L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Kavakos e Pace in concerto

mercoledì 20 marzo 2019 - ore 21

Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni - Torino

serie pari

Leonidas Kavakos violino

Enrico Pace pianoforte

Johannes Brahms (1833-1897)

Sonata n. 3 in re minore op. 108

Nikolaos Skalkottas (1904-1949)

Petite Suite n. 2

Béla Bartók (1881-1945)

Rapsodia n. 1 per violino e pianoforte BB 94a SZ 86

George Enescu (1881-1955)

Sonata n. 3 in la minore op. 25

Il ritorno a Torino (mercoledì 20 marzo 2019, Conservatorio, ore 21) del duo composto dal violista greco Leonidas Kavakos e dal pianista Enrico Pace è certamente uno degli eventi più attesi della stagione dell’Unione Musicale.

Unanimemente ritenuto un artista di raro talento, apprezzato in tutto il mondo per il suo ineguagliabile virtuosismo e la sua superba musicalità, Kavakos è una delle star più splendenti del panorama internazionale e continua a fare incetta dei premi più ambiti, tra i quali Premio Musicale Léonie Sonning per il 2017, l’onorificenza danese più importante in campo musicale, che in passato è stata assegnata ad artisti del calibro di Leonard Bernstein, Benjamin Britten, Yehudi Menuhin, Mstislav Rostropovich, Pierre Boulez, György Ligeti, Alfred Brendel, Daniel Barenboim e Simon Rattle.

Quello di Leonidas Kavakos con Enrico Pace – pianista apprezzato sia come solista sia come sensibile camerista – rappresenta uno dei sodalizi artistici più fortunati della scena concertistica attuale. Il pianista ne ha descritto “gli ingredienti”: «Penso che ci accomuni sia l’attenzione al raggiungimento di un comune fraseggio sia la volontà di rendere organici anche i più piccoli dettagli della partitura, oltre a un’ottima intesa umana».

L’incontro tra i due artisti è avvenuto nel 1999 per l’esecuzione del Doppio concerto di Mendelssohn e dal 2006 è diventato una collaborazione regolare, che ha fruttato al duo anche il Premio Abbiati nel 2012 per il progetto dedicato all’esecuzione delle Sonate di Beethoven per violino e pianoforte.

Nato e cresciuto in una famiglia di musicisti di Atene, Leonidas Kavakos a ventuno anni aveva già vinto tre famosi concorsi: il Sibelius nel 1985, il Premio Paganini e il Concorso di Naumburg nel 1988, riconoscimento che gli ha consentito di partecipare alla prima registrazione nella storia del Concerto per violino di Sibelius nella sua versione originale, che gli è valsa un Gramophone Award nel 1991.

Negli ultimi tempi il violinista ha avviato una carriera di rilievo anche come direttore, alla guida di prestigiosi ensemble in tutta Europa. Per la stagione 2018-2019 è “Artist in residence” della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks di Monaco, impegno che prevede numerose esibizioni sia come direttore sia come solista.

Cultore della liuteria e della creazione degli archetti, che considera tutt’oggi un grande mistero e un “segreto non svelato”, Kavakos possiede violini moderni creati da Leonhard, Greiner, Haahti e Bagué.

A Torino, sul suo Stradivari “Willemotte” del 1734, eseguirà brani che hanno in comune il richiamo al folklore.

La Sonata n. 3 in re minore op. 108, la terza e ultima Sonata per violino e pianoforte di Brahms. Traboccante di idee, la pagina si distingue dalle precedenti per questo organico per il piglio più esuberante, incisivo, spesso incline al virtuosismo (soprattutto nella parte pianistica), caratteristica che ha garantito negli anni la diffusione e l’apprezzamento del pubblico.

A seguire, la Petite Suite n. 2 di Skalkottas, considerato il maggiore compositore greco del Novecento. Il pezzo risale al 1946, dunque agli ultimi anni della breve vita del compositore, e testimonia il completo assorbimento della lezione dei suoi maestri Weill e Schönberg. Pagina di notevole difficoltà esecutiva, nata dalla penna di un compositore che era anche abile violista, la Suite ha un’espressività mediterranea derivante dal largo impiego di elementi vitalistici tratti dalla musica popolare greca.

In Bartók i lavori direttamente ispirati al folklore non si limitano al solo periodo di formazione, ma costellano, ad intervalli più o meno regolari, tutto il suo percorso artistico indirizzato già dagli anni Venni verso un coraggioso sperimentalismo linguistico e formale. Una prova è data dalle due Rapsodie per violino e pianoforte in cui i temi sono rigorosamente popolari, tanti e vari, la forma è quella bipartita delle Rapsodie ungheresi di Liszt, con una prima parte lenta e una veloce.

