La piccola Aida al Grande

AIDA

GIUSEPPE VERDI

6 dicembre 2019 ore 20.30

8 dicembre 2019 ore 15.30

Si chiude nei giorni 6 e 8 dicembre la Stagione Opera e Balletto 2019 del Teatro Grande con Aida, celebre melodramma verdiano. Un’occasione attesissima dal pubblico perché l’Opera non si vede abitualmente sui palcoscenici dei Teatri di Tradizione, tanto che l’ultima rappresentazione bresciana è datata 1957.

Opera drammatica in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni, Aida narra della vicenda della schiava etiope innamorata del condottiero “nemico”. A Verdi, tuttavia, non interessava l’elemento esotico/etnico, ma l’intimo dramma umano, il conflitto tra sentimenti privati e doveri pubblici, tra l’amore passionale e l’amore di patria. Se si pensa a questo titolo, solitamente lo si immagina per le grandi rappresentazioni all’aperto, eppure Aida è soprattutto la storia di un dramma privato, che investiga – come solo Verdi sa fare – i conflitti interiori e l’introspezione psicologica dei protagonisti Aida, Amneris e Radames. E' proprio questa dimensione intima, privata, dei tre personaggi, così amati dal grande pubblico, che l’allestimento di OperaLombardia mette in evidenza. Il monumentale capolavoro di Giuseppe Verdi si presenterà nell’elegante allestimento firmato per regia e scene dal grande Maestro Franco Zeffirelli che nel 2001 aveva ideato lo spettacolo per inaugurare il centenario verdiano al piccolo Teatro Verdi di Busseto, un allestimento in cui i limiti di spazio e di risorse diventano un’opportunità creativa per sondare altri terreni.

La regia di Zeffirelli viene ripresa nel 2019 da Stefano Trespidi, mentre i costumi originali di Anna Anni sono stati ripensati da Lorena Marin. Le coreografie sono invece curate da Luc Bouy e le luci da Fiammetta Baldiserri. La direzione d’orchestra è affidata alla bacchetta di Francesco Cilluffo, direttore giovane ma di chiara fama che nel 2018 ha guidato l’Orchestra dei Pomeriggi nel dittico La voix humaine/Cavalleria Rusticana ed è presente ormai nei cartelloni dei più importanti teatri e festival europei (non ultimo il dittico L’oracolo / Mala Vita diretto per il Wexford Festival Opera).

In locandina troviamo un cast di giovani ma affermate voci: nel ruolo della protagonista Maria Teresa Leva, Samuele Simoncini nel ruolo di Radamès, Cristina Melis in Amneris, Leon Kim impersonerà Amonasro, Fabrizio Beggi sarà Ramfis, Francesco Milanese Il Re d’Egitto, Alessandro Mundula Un Messaggero e Teresa di Bari Una Sacerdotessa.

I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Grande (aperta dal martedì al venerdì dalle 13.30 alle 19.00, il sabato dalle 15.30 alle 19.00, domeniche di spettacolo dalle 13.30 alle 15.30), on line su vivaticket.it e nelle filiali abilitate di Ubi Banca in Brescia e provincia.

Anche per questo titolo sarà attivo il progetto di accessibilità OPEN volto a rendere il Teatro e la suaStagione fruibili dai disabili visivi e uditivi. Oltre ai sopratitoli, la recita del 6 novembre prevede l’ascolto assistito tramite il sistema Mobile Connect di Sennheiser, mentre quella del 8 dicembre sarà audiodescritta per ciechi e ipovedenti. Venerdì 6 dicembre alle ore 18.30 è inoltre in programma la visita in LIS per sordi e ipoudenti, domenica 8 dicembre alle ore 11.00 è previsto, invece, per le persone non vedenti e ipovedenti un percorso tattile. Per maggiori informazioni e modalità di adesione al progetto OPEN, inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..


