L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Rolando Panerai, tradizione e avventura

Il grande baritono è stato protagonista di alcuni spettacoli iconici del canone scaligero del ‘900 ma anche dei più interessanti percorsi di ricerca di nuovi repertori

tra Settecento e contemporaneo, tra Grande e Piccola Scala

Con Rolando Panerai scompare un protagonista di un’era irripetibile del teatro musicale e di alcuni degli spettacoli che hanno segnato la storia della Scala. Anche limitandosi alle prove al Piermarini, basterebbe un pugno di titoli a far comprendere il ruolo di Panerai: Lucia di Lammermoor con Callas e Karajan nel 1954, il Così fan tutte diretto da Cantelli alla Piccola Scala nel 1955, Falstaff diretto da Karajan con Gobbi e Schwarzkopf nel 1957, La bohème diretta da Karajan con Freni e Raimondi, senza dimenticare i titoli gavazzeniani: Butterfly e Simon Boccanegra. Ma altrettanto importante è il ruolo di Panerai, in duraturo sodalizio con Nino Sanzogno, nell’esecuzione di pagine contemporanee o settecentesche estranee al repertorio corrente. Se tra le prime prove di Panerai al Piermarini ci sono Poppea di Monteverdi e Alceste di Gluck dirette da Giulini, Arlecchino di Busoni diretto da Mitropoulos, La fiera di Sorocinski e Il calzare d’argento con Gavazzeni e Hansel e Gretel con Votto, è con Sanzogno che Panerai affronta sistematicamente il contemporaneo con opere di Paul Hindemith, Luciano Chailly, Sergej Prokof’ev, Kurt Weill, Ferruccio Busoni, Jacopo Napoli ed Ernst Bloch, e il settecento con Cimarosa e Piccinni. Immagine di una Scala che tra anni ’50 e ’60 era capace di onorare il repertorio tradizionale ma anche di esplorare con coraggio sentieri poco battuti del teatro musicale.

Il grande baritono fiorentino (nato a Campi Bisenzio nel 1924) ha debuttato alla Scala come Sommo Sacerdote di Dagone nella quarta recita di Sansone e Dalila il 23 aprile 1952. Dirigeva Victor de Sabata, i protagonisti erano Fedora Barbieri e Ramón Vinay. L’8 giugno dello stesso anno era Sharpless in Madama Butterfly, sempre con De Sabata, mentre il 30 cantava Gabrieli e Monteverdi nelle trascrizioni di Stokowski e Ghedini dirette dallo stesso Stokowski. Nel 1953 è Marcello ne La bohème diretta da De Sabata con Rosanna Carteri e Giuseppe Di Stefano e Masetto nel Don Giovanni diretto da Herbert von Karajan. Il sodalizio con von Karajan, che nello stesso anno prosegue con i Trionfi di Orff con Elisabeth Schwarzkopf, era destinato a segnare tutta la carriera di Panerai. Sempre del 1953 sono Manon di Massenet con Antonino Votto, Masaniello di Jacopo Napoli con Nino Sanzogno e L’incoronazione di Poppea di Monteverdi con Carlo Maria Giulini. Del 1954 è la leggendaria Lucia di Lammermoor diretta da Karajan con Maria Callas e Giuseppe di Stefano, uno dei vertici esecutivi della storia del teatro musicale, destinata a trionfali tournée scaligere a Berlino e Vienna, ma con Karajan Panerai è anche Figaro nelle Nozze, di nuovo con la Schwarzkopf. Sempre nel 1954 è accanto a Margherita Carosio in Amelia al ballo di Menotti, di nuovo con la Callas in Alceste di Gluck diretta da Giulini, e partecipa ancora a Cyrano di Alfano diretto da Votto e Arlecchino di Busoni diretto da Mitropoulos. Del 1955 sono L’elisir d’amore diretto da Giulini con la regia di Zeffirelli, La fiera di Sorocinzi (sic) di Musorgskij diretta da Gavazzeni e l’epocale Così fan tutte diretto da Cantelli alla Piccola Scala con Schwarzkopf, Alva, Merriman. Nel 1956 torna Masetto in Don Giovanni con Otto Ackermann e canta Elisir con Sanzogno, mentre del 1957 sono L’angelo di fuoco con Sanzogno e la regia di Strehler, La Cecchina o sia la buona figliuola ancora diretta da Sonzogno e, nuova pietra miliare, Ford in Falstaff diretto da Karajan, oltre a Il campanello di Donizetti alla Piccola Scala.

