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Fidelio alla Scala

Fidelio, titolo sconosciuto all’Italia ottocentesca (in tutto il secolo si contano solo una rappresentazione a Bologna e una a Milano) è opera di costante se non frequente rappresentazione alla Scala ed è, per tradizione e per necessità, appannaggio dei più grandi Maestri. Il debutto avviene solo nel primo centenario della morte di Beethoven, nel 1927, auspice Arturo Toscanini e con Francesco Merli e Elisabetta Ohms Pasetti. Nel 1939 Wilhelm Sieben dirige Iva Pacetti e Giovanni Voyer in uno spettacolo di Mario Frigerio, scene di Nicola Benois; l’opera torna per l’ultima volta in italiano dieci anni più tardi con Jonel Perlea sul podio, scene e costumi di Felice Casorati e un cast di lusso: Maria Rigal e Mirto Picchi sono affiancati da Boris Christoff, Giuseppe Taddei e Hilde Güden. Nel 1952 Herbert von Karajan è direttore e regista della prima produzione scaligera in tedesco, che schiera Martha Mödl e Wolfgang Windgassen nelle parti principali; ancora Karajan nel 1960 si avvale della regia di Paul Hager con Birgit Nilsson e Jon Vickers in palcoscenico. Il titolo torna per l’inaugurazione della Stagione 1974/75: dirige Karl Böhm, la regia è di Günther Rennert, cantano Leonie Rysanek e James King. Nel 1977 la Scala accoglie i complessi della Wiener Staatsoper che, guidati da Leonard Bernstein, presentano lo spettacolo di Otto Schenk con Gundula Janowitz e René Kollo protagonisti. Fidelio resta assente dalla Scala fino al 1990, quando Lorin Maazel dirige Jeanine Altmeier e Thomas Moser nello spettacolo di Giorgio Strehler; ancora Thomas Moser, accanto a Waltraud Meier, è protagonista nove anni più tardi dell’inaugurazione di stagione diretta da Riccardo Muti con la regia di Werner Herzog. L’ultima apparizione del titolo nella sala del Piermarini prima dell’edizione già citata del 7 dicembre 2014 diretta da Daniel Barenboim è un’esecuzione in forma di concerto realizzata dai complessi della Wiener Staatsoper guidati da Franz Welser-Möst il 9 settembre 2011 con Nina Stemme e Peter Seiffert.


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