gabriele Ferro e un importante cast con tante grandi voci siciliane. Marianna Pizzolato è la protagonista Isabella, ruolo che ha portato in tutto il mondo - trionfando l'anno scorso anche al Met – e che finalmente debutta a Palermo, nel teatro della sua città. E poi c’è Simone Alaimo in quello di Mustafà, veterano del ruolo in più di ottocento recite, Vincenzo Taormina che è un Taddeo esilarante, Pietro Adaini, giovanissimo tenore, che debutta nel ruolo di Lindoro. Regista collaboratore Orlando Forioso, Maestro al fortepiano Giuseppe Cinà, Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Piero Monti.

Lo spettacolo, nato al Teatro Massimo nel 2000, ha gli inconfondibili, poetici colori di Luzzati. La prima dell’opera, in programma giovedì 23 alle 20.30, sarà trasmessa in streaming sulla web tv del Teatro.

Dramma giocoso in due atti, è ambientato nel palazzo di Mustafà, Bey d’Algeri. Andò in scena per la prima volta il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia con grandissimo successo e consacrò definitivamente Rossini come il massimo operista del tempo, nonostante avesse soltanto ventuno anni. Con sapiente comicità il compositore dipinge tutti i personaggi, giovani e vecchi, uomini e donne, italiani e “algerini”, attorno al gioco amoroso.

“Un allestimento molto bello – dice il sovrintendente del Teatro Massimo – che sono molto felice di riportare al Teatro Massimo. Felice perché il maestro Ferro torna sul podio con Rossini, preparandosi al Rossini del Tell con cui si inaugurerà la stagione 2018, felice per la presenza di Scaparro che è molto amico di questo teatro, felice per questi straordinari artisti siciliani che portano l’opera in tutto il mondo e che in questa occasione sono tornati a casa”.

“Rileggendo le note di regia che avevo scritto per il Teatro Massimo qualche anno fa in occasione della prima edizione – dice Scaparro - sento di dover premettere a queste almeno due miei pensieri. Il primo è certo che questo spettacolo mi spinge a ricordare Luzzati, che ci ha lasciato da qualche anno e al quale ero legato da un'amicizia e una collaborazione che mi piace qui ricordare. La seconda nota da aggiungere è che per felice coincidenza questa ripresa nasce mentre ho deciso di dedicare quest'anno del mio lavoro alle tante anche nuove suggestioni che il nostro mare Mediterraneo ci offre. È evidente che in questa improbabile Algeri, Rossini si è divertito alle spalle di un mondo poco conosciuto, oggetto di facile e un po' rozzo scherno, traguardo di tante opere buffe. Mi sembra per la verità che questa volta Rossini si sia voluto divertire in eguale misura dei ‘turchi’ e degli ‘italiani’, di cui peraltro conosce meglio anche i difetti, fino a costruire con Isabella e Taddeo una coppia di straordinario e vitalissimo divertimento. A ‘Mammaliturchi’ Rossini sembra aggiungere con il sorriso anche ‘Mamma gli italiani’, e questo anche consente di leggere L'italiana in Algeri con distacco divertito e inevitabilmente attualizzabile”.

“Da tanti anni porto Rossini nel mondo – dice Ferro – al punto da essere identificato come un direttore rossiniano, quando accanto a questo ho fatto e faccio molte altre cose. Il mio invito ai cantanti, anche in questa occasione, è di interpretare Rossini dimenticando i compositori che sono venuti dopo, a cominciare da Donizetti, moderando il belcantismo, rinunciando agli ‘abbellimenti’ e restando fedeli a questo straordinario stile”.

“Una grande felicità essere qui – dice Marianna Pizzolato – è bello avere visto questo spettacolo da spettatrice nel 2000 e adesso esserne protagonista, è bello svegliarsi nel proprio letto e andare alle prove da casa. Delle opere rossiniane L’Italiana in Algeri è quella che mi porto sempre nel cuore, spero che mi accompagni ancora per molto tempo. Un’opera raffinatissima, coltissima, dai valori universali”. Aggiunge Vincenzo Taormina: “Palermo è la mia città, e cantare qui significa per me dare sempre qualcosa in più. Taddeo poi è un ruolo che adoro, che mi dà grande possibilità di divertirmi”.

Per Simone Alaimo un ruolo, quello di Mustafà, che gli è entrato dentro: “Con le recite di Palermo saranno 816 nel ruolo di Mustafà, i miei figli hanno chiamato la nostra villetta Villa Mustafà. Ed essere nella mia Palermo è sempre un’emozione indicibile”.

Il libretto, di Angelo Anelli, era già stato musicato, nel 1808, da Luigi Mosca. “Ma se l’opera dello sconosciuto compositore napoletano – scrive Paolo Gallarati nel programma di sala - appare come la base che ha reso saldo, audace, e prorompente di vita il rivoluzionario capolavoro del giovanissimo Rossini, questi è riuscito a fondare, con L’italiana in Algeri, un sistema comico-drammatico di assoluta coerenza che costituisce con Il barbiere di Siviglia e La Cenerentola il vertice della sua produzione comica. Se Il barbiere di Siviglia presenta i personaggi più plastici e veri di tutto il teatro di Rossini, e La Cenerentola si caratterizza per una singolare morbidezza di colori, L’italiana in Algeri possiede al massimo grado il segreto dell’espressione farsesca, portandola a una dimensione di travolgente vitalità”.