Nel 1958, sempre diretto da Sanzogno, canta in Mathis il pittore, Il conte Ory e ancora la Cecchina, mentre con Gavazzeni torna ad essere Sharpless. Il 1959 si apre con La bohème diretta da Votto, cui seguono Don Pasquale con Sanzogno, La sposa venduta con von Matačić, La scuola delle mogli di Mortari con Bartoletti, Hansel e Gretel con Votto. Nel 1960 canta ne Le astuzie femminili e nel nuovo Macbeth di Bloch sempre con Sanzogno. Il 1961 lo vede impegnato in Nina o sia la pazza per amore di Paisiello, Maria Egiziaca di Respighi e Così fan tutte con Sanzogno e in Madama Butterfly e Il calzare d’argento di Pizzetti con Gianandrea Gavazzeni. Nel 1962 è ancora Ford con Votto, ma canta anche in Serse di Händel diretto da Pietro Bellugi e nel Campanello dello speziale di Donizetti diretto da Sanzogno alla Piccola Scala. Sanzogno lo dirige nello stesso anno anche in Turandot di Busoni, Così fan tutte e Il buon soldato Svejk di Guido Turchi. Il 1963, iniziato come Maestro di Musica nell’Arianna a Nasso diretta da Scherchen, segna un’altra pietra miliare: La bohème nel nuovo allestimento di Franco Zeffirelli diretto da Karajan con Mirella Freni e Gianni Raimondi. Prima dell’ormai ricorrente Butterfly con Gavazzeni, Panerai ritrova la Carteri, la Barbieri e Piero Bellugi alla Piccola Scala per Il linguaggio dei fiori, versione musicale di Renzo Rossellini di Donna Rosita nubile di Lorca. L’anno si conclude sul palcoscenico del Piermarini con Era proibito, novità di Luciano Chailly su libretto di Dino Buzzati, sul podio ancora Sanzogno. Ormai celeberrimo, Panerai resta fedele alla parte “minore” di Masetto, che riprende nel 1963 con la direzione di Scherchen e colleghi come Ghiaurov, Price, Schwarzkopf e Freni. Seguono Ford con Sanzogno e la parte di David ne L’amico Fritz nel celebre 7 dicembre “verista” diretto da Gavazzeni. Terminate le rappresentazioni de L’amico Fritz, il 1964 lo vede nei panni di Bill nell’Ascesa e rovina della città di Mahagonny diretta da Sanzogno alla Piccola Scala: la regia è di Giorgio Strehler. Seguono ancora L’elisir d’amore con Sanzogno e la parte di Dandini ne La Cenerentola di Rossini diretta da Gavazzeni con Giulietta Simionato, prima di riprendere La bohème con Karajan. Butterfly torna l’anno seguente con Sanzogno, mentre con Gavazzeni Panerai canta Paolo Albani in Simon Boccanegra insieme a Guelfi e Ghiaurov. A Sanzogno sono affidate anche le riprese de La bohème del ’67, ’68 e ‘69 con il cast ormai tradizionale con Freni e Raimondi cui si inseriscono Mietta Sighele e Luciano Pavarotti. Del 1967 è anche il ritorno in Falstaff con Votto, mentre nel ’69 Panerai è Lescaut nella Manon di Massenet diretta da Peter Maag con Freni e Pavarotti. Nel 1971 alle riprese di Manon e di Bohème (sul podio Nino Verchi) si aggiunge una recita da Figaro nel Barbiere diretto da Abbado. Il 1972 si apre alla Piccola Scala con Il campanello dello speziale diretto da Luciano Rosada mentre il 1973 porta al Piermarini la parte di Malatesta nel Don Pasquale diretto da Bellugi con Ganzarolli, Kraus e la Guglielmi. Nel 1974 la Piccola Scala accoglie Il marito disperato di Cimarosa diretto da Pierluigi Urbini. La bohème torna nel 1975 con Georges Prêtre, Pavarotti e Ileana Cotrubaș, mentre il 1976 segna il ritorno a Mozart con Così fan tutte diretta da Karl Böhm con Margaret Price, Agnes Baltsa e Hermann Prey, cui fa eco un recital buffo alla Piccola Scala. Panerai tornerà con un cameo nella parte di Ping in Turandot diretta da Lorin Maazel con la regia di Franco Zeffirelli con Ghena Dimitrova, Katia Ricciarelli e Nicola Martinucci per l’inaugurazione della Stagione 1983/1984. L’ultima presenza di Rolando Panerai alla Scala risale al 2017, in occasione della serata organizzata dal Teatro in ricordo di Maria Callas.

foto Erio Piccagliani


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