AIDA: PROVA GENERALE DI UN TESTAMENTO MUSICALE

di Francesco Cilluffo

E' difficile, oggi, credere che l’autore di Otello e Falstaff abbia per anni considerato Aida come la sua opera ultima, dopo la quale non sarebbe venuto più nulla. A molta parte della critica, dopo le modernità formali e drammaturgiche di Don Carlos (inferiore però per orchestrazione e tavolozza armonica), Aida sembrò essere un passo indietro, essendo costruita principalmente su numeri “chiusi” e contenendo chiare eredità meyerbeeriane (si pensi ad esempio a L’Africaine, anche dato l’esotismo del soggetto) e belcantistiche. Nel concertato del secondo atto si arriva alla citazione letterale di Norma, e nel finale del duetto tra Aida e Radamès del terzo atto si ritorna, con “Sì, fuggiam da queste mura”, persino alla “vituperata” forma della cabaletta. Ma proprio questa qualità di testamento verdiano (per fortuna rivelatosi solo provvisorio) fa di Aida un unicum per chi la interpreta. Sembra infatti che Verdi voglia da un lato elaborare tutte le lezioni assimilate a partire dagli stili a lui coevi o quasi (dal belcanto al grand opéra francese), mentre dall’altro non manca uno sguardo al passato classico e persino qualche anticipazione del futuro: pensiamo alla citazione pressoché letterale dell’incipit del Requiem di Mozart nel terzo atto, quando Aida suggerisce la fuga a Radamès (una prefigurazione della morte che li aspetta?), oppure agli squarci lirici presi dal finale di Norma, che convivono con le molte anticipazioni dal Requiem verdiano e con certi gesti orchestrali propri della coeva Walküre wagneriana (ricordiamo che Verdi possedeva una vastissima biblioteca musicale, ricca anche di opere che non ascoltò mai dal vivo). Aida influenzò molto anche i compositori delle generazioni successive: Čajkovskij sicuramente si ricordò della danza delle sacerdotesse del primo atto nello scrivere la Dance des Mirlitons dello Schiaccianoci, senza contare che Mahler apre il secondo dei suoi Kindertotenlieder con una citazione letterale di “E qui lontana da ogni umano sguardo”, la frase con la quale Aida spiega il suo gesto estremo d’amore a Radamès nell’ultima scena dell’opera. Va qui ricordato che Aida fu una delle opere che Mahler diresse più spesso a Vienna, il che spiegherebbe anche il motivo per cui la frase di presentazione di Amonasro nel secondo atto venga citata all’inizio della Terza Sinfonia mahleriana. Nel Novecento, Stravinsky userà la citazione dell’accompagnamento delle arpe al canto delle sacerdotesse del primo atto nel momento di climax e dénouement del suo Oedipus Rex; e l’influenza di Aida arriverà fino al cinema e a Broadway, rispettivamente con i contributi di Sophia Loren e Elton John. Nel concertare Aida ho tenuto conto di tutti questi elementi, perché si tratta di un’opera che è davvero una sintesi di sguardo al passato e slancio verso il futuro, allo stesso tempo con una forte consapevolezza del presente e delle mode dell’epoca, in particolare quell’orientalismo di fine Ottocento che si respira ampiamente nei timbri dell’orchestra e nelle scene rituali dell’opera, vagheggiamento di un’Egitto mitologico che ispirò letteratura (ad esempio Le Roman de le momie di Gautier), pittura (Ingres e Delacroix in testa) e ovviamente musica (lo si ritrova, filtrato attraverso il raffinato decadentismo francese, anche in opere quali Le Roi de Lahore e Thaïs di Massenet). Nel sottolineare le aperture armoniche e timbriche dell’opera che guardano già verso una sensibilità novecentesca, ho cercato allo stesso tempo di mettere in risalto la lezione maturata da Verdi a Parigi: narrare, attraverso il canto puro, il dramma intimo che si staglia su un tumultuoso affresco storico ed esotico, tipico del grand opéra. Mi piace chiudere queste riflessioni con un’esperienza personale. Aida fu la prima opera che mio padre mi fece ascoltare un po’ per gioco all’età di cinque anni (si trattava di una vecchia incisione con Franco Corelli, diretta da Angelo Questa): fu in quel momento che decisi che avrei fatto il direttore d’orchestra. Abitando a Torino, la passione per quest’opera si concretizzò in men che non si dica anche in ripetute visite al Museo Egizio, che hanno scandito la mia infanzia per anni. Sono felice di ritrovare in questa produzione storica di Franco Zeffirelli moltissimo di quel mondo di “dorato vagheggiamento” dei miei sogni di bambino e di essere arrivato, trentacinque anni dopo quel primo ascolto così rivelatorio, a poter apprezzare anche dal podio questo capolavoro verdiano.