Nel cast alternativo c’è Teresa Iervolino, giovane mezzosoprano che già ha cantato Cenerentola a Palermo, e torna dopo recenti trionfi a Opera Bastille e Festival Salisburgo. Tenore Levy Segkpane, giovanissimo sudafricano vincitore dell'ultimo concorso Operalia di Placido Domingo. Debutta in Mustafà Luca Tittoto, raffinatissimo interprete già varie volte a Palermo, che tornerà per il Tell nel ruolo di Gesler. Francesco Vultaggio (Taddeo) è un altro giovane siciliano molto bravo e di grande verve vocale e scenica.


L’ITALIANA IN ALGERI

Dramma giocoso per musica in due atti

Libretto di Angelo Anelli

Musica di Gioachino Rossini

Direttore Gabriele Ferro

Regia Maurizio Scaparro

Regista collaboratore Orlando Forioso

Scene Emanuele Luzzati

Costumi Santuzza Calì

Luci Bruno Ciulli

Assistente ai costumi Paola Tosti

Personaggi e interpreti

Mustafà Simone Alaimo (23, 26, 28, 30)

Luca Tittoto (24, 29)

Elvira Maria Francesca Mazzara

Zulma Isabel De Paoli

Haly Giovanni Romeo

Lindoro Pietro Adaini (23, 26, 28, 30)

Levy Sekgapane (24, 29)

Isabella Marianna Pizzolato (23, 26, 28, 30)

Teresa Iervolino (24, 29)

Taddeo Vincenzo Taormina (23, 24, 26, 28)

Francesco Vultaggio (29, 30)

Maestro al fortepiano Giuseppe Cinà

Orchestra e Coro del Teatro Massimo

Maestro del Coro Piero Monti

Allestimento del Teatro Massimo

23, 24, 26, 28, 29, 30 novembre


Atto I

Nel palazzo di Mustafà, Bey d’Algeri. La moglie del Bey, Elvira, si lamenta con la sua confidente Zulma perché Mustafà la trascura (“Serenate il mesto ciglio”). Annunciato da Haly, giunge Mustafà, che proclama il suo punto di vista sulle donne (“Delle donne l’arroganza”). Mustafà comunica ad Haly il suo volere: cederà Elvira al suo schiavo italiano, Lindoro; Haly dovrà procurargli un’italiana.

Lo schiavo Lindoro spasima per la lontananza dall’Italia e dalla sua amata Isabella (“Languir per una bella”). Quando Mustafà gli propone di sposare Elvira in cambio della libertà, è perplesso (“Se inclinassi a prender moglie”).

Sulla spiaggia, i corsari di Haly hanno catturato la nave su cui viaggiavano Isabella, partita dall’Italia per salvare Lindoro (“Cruda sorte! Amor tiranno!”), e Taddeo, innamorato di lei, ma che si presenta ad Haly come zio della ragazza. Isabella non si perde d’animo al pensiero dell’harem di Mustafà, mentre Taddeo è in preda al panico (“Ai capricci della sorte”).

Nel palazzo del Bey, Elvira e Lindoro si preparano a partire e Mustafà ad accogliere Isabella (“Già d’insolito ardore nel petto”). Isabella e Lindoro si riconoscono subito, ma fingono indifferenza, benché ognuno sospetti l’infedeltà dell’altro. Taddeo, non conoscendo Lindoro, è stupito come gli altri (“Confusi e stupidi”). Con un improvviso voltafaccia Isabella ordina a Mustafà, se vuol aver il suo amore, di cederle lo schiavo italiano e di non scacciare la moglie (“Va sossopra il mio cervello”).

Atto II

Nel palazzo del Bey tutti ridono per come Isabella prende in giro Mustafà. Isabella riesce finalmente a chiarire la situazione con Lindoro, e progettano di fuggire insieme. Mustafà, per ingraziarsi Isabella, decide di conferire al riluttante “zio” Taddeo il titolo di Kaimakan (“Ho un gran peso sulla testa”).

Nelle stanze di Isabella, Elvira comunica all’italiana che Mustafà verrà a prendere il caffè con lei: è l’occasione per Isabella di impartirle una lezione su come vanno trattati i mariti. Accorgendosi che Mustafà è arrivato, Isabella inizia a prepararsi per accoglierlo, mentre Mustafà, Taddeo e Lindoro spiano ogni sua mossa (“Per lui che adoro”).

Sempre più conquistato, Mustafà chiede a Taddeo di lasciarlo solo con Isabella quando lo sentirà sternutire. Mustafà presenta ad Isabella Taddeo nel suo nuovo abito di Kaimakan (“Ti presento di mia man”). Ma nonostante gli sternuti di Mustafà, Taddeo rimane ostinatamente accanto ad Isabella. Giunge il caffè e con esso anche Elvira: cresce il disappunto di Mustafà (“Sento un fremito, un foco, un dispetto…”).

Haly si diverte alle spalle di Mustafà (“Le femmine d’Italia”).

Lindoro mette a parte Taddeo dei progetti di Isabella per la fuga, poi insieme raccontano a Mustafà, per placarne la furia, che Isabella vuole ringraziarlo dei suoi favori conferendogli il titolo di Pappataci, il cui compito è dormire, mangiare e bere (“Pappataci! che mai sento”).

Con la scusa della cerimonia dei Pappataci, Isabella ha ottenuto di aver affidati tutti gli schiavi italiani, e si prepara a guidarli nella fuga (“Pensa alla patria”).

