L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Ashkenazy e Rachlin in concerto

Venerdì 6 aprile, alle ore 20, e domenica 8 aprile, alle ore 16.30, Vladimir Ashkenazy sarà sul podio del Maggio per le prime due date del ciclo dedicato a Cajkovskij e Stravinskij della Stagione 2017/18. In programma per il 6 aprile lo Scherzo à la russe per orchestra e il Concerto in re maggiore per violino e orchestra di Stravinskij, con Guy Braunstein come solista, e la Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36 di Cajkovskij. In programma per l’8 aprile il Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra, con Julian Rachlin come solista, e la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Cajkovskij.

Venerdì 6 aprile, alle ore 20, e domenica 8 aprile, alle ore 16.30, Vladimir Ashkenazy sarà sul podio del Maggio per le prime due date del ciclo dedicato a Cajkovskij e Stravinskij della Stagione 2017/18. Il celebre pianista e direttore sostituisce il maestro Zubin Mehta ancora indisposto. Per la prima data il programma si apre con lo Scherzo à la russe per orchestra di Stravinskij, il cui titolo è un omaggio a Cajkovskij al quale si deve una composizione similare; lo Scherzo appartiene alla ristretta cerchia delle “musiche per film” inutilizzate del catalogo di  Stravinskij completamente allergico a questa nuova categoria del Novecento, che definiva un’“eresia uditiva”.  Segue il suo Concerto in re maggiore per violino e orchestra con Guy Braunstein come solista: si tratta di un lavoro fra i meno ascoltati del musicista, ma per il quale egli stesso nutriva grande rispetto.

Scritto nel 1931, due anni dopo la morte di Djagilev (che era stato di una morbosa gelosia nei confronti di qualunque sua opera non da lui ispirata), il Concerto per violino persegue l’ideale neoclassico di un’arte oggettiva - sulla linea di Bach, Vivaldi, Pergolesi - che non concede troppa confidenza al mondo dei sentimenti, verso il quale l’autore guardava con sospetto. In chiusura la Sinfonia n. 4 di Cajkovskij in cui una simbologia sonora evoca l’annuncio di un qualche grande avvenimento, o di una cerimonia solenne, o di una profezia di sciagura, se non addirittura del temuto Giudizio Finale della tradizione ebraico-cristiana.

Nella data dell’8 aprile, ore 16.30, il programma tutto imperniato sulle composizioni di Cajkovskij si apre con il Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra, con Julian Rachlin come solista: una pagina molto nota al pubblico. Si tratta di una delle sole tre composizioni di questo tipo per violino e orchestra del compositore, insieme alla Sérénade mélancolique e al Valse-Scherzo, completata in meno di un mese sul lago di Ginevra. Segue la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 dalla natura questa volta affermativa e vittoriosa e che nonostante i toni anche enfatici, riflette in pieno lo spirito del compositore di essere stravolto e condizionato da circostanze esteriori o interiori che lui difficilmente controllava. Nel periodo immediatamente precedente alla stesura della Quinta, Cajkovskij aveva iniziato a prodursi come direttore d’orchestra, attività che tuttavia detestava, ma che gli era stata consigliata per farsi conoscere. Nell’inverno 1887-88 aveva trascorso quattro mesi in giro per l’Europa, dove si era notevolmente consolidata la sua fama. Aveva incontrato Brahms che rispettava ma non amava, Grieg che adorava, Dvořák, da cui ebbe grandi onori. È possibile che lo spettacolare tono d’ostentazione nel finale della Quinta (del quale l’autore sembra essersi poi pentito) possa in qualche modo ricondursi a questa sua esperienza di direttore, classico mestiere che può degenerare in un “delirio d’onnipotenza”.

Vladimir Ashkenazy  per gli appuntamenti del 6 e 8 aprile e il maestro Mikhail Jurowski uno dei più eminenti direttori della grande scuola russa, il 12 e 15 aprile sostituiranno il maestro Zubin Mehta, nei concerti previsti nell’ambito della stagione sinfonica 2017-2018. La notizia della rinuncia del maestro Mehta che tutto il teatro e la città attendevano di riabbracciare per i concerti sinfonici è arrivata alla Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino il 23 marzo, con una nota  in cui si informava che il Maestro aveva deciso di cancellare i propri impegni di aprile per concentrarsi nelle ultime cure che i medici gli hanno prescritto.

Il M° Ashkenazy dirigerà l’Orchestra del Maggio anche nella prevista tournée a Barcellona il 9 aprile.

I programmi di sala di tutti i concerti sono riuniti in un unico volume con importanti contributi critici, notizie storiche, la discografia delle esecuzioni, i testi delle liriche e le biografie degli interpreti. Il volume è in vendita presso il Bookshop del Teatro al conveniente prezzo di 15 euro.

