Concerto per San Gaudenzio

RASSEGNA CONCERTI

Venerdì 17 gennaio 2020 ore 21.00

Direttore Mario Lanaro

Orchestra Gli Archi Italiani

Coro Città di Piazzola sul Brenta

Maestro del coro Paolo Piana

PROGRAMMA

Johann Halvorsen
Passacaglia frei nach Georg Friedrich Händel
(arrangiamento di Antonio Aiello)

Antonio Vivaldi
Nulla in mundo pax sincera Rv 630
Soprano Oh Jimin

Federico Gon
Missa Brevissima

Antonio Vivaldi
Credo Rv 592
Gloria Rv 589

Nella settimana che precede le celebrazioni del Patrono della città, San Gaudenzio, un concerto dedicato all’importante ricorrenza novarese. Un appuntamento che segna anche il debutto di una composizione scritta appositamente per il concerto da Federico Gon: Missa brevissima. Un titolo dietro al quale si nasconde la volontà dell'autore di riunire in un quarto d'ora scarso di musica tutte le parti dell'Ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei) senza soluzione di continuità, ed utilizzandone solo in parte i testi. Missa brevissima si inserisce nel programma composto da musiche di Halvorsen e Vivaldi, eseguite dall’Orchestra Gli Archi Italiani e dal Coro Città di Piazzola sul Brenta, diretti da Mario Lanaro. Una nuova commissione che segna l’inizio di un nuovo percorso per il teatro novarese.

MARIO LANARO

Divulgare la musica è il suo impegno quotidiano; continua a studiare direzione, composizione, vocalità, didattica e organo; parla di musica, ne ascolta molta; cerca, prova, si presenta in concerto, compone, inventa. E si diverte.

Insegna da quasi quarant’anni in conservatorio: a Rovigo, Trento, ora al “Dall’Abaco” di Verona.

Con "Scrivi che ti canto" (promosso dalla Società del Quartetto di Vicenza) ha ideato un concorso poetico-musicale per la scuola dell’obbligo a livello nazionale (repertorio, videolezioni su web, corsi per docenti). È docente ospite in seminari per direttori e insegnanti. Collabora con molte realtà corali e strumentali, dall’amatorialità al professionismo, creando progetti duttili, mirati e stimolanti. Dirige pagine corali e orchestrali di tradizione, contemporanee e prime esecuzioni.

Nel 2002 riceve il “Castello d’Oro” (Conegliano) e nel 2006 il premio “alla coralità italiana” (Piacenza). Ha ottenuto fin da giovane vittorie a Concorsi corali nazionali ed internazionali: Vittorio Veneto (1977), Adria (1977, 1978, 1982), Ivrea (1979), Cuneo (1981), Stresa (1985). Vari premi a concorsi di Composizione corale: Tours (1985), Trieste USCI (1989), Verona AGC (2002, 2004, 2008). Le sue composizioni, di ambito sacro e profano, fanno parte dei repertori di molti cori italiani e stranieri e vengono eseguite in concerti e concorsi internazionali. Sono state pubblicate da Sikorski, A Coeur Joie, Carrara. Ha partecipato al "Forum International de Musique Chorale Contemporaine" progetto "El Canto" (1999) dirigendo l'Insieme Vocale "Umberto Zeni”. Al Teatro Malibran di Venezia (2011) è andata in scena la sua opera “La fabbrica di cioccolato” (da R. Dahl). Nel 2017 ha composto “L’annunciazione”, cantata mariana per coro ed ensemble su poesia di P. P. Pasolini. La Casa Editrice Carrara ha pubblicato (2012) un suo metodo “Esperienze corali” che sta ottenendo ottimi consensi.

Dirige grandi compagini corali ad importanti eventi: IV Convegno (Diocesi di Verona, 1987), Se in Trentino d'Estate un Castello (Castel Beseno, Fed. Cori Trentino, 1989), 32° Rassegna Internazionale Loreto (RAI Uno, 1992), Conto Cento Canto Pace (Arena di Verona, ASAC, 2015).

GLI ARCHI ITALIANI

Nel 1989, in occasione della prima edizione del Festival Organistico di Reggio Emilia, si manifesta l’esigenza di costituire un gruppo cameristico al fine di poter proporre programmi legati alla musica sacra e alla ricerca musicologica.

Nascono Gli Archi del Festival che, nell’arco delle prime tre edizioni, offrono al pubblico diversi programmi mai ascoltati prima a Reggio Emilia, come l’integrale mozartiana per organo e archi.

Nel 1991 il complesso assume la nuova denominazione di Archi Italiani, a riprova della provenienza dei singoli componenti. In questa veste si annoverano da subito collaborazioni con importanti solisti (Katia Ricciarelli, Renata Scotto, Sonia Ganassi, Andrea Griminelli, Bin Huang, Marco Rizzi, Giancarlo Parodi, Paolo Crivellaro, Domenico Nordio, Cristiano Burato, Giovanni Feltrin) con presenze in importanti stagioni e festivals italiani (Roma, Venezia, Genova, Milano, Catania, Sassari, Mantova, Sondrio, Schio) ed esteri (Vienna, Lugano, Cornovaglia).

Parallelamente alle presenze concertistiche è da sottolineare l’attività discografica: il doppio CD dedicato alla musica cameristica nella Russia del XIX secolo; il CD con la violinista Bin Huang (1° Premio Paganini, Genova); i tre Concerti mozartiani K 413, 414 e 415 per pianoforte ed archi; la prima incisione assoluta di musiche del reggiano Achille Peri (1812–1880).

Scelta tre 22 orchestre provenienti da tutto il mondo, nell’ambito della musica contemporanea, nel 1994 le è stata affidata l’incisione del CD dei vincitori del Primo Concorso Internazionale di Composizione “Ernest Bloch” di Lugano.