Inizia la cerimonia (“Dei Pappataci s’avanza il coro”). Mustafà ripete il giuramento di Pappataci pronunciato da Taddeo, impegnandosi a non reagire e a limitarsi a mangiare e bere, qualsiasi cosa accada. Isabella e Lindoro lo mettono alla prova iniziando ad amoreggiare: Mustafà si adira, ma Taddeo gli mostra che dovrà continuare a mangiare imperturbabile. Mustafà comprende e lo imita. Ma quando Lindoro e Isabella stanno per partire con gli altri italiani (“Son l’aure seconde”), Taddeo si rende conto che lo schiavo è in realtà l’amante che Isabella cercava in Algeri. Taddeo tenta invano di scuotere Mustafà, poi impaurito raggiunge di corsa gli altri italiani. Solo con grande fatica Elvira, Zulma e Haly riescono a rivelare a Mustafà il tranello di Isabella. Ma ormai è tardi, le guardie sono ubriache, gli italiani hanno raggiunto la nave, e il Bey fa buon viso a cattivo gioco: si contenterà della sua fedele consorte.


Gabriele Ferro

Ha compiuto gli studi musicali, pianoforte e composizione, diplomandosi presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Nel 1970 ha vinto il concorso per giovani direttori d’orchestra della Rai, collaborando da allora con le sue orchestre, con quella dell’Accademia di Santa Cecilia e della Scala di Milano per i concerti sinfonici. Ha riscosso un ampio successo internazionale dirigendo i Wiener Symphoniker, i Bamberg Symphoniker, l’Orchestre de la Suisse Romande, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, la BBC Symphony Orchestra, l’Orchestra WDR, la Cleveland Orchestra, e l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia. Ha inoltre collaborato per molti anni con l’Orchestre National de France. È stato Direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Siciliana (1979-1997), Direttore principale dell’Orchestra della Rai di Roma (1987-1991), Generalmusikdirektor dello Stuttgart Staatstheater (1991-1997), Direttore musicale del Teatro San Carlo di Napoli (1999-2004) e Direttore principale del Teatro Massimo di Palermo (2001-2006). Il suo repertorio spazia dalla musica classica alla contemporanea, nell’ambito della quale ha diretto in prima mondiale opere di Berio, Clementi, Maderna, Stockhausen, Ligeti, Nono, Rihm, Battistelli, Betta etc. Si è dedicato al melodramma sia in Europa che negli Stati Uniti, affrontando un repertorio che va dal Settecento al Novecento e collaborando assiduamente con teatri quali la Fenice di Venezia, La Scala di Milano, l’Opera di Roma, il Comunale di Firenze, la Bastille e lo Châtelet di Parigi, il Muziektheater di Amsterdam, il Grand Théâtre di Ginevra, la Bayerische Staatsoper di Monaco, l’Opera di Chicago, la San Francisco Opera, la Los Angeles Opera, l’Opera di Tel Aviv, la Deutsche Oper di Berlino, il Teatro Real di Madrid, il Covent Garden Royal Opera House di Londra inclusa una lunga tournée in Giappone con Così fan tutte di Mozart. Con il grande successo di Elektra di Strauss a Napoli ha ricevuto il premio Abbiati. È stato ospite dei maggiori festival internazionali, tra cui le Wiener Festwochen, il Festival di Schwetzingen, lo Schleswig Holstein Musik Festival, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Maggio Musicale Fiorentino, Coruña Mozart Festival, Ferrara Musica e la Biennale di Venezia. Su invito di Piero Farulli è docente di direzione d’orchestra alla Scuola di Musica di Fiesole. Ha inciso per Sony, Emi, Erato e Deutsche Grammophon.

È accademico di Santa Cecilia, e gli è stato conferito il prestigioso premio “Beste Aufführung” 2012 da «Opernwelt» per La sonnambula di Bellini, diretta a Stoccarda nell’aprile 2012. È stato nuovamente nominato Direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo. È tornato al San Carlo di Napoli dopo avere diretto Semiramide di Rossini con la regia di Ronconi nell’autunno 2011 e Les pêcheurs de perles di Bizet nell’ottobre 2012 nonché l’inaugurazione della Stagione Sinfonica 2013/2014 e Salome di Strauss. Nel 2015 ha diretto a Stoccarda Il Vologeso di Jommelli, curando personalmente la versione strumentale. L’opera è stata premiata dalla rivista «Opernwelt» come la più interessante dei cartelloni tedeschi 2015. Nel marzo 2016 ha avuto un grande successo alla Staatsoper di Amburgo con Guillaume Tell e a novembre ha inaugurato la stagione del Teatro San Carlo di Napoli con Otello di Rossini.

Maurizio Scaparro

È uno dei registi di teatro italiani più noti a livello internazionale. Il suo profilo intellettuale e creativo, fedele ai temi dell’utopia teatrale e della festa, passa dalla direzione di istituzioni pubbliche italiane ed europee alla creazione di spettacoli rimasti nella memoria storica del Teatro Italiano, a partire dalla sua prima regia, la “scandalosa” Venexianadi Anonimo del ‘500 riscoperta al Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1965, alle innovative versioni dell’Amleto (1972) di Shakespeare con Pino Micol protagonista, della Medea (1976) di Corrado Alvaro con Irene Papas al Teatro Olimpico di Vicenza, al Cyrano (1977) di Rostand replicato per cinque anni in Italia e in Europa, ad una inedita edizione del Caligola di Camus (che nel 1983 inaugura anche la sua direzione al Teatro di Roma) con Pino Micol, a Il fu Mattia Pascal (1986) nella riduzione di Tullio Kezich, alla Vita di Galileo di Brecht, sempre con Micol, presentato nel 1987 al Maggio Fiorentino e successivamente in Italia, a Mosca e a Berlino.

Dal 1983 al 1990 al Teatro di Roma crea, fra gli altri, due spettacoli che avranno lunga vita in Italia e all’estero, Don Chisciotte (nell’adattamento di Rafael Azcona e Tullio Kezich) con Pino Micol e Peppe Barra (nella doppia versione teatrale e cinematografica, quest’ultima presentata in prima assoluta al San Francisco International Film Festival) e Pulcinella, tratto da un testo inedito di Roberto Rossellini, con Massimo Ranieri protagonista che viene presentato per tre anni in Italia, in Europa e a Broadway.