UN’AIDINA, PICCOLA PICCOLA

di Franco Zeffirelli

Testo gentilmente concesso dalla Fondazione Zeffirelli

e tratto dal libretto di sala di Aida del Festival Verdi 2019

Il Teatro Verdi di Busseto, con soli duecentocinquanta posti e un proscenio largo appena sette metri, è uno dei più piccoli teatri d’opera al mondo. Quando la Fondazione Arturo Toscanini mi invitò ad allestirci un’opera, come evento speciale per il centenario verdiano, si aspettavano probabilmente che scegliessi un lavoro adatto a quel palcoscenico, una Traviata o forse un Falstaff, due opere che Toscanini aveva diretto in quel teatro nel 1913 e nel 1926. Cascarono tutti dalle nuvole quando proposi Aida, una delle opere più spettacolari di tutto il repertorio. Aida a Busseto con la regia di Zeffirelli? Invecchiando ammattisce? Tutto il mondo dell’opera smaniava dalla curiosità di vedere come il regista degli spettacoli più fastosi al mondo avrebbe affrontato la scommessa che doveva aver fatto con se stesso. Eppure, già da molto tempo coltivavo l’idea che con quest’opera colossale Verdi avesse in realtà inseguito una storia molto privata e molto intima, che una visione nuova dentro quelle piccole dimensioni avrebbe potuto valorizzare. Verdi ha chiaramente indicato, sin dalle prime battute del preludio, che in Aida non ci sono soltanto ottoni, trombe e tamburi. Il lontano pianissimo degli archi che continua a crescere sembra richiamare il fluire del Nilo, dalle sue sorgenti in Etiopia, dove è nata Aida, fino all’Egitto, di cui è schiava. Questa musica estremamente evocativa, è un’eco distante che sembra arrivarci da un altro pianeta, ed entra nelle vene come una sorta di stregoneria, d’incantesimo. Il mio ultimo allestimento di Aida nel 1998, per l’inaugurazione dell’Imperial State Theatre di Tokyo, era stato il massimo della sontuosità e spettacolarità che ci si possa aspettare di vedere su un palcoscenico. Ricordo che, guardando i seicento esecutori, pensai: “Verdi forse ne ha abbastanza di vedere Aida come pretesto per fare tanto baccano in scena”. A Busseto avrei avuto l’opportunità di tentare una riduzione drastica del “gran macchinone”, riportando quest’opera a una dimensione piccola, privata, ancora inesplorata. Avrei avuto a disposizione un’orchestra contenuta e un giovane direttore di sicuro talento, che avrebbe consentito a ogni strumento di emergere e di farsi identificare. Per una volta, i cantanti non sarebbero stati costretti a confrontarsi con la “barriera di fuoco” dell’orchestra, avrebbero potuto cantare con voce “umana” e con anima, così come in fondo l’opera era stata sentita dall’autore. Quando circolò la notizia che cercavo dei cantanti giovani e sconosciuti per Aida, ne arrivarono a stormi da tutti i continenti. Capii però, subito, che ero io a doverli andare a cercare per il mondo, se volevo trovare quelli giusti: i miei cantanti. Organizzai una visita lampo a New York per fine ottobre (si doveva andare in scena a fine gennaio!), e passai tre giornate di audizioni a giovani cantanti di tutte le scuole americane. Mi passò davanti una vera legione di talenti, nuovi, ben preparati, che conoscevano il teatro in musica perché in America se ne fa tanto, e davvero sapevano cos’era il “recitar cantando”. Sentii corrermi nelle vene un fiume di energie. Fu come se avessi ricevuto una forte scossa dall’alto, e da dentro. Trovai subito tre giovani cantanti per i tre protagonisti. Ma ce n’erano altri interessanti e promettenti. Una fioritura di giovani che letteralmente mi trascinò, mi esaltò. Con questo cast, che aveva le caratteristiche dei personaggi indicate da Verdi, giovani, belli, disperati d’amore, cominciai a impostare più chiaramente le idee per il mio spettacolo. Portai i tre americani a Busseto, e li affidai a uno dei più grandi tenori del secolo, Carlo Bergonzi, che era stato il mio Radames nella leggendaria Aida alla Scala nel 1963. Bergonzi, che ha base a Busseto con una prestigiosa scuola di canto, accettò volentieri di essere il nostro direttore artistico, ed è stato poi uno dei maggiori garanti di tutta l’operazione che stavo mettendo in piedi. Fu un mese di allegria, di scoperte, d’amicizia e di fantastico lavoro. Altri giovani, italiani o provenienti da Paesi più o meno vicini, scesero a Busseto “come colombe dal disio chiamate”. Il piccolo, delizioso paese si popolò di artisti freschi, entusiasti, appassionati. Ne ero completamente inebriato, e i risultati non avrebbero potuto essere che felicissimi. Penso, e ne ho avuto conferma dalla notorietà internazionale e dal successo che ebbe lo spettacolo a Busseto, e nei tanti teatri dov’è stato poi presentato, che davvero quell’Aida piccola e prodigiosa sia il più riuscito e più felice spettacolo d’opera che abbia mai creato. Il miglior rimedio ai miei malanni. Al debutto, il 27 gennaio 2001, nella ricorrenza della morte di Verdi, il teatro era stracolmo di un pubblico molto speciale. C’erano pure Renata Tebaldi e Giulietta Simionato, che avevano maestosamente cantato le parti di Aida e Amneris in tutto il mondo, negli anni del loro splendore; molte volte insieme a Bergonzi nel ruolo di Radames. Dopo il duetto d’amore del terzo atto, il pubblico, commosso, si alzò in piedi e applaudì per cinque minuti.

L’innocenza e la purezza di quegli esordienti, sia vocalmente sia drammaticamente, rendeva vivi e credibili i loro personaggi, tanto che il pubblico se ne innamorò perdutamente. Tutto era visto come attraverso una lente d’ingrandimento su quel minuscolo palcoscenico: non sfuggiva né un batter d’occhio né un gesto. L’impatto emozionale della delicata, struggente storia d’amore, finalmente finì per trionfare. Il trionfo più ambito per me. Non so se sarò mai più capace di fare un’altra volta pieno centro come feci con questa “Aidina”, piccola piccola ma immensamente grande. Fu come se una forza straordinaria avesse riunito in una perfetta geometria il talento di tutti, dal più umile dei figuranti fino agli sbalorditivi protagonisti. Sono particolarmente affezionato al ricordo di questo momento della mia vita perché spianò la strada a una mia ripresa proprio sul punto di dover dire “addio” a tutto. Il dottor Posner mi aveva lasciato uno spiraglio di speranza e di luce, nell’oscurità che incombeva sul mio futuro. Ora tutto si riaccendeva di nuovo, in una luce quasi accecante.


VENERDÌ 6 DICEMBRE ORE 20.30 (TURNO A)

DOMENICA 8 DICEMBRE ORE 15.30 (TURNO B)

AIDA

OPERA DRAMMATICA IN QUATTRO ATTI LIBRETTO DI ANTONIO GHISLANZONI MUSICA DI GIUSEPPE VERDI ED. CASA RICORDI, MILANO

PERSONAGGI e INTERPRETI

AIDA 

MARIA TERESA LEVA

RADAMÈS

SAMUELE SIMONCINI

 

AMNERIS 

CRISTINA MELIS

AMONASRO 

LEON KIM

RAMFIS 

FABRIZIO BEGGI

IL RE D'EGITTO 

FRANCESCO MILANESE

UN MESSAGGERO 

ALESSANDRO MUNDULA

UNA SACERDOTESSA

TERESA DI BARI

 

MAESTRO CONCERTATORE E DIRETTORE 

FRANCESCO CILLUFFO

 