Progressivamente l’attenzione si è rivolta a piccole formazioni cameristiche miste in grado di proporre la letteratura meno frequentata ma di paritario valore artistico, sia profano che sacro. Alcuni esempi sono l’esecuzione della letteratura mozartiana con Glassharmonika, la letteratura cameristica con altri strumenti inconsueti come l’harmonium o la fisarmonica, la letteratura originale per flauto, arpa ed archi.

L’incisione (2011) del Concerto per flauto, arpa ed orchestra di W. A. Mozart è stata il coronamento dei primi vent’anni di attività dalla nuova denominazione assunta nel 1991.

Dopo alcuni anni di riflessioni artistiche Gli Archi Italiani riprendono slancio e vitalità con la nuova base operativa in Veneto. Rimanendo ancorati alla storia ed agli ideali originari prendono parte a spettacoli cameristici e sinfonici innovativi puntando anche al coinvolgimento di giovani musicisti emergenti.

CORO CITTA’ DI PIAZZOLA SUL BRENTA

Il Coro Città di Piazzola sul Brenta si costituisce nel 1993 sotto la direzione di Paolo Piana. In pochi anni il coro raggiunge i più alti vertici di merito come dimostrano i numerosi primi premi vinti in concorsi e rassegne nazionali ed internazionali. Il repertorio su cui si basa l’attività del coro attinge a tutti i periodi della musica da quella antica fino alla moderna passando per quella rinascimentale, barocca, romantica, dedicando attenzione e studio anche al canto gregoriano. Tra le esecuzioni più significative si citano la Missa Papae Marcelli di Palestrina, Stabat Mater (a 10 v.) di Scarlatti, Jephte di Carissimi, Weihnachtsoratorium e Johannes Passion di Bach, Dixit Dominus e  Messiah di Händel, numerose opere di Vivaldi,nonché i Requiem di Fauré, Mozart e Verdi,  la Grande Messa in Do minore di Mozart, la Petite Messe Solennelle e lo Stabat Mater di Rossini, lo Stabat Mater di Schubert, la Theresienmesse e lo Stabat Mater di Haydn, la Messa in Do Magg. e la IX Sinfonia di Beethoven, il Salmo 42 “Wie der hirsch schreit”e la Cantata “Wer nur den lieben Gott läßt walten” di Mendelssohn , il Salmo 13 “Herr wie lange” di Listz, il Nänie di Brahms, la Messa di Stravinsky, la Messa II di Bruckner, ect. Collaborazioni prestigiose si sono succedute in questi anni, con vari direttori di cori, musicisti e prestigiose orchestre tra le quali ricordiamo la Filarmonica Italiana, I Filarmonici di Trento, la Kammerorchester di Amburgo, gli Strumentisti della Fenice, I Virtuosi Italiani, l'Orchestra di Padova e del Veneto, L’Arte dell’Arco, Gli Archi Italiani.Ha avuto l’onore di eseguire a Monza il Salmo 13 di Liszt con l'accompagnamento all'organo del grande Maestro francese Jean Guillou, recentemente scomparso. Dal 2010 collabora stabilmente con la Fondazione Ghirardi di Piazzola sul Brenta nell'organizzazione della annuale “Festa della Musica Attiva” che si svolge nella splendida Villa Contarini, che vede inoltre il maestro Paolo Piana nella veste di direttore artistico.

FEDERICO GON

(Trieste, 1982) Musicologo e compositore, ha studiato musicologia presso l’Università degli Studi di Padova, laureandosi cum laude (2009) ed addottorandosi (2013), ha al suo attivo numerose partecipazioni a convegni nonché la pubblicazione di monografie e numerosi saggi in riviste specializzate in ambito operistico e sinfonico del XVIII-XIX secolo.

Vincitore del premio “Tesi Rossiniane” (Fondazione Rossini di Pesaro, 2013).

È membro del “Comitato per l’Edizione Nazionale delle commedie per musica di Domenico Cimarosa” e ricercatore post-doc presso l’Università di Vienna (2016-2019).

Parallelamente, dopo un inizio da autodidatta, ha compiuto studi di composizione con Azio Corghi e Mauro Bonifacio. Interessato sia all’ambito operistico che a quelli sinfonico e cameristico, suoi lavori sono stati commissionati ed eseguiti da enti quali il Teatro “G. Verdi” di Trieste, il Gran Teatro “La Fenice” di Venezia, l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra “I pomeriggi musicali” di Milano, Nuova Consonanza, Festival Pergolesi Spontini, Mittelfest, Quartetto Maffei.

Descrizione di Missa brevissima

Missa brevissima è un titolo dietro al quale si nasconde la volontà dell’autore di riunire in un quarto d'ora scarso di musica tutte le parti dell'Ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei) senza soluzione di continuità, ed utilizzandone solo in parte i testi. Ciò significa che il brano può essere eseguito sia come parte integrante della liturgia che, come nel presente caso, in forma di concerto. La scelta del titolo non è solo congeniale alle ridotte dimensioni, ma è anche un contraltare alle grandissime costruzioni sacre denominate “Missa Solemnis” (su tutte quella beethoveniana), enormi campate musicali che dominano il tempo con le loro enormi durate. Contraltare anche in termini filosofici e metafisici: l'autore si professa agnostico, e quindi il testo dell’Ordinario si può intendere anche quale breve (anzi, brevissima!) indagine sul Sacro e su quanto esso rappresenti ancora per alcuni uomini del nuovo millennio, grande crogiolo di ansie, dubbi, spiritualità e, perché, no, ironia. Si può quindi affermare che, sebbene composta secondo alcuni canoni tipici del genere (polifonia, contrappunto, etc.) non si tratta di musica religiosa, ma di “musica sacra” tout court.