PROGRAMMA – 6 APRILE 2018 ORE 20

Igor Stravinskij

Scherzo à la russe per orchestra

Concerto in re maggiore per violino e orchestra

Toccata / Aria I / Aria II / Capriccio

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36

Andante sostenuto. Moderato con anima / Andantino in modo di canzona /

Scherzo: Pizzicato ostinato e Trio / Finale: Allegro con fuoco

Direttore Vladimir Ashkenazy

Violino Guy Braunstein

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

PROGRAMMA – 8 APRILE 2018 ORE 16.30

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra

Allegro moderato / Canzonetta: Andante / Finale: Allegro vivacissimo

Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64

Andante. Allegro con anima / Andante cantabile con alcuna licenza.

Moderato con anima. / Valse: Allegro moderato / Finale: Andante maestoso.

Allegro vivace.

Direttore Vladimir Ashkenazy

Violino Julian Rachlin

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prezzi: Platea 1:€ 50/ Platea 2: € 45/ Platea 3:€ 35/ Platea 4:€ 25/Palchi:€ 20/Galleria: € 15/ Visibilità limitata:€ 10/Solo ascolto:€ 5

VLADIMIR ASHKENAZY

Uno dei pochi artisti che può vantare successi sia come pianista che come direttore d’orchestra, Vladimir Ashkenazy, nato in Russia, ha ereditato le sue doti musicali sia dal padre David, pianista professionista di musica leggera che dalla madre Evstolia insegnante nei corsi corali della Chiesa ortodossa russa. Divenuto celebre a livello internazionale grazie alla partecipazione al Concorso Chopin di Varsavia nel 1955 e alla vittoria nel Concorso Regina Elisabetta di Bruxelles nel 1956, ha iniziato da allora una straordinaria carriera non solo come uno dei pianisti più rilevanti del XX secolo, ma anche come un artista la cui vita creativa abbraccia un vasto spettro di attività e continua a essere motivo di ispirazione per gli amanti della musica in tutto il mondo. La direzione d’orchestra ha occupato la gran parte della sua attività da oltre 35 anni ed egli continua la sua stretta collaborazione con la Philharmonia Orchestra, che lo ha nominato Conductor Laureate nel 2000: oltre alle sue performances ogni anno con la Philharmonia a Londra e in tutto il Regno Unito, Vladimir Ashkenazy ha guidato l’orchestra in innumerevoli tournées in tutto il mondo. Nella stagione 2017/18 la dirigerà in un importante ciclo di concerti: Voices of Revolution: Russia 1917 al Southbank Centre. In passato, Ashkenazy e la Philharmonia hanno sviluppato progetti, divenuti di riferimento nel mondo musicale, quali Prokofiev and Shostakovich Under Stalin (portato anche a Colonia, New York, Vienna e Mosca) e Rachmaninov Revisited (presentato anche a Parigi), nonché realizzato un lungo tour in Cina, una tournée europea con i solisti Evgeny Kissin e Vadim Repin e una in America Latina con Nelson Freire e Esther Yoo. Vladimir Ashkenazy è anche Conductor Laureate dell’Orchestra Sinfonica di Islanda e della NHK e Principal Guest Conductor dell’Orchestra della Svizzera Italiana. Recentemente ha lasciato l’incarico, protrattosi con grande successo per 15 anni, di Music Directorship della

European Union Youth Orchestra; è stato inoltre Principal Conductor and Artistic Advisor della Sydney Symphony Orchestra (2009-13), Chief Conductor della Filarmonica Ceca e Music Director della NHK Symphony Orchestra. Mantiene stretti legami con altre importanti orchestre, fra cui la Cleveland Orchestra (di cui è stato in passato Principal Guest Conductor) e la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin (Chief Conductor and Music Director dal 1988 al 1996) e collabora come Direttore ospite con le più prestigiose orchestre internazionali. Vladimir Ashkenazy non ha interrotto la sua attività pianistica, anche se essa si svolge oggi principalmente nelle sale di registrazione, dove accresce il suo vastissimo catalogo discografico che comprende, fra l’altro, le incisioni dei Preludi di Šostakovič (premiati con il Grammy Award), il Concerto n. 3 per pianoforte di Rautavaara (da lui commissionato), il Clavicembalo ben temperato di Bach, Transcriptions di Rachmaninov, le Variazioni Diabelli di Beethoven, l’album Ashkenazy: 50

Years on Decca - un cofanetto di 50 CD per celebrare la sua lunga collaborazione con la casa discografica -, l’incisione delle opere per pianoforte di Rachmaninov (in cui dirige anche pagine orchestrali del compositore) e, nel 2017, le Suites francesi di Bach, un nuovo box: Vladimir Ashkenazy’s Complete Concerto recordings e una personale selezione di pagine solistiche e da camera. Oltre ai suoi impegni concertistici, Vladimir Ashkenazy ha preso parte a numerosi progetti televisivi, nella convinzione che la musica classica debba avere spazio nei più importanti media e sia fruibile da un pubblico il più vasto possibile, collaborando strettamente con il celebre documentarista Christopher Nupen ed essendo coinvolto in programmi quali Music After Mao (filmato a Shanghai nel 1979) e Ashkenazy in Moscow, in occasione del suo primo ritorno in Russia da quando aveva abbandonato l’Unione Sovietica negli anni Sessanta. Più di recente ha sviluppato programmi educativi con NHK TV, fra cui, nel 1999, Superteachers, realizzato con gli studenti delle scuole di Londra, e, nel 2003-4, un documentario sul suo progetto Prokofiev and Shostakovich Under Stalin.