REGIA E SCENE 

FRANCO ZEFFIRELLI

REGIA E RIALLESTIMENTO DELLE SCENE RIPRESE DA 

STEFANO TRESPIDI

COSTUMI 

ANNA ANNI

COSTUMI RIPRESI DA 

LORENA MARIN

LUCI 

FIAMMETTA BALDISERRI

COREOGRAFIA 

LUC BOUY

MAESTRO DEL CORO 

DIEGO MACCAGNOLA

ASSISTENTE REGIA 

GIULIA BONUCCELLI

ASSISTENTE COSTUMI

SARA TOSONI

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

CORO OPERALOMBARDIA

ALLESTIMENTO REALIZZATO PER IL TEATRO DI BUSSETO IN OCCASIONE DEL PRIMO CENTENARIO DELLA MORTE DI GIUSEPPE VERDI, RIPRESO DAL TEATRO REGIO DI PARMA IN COPRODUZIONE CON I TEATRI DI OPERALOMBARDIA

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BIGLIETTI

INTERO

UNDER30

OVER65

STUDENTI

 

 

UNDER18

 

 

Platea e Palchi I-II-III ordine

€ 60,00

€ 35,00

€ 48,00

€ 15,00

I^ Galleria e Palchi IV ordine

€ 35,00

€ 24,00

€ 30,00

 

II^ Galleria

€ 20,00

€ 15,00

€ 15,00

 

TOURNÉE NEI TEATRI DI OPERA LOMBARDIA

CREMONA, TEATRO PONCHIELLI

15 (ORE 20.30) E 17 (ORE 15.30) NOVEMBRE 2019

PAVIA, TEATRO FRASCHINI

21 (ORE 20.30) E 23 (ORE 20.30) NOVEMBRE 2019

COMO, TEATRO SOCIALE

29 NOVEMBRE (ORE 20.00) E 1 DICEMBRE (ORE 15.30) 2019

BERGAMO, TEATRO SOCIALE

13 (ORE 20.30) E 15 (ORE 15.30) DICEMBRE 2019


FRANCESCO CILLUFFO

Nato a Torino, Francesco Cilluffo si è diplomato in direzione d’orchestra e in composizione presso il Conservatorio della sua città, laureandosi anche in storia della musica al DAMS. A Londra ha conseguito un master alla Guidlhall School of Music and Drama e un dottorato al King’s College, perfezionandosi nel frattempo con Michael Tilson Thomas (London Symphony Orchestra), Gianluigi Gelmetti (Accademia Chigiana di Siena), Ivan Fischer (Budapest Festival Orchestra).

Tra le sue apparizioni più recenti si ricordano: Das Lied von der Erde di Mahler (vers. Schoenberg) al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca; un ciclo di concerti con l’Orchestra Filarmonica di Santiago del Cile; Der König Kandaules di Zemlinsky al Teatro Massimo di Palermo; il Requiem op. 9 di Duruflé e la Sinfonia n. 14 di Shostakovich con l’Orchestra Filarmonica di Torino (nell’ambito della sua collaborazione triennale con l’istituzione); una nuova produzione de Il Trovatore di Verdi per l’AsLiCo in un tour che ha toccato i teatri storici della Lombardia e poi replicata a Milano e a Como; concerti sinfonici con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari; concerti con la ORT-Orchestra della Toscana e Cinzia Forte (musiche di Wagner, Verdi e Prokofiev) per l’apertura dei Festival Incontri in Terra di Siena e Santa Fiora in Musica; L’Arlesiana di Cilea per l’apertura della stagione 2013-2014 del Teatro Pergolesi di Jesi (filmata in DVD dalla Dynamic); un Gala Verdiano alla Tchaikovsky Concert Hall di Mosca con i solisti e l’orchestra del Teatro del Galina Vishnevskaya Opera Centre; Cavalleria rusticana di Mascagni al Nuovo Teatro Comunale di Sassari; una nuova produzione di Tancredi di Rossini per il Circuito Lirico Lombardo con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, che ha toccato i teatri di Pavia, Cremona, Como e Brescia; una nuova produzione de La cambiale di matrimonio di Rossini al Teatro Regio di Parma e al Teatro Valli di Reggio Emilia; Il barbiere di Siviglia al Teatro Carlo Felice di Genova; una nuova produzione de Il Campiello di Wolf-Ferrari per l’apertura di stagione della nuova Opera di Firenze - Maggio Musicale Fiorentino, poi ripresa anche al Teatro Verdi di Trieste; un Gala Verdiano per il Festival Verdi di Parma; L’elisir d’amore per l’apertura della stagione lirica 2015 del Teatro Regio di Parma e al Teatro Comunale di Modena e poi con la New Israeli Opera e la Jerusalem Symphony Orchestra al Jerusalem Opera Festival; la prima mondiale dell’opera Le braci di Marco Tutino (tratta dall’omonimo romanzo di Sándor Márai) per l’apertura del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, poi ripresa all’Opera di Firenze - Maggio Musicale Fiorentino; una nuova produzione di Nabucco all’Opera di Kiel; una nuova produzione del Guglielmo Ratcliff di Mascagni al Wexford Festival Opera; concerti con la Filarmonica Arturo Toscanini a Parma; Roméo et Juliette di Gounod alla New Israeli Opera di Tel Aviv; La Traviata all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi; Rigoletto con la New Israeli Opera e la Jerusalem Symphony Orchestra al Jerusalem Opera Festival; Madama Butterfly con la New Israeli Opera a Tel Aviv; una nuova produzione di A Midsummer Night’s Dream di Britten al Teatro Ponchielli di Cremona e poi in tour per OperaLombardia (Brescia, Como, Pavia) e a Reggio Emilia; concerti sinfonici con i Bremer Philharmoniker; Tosca alla Tulsa Opera (debutto americano); il Requiem di Verdi al Grange Festival con la Bournemouth Symphony Orchestra & Chorus; La Bohème per l'apertura di stagione della New Israeli Opera di Tel Aviv; Risurrezione di Alfano al Wexford Festival Opera; la prima mondiale di Miseria e Nobiltà di Marco Tutino al Teatro Carlo Felice di Genova; L’Italiana in Algeri all’Opéra de Toulon; una nuova produzione di Isabeau di Mascagni a Opera Holland Park (Londra); un programma sinfonico (Ravel, Fauré, Casella) per MiTo a Milano e Torino; L'Oracolo di Leoni e Mala vita di Giordano al Wexford Festival Opera; Cavalleria rusticana di Mascagni e La voix humaine di Poulenc (con Anna Caterina Antonacci) per OperaLombardia (Pavia, Cremona, Como, Brescia) e a Bolzano; Falstaff per la Rete Lirica delle Marche (Fano,Ascoli, Fermo, Chieti); una nuova produzione di Falstaff al Grange Festival. Tra gli impegni futuri: Aida per OperaLombardia (Cremona, Pavia, Como, Brescia, Bergamo); concerti sinfonici con I Pomeriggi Musicali a Milano, la RTÉ National Symphony Orchestra a Dublino, la Filarmonica Arturo Toscanini a Parma; una nuova produzione di Manon Lescaut al Grange Festival; una nuova produzione de Le Villi di Puccini e di Margot la rouge di Delius a Opera Holland Park, Londra. Francesco è Principal Guest Conductor al Wexford Festival Opera.