Sempre per il Teatro di Roma mette in scena altri significativi spettacoli, come due nuove edizioni della Venexiana, una con Valeria Moriconi per il Teatro di Roma e una a Parigi in lingua francese che segna l’esordio in teatro di Claudia Cardinale; e Varietà nel 1985 con Massimo Ranieri (che sarà al suo fianco successivamente anche nel Liolà di Pirandello del 1991 e ne Le mille e una notte del 1996). A conclusione dei sette anni alla direzione del Teatro di Roma mette in scena Memorie di Adriano, tratto dal romanzo di Marguerite Yourcenar, con Giorgio Albertazzi, presentato per la prima volta a Villa Adriana di Tivoli e successivamente a Roma e in molte città europee.

La sua trilogia sul grande mito mediterraneo di Don Giovanni inizia a Roma con Don Giovanni raccontato e cantato dai Comici dell'Arte, con Peppe Barra e Giacinto Palmarini (2001), prosegue l'anno successivo con il Don Giovannidi Mozart per il Teatro Massimo di Palermo (2002) e si conclude in Spagna, per il Teatro Classico di Madrid, con il Don Juan Tenoriodi José Zorilla (2003).

Dirige anche, dal 1982 ad oggi, alcuni importanti spettacoli lirici, dalla regia in prima mondiale alla Scala di Milano de La vera storiadi Luciano Berio su testi di Italo Calvino (1982) ad altri allestimenti tra cui, oltre al citato Don Giovanni, ricordiamo Il barbiere di Siviglia di Paisiello, Così fan tutte e Lenozze di Figaro di Mozart, La scala di seta e L’italiana in Algeri di Rossini, l’ormai storica edizione della Bohème di Puccini che viene presentata da oltre dieci anni a Torre del Lago e in tutta Europa con le scene di Michel Folon, e Turandotdi Puccini.

In diverse occasioni, a partire dal Don Chisciotte fino ad oggi, Maurizio Scaparro lavora anche con attenzione al rapporto creativo tra linguaggio cinematografico e linguaggio teatrale, realizzando alcuni film liberamente tratti dai suoi spettacoli teatrali. È il caso in particolare di Amerikadi Franz Kafka nell'adattamento di Fausto Malcovati, che Scaparro dirige nel 2000 con Max Malatesta. Nel 2008 realizza un progetto esclusivamente per il cinema, L’ultimo Pulcinella, girato a Napoli e Parigi, scritto da Rafael Azcona e Diego De Silva, con Massimo Ranieri protagonista.

Nel 2009 mette in scena per la Biennale di Venezia Polvere di Baghdad con testi del poeta Adonis e con Massimo Ranieri protagonista. Nel 2011 per il Festival dei Due Mondi di Spoleto dirige Eleonora, ultima notte aPittsurgh, di Ghigo de Chiara, con Anna Maria Guarnieri. Nel 2012 cura la regia de La Governante di Vitaliano Brancati per lo Stabile di Catania e, nello stesso anno, al Teatro della Pergola di Firenze per il Maggio Musicale, realizza, con Massimo Ranieri protagonista, Viviani Varietà destinato ad una tournée di tre anni in Italia e in Europa. Nel 2013 dirige La Coscienza di Zeno di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo per il Teatro Carcano di Milano con Giuseppe Pambieri protagonista. È del 2014 il suo primo incontro con Samuel Beckett, dirigendo Aspettando Godot, con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo ed Enrico Bonavera (ripreso nelle stagioni 2015/2016 e 2016/2017).

Su invito di Expo 2015 Scaparro dirige La bottega del caffè di Carlo Goldoni, con Pino Micol protagonista e le musiche di Nicola Piovani, che viene presentato a giugno in anteprima al Napoli Teatro Festival Italia, successivamente al Piccolo di Milano, e sarà replicato in Italia nella stagione 2015/2016 e 2016/2017, in particolare al Teatro della Pergola e al Teatro Argentina di Roma.

Emanuele Luzzati

Noto soprattutto come scenografo e illustratore, Emanuele Luzzati è stato maestro in ogni campo dell'arte applicata. Nato a Genova nel 1921, nel 1940 è costretto ad abbandonare la sua città a causa delle leggi razziali. Trasferitosi a Losanna, studia e si diploma all’Ecole des Beaux Arts.

Nel corso della sua carriera realizza più di cinquecento scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri, illustra e scrive diversi libri dedicati all’infanzia, esegue svariati pannelli, sbalzi ed arazzi collaborando con architetti per arredi navali e locali pubblici. Da ricordare le sue collaborazioni con il London Festival Ballet, con il Glyndebourne Festival, con la Chicago Opera House e con la Staatsoper di Vienna.

Dal 1981 al 1984 una sua mostra, intitolata Il sipario magico di Emanuele Luzzati, gira in Italia e all’estero. Illustra nel 1988 Le fiabe scelte dei fratelli Grimm per le Edizioni Olivetti, sua opera grafica più compiuta. Avendo ottenuto due nomination all’Oscar per i suoi film d’animazione La gazza ladra e Pulcinella viene nominato membro dell’AGI (Alliance Graphique Internationale) e dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences.

Realizza i bozzetti per le scenografie dello spettacolo teatrale Il coturno e la ciabatta, tratto dal testo di Alberto Savinio per la regia di Paolo Poli. Il sodalizio tra l’artista e il regista si rinnoverà per altri numerosi spettacoli, tra cui La leggenda di San Gregorio (1992–1993), la divertente rilettura de L’asino d’oro tratto da Apuleio (1995-1997) e nel 1997 con i Viaggi di Gulliver.