Infine si ascolterà la Sonata n. 3 op. 25di George Enescu, compositore rumeno di nascita, violinista di doti tecniche leggendarie, formatosi musicalmente a Vienna, trasferitosi giovanissimo a Parigi. La Sonata n. 3 op. 25rappresenta uno dei vertici dell’arte di Enescu e porta a compimento quella sintesi tra forma classica e ispirazione popolare che l’autore aveva cercato fin dagli esordi. Qui, come avviene frequentemente a partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, il pianoforte non riceve più il rilievo tributatogli in età classica ed è il violino a farsi carico dell'elaborazione musicale, oltre a diventare il veicolo tramite il quale vengono importati nella struttura sonatistica materiali musicali di ispirazione popolare. Nelle mani di Enescu la sonata diventa un'officina sperimentale in cui far convivere la tradizione "colta" occidentale e quella popolare di derivazione balcanica e orientale.

«L’elemento comune tra i brani in programma – ha dichiarato il maestro Enrico Pace in una recente intervista rilasciata in esclusiva per l’Unione Musicale – è l’uso di temi folkloristici dei quali fanno ampio uso sia Enescu, sia Bartók, sia Skalkottas (e certo anche Brahms, anche se non in maniera così evidente in questa Sonata). Skalkottas è stato per me una scoperta, in quanto, dopo aver superato una certa ostilità della scrittura pianistica, si scopre un mondo di grande forza espressiva e ritmica, celato dietro al linguaggio seriale. Anche la Terza sonata di Enescu evoca un’atmosfera popolare e deve apparire quasi come improvvisata al momento, anche se in realtà ogni minimo dettaglio di espressione è minuziosamente scritto nella partitura».

Regolarmente invitato dall’Unione Musicale a partire dal 1990, Kavakos è alla decima presenza in un cartellone dell’ente torinese. Il precedente recital (nel 2017, all’Auditorium Rai) aveva visto l’esecuzione di Sonate di Bartók, Debussy, Janáček e Schubert insieme alla pianista Yuja Wang.

poltrone numerate, euro 35

in vendita online su www.unionemusicale.it e presso la biglietteria di Unione Musicale

ingressi, euro 20 e riduzioni per i giovani fino a 21 anni

in vendita il giorno del concerto presso il Conservatorio dalle ore 20.30

BIGLIETTERIA

Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino

tel. 011 566 98 11 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ORARIO DI APERTURA:

martedì e mercoledì 13-17 - venerdì 10.30-14.30

www.unionemusicale.it

I PROTAGONISTI

Leonidas Kavakos è unanimemente ritenuto artista di raro talento ed è apprezzato in tutto il mondo per il suo ineguagliabile virtuosismo e la sua superba musicalità. Collabora con le orchestre più rinomate e con i direttori più importanti, è ospite regolare dei maggiori festival e delle più prestigiose sale concertistiche di tutto il mondo. Registra in esclusiva per Sony Classical.

I tre più importanti mentori della sua vita sono stati Stelios Kafantaris, Josef Gingold e Ferenc Rados. All’età di ventuno anni Leonidas Kavakos aveva già vinto tre prestigiosi riconoscimenti: il Concorso Sibelius nel 1985, il Premio Paganini e il Concorso di Naumburg nel 1988. Questo successo gli ha consentito di partecipare alla registrazione del Concerto per violino di Sibelius (1903/4) nella sua versione originale: si è trattata della prima registrazione nella storia di quest’opera che nel 1991 ha ricevuto un Gramophone Award.

Nella stagione 2018/19, durante la quale è ‘Artist in Residence’ della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks di Monaco, sono previsti impegni come direttore/solista in un programma con il Concerto per violino e la Sinfonia n. 7 di Beethoven e come solista con il Concerto per violino di Shostakovich sotto la direzione di Mariss Jansons e con il Concerto per violino di Berg sotto la direzione di Daniel Harding. Leonidas Kavakos si esibirà inoltre come solista con orchestre del calibro di Wiener Philharmoniker, Royal Concertgebouw Orchestra, London Symphony Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio France, Israel Philharmonic e San Francisco Symphony. Sarà in tournée in Cina dove effettuerà recital e concerti, tra le altre, a Guangzhou, Hangzhou, Pechino e Shangai.

Negli ultimi tempi Leonidas Kavakos ha costruito una carriera di rilievo anche come direttore, alla guida di ensemble di rilievo quali la London Symphony Orchestra, la New York Philharmonic, la Boston Symphony Orchestra, la Houston Symphony, la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, la Gürzenich Orchester, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Filarmonica del Teatro La Fenice, l’Orchestre de la Suisse Romande e l’Orchestra Sinfonica della Radio danese.

Nella stagione 2018/19 dirigerà l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Budapest Festival Orchestra, i Wiener Symphoniker, la Chamber Orchestra of Europe e la Dallas Symphony.

Leonidas Kavakos ha firmato un contratto di esclusiva discografica con Sony Classical nel giugno 2018, segnando un gradito ritorno nell’etichetta per la quale aveva registrato in precedenza il Concerto di Mendelssohn e i Concerti di Mozart insieme alla Camerata Salzburg. Nel settembre 2017 Leonidas Kavakos si è unito a Yo-Yo Ma ed Emanuel Ax per registrare i Trii di Brahms per la medesima casa discografica. Il primo progetto solistico per Sony prevede la registrazione del Concerto per violino e del Settimino di Beethoven insieme alla Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks nel corso di questa stagione, impegno al quale seguirà un progetto di registrazione dell’integrale delle Partite e Sonate di Bach.