STEFANO TRESPIDI

Intraprende giovanissimo la carriera artistica sul palcoscenico dell’Arena di Verona. Alla fine degli anni ’90 frequenta il corso di produzione e regia teatrale presso l’Accademia di Arti e Mestieri del Teatro alla Scala.

Negli anni successivi ha collaborato con i più grandi registi della storia dell’opera tra cui Franco Zeffirelli, incontrato per la prima volta in occasione della storica messa in scena areniana di Carmen nel 1995. Da allora ha collaborato con il Maestro fiorentino nella messa in scena delle sue grandi produzioni all’arena di Verona: Il Trovatore (2001), Aida (2002), Madama Butterfly (2004) e Turandot (2010). Tra le altre produzioni, si ricorda Pagliacci al Teatro Carlo Felice di Genova (2010) e al Teatro Filarmonico di Verona (2011). Numerose le riprese, in Italia ed all’estero, della celebre Aida nello storico allestimento realizzato per il centenario verdiano per il Teatro Giuseppe Verdi di Busseto. Come regista collaboratore di Zeffirelli ha anche partecipato alla Turandot che ha inaugurato la Royal Opera House in Muscat, prestando la sua opera anche in molti altri importanti teatri nazionali ed internazionali.

MARIA TERESA LEVA

Giovanissimo Soprano, nata a Reggio Calabria; si diploma a pieni voti al Conservatorio “Francesco Cilea” della sua città natale. Dotata naturalmente di un timbro prezioso e di rara bellezza, unisce una solidissima preparazione tecnica ed una duttilità interpretativa straordinarie per la giovane età ed esperienza. La voce è piena ed estesa ed è particolarmente adatta ad un canto elegiaco e denso di sfumature. Nel 2013 risulta vincitrice del Concorso “Ottavio Ziino” di Roma e, sempre nel 2013, riceve il Premio Speciale della Giuria del Concorso Lirico “Città di Bologna”. Nel 2014 destano particolare impressione sul pubblico e sulla critica i suoi due debutti presso il Teatro Carlo Felice di Genova; affronta infatti il ruolo di Mimì ne La Boheme, nel mese di aprile, diretta dal M° Giampaolo Bisanti; segue, in maggio, il ruolo di Micaela in Carmen diretta dal M° Andrea Battistoni con la regia di D. Livermore. Grandi consensi riscuote anche il suo felicissimo debutto nell’autunno 2014 come Donna Elvira nel Don Giovanni di Mozart diretta da G. Vick nei Teatri del Circuito Lirico Lombardo, a Reggio Emilia e Trento. Questi importanti riconoscimenti hanno, di fatto, attirato l’attenzione su questo straordinario talento e le sono valsi immediatamente le richieste per Musetta nella Boheme al Teatro Regio di Torino nel luglio 2015 diretta dal M° Battistoni; Mimì ne La Boheme nel Circuito Lirico Lombardo diretta dal M° Bisanti; sempre Mimì in La Boheme al Teatro Valli di Reggio Emilia. Straordinario successo ha riscosso il suo debutto nel ruolo di Violetta nella Traviata all’Opera Royal de Wallonie di Liegi nel maggio 2016 seguita dal debutto nello stesso ruolo al Teatro Lirico di Cagliari nell’Estate 2016. Nella Stagione 2017 è stata Liù in Turandot nel Circuito Lombardo ed al Teatro Donizetti di Bergamo; Nedda in Pagliacci a Jesi nel dicembre 2016; Violetta in Traviata al Carlo Felice di Genova, nuovamente Liù in Turandot al Teatro Carlo Felice di Genova nel giugno 2017. Numerosi gli impegni della Stagione 2018. Notevole impressione ha destato il suo debutto nel ruolo di Aida al Teatro Petruzzelli di Bari diretta da Giampaolo Bisanti e con la regia di Joseph Franconi Lee. Grandissimo successo ha inoltre riscosso il suo debutto come Leonora nel Trovatore diretta da Renato Palumbo sempre al Petruzzelli. Ha inoltre interpretato nuovamente il ruolo di Micaela nella Carmen nel Circuito di Opera Lombardia (Como, Cremona, Brescia, Pavia) ed è stata Magda ne La Rondine al Teatro Carlo Felice. Ha debuttato inoltre in Francia presso il Grand Theatre d’Avignon con Violetta ne La Traviata. Tra i suoi recenti impegni figurano: Anna ne Le Villi al Teatro del maggio Musicale Fiorentino Margherita/Elena nel Mefistofele di Boito a Tokyo, Aida al Teatro Carlo Felice di Genova, Cio Cio San in Madama Butterfly al Teatro Petruzzelli di Bari, Cio Cio San in Madama Butterfly alla Royal Opera House di Muscat, Verdi Requiem al Teatro Petruzzelli di Bari, Cio Cio San in Madama Butterfly al Teatro Carlo Felice di Genova.