Nel 1992 gli viene conferita dall’Università di Genova, sua città, la laurea honoris causa in Architettura. L’anno dopo viene allestita la mostra Emanuele Luzzati Scenografo, presso il Centre Georges Pompidou di Parigi a cura dell’Unione dei Teatri d’Europa. L’evento verrà ripreso poi a Roma, Firenze, Bellinzona, Milano, Genova, dove la mostra viene arricchita con un’ampia sezione dedicata all’illustrazione, e Salonicco.

Nel 1995 riceve il Premio Ubu per la scenografia del Pinocchio prodotto dal Teatro della Tosse di Genova di cui, insieme a Tonino Conte e Aldo Trionfo è stato fondatore e direttore artistico.

Nel 1998 progetta un parco giochi per bambini per il Comune di Santa Margherita Ligure, ispirato al Flauto Magico di Mozart. Nella casa natale di Mozart a Salisburgo, viene presentata la mostra I Mozart di Luzzati.

È nominato dal Presidente Ciampi “Grande Ufficiale della Repubblica”.

Muore a Genova il 26 gennaio 2007.

Santuzza Calì

Padre siciliano e madre friulana. Nasce a Pulfero in provincia di Udine. Pittrice, costumista, scenografa. Studi classici e Accademia di Belle Arti sia a Palermo sia a Venezia. Tra gli anni ’60 e ’70 frequenta i corsi di pittura di Oskar Kokoschka alla Sommerakkademie di Salisburgo. Vince tre primi premi internazionali e diventa poi assistente dello stesso Kokoschka. Quindi mostre e borse di studio in Europa e America.

Nella vecchia Palermo, con Gabriella Saladino, in un grande salone settecentesco si progetta, s’inventa, si propone: nasce un’officina laboratorio. Si usano varie tecniche, dal mosaico alla ceramica, dal legno al metallo, dalla cartapesta all’incisione, alle stampe su stoffe; particolari sono le decorazioni di metallo su legno. Incarichi di lavoro e mostre in Italia, a Parigi, a New York, a Caracas…

L’incontro con Emanuele Luzzati (è lui che l’ha portata dentro al mondo del teatro) accende un sodalizio ininterrotto. Un’intesa complice, divertita, straordinaria, che non si è mai limitata al tirar su uno spettacolo con gioia ma sempre continuando a stupirsi entrambi del risultato.

Ha firmato i costumi – e a volte anche le scene – per circa trecento spettacoli: opere liriche, prosa, televisione, balletti, musical, spettacoli di marionette, spettacoli fatti in una stanza, dentro a un bosco o dentro a un castello, in teatri romani o greci, in riva al mare, in Persia a Shiras, a Mashad e a Persepolis, e per tante istituzioni italiane ed internazionali.

Ha collaborato con celebri artisti e registi: Benno Besson, Alessandro Fersen, Aldo Trionfo, Franco Enriquez, Gianfranco De Bosio, Egisto Marcucci, Maurizio Scaparro, Tonino Conte, Paolo Poli, Filippo Crivelli, Giorgio Pressburger, Ermanno Olmi, Vittorio Gassman. Il repertorio teatrale per il quale ha realizzato le sue creazioni abbraccia i più grandi autori di prosa ed opera lirica. Ha vinto numerosi premi per i migliori allestimenti e costumi teatrali, tra i quali il prestigioso Premio Ubu, gli Olimpici del Teatro nel 2003 e, nel 2004 e 2005, per i migliori costumi dell’anno, il premio E.T.I. e il premio Vittorio Gassman e nel 2011 il premio Le Maschere del Teatro consegnatole dal presidente Napolitano.

Si è occupata anche di teatro per bambini e ragazzi, realizzando scene, costumi, burattini, marionette, maschere, per spettacoli in cui testo, regia, recitazione, forme e colori si intrecciano e si completano.

Vive principalmente tra Palermo e Roma, la Grecia e la Turchia… di certo nel nostro Mediterraneo, dove continua il suo progettare, il suo vivere, il suo viaggio: viaggio dentro al teatro, viaggio intorno al mondo, viaggio dentro la vita.

 

Bruno Ciulli

 

Laureato in Scienze e Tecnologie dello Spettacolo, dal 1981 al 2008 è stato lighting designer del Teatro Massimo di Palermo. Nel corso della sua carriera ha inoltre collaborato sin dagli anni Settanta con, fra gli altri, Lamberto Puggelli, Filippo Crivelli, Alberto Fassini, Graziella Sciutti, Stefano Vizioli, Giorgio Gallione, Pierfrancesco Maestrini, Maurizio Avogadro sia nel teatro di prosa che in quello lirico. Ha inoltre curato le luci di alcuni spettacoli di Antonello Venditti e Claudio Baglioni. Nel 2004 ha collaborato con Irene Papas al Teatro Greco di Siracusa per Antigone. Fra i suoi impegni più recenti, anche numerosi incarichi internazionali alla Washington National Opera, al Saõ Carlos di Lisbona, a Valencia e a Salonicco, al Teatro Regio di Torino, all’Opéra di Nizza e al Teatro Verdi di Pisa, Il trovatore, Il barbiere di Siviglia e Carmen al Luglio Musicale Trapanese e spettacoli come Anna Frank. Parole dall’ombra (Imperfect Dancers) e al Teatro Filarmonico di Verona per Lucia di Lammermoor.

 

Simone Alaimo

Dopo aver compiuto gli studi letterari e musicali, frequenta il biennio presso il Centro di Perfezionamento Artisti Lirici del Teatro Massimo di Palermo. Successivamente vince il concorso presso l'Accademia di canto del Teatro alla Scala di Milano dove studia con Ettore Campogalliani e Gina Cigna debuttando nel 1977 a Pavia quale protagonista di Don Pasquale.