GUY BRAUNSTEIN

Nato a Tel Aviv, ha studiato violino dapprima sotto la guida di Chaim Taub e poi a New York con Glenn Dicterow e Pinchas Zukerman. Ha iniziato ad esibirsi come solista internazionale e musicista da camera in giovane età e da allora ha suonato con prestigiose orchestre, fra cui, la Israel Philharmonic, la Tonhalle di Zurigo, i Bamberger Symphoniker, le Orchestre della Radio di Copenaghen e Francoforte, la Filarmonica della Scala e i Berliner Philharmoniker. I suoi successi lo hanno portato rapidamente ad esibirsi nelle sale da concerto più importanti del mondo e a collaborare con musicisti quali Isaac Stern, Sir András Schiff, Zubin Mehta, Maurizio Pollini, Vladimir Fedoseev, Yefim Bronfman, Daniel Barenboim, Lioba Braun, Sir Simon Rattle, Mitsuko Ushida, Andrey Boreyko, Lang Lang, Jonathan Nott, Emmanuel Ax, Gary Bertini, Pierre-Laurent Aimard, Semyon Bychkov e Angelika Kirschlager. Tra il 2003 e il 2007 è professore di musica all’Universität der Künste di Berlino e dal 2006 è direttore musicale del Festival Rolandseck in Germania, dove ha invitato star internazionali come Emmanuel Pahud, Hélène Grimaud, Amihai Grosz e François Leleux. Guy Braunstein è stato il più giovane musicista ad essere nominato primo violino dei Berliner Philharmoniker nel 2000, incarico che ha lasciato alla fine della stagione 2012-13. Nella stagione 2016/17 si è esibito con la Danish Naetional Symphony, l’Orchestre National du Capitole de Toulouse, la Bournemouth Symphony, la Noord Nederlands Orkest e la Filarmonica del Teatro la Fenice di Venezia. Sempre più richiesto come direttore d’orchestra, ha guidato, fra le altre, l’Orquesta Sinfónica de Galicia, la Trondheim Symphony, gli Hamburger Symphoniker e la Lahti Symphony. Tiene inoltre recitals di musica da camera in tutta Europa, mentre per la stagione 2017/18 è Artist-in-residence della Trondheim Symphony Orchestra, con la quale è impegnato come direttore e solista in un vasto repertorio. Altri momenti salienti della stagione 2017/18 includono concerti con la Tampere Philharmonia, il debutto con la Queensland Symphony Orchestra, un recital alla Pierre Boulez Saal di Berlino e la sua prima performance all’Elbphilharmonie con gli Hamburger Symphoniker, di cui è “artista associato”. Guy Braunstein suona un raro violino di Francesco Roggieri del 1679.

JULIAN RACHLIN

Nato in Lituania, si trasferisce a Vienna nel 1978, dove studia violino al Conservatorio con Boris Kuschnir e Pinchas Zukerman. Dopo aver vinto il premio “Giovane musicista dell’anno” all’Eurovision Competition del 1988, diventa il solista più giovane che abbia mai suonato con i Wiener Philharmoniker, debuttando sotto la direzione di Riccardo Muti e, su consiglio di Mariss Jansons, comincia a studiare direzione d’orchestra con Sophie Rachlin. Dal 1999 insegna violino alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna. È uno dei maggiori solisti degli ultimi tempi e ha collaborato con prestigiose orchestre e direttori. È Direttore principale ospite della Royal Northern Sinfonia e della Turku Philarmonic Orchestra, nonché organizzatore del “Julian Rachlin & Friends Festival” a Palma de Mallorca. La stagione 2017/18 lo vede impegnato nelle inaugurazioni delle Stagioni sinfoniche dell’Orchestra Filarmonica di San  Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov e dell’Orchestra Sinfonica di Barcellona diretta da Kazushi Ono e in una tournée con la Filarmonica della Scala e Riccardo Chailly. Artist in residence al Festival di Primavera di Praga, suonerà inoltre in un ciclo di suoi concerti al Musikverein di Vienna. Come direttore, farà un tour in Europa con la English Chamber Orchestra e sarà direttore ospite della Royal Philharmonic, della State Academic Symphony Orchestra di Russia, dei Wiener Symphoniker, della Filarmonica di Mosca, della Filarmonica Ungherese, della Royal Liverpool Philharmonic, dell’Orchestra della Svizzera Italiana, dei Virtuosi di Mosca, della National Taiwan Symphony e della Filarmonica di Praga. Oltre al violino, suona anche la viola e i suoi dischi, registrati per Sony Classical, Warner Classics e Deutsche Grammophon, sono stati apprezzati da critica e pubblico. Goodwill Ambassador dell’Unicef, è impegnato in progetti educativi e di aiuti umanitari. Suona uno Stradivari “ex Liebig” del 1784 e una viola Lorenzo Storioni del 1785 per concessione del Dkfm. Angelika Prokopp Privatstiftung.


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