SAMUELE SIMONCINI

Tenore Senese, ha studiato presso l’Istituto R. Franci di Siena con Anastasia Tomaszwska Schepis e Presso l’Accademia Musicale Chigiana come allievo di Raina Kabaivanska e successivamente frequenta l’Opera Studio presso il Teatro Verdi di Pisa e l’Accademia MaggioFormazione presso il Teatro Comunale di Firenze. In quest’ultimo debutta nel ruolo di Rinuccio in Gianni Schicchi, di Almaviva nel Barbiere di Siviglia (per la regia di Damiano Michieletto), di Principe nell’opera moderna Snow White di Zaninelli (diretto dal M Michele Mariotti), di Contino Belfiore nella Finta Giardiniera di Mozart (diretto dal M Enrique Mazzola), di Don Pelagio nella Canterina di Haydn (diretto dal M Carlo Montanaro). Ha inoltre cantato come solista nella Messa Solenne in Re Min. di Cherubini diretto dal M Riccardo Muti. Al Teatro Regio di Parma interpreta il Pastore nell’Oedipus Rex di Stravinskij diretto dal M Bruno Bartoletti, di Don Riccardo nell’Ernani di Verdi diretto dal M. A. Allemandi, di Seid nel Corsaro di Pacini diretto dal M Stefano Rabaglia. Per il Circuito Lirico Lombardo è stato Ernesto nel Don Pasquale di Donizetti diretto dal M° Francesco Maria Colombo. Al Teatro Bonci di Cesena interpreta il Duca di Mantova nel Rigoletto diretto dal M° Fabrizio Maria Carminati. È stato Alfredo nella Traviata per la regia di Rolando Panerai. Dopo un percorso di studio col Mezzosoprano Laura Brioli, è passato ad un repertorio lirico spinto. Ha recentemente debuttato nel ruolo di Osaka in Iris di Mascagni al Verdi di Pisa, di Cavaradossi in Tosca di Puccini al Nagoya Opera Festival, di Manrico nel Trovatore di Verdi al Regio di Torino e Turiddu in Cavalleria Rusticana nel Circuito Lirico Lombardo, Don Alvaro ne La Forza del Destino di Verdi al TeatroValli di Reggio Emilia, Andrea Chenier di Giordano al Teatro Pavarotti di Modena ed al Teatro Alighieri di Ravenna, ruolo che interpreta anche al Teatro dell’Opera di Maribor e al Teatro Verdi di Trieste diretto dal M° Carminati.

CRISTINA MELIS

Mezzosoprano di origine sarda, si diploma a pieni voti in Flauto traverso presso il Conservatorio di Sassari e nel 2004 in Canto presso il Conservatorio Parma. Dopo i primi anni di studio a Cagliari con il padre Gustavo e il Soprano Maria Casula, si perfeziona a Roma con il Soprano Adriana Giunta oltre ad aver frequentato diversi corsi di perfezionamento con docenti quali Virginia Zeani, Giusy Devinu, Giorgio Zancanaro, Michele Pertusi, Bernadette Manca di Nissa e Franco Federici. Nel 2001/02 ha frequentato il Corso Superiore per Cantanti Lirici, presso il Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, sotto la guida del Soprano Lucetta Bizzi e il Baritono Romano Franceschetto. Nel 2003 si è Diplomata all’Accademia per Giovani Cantanti Lirici tenuta dalla Fondazione “A. Toscanini” (Busseto - PR), sotto la guida dei M° Alain Billard, Beppe De Tomasi, Mario Migliara. Ha frequentato il Master con il Soprano B. Bianco per la moderna messa in scena dell’Ifigenia in Aulide di Cherubini, organizzata dalla “Fondazione A. Toscanini” di Parma. Nel 2004 vince il Concorso Internazionale per voci Liriche “Giacomo Lauri Volpi” e nel 2005 il 42° Concorso Internazionale “Giuseppe Verdi” di Parma vincendo il debutto di "Azucena" nel Trovatore a Parma. Finalista al Concorso Internazionale “Ottavio Ziino” a Roma e al Concorso G.B. Velluti di Dolo. Ha aperto la nuova stagione 2019 al Teatro Comunale di Bologna con il Trovatore "Azucena" Regia di Bob Wilson Diretta P. Steinberg, Opera di Kiel Cavalleria Rusticana.