Vince l'As.Li.Co. di Milano (1977) e consegue il primo premio assoluto in numerosi concorsi internazionali, tra i quali Voci Verdiane di Busseto (1977) e Maria Callas (1980, per la RAI in mondovisione). A partire dal 1981 viene seguito negli studi di canto da Rodolfo Celletti. Ha così inizio la sua carriera internazionale che lo vede ospite dei più grandi teatri del mondo: ricordiamo nel 1982 La Cenerentola al Teatro alla Scala con Enzo Dara, Paolo Montarsolo e Claudio Abbado e Semiramide con June Anderson al Teatro dell’Opera di Roma.

Ha in repertorio circa 90 opere che lo hanno visto spaziare, in trent'anni di carriera, dal barocco all'Ottocento italiano, dal verismo al contemporaneo, ospite di teatri internazionali come il Metropolitan di New York, il Covent Garden di Londra, l'Opéra Bastille di Parigi, i Teatri dell'Opera di San Francisco, Chicago, Dallas, Vienna, Berlino, Monaco di Baviera.

Nei primi anni ottanta è stato costantemente presente nei Festival lirici estivi più importanti d'Italia: Verona (Arena), Martina Franca (Festival della Valle d'Itria) e soprattutto Pesaro, dove si è consacrato fra i massimi interpreti rossiniani.

Alla Royal Opera House, Covent Garden di Londra nel 1989 è Mustafà ne L'italiana in Algeri con Horne e Corbelli, nel 1993 Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia con Thomas Hampson e Jennifer Larmore, nel 1994 il Faraone in Mosè in Egitto con Ruggero Raimondi e Anna Caterina Antonacci e Don Magnifico ne La Cenerentola diretto da Bruno Campanella, nel 2004 Don Pasquale con Juan Diego Flórez e nel 2009 Dulcamara ne L'elisir d'amore con Diana Damrau e Giuseppe Filianoti. Al Metropolitan Opera House di New York debutta nel 1993 come Assur in Semiramide con Lella Cuberli, nel 1995 Figaro ne Le nozze di Figaro, nel 1996 Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia, nel 1997 Don Magnifico ne La Cenerentola con Cecilia Bartoli e Ramón Vargas diretto da Levine, nel 2006 Don Pasquale con Anna Netrebko e nel 2009 L'elisir d'amore con Angela Gheorghiu raggiungendo settantadue recite al Met.

Nel 2000 ha vinto il premio "Gigli D'Oro" alla carriera.

 

Maria Francesca Mazzara

 

Nata a Palermo, dopo aver studiato danza classica si diploma in canto lirico con il massimo dei voti al Conservatorio Bellini di Palermo. Attualmente si perfeziona nell’arte del belcanto con Luciana Serra. In precedenza ha curato l’interpretazione e la tecnica vocale con Margaret Baker, Anita Cerquetti, Silvano Carroli e ha partecipato a masterclass con Renato Bruson, Pietro Ballo, Magda Oliviero, Mark Markham, Richard Barker, Maurizio Arena, Elio Battaglia, Sebastiano Spina, Pier Francesco Maestrini.

Vincitrice di diversi Concorsi Internazionali e di premi, tra i quali primo premio al Concorso Lirico Artisti per la Vita (2015), Premio del pubblico Concorso Internazionale Grandi Voci 2014 di Salisburgo, primo premio Concorso A.Gi.Mus. di Roma, Concorso Internazionale Cappuccilli-Patané-Respighi di Grosseto.

Nel 2017 è stata Violetta in La traviata per il Festival Internazionale di Musica Cerreto Guidi, ha cantato nello Stabat Mater di Rossini nella Basilica di Sant'Apollinare di Ravenna, Violetta in Teresa Valery di Teresa Mannino, rivisitazione della Traviata, al Teatro Massimo di Palermo e Dirindina in La Dirindina di Scarlatti al Politeama Garibaldi di Palermo. Nel 2016 canta La traviata al Teatro Comunale di Adria, Babbelish al Teatro Massimo di Palermo, Hanna Glawari in La vedova allegra in tournée in Friuli Venezia Giulia e Slovenia ma anche a Napoli, Musetta in La bohème e Gilda in Rigoletto al Teatro Politeama Greco di Lecce. Tra gli altri ruoli interpretati, Rosina in Il barbiere di Siviglia, Mademoiselle Silberklang in Der Schauspieldirektor di Mozart al Teatro Massimo di Palermo, Adina in L’elisir d’amore, Elvira in L’italiana in Algeri, Silvia in Zanetto di Mascagni, Vivetta in L’arlesiana di Cilea, Serpina in La serva padrona.

Isabel De Paoli

 