La sua estesa discografia include anche le Sonate per violino di Beethoven eseguite con Enrico Pace, registrazione per la quale ha ricevuto un ECHO Klassik ‘Instrumentalist of the Year’. A questo album hanno fatto seguito il Concerto per violino di Brahms registrato con la Gewandhausorchester di Lipsia e Riccardo Chailly (ottobre 2013), le Sonate per violino di Brahms con Yuja Wang (marzo 2014) ed il CD "Virtuoso" (aprile 2016). Leonidas Kavakos è stato nominato Gramophone Artist of the Year nel 2014. Ha registrato per etichette discografiche quali Decca, BIS e ECM.

Leonidas Kavakos è stato insignito del Premio Musicale Léonie Sonning per il 2017. Questo prestigioso riconoscimento è l’onorificenza danese più importante in campo musicale e viene ogni anno riconosciuta a compositori, strumentisti, direttori o cantanti. Vincitori degli anni precedenti sono stati Leonard Bernstein, Benjamin Britten, Arthur Rubinstein, Yehudi Menuhin, Dmitri Shostakovich, Dietrich Fischer-Dieskau, Mstislav Rostropovich, Pierre Boulez, György Ligeti, Alfred Brendel, Daniel Barenboim e Simon Rattle.

Nato e cresciuto in una famiglia di musicisti di Atene, Leonidas Kavakos cura nella stessa città una masterclass annuale di violino e musica da camera, che attira violinisti ed ensemble di tutto il mondo e dimostra il suo profondo impegno nel tramandare la conoscenza e le tradizioni musicali. Parte di queste tradizioni sono l’arte del violino e della creazione degli archetti, che Leonidas Kavakos considera tutt’oggi un grande mistero e un ‘segreto non svelato’.

Leonidas Kavakos suona sul violino Stradivari ‘Willemotte’ del 1734 e possiede violini moderni create da F. Leonhard, S.P. Greiner, E. Haahti e D. Bagué.

Nato a Rimini, Enrico Paceha studiato con Franco Scala al Conservatorio di Pesaro, dove si è diplomato anche in composizione e direzione d’orchestra. Si è perfezionato all’Accademia Pianistica Internazionale "Incontri col Maestro” di Imola. Suo prezioso mentore in seguito è stato il didatta belga Jacques de Tiège.

Dopo la vittoria del primo premio al Concorso Internazionale Franz Liszt di Utrecht nel 1989, Enrico Pace si è esibito in tutta Europa in rinomate sale da concerto: Concertgebouw di Amsterdam, Teatro alla Scala di Milano, Herkulessaal di Monaco di Baviera, Philharmonie di Berlino. È stato invitato a suonare in numerosi Festival internazionali, tra cui Lucerna, Salisburgo, Edimburgo, La Roque d’Anthéron, Rheingau e il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo.

Molto apprezzato come solista, si esibisce con orchestre prestigiose, come la Royal Orchestra del Concertgebouw, la Filarmonica di Monaco, la BBC Philharmonic Orchestra, l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia di Roma, la MDR-Sinfonieorchester di Lipsia, la Camerata Salzburg, l’Orchestra Filarmonica di Varsavia.

Enrico Pace ha collaborato con numerosi direttori d’orchestra fra cui spiccano Roberto Benzi, Gianandrea Noseda, Zoltan Kocsis, Kazimirz Kord, Mark Elder, Lawrence Foster, Janos Fürst, David Robertson, Vassily Sinaisky, Stanislav Skrowaczewski, Bruno Weil, Walter Weller e Antoni Wit.

Agli impegni solistici affianca un’intensa attività cameristica; ha collaborato fra gli altri con il Quartetto Prometeo, il Quartetto Keller, la cornista Marie Luise Neunecker, la violinista Liza Fertschman, la clarinettista Sharon Kam, il violoncellista Daniel Müller Schott e il baritono Matthias Goerne. Ha preso parte a diversi Festival di Musica da Camera tra cui quelli di Delft, Risør, Kuhmo, Stresa e Moritzburg. Forma stabilmente un duo pianistico con Igor Roma.

Enrico Pace ha instaurato una fruttuosa collaborazione con il violinista Frank Peter Zimmermann, con il quale suona in Europa, Estremo Oriente e Sud America. Assieme hanno inciso la Sonata No. 2 di Busoni e le sei Sonate per violino e tastiera BWV 1014-1019 di Bach. Nel 2013 è uscito un nuovo cd dedicato ad Hindemith.

Si esibisce regolarmente in recital anche con il violinista Leonidas Kavakos. Il loro recente progetto dedicato alle sonate di Beethoven per violino e pianoforte si è concretizzato in un’incisione integrale per Decca e nell’assegnazione del Premio Abbiati della critica italiana.

L’Unione Musicale onlus è stata selezionata dalla Compagnia di San Paolo quale realtà d’eccellenza nel panorama dello spettacolo dal vivo. La stagione I Concerti 2018-2019 è sostenuta inoltre dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione Ferrero.


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