LEON KIM

Nato a Seoul, ha iniziato gli studi di canto all’Università Han- Yang della sua città, sotto la guida del baritono Sunghyun Ko, laureandosi nel febbraio 2013. In Corea ha inoltre ricevuto numerosi premi in concorsi internazionali di canto: Primo premio al Concorso Nazionale per cantanti lirici “Sung-Jung” di Seoul; Primo premio al Concorso Nazionale per cantanti lirici “National Opera” di Seoul; Secondo premio al Concorso Nazionale per cantanti lirici “Dong-ah” di Seul; il terzo premio al Concorso Nazionale per cantanti lirici “Jung-ang” di Seoul; Terzo premio al Concorso Nazionale per cantanti lirici “Se-il” di Seoul. Nel 2015 si trasferisce in Italia per frequentare i corsi di Biennio presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze sotto la guida di Donatella Debolini. Si è distinto in importanti concorsi internazionali aggiudicandosi il Primo premio assoluto al Concorso internazionale “Cappuccili, Patanè, Respighi” (2015). Nel 2016 ha vinto il Primo premio assoluto e Premio del pubblico al Concorso Internazionale “Giulio Neri” di Torrita di Siena; Primo premio ex-aequo, Premio Opera Aragon, Premio Lirica World al Concorso Internazionale per Giovani Cantanti Lirici “Riccardo Zandonai” di Riva del Garda; Secondo premio al Concorso “Clip” di Portofino; Secondo premio allo “Spiros Argiris” di Sarzana. È stato inoltre finalista al Concorso internazionale “Francisco Viñas” e al Concorso internazionale per cantanti lirici di Linz in Austria. Ha recentemente vinto il primo premio al Concorso “Iris Adami Corraddetti” di Padova e al Concorso “Labò” di Piacenza e nel 2017 è terzo posto al prestigioso concorso Operalia diretto da Placido Domingo. Attualmente collabora con l’Accademia dell’Opera di Firenze, dove ha preso e prenderà parte a numerose produzioni in cartellone in qualità di solista. Leon Kim ha debuttato in Corea nei ruoli di Rigoletto e Masetto (Don Giovanni). Nelle passate stagioni ha cantato La Bohème (Marcello) a Rapallo e Diano Marina; ha eseguito un concerto all’Opera di Firenze ed ha debuttato nella produzione de I Masnadieri (Francesco) al Festival Verdi di Busseto (Parma). Ha inoltre cantato in un concerto di Gala organizzato dal Teatro Regio di Parma nella splendida cornice del Teatro Farnese e nel concerto natalizio organizzato dal Teatro Verdi di Trieste. È stato in seguito interprete del ruolo titolo ne Il Vento della Sera (di J. Offenbach) al Teatro dell'Opera di Firenze e ha presto parte alla produzione de La notte delle streghe sempre a Firenze. Tra gli altri suoi impegni recenti, ricordiamo: Lescaut nella Manon Lescaut a Livorno, Pisa e Rovigo; La Traviata a Rapallo; Sinfonia n. 9 di Beethoven a Firenze e Torino (Mi.To) e Schaunard ne La Bohème a Napoli; Enrico nella Lucia di Lammermoor e Germont ne La Traviata a Trieste; Paolo nel Simon Boccanegra a Bologna; il dittico Mala Vita/L'Oracolo (Giordano/Leoni) al Festival di Wexford. Fra i suoi prossimi impegni: Carmen e Pagliacci al Maggio Musicale Fiorentino a Firenze; Simon Boccanegra (Paolo) a Genova e Montpellier; Un ballo in maschera (Renato) al Teatro Regio di Parma; L'elisir d'amore (Belcore) a Trieste.

FABRIZIO BEGGI

Si diploma in fagotto nel 1999 con il massimo dei voti presso l’Istituto Musicale “P. Mascagni” di Livorno, specializzandosi poi all’Accademia Musicale di Basilea dove ha conseguito, col massimo dei voti e la lode, il Konzertdiplom in Fagotto sotto la guida di Sergio Azzolini. Continua poi a specializzarsi con Alberto Grazzi nello studio del fagotto barocco. In qualità di fagottista, ha collaborato con diverse orchestre. Contestualmente alla sua attività concertistica, inizia nel 2009 lo studio del canto con Giovanni Mazzei. Prosegue presso l’Accademia Musicale di Santa Cecilia di Portogruaro sotto la guida di Claudio Desderi, con il quale ha debuttato nel ruolo di Leporello nel Don Giovanni di Mozart. Si specializza poi con Roberto Scaltriti e Carlo Meliciani. Nel marzo 2011 è stato selezionato per il ruolo di Amonasro per il progetto “La Fiaba di Aida” (tratta dall’Aida di Verdi) in collaborazione con il Teatro del maggio Musicale Fiorentino. Nel 2011 è entrato a far parte dell’Ensemble Opera Studio del Teatro Carlo Felice di Genova, grazie al quale ha avuto l’occasione di prendere parte a diverse produzioni tra cui: Il campanello di Donizetti (Don Annibale Pistacchio), Gianni Schicchi (Marco e Maestro Spinelloccio) a fianco di Rolando Panerai e Juan Pons, Oz on the road di Bruno Coli (prima assoluta scritta per il Carlo Felice), La Bohème (Alcindoro), Roméo et Juliette di Gounod (Le Duc) sotto la direzione di Fabio Luisi e Turandot (Mandarino). Vince nel 2012 il concorso internazionale Toti Dal Monte di Treviso, debuttando così nel Matrimonio segreto di Cimarosa nel ruolo di Geronimo a Treviso e ripreso in seguito a Ferrara e Rovigo. In seguito partecipa alla produzione di Andrea Chénier al Teatro Regio di Torino (Schmidt) diretto da Renato Palumbo, iniziando così una stabile collaborazione con questo teatro, dove nei mesi seguenti torna per Don Carlo sotto la direzione di Gianandrea Noseda e la regia di Hugo De Ana; Rigoletto (Monterone); Simon Boccanegra (Pietro) e Un ballo in maschera (Samuel) in tournée in Giappone. Tra gli altri impegni, ricordiamo Divorzio all’italiana di Battistelli al Teatro Comunale di Bologna, Rigoletto (Monterone) a Savona, Cenerentola (Alidoro) a Rovigo e Ferrara. Al Teatro Regio di Torino ha inoltre preso parte alle produzioni di Gianni Schicchi (Betto di Signa) e Guillaume Tell (Melchtal) con Gianandrea Noseda, ripreso poi al Festival di Edimburgo ed in tournée in Canada. Ha inoltre interpretato I Capuleti e i Montecchi (Lorenzo) al Reate Festival di Rieti con la direzione di Fabio Biondi ed Europa Galante, iniziando così una solida collaborazione con il gruppo, che lo ha portato ad interpretare il ruolo di Argenio nell’Imeneo di Händel presso l'Händel- Festspiele di Halle (la registrazione dell’opera è uscita per Glossa). Tra gli impegni recenti: Tosca (Angelotti) a Jesi e Fermo; Un ballo in maschera (Samuel) al Teatro Comunale di Bologna, a Nancy e Lussemburgo; Madama Butterfly alle Terme di Caracalla e Don Giovanni (Leporello) a Trieste sotto la direzione di G. Gelmetti; ripresa de I Capuleti e i Montecchi con Fabio Biondi a Varsavia e Brema (Musikfesten). È tornato al Regio di Torino dove ha interpretato Bartolo ne Le Nozze di Figaro, I Puritani, La donna Serpente di Casella, Ferrando nel Trovatore e ha preso parte alla tournée organizzata del Simon Boccanegra ad Hong Kong; inoltre ha cantato ne Le Nozze di Figaro (Bartolo) a Napoli; Il Turco in Italia (Selim) a Pavia, Cremona e Como; Rigoletto a Roma; Semiramide (Oroe) a Nancy e Carmen (Escamillo) a Caracalla; Macbeth (Banco) prima versione a Varsavia sotto la direzione di Fabio Biondi con l’ensemble su strumenti originali Europa Galante; Figaro ne Le Nozze di Figaro a Cagliari; Dulcamara ne L’Elisir d’amore a Firenze; Aida (Ramfis) a Genova; Colline ne La Bohème alla New Israeli Opera di Tel Aviv e a Napoli dove è tornato per Les Contes d'Hoffmann; Requiem di Verdi diretto da Gianluigi Gelmetti.