Nata nel 1984, intraprende giovanissima lo studio del canto lirico con Gabriella Rossi Van Ellinkhuizen. Consegue il diploma in canto lirico e la laurea di II livello presso l'Istituto di Studi Musicali Vittadini di Pavia. Nel 2008 debutta in Rigoletto come Maddalena, seguono i ruoli di Lola in Cavalleria rusticana al Siri Fort di Nuova Delhi, Giovanna in Rigoletto, Ines ne Il trovatore, Flora ne La traviata con regia di Cristina Mazzavillani Muti per il Ravenna Festival. In qualità di solista, esegue in concerto Echi notturni di incanti verdiani dalla casa delle Roncole di Verdi, trasmesso su RAI1; la Nona Sinfonia di Beethoven (Orchestra Sinfonica Siciliana - Coro del Teatro Massimo di Palermo), la Messa dell’Incoronazione e il Requiem di Mozart al Duomo di Monreale, le Siete Canciones populares Españolas di M. De Falla al Teatro Bellini di Catania. Tra le interpretazioni recenti: Marcellina ne Le nozze di Figaro al Teatro dell’Opera di Roma e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, trasmesso su RAI 5 con la regia di G. Ferrara e la direzione di James Conlon; Mrs Quickly nel Falstaff diretto da Riccardo Muti a Ravenna ed a Oviedo, regia di C. Mazzavillani Muti; ruolo interpretato con successo anche a Piacenza, Savona, Reggio Emilia, Ferrara, Ancona e Savonlinna Opera Festival. Nel 2016 debutta Azucena ne Il trovatore al Teatro Bellini di Catania, Il trittico di Puccini al Teatro dell'Opera di Roma (regia di D. Michieletto ,direzione di D. Rustioni). Nel 2017 la Terza Dama ne Il flauto magico al Teatro Verdi di Trieste e Tisbe ne La Cenerentola di Rossini nei teatri di Lucca, Ravenna, Cosenza, Trapani e Piacenza.

Tra i prossimi impegni: Azucena ne Il trovatore e Flora ne La traviata al Verdi di Trieste; Tisbe ne La Cenerentola al Teatro Municipale di Piacenza.

Giovanni Romeo

 

Intraprende lo studio del canto lirico e della tecnica vocale all’età di quindici anni col soprano Cristina Dominguez, sua attuale insegnante. Si perfeziona presso l’Accademia del Teatro alla Scala con Luciana D’Intino, Luciana Serra e Renato Bruson, grazie alla speciale borsa di studio “Paolo Montarsolo”. Partecipa a masterclass con Christa Ludwig, Thomas Hampson, Alessandro Corbelli, Giuseppe Sabbatini e studia e collabora con importanti pianisti come Vincenzo Scalera e Giulio Zappa.

Incomincia la sua carriera debuttando al Teatro Bibiena di Mantova ne La serva padrona di Paisiello (2010), sotto la regia di Enzo Dara, col quale si specializza nei ruoli comici e brillanti. In seguito, debutta molti ruoli da protagonista in importanti progetti operistici per giovani cantanti, quali lo Young Singer Project del Festival di Salisburgo (2014) e l’Ópera Estudio di Tenerife (2013).

Sin da giovane calca le scene di teatri quali il Teatro Bibiena di Mantova, l’Olimpico di Vicenza, il Malibran di Venezia, il Filarmonico di Verona, il Teatro alla Scala di Milano, l’Auditorium Rai di Torino, il piccolo Circuito Lirico Lombardo Aslico, l’Auditorium di Tenerife, l’Opera di Oviedo e Gijon, la Glasunov Hall e la Sala Rubinstein di San Pietroburgo, il Festspiele di Salisburgo, l’NCPA di Pechino.

Il suo repertorio spazia da Pergolesi a Dalla Piccola, da Mozart a Stravinsky.

Recentemente ha cantato ne Il barbiere di Siviglia (Bartolo) al Teatro alla Scala di Milano, con la regia di Ponnelle, affiancando artisti come Leo Nucci e Ruggero Raimondi, in Don Giovanni (Masetto) a Bilbao, con Simon Keenlyside e la regia di Jonathan Miller, La gazza ladra (Ernesto) al Teatro alla Scala e Il viaggio a Reims a Verona.

Tra i futuri impegni citiamo Il barbiere di Siviglia alla Deutsche Oper di Berlino e La fille du régiment a Pechino.

Pietro Adaini

 

Giovane tenore siciliano, ha intrapreso gli studi canori e musicali con il baritono Salvo Todaro; nel 2011 ha partecipato ad una Masterclass con il tenore Marcello Giordani mentre attualmente si sta perfezionando con Salvatore Fisichella.

Particolarmente apprezzato per le sue doti vocali, negli anni 2011 e 2012 è stato finalista del Concorso Lirico Internazionale“Voci dal Mediterraneo – Premio Archimede” di Siracusa, guadagnandosi la menzione speciale come “giovane promessa”Nel 2014 ha vinto la borsa di studio EOS presso il Teatro Carlo Felice di Genova dove ha debuttato il ruolo di Rodolfo ne La bohème e quello di Nemorino ne L’elisir d’amore.

All’inizio del 2015 ha riscosso un personale successo di pubblico a Treviso e Ferrara col suo Albazar nel rossiniano Il turco in Italia.

Ha partecipato al Grand Prix dell’Opera a Parma, a Cagliari si è esibito nella Messa di gloria di Puccini, allo Sferisterio di Macerata è stato Beppe e Arlecchino nei Pagliacci di Leoncavallo ed Ernesto nelle riprese del Don Pasquale bergamasco a Como, Cremona, Pavia e Jesi.

Recentemente ha cantato La Cenerentola a Verona e La fille du régiment con la regia di Filippo Crivelli e le scene di Franco Zeffirelli a Palermo e in Oman, Olivo e Pasquale a Bergamo, Falstaff a Genova, La Cenerentola a Lucca e Ravenna, Il turco in Italia a Bergen, Il viaggio a Reims a Verona, Il barbiere di Siviglia a Firenze. Tra i suoi prossimi impegni La fille du régiment a Roma e al NCPA di Pechino, nonché altri debutti in ruoli del repertorio rossiniano e belcantista.

Marianna Pizzolato

Si è diplomata in canto con il massimo dei voti al Conservatorio Bellini di Palermo, debuttando nella stagione 2002/2003 protagonista in Tancredi a Piacenza.

