L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Prima rappresentazione in tempi moderni per Piccinni

Per la prima volta in tempo moderni va in scena al Teatro Malibran Il regno della luna di Niccolò Piccini, la nuova produzione lirica rivolta prevalentemente al giovane pubblico delle scuole e delle famiglie, realizzata dalla Fenice in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2017-2018. Dramma giocoso in tre atti su libretto anonimo, Il regno della luna andò in scena per la prima volta al Teatro Ducale di Milano nel 1770. A Venezia verrà proposta in un nuovo allestimento con la regia di Davide Garattini Raimondi, le scene e il disegno luci di Paolo Vitale e i costumi di Giada Masi, con Giovanni Battista Rigon alla testa dell’Orchestra e Coro del Conservatorio Benedetto Marcello. Lo spettacolo – un progetto di ricerca OperaStudio a cura di Franco Rossi e Giovanni Battista Rigon – sarà in scena giovedì 17 e venerdì 18 maggio 2018 alle ore 11.00 per le scuole e sabato 19 maggio alle ore 19.00 per il pubblico.

Il libretto del Regno della luna è radicalmente diverso da quello del Mondo della luna di Carlo Goldoni, rappresentato invece per la prima volta con la musica di Baldassare Galuppi a Venezia nel 1750. Mentre in Goldoni il tema dell’opera propone al protagonista una burla volta a risolvere alcuni problemi amorosi dei pretendenti alla mano delle due figlie, nel Regno invece la storia è agita ‘realmente’ in un mondo lunare che propone vistose differenze con quello terrestre: in una temperie ampiamente pre-femminista, lassù sono le donne a governare, e lo fanno sicuramente meglio di quanto non avvenga nel mondo terrestre.

«Nel dramma giocoso di Piccinni – spiega il regista Davide Garattini Raimondi – si parla del magico mondo della luna, lontano e distante a quell’epoca ma che nel luglio del 1969 fu veramente ‘conquistato’. Non solo, il decennio che si è aperto subito dopo ha segnato grandi cambiamenti per l’umanità; così ci siamo fatti ‘acchiappare’ da questo suggerimento e, un po’ per gioco, abbiamo provato ad ambientarlo negli anni Settanta; magicamente tutto ha preso una nuova forza sia in termini di comunicazione per lo spettatore sia in termini di regia, di scene e di costumi. […] Gli anni Settanta sono stati e hanno rappresentato un giro di boa a livello di società non solo percepita, ma reale. Molti dialoghi hanno affinità tra questa decade individuata e il libretto originale, pensiamo al femminismo e alla rivoluzione sessuale che ben si adatta all’atteggiamento che Frasia e Lesbina hanno nei confronti di Astolfo. Pensiamo alla guerra cui inneggia Spaccone, il parallelismo con la Guerra Fredda, quella del Vietnam e i neonati movimenti pacifisti. Le scoperte scientifiche che in alcuni casi hanno perso di vista il progresso, ma si sono concentrate esclusivamente sul guadagno e qui appare chiaro il personaggio di Stellante; insomma un decennio denso che per noi adulti è vivo e prossimo, per i neo-adolescenti è lontano, ma che merita di essere conosciuto e approfondito».

Nel cast figurano Jie Bao nel ruolo di Astolfo, Dahee Min in quello di Astolfina, Zhen Zhang in quello di Stellante. Fang Guo sarà Spaccone; Jae Hun Jeong, Mercione; Sara Fogagnolo, Frasia; Ying Quan, Lesbina. Maestro del Coro è Francesco Erle.


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