Tra gli appuntamenti futuri segnaliamo: Il ritorno di Ulisse in Patria ad Amburgo con Fabio Biondi ed Europa Galante; Carmen (Escamillo) a Firenze; Aida (Ramfis) in tournée; Un Ballo in maschera e La Gioconda al Teatro alla Scala di Milano.

FRANCESCO MILANESE

Fin dall'infanzia partecipa a formazioni corali riconosciute a livello internazionale. Nel 1998 inizia la sua attività artistica intraprendendo lo studio del canto con la maestra Erica Baecki. Nel 2005 dopo un primo ciclo di studi accede al Conservatorio J. Tomadini di Udine e successivamente a quello A. Steffani di Castelfranco Veneto (TV) studiando con la maestra Cristina Mantese. Ha intrapreso lo studio dell'arte scenica con le insegnanti Annamaria Vallin, Rosalba Trevisan e Renata Baldisseri. Ha svolto attività concertistiche con diversi cori in qualità di solista sia in ambito nazionale che estero, partecipando a rassegne in qualche caso facenti parte di trasmissioni televisive riscuotendo consensi di pubblico e critica. Ha cantato nei teatri di Bologna (Teatro Comunale), Torino (Teatro Regio), Udine (Teatro Giovanni Da Udine), Treviso (Teatro Comunale), Castelfranco Veneto (Teatro Accademico), Vicenza (Teatro Olimpico), Modena (Teatro Comunale), Pola (Arena) e nei teatri del Circuito Lirico Lombardo. Ha collaborato con direttori d'orchestra quali Alfredo Barchi, Pierangelo Pelucchi, Marco Tittotto, Eddy De Nadai, Roberto Zarpellon, Francesco Pasqualetti. Nel giugno 2008 debutta nei ruoli di Plutone e Caronte nell'Orfeo di Monteverdi, nell'opera Betly di Donizetti e in Traviata. Nello stesso anno conosce il baritono Romano Roma che lo indirizza verso il repertorio Verdiano. Nel 2009 è Ferrando in Trovatore a Miskolc (Ungheria). Prossimamente canterà in diversi concerti di musica sacra e contemporanea e dovrà interpretare i ruoli di Sparafucile (Rigoletto) e quello di Zaccaria (Nabucco). Ha potuto approfondire lo studio del repertorio con il basso Roberto Scandiuzzi il tenore Beniamino Prior e ha frequentato l'accademia di alto perfezionamento con il soprano Mirella Freni. Ha in repertorio i ruoli di Figaro (Nozze di Figaro); Ramfis (Aida); Re (Aida); Ferrando (Trovatore); Caronte, Plutone (Orfeo); Zaccaria (Nabucco); Rodolfo (Sonnambula); Oroveso (Norma); Dottor Grenvil (Traviata); Requiem (Verdi); Petite Messe (Rossini). Recentissima la partecipazione ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini messo in scena al Teatro Petruzzelli di Bari per il pubblico giovanile. Tra gli impegni recenti, Macbeth a Bari, Madama Butterfly (Commissario Imperiale) al Teatro Verdi di Padova, La Traviata per l'inaugurazione della stagione 2014/2015 della Fenice di Venezia. Tra i futuri impegni (2016-2017) Un ballo in maschera nel Circuito Lirico Lombardo, Le nozze di Figaro a Parma.