Tra le artiste più acclamate della sua generazione, ha collaborato con importanti direttori quali R. Abbado, Benini, Campanella, Gardiner, Gatti, Gelmetti, Mariotti, Muti, Pappano, Renzetti, Santi, Rizzi, Zedda. Versatile interprete del repertorio rossiniano, al Rossini Opera Festival di Pesaro debutta ne Il viaggio a Reims (2003) ed è poi protagonista di Tancredi, L’italiana in Algeri, La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia.Attiva anche nel repertorio belcantistico, ha cantato Lucrezia Borgia a Las Palmas, Santiago del Cile e Liegi, Maria Stuarda (Elisabetta), a Liegi e al Liceu di Barcellona, Ermione a La Coruña. Nel 2013 debutta negli Stati Uniti, a Santa Fe, in un'acclamata produzione de Ladonna del lago e come Fenena in Nabucco, al fianco di Plácido Domingo alla Royal Opera House di Londra, ruolo cantato poi in una nuova produzione di D. Abbado al Liceu di Barcelona. È stata protagonista dello Stabat Mater di Pergolesi in tour a Monaco e Berlino diretta da Pappano, che l'ha scelta anche per lo Stabat Mater di Rossini al Festival di Salisburgo e per il Requiem di Mozart all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Al Teatro Massimo di Palermo ha interpretato Orphée et Eurydice e Seconda e Terza Sinfonia di Mahler.

Tra i successi degli ultimi mesi si ricordano L'italiana in Algeri al Teatro dell’Opera di Firenze con Campanella e al Metropolitan di New York con Levine; Zelmira a Lione; Tancredi a Santiago de Chile; Stabat Mater di Rossini ad Edimburgo con l’Accademia di Santa Cecilia e Pappano e al Tanglewood Festival con la Boston Symphony Orchestra diretta da Dutoit; La petite messe Solennelle e Il viaggio a Reims a Mosca; Requiem di Mozart con G. Antonini a Liestal (Svizzera). È stata protagonista del progetto Monteverdi450, guidato e diretto da Gardiner in un tour mondiale che ha interessato le più prestigiose piazze internazionali.

I prossimi impegni prevedono: La donna del Lago e lo Stabat Mater di Rossini a Liegi; Falstaff al Teatro Real di Madrid; Requiem di Verdi al Teatro Massimo di Palermo con Mehta, con Conlon a Torino e a Zurigo con Gardiner; Stabat Mater di Rossini a Tokyo e a Torino; Serse in un tour Europeo con il Pomo d’Oro; L’Italiana in Algeri a Madrid, San Sebastian, e a Parigi al Théâtre des Champs Élysées con Mariotti; la Missa solemnis in do minore a Salisburgo;la Rapsodia per contralto di Brahms al Massimo di Palermo; una serie di concerti a Copenaghen, Anversa, Lucerna.

 

Vincenzo Taormina

 

Nato a Palermo, inizia parallelamente agli studi in architettura lo studio del canto con Paride Venturi; si perfeziona in seguito presso il Teatro alla Scala di Milano e l‘Accademia Verdiana di Busseto.

Inizia una brillante carriera cantando Les pêchéurs de perles al Teatro la Fenice di Venezia, a Parma e Modena; Polyeucte a Martina Franca; Parisina a Bergamo; Ugo, Conte di Parigi al Bellini di Catania, La Juive a Venezia; I puritani a Palermo ed al Festival di Savonlinna; La gazza ladra al Comunale di Bologna;
 Manon di Massenet alla Scala e a Palermo; Il turco in Italia al Carlo Felice di Genova, al Teatro Regio di Torino; Così fan tutte a Palermo; L'elisir d'amore al Maggio Musicale Fiorentino e a Verona; Il barbiere di Siviglia alla Scala, Verona, Venezia, in tournée ad Abu Dhabi, all'Opera di Roma; La bohème all'Arena di Verona, alla Scala, al Petruzzelli di Bari, a Palermo, Catania, al Festival di Glyndebourne e a Cagliari; Il matrimonio inaspettato di Paisiello a Salisburgo; Gianni Schicchi, Le convenienze ed inconvenienze teatrali, L'italiana in Algeri e La scala di seta al Teatro alla Scala; La traviata con il Covent Garden di Londra in tourneè in Giappone, a Saint-Etienne e Palermo; Lucia di Lammermooralla Deutsche Oper di Berlino; La rondine a Toulon; Don Giovanni (Masetto) all‘Arena di Verona; Pagliacci (Silvio) a Taormina e al San Carlo di Napoli; Turandot all'Arena di Verona; Falstaff (Ford) a Busseto; Madama Butterfly al Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro Massimo di Palermo e al San Carlo di Napoli; La fille du régiment al Teatro alla Scala, a Palermo e alla Royal Opera House di Muscat; La vedova allegra al Verdi di Salerno; Simon Boccanegra (Paolo) all'NCPA di Pechino La pietra del paragone e La bella addormentata nel bosco al Teatro Lirico di Cagliari. Ha lavorato con importanti direttori d’orchestra quali: Muti, Arrivabeni, Chailly, Campanella, Mariotti, Neschling, Webb, Oren, Renzetti, Steinberg, Wilson, Battistoni, Allemandi, Chung, Santi, Fourniller e registi quali Crivelli, Joel, Ronconi, Michieletto, Gandini, Albanese, Mariani, McVicar, Zeffirelli, Morassi, Sparvoli, Livermore, Corsetti.

Tra i suoi impegni recenti e futuri: Turandot e La forza del destino (Fra’ Melitone) a Genova; Madama Butterfly al Seoul Arts Center; Il turco in Italia a Digione; LaCenerentola (Don Magnifico) a Brescia, Pavia, Cremona, Bergamo e Como; Il barbiere di Siviglia a Venezia.


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