L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Jerusalem Quartet al Teatro Argentina

giovedì 20 febbraio.

E’ la terza prestigiosa formazione da camera scelta dall’Accademia Filarmonica Romana per l’integrale dei

Quartetti per archi di Beethoven.

In programma l’op. 59 n. 2 e l’op. 132, appartenente quest’ultima al periodo tardo del musicista tedesco, fra modernità e complessità una delle partiture più audaci della musica da camera di ogni tempo.

Venerdì 21 febbraio Sala Casella, The Roaring Twenties secondo incontro di “Musica e Letteratura” dedicato ai ruggenti anni Venti

Passione, precisione, calore, una miscela dorata: questi sono i segni distintivi di questo eccellente quartetto d'archi”.Così il New York Times sul Jerusalem Quartet, terza prestigiosa formazione da camera – dopo il Pavel Haas Quartet e il Belcea Quartet - che l’Accademia Filarmonica Romana accoglie per il progetto dell’integrale dei Quartetti di Beethoven giovedì 20 febbraio al Teatro Argentina (ore 21).

Dopo il debutto nel 1996, i quattro musicisti israeliani – i violinisti Alexander Pavlovsky e Sergei Bresler, Ori Kam allaviola e Kyril Zlotnikov alvioloncello - hanno infatti intrapreso un percorso di crescita e maturazione che li ha portati ad avere un vasto repertorio e una particolare profondità di espressione, apprezzata e applaudita nei più importanti palcoscenici del mondo e in registrazioni discografiche (il quartetto incide in esclusiva per l’etichetta Harmonia Mundi), premiate con riconoscimenti prestigiosi.

Fra gli ultimi progetti avviati dalla formazione israeliana, troviamo anche un programma incentrato su Beethoven che il Quartetto sta portando in tournée in diverse città tedesche. Per il loro concerto romano, la formazione affronterà il secondo Quartetto dell’op. 59, ovvero il ciclo dei “quartetti russi” dedicati al conte Rasumowsky, e l’imponente Quartetto op. 132, composto nella primavera del 1825, uno dei più enigmatici capolavori del repertorio cameristico, appartenente all’ultimo periodo creativo di Beethoven. La complessità e la modernità di questo lavoro sono ben espresse dalle parole di Arrigo Quattrocchi che descrive l’op. 132 come “un quartetto complesso, nel quale la successione dei temi, dei movimenti, delle armonie sembra aver perduto ogni punto di riferimento. Beethoven persegue una meta, precisa (senza la quale la musica perderebbe di senso) ma è il centro che è andato smarrito e con esso vanificate le nostre aspettative di ascoltatori”. Ci troviamo così sorpresi ancora oggi, ascoltando questo Quartetto, di fronte alla mutevolezza dei tempi, alle tensioni che creano esiti imprevedibili nell’ascolto, alle tonalità fluttuanti che provocano indeterminatezza, sospensione e non-risoluzione, ma che fanno di questo lavoro uno dei capolavori della musica da camera di ogni tempo.

Dalla fondazione del Quartetto Jerusalemnella stagione 1993/94 e il debutto nel 1996, i quattro musicisti israeliani calcano i più importanti palcoscenici del mondo da oltre vent’anni: ogni due anni si esibiscono in Nord America, in città quali New York, Chicago, Los Angeles, Philadelphia, Wa#shington, Cleveland e al Ravinia Festival. In Eu#ropa il Quartetto viene regolarmente invitato dalla Wigmore Hall di Londra, dalla Tonhalle di Zurigo, dalla Herkulessaal di Monaco, dal Théâtre des Champs Elysées di Parigi e appare all’Auditorium du Louvre di Parigi, alla Elbphilharmonie di Amburgo e in festival quali Salisburgo, Verbier, Schleswig-Holstein, Schubertiade di Schwarzen#berg, Rheingau, White Nights di San Pietroburgo e molti altri. Il Quartetto Jerusalem registra in esclusiva per l’etichetta Harmonia Mundi; diverse incisioni sono state premiate con riconoscimenti pre#stigiosi quali il Diapason d’Or, il BBC Music Magazine Award e l’ECHO Klassik. Nel 2019 è uscito un nuovo album che esplora la musica ebraica dell’Europa centrale e la sua influenza nel periodo tra le due guerre mondiali. Il CD vede la partecipazione del soprano israeliano Hila Baggio, con la quale il Quartetto Jerusalem esegue una selezione di brani del Cabaret Yiddish tratti dalla Varsavia degli anni Venti; lo stesso programma è portato in tournée nella presente stagione in tutta Europa. Altri appuntamenti importanti sono i due tour negli Stati Uniti (autunno 2019 e primavera 2020), un ciclo Beethoven a Tel Aviv e i ‘ritorni’ presso la Wigmore Hall di Londra, la Tonhalle di Düsseldorf e la String Quartet Biennale di Amsterdam.

Altro appuntamento della settimana alla Filarmonica Romana sarà in Sala Casella venerdì 21 febbraio (ore 20.30) con il secondo incontro di Musica e Letteratura in collaborazione con l’Associazione Fabrica dedicato ai ruggenti anni Venti.The Roaring Twenties. Tra superuomo, art déco e nascita del jazz (questo il titolo della serata) vedrà sul palco il Fabrica Ensemble Quartet con il racconto affidato a Elisa Lombardi, Livia Saccucci, Alessandro Epifani. Da Pirandello a Gershwin passando per Debussy, The Roaring Twenties racconta ifatti storici dell’ascesa al potere di Mussolini.

Biglietti Teatro Argentina: da 25 a 16 euro, ragazzi fino a 14 anni 9 euro.

Biglietti Sala Casella: 10 euro.

Info: tel. 06 3201752, emailQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Programma sul sito www.filarmonicaromana.org

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TEATRO ARGENTINA (largo di Torre Argentina 52)

giovedì 20 febbraio ore 21

JERUSALEM QUARTET

Alexander Pavlovsky violino

Sergei Bresler violino

Ori Kam viola

Kyril Zlotnikov violoncello

Beethoven Quartetto in mi minore op. 59 n. 2

Quartetto in la minore op. 132

Ciclo integrale dei Quartetti per archi di Beethoven

SALA CASELLA

venerdì 21 febbraio ore 20.30

MUSICA E LETTERATURA

Per lo spazio, nel tempo
Roaring twenties

con Valentina Tramaceresoprano, Alessandro Regoli controtenore,

Bruno Corazza basso baritono, Emiliano Begni pianoforte e vocals

in collaborazione con l’Associazione Fabrica