Čajkovskij con Valčuha al San Carlo

Stagione 2019/2020

Inaugurazione

Mercoledì 11 dicembre ore 20.00

(repliche 13, 14, 15 dicembre)

Pëtr Il'ič Čajkovskij

Pikovaja Dama

La dama di picche 

Pëtr Il'ič Čajkovskij era sicuro di aver “scritto un capolavoro” e con Pikovaja Dama, La dama di picche - uno tra i suoi più grandi veri capolavori - si inaugura mercoledì 11 dicembre (ore 20.00) la Stagione 2019/2020 del Teatro di San Carlo.

Sul podio dell’Orchestra e del Coro del San Carlo,Juraj Valčuha – Direttore Musicale del Massimo napoletano che dirigerà Pikovaja Dama (questo il titolo originale traslitterato dal russo) nella messa in scena a firma di Willy Decker, in una produzione della Staatsoper di Amburgo, e ora rappresentata per la prima volta in Italia.

Il Coro è istruito da Gea Garatti Ansini. Lo spettacolo è stato ripreso da Stefan Heinrichs [Leggi l'intervista]

Una Dama di picche, quella dello straordinario regista tedesco, scrutata attraverso un teleobbiettivo, con taglio quasi cinematografico, che si sofferma, amplificandole, sulle complesse figure del dramma. Lo spazio - disegnato insieme ai costumi da Wolfgang Gussmann - dove colloca i singoli personaggi è grande, vuoto, quasi desolato ma claustrofobico, interagisce con gli attori, accogliendoli e trasformandone gli stati d’animo, respirando, in contrazione ed espansione, i ritmi delle contraddizioni che li caratterizza.

“Hermann, il protagonista – spiega Decker - si sente come di vivere in una prigione. È incapace di modificare la sua condizione, stritolato fra una irrealizzabile bramosia di vita e l’odio crescente verso di essa. In questa spaventosa tenebra spirituale il gioco delle carte gli appare come un miraggio, una distorta e seducente promessa. E’ povero e deve giocarsi il tutto per tutto. Non può puntare del danaro e allora punta su sé stesso, gioca per la vita o la morte. Hermann diviene, in questo modo, il prototipo per eccellenza dell’essere umano, che gioca il suo destino per la vita e la morte e, alla fine, perde sempre. Lo stesso Čajkovskij vedeva la vita come un outsider. Come omosessuale nella società zarista doveva cancellare amore e sessualità dalla sua esistenza, il desiderio di liberare la sua personalità e quello della felicità rimasero per lui sempre inappagati. La condizione di Hermann è sostanzialmente la stessa ma solo con indicatori diversi. L’outsider e il suo posto in questo mondo è uno dei temi principali di Čajkovskij. Con “La Dama di Picche” e, soprattutto, con la figura di Hermann, l’autore ritorna su questo tema con cui identificarsi e lo porta a scrivere l’opera forse più radicale e sicuramente più moderna della sua produzione”.

Ispirato al racconto omonimo di AleksandrPuškin, La dama di picche fu scritto da Čajkovskij su libretto (nonché su suggerimento) del fratello Modest, in solo sei settimane proprio in Italia, a Firenze, in un anonimo e sobrio hotel sui lungarni, tra passeggiate alle Cascine e qualche visita agli Uffizi. Anche la sua orchestrazione fu completata in altre sei settimane, per debuttare il 19 dicembre 1890 (il 7 dicembre secondo il calendario ortodosso), al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. In Italia, arriva nel 1906 alla Scala di Milano.

Cast di cantanti di prim’ordine saranno impegnati in quest’opera che si replica sino al 15 dicembre. Misha Didyk e Oleg Dolgov si alterneranno nel ruolo di Hermann, Tómas Tómasson, invece sarà il conte Tomskij, insieme a Maksim Aniskin che vestirà i panni del principe Eleckij, Liza avrà le voci di Anna Nechaeva e Zoya Tsererina e La contessa quella di Julia Gertseva.


 

Stagione 2019/2020

Inaugurazione

Mercoledì 11 dicembre ore 20.00

venerdì 13 dicembre 2019, ore 20.00 - Turno C/D
sabato 14 dicembre 2019, ore 19.00 - Turno B
domenica 15 dicembre 2019, ore 17.00 - Turno F

Pëtr Il'ič Čajkovskij

Pikovaja Dama

La dama di picche

Direttore | Juraj Valčuha

Regia | Willy Decker

Assistente alla Regia | Stefan Heinrichs

Scene e Costumi | Wolfgang Gussmann 

Assistente ai costumi | Sara Berto

Luci | Hans Toelstede riprese da Wolfgang Schünemann 

Vocal coach | Nino Pavlenichvili

Interpreti

Hermann | Misha Didyk  (11, 13 e 15 dicembre)/ Oleg Dolgov  (14 dicembre)

Il conte Tomskij | Tómas Tómasson

Il principe Eleckij | Maksim Aniskin

Liza | Anna Nechaeva (11, 13 e 15 dicembre)/ Zoya Tsererina (14 dicembre)

Polina | Aigul Akhmetshina

La contessa | Julia Gertseva

Čekalinskij |Alexander Kravets

Surin | Alexander Teliga

La governante | Anna Viktorova

Maša, | Sofia Tumanyan 

Čaplickij/Il cerimoniere |Gianluca Sorrentino

Narumov | Seung Pil Choi 

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo


 

Al via la collaborazione tra MANN e Teatro San Carlo

Reperti del Museo in esposizione temporanea in occasione di alcune opere

Si parte l’11 dicembre con la “Dama di picche”

Workshop dedicati alla musica al MANN

Promosso il biglietto integrato nella “Formula duetto”

Lanciata la scontistica per gli abbonati ad entrambi gli istituti

Un evento simbolico per dare inizio alla sinergia tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed il Teatro San Carlo: in occasione dell’opera Pikovaja Dama -La dama di picche, sarà in mostra temporanea al Lirico napoletano il prezioso reperto con testa femminile appartenente alle collezioni del MANN.

La scelta del capolavoro in esposizione non è casuale: il pregevole rilievo proviene da Palmira ed è databile tra la fine del II secolo d.C. ed i primi decenni del III secolo d.C.

L’opera, verosimilmente, doveva completare un monumento funerario, del tipo a camera ipogeico o a torre. A destra del volto, da riferirsi alla defunta, si scorgono le tracce di un’iscrizione in aramaico palmireno.

Se la vicenda di un antico reperto permette di ricollegare, ancora una volta, la storia passata a quella presente (il precoce interesse per il sito di Palmira ci spinge a lanciare un monito sempre attuale per la tutela del patrimonio culturale in aree di crisi), è il fil rouge tra storia, arte e musica ad avvicinare MANN e San Carlo.

Un legame ideale, infatti,  unisce i due istituti, le cui origini affondano nell'illuminata politica culturale di Carlo III di Borbone: a un anno di distanza dalla fondazione del Teatro che porta il suo nome, nel 1738, il sovrano si fece fautore degli scavi che identificarono a Resina il sito dell'antica Ercolano, portando alla luce per prime proprio le strutture della scena del teatro. Un decennio dopo fu la volta di Pompei.

Lo stesso Mozart, nel 1770, visitò Pompei e l'Herculanense Museum di Portici, ricavandone probabilmente le suggestioni che sarebbero riemerse più tardi con la composizione del "Flauto magico".

Parte integrante dell'azione di Carlo III, ripresa poi dal figlio Ferdinando, fu proprio la costruzione museografica, che si concentrò dapprima presso le residenze reali di Portici e Capodimonte per poi identificare nel Palazzo degli Studi di Napoli la sede di quello che sarebbe diventato il Real Museo Borbonico nel 1816, oggi Museo Archeologico Nazionale.

Le  collezioni stesse del MANN rimandano per più di un aspetto al teatro e alla musica: gli strumenti musicali rinvenuti nei siti vesuviani e le iconografie di mosaici, affreschi, pitture vascolari, sculture recano frequenti rimandi alla musica antica e ai diversi ambiti in cui era praticata.

Sulla scorta di questa matrice culturale condivisa, la convenzione tra MANN e San Carlo, promossa nell’ambito del progetto universitario Obvia- Out of boundaries viral art dissemination, seguirà diversi filoni operativi: da una parte, l’esposizione temporanea di reperti in occasione di alcune importanti opere in cartellone al San Carlo (dopo la “Dama di picche”, anche il “Flauto magico” tra marzo ed aprile 2020, così come il “Maestro di Cappella” nel giugno del prossimo anno prevedranno un’exhibit di capolavori del MANN) e l’organizzazione, da parte del Lirico partenopeo, di workshop e flash mob dedicati alla musica nelle sale dell’Archeologico.

Un secondo ed importante piano sarà rappresentato dalla promozione di un biglietto integrato (Formula Duetto) che, al costo di 18 euro, consentirà, nell’arco temporale di 3 giorni, di partecipare alle visite guidate al Teatro di San Carlo e di accedere al MANN nei periodi di Natale e Pasqua.

Ultima articolazione dell’accordo sarà la scontistica per determinate categorie di utenti: per i titolari di abbonamento OpenMANN sarà possibile acquistare i biglietti al botteghino del San Carlo con lo sconto del 10%; ancora, gli abbonati alla stagione concertistica e sinfonica del San Carlo potranno sottoscrivere card annuali a prezzi promo (15 euro per adulti; 30 euro per una coppia di over 25).

Il Museo Archeologico di Napoli, con le sue collezioni pompeiane ricchissime di riferimenti alla musica e al teatro antico, ed il San Carlo, non sono solo due simboli della città, ambasciatori della cultura italiana nel mondo. La collaborazione che nasce oggi grazie ad una comune visione con la soprintendente Rosanna Purchia, unisce i due istituti, le cui origini sono legate alla politica illuminata di Carlo III di Borbone, con intenti fortemente originali. L’archeologia entra nel Teatro e nel MANN accoglieremo quella musica che, in tanta parte l'antichità ispirò. Un percorso affascinante ha inizio, rivolto ai rispettivi pubblici e più in generale a tutti i cittadini e ai turisti che avranno a disposizione un nuovo strumento integrato. Per la prima dell’11 dicembre abbiamo pensato a un contributo speciale. Il primo pezzo ad essere esposto al San Carlo, sarà una preziosa testa femminile proveniente dalla città martire di Palmira, un messaggio di pace e solidarietà con le aree di crisi del mondo colpite spesso anche con la distruzione dei beni culturali”, commenta il Direttore del MANN, Paolo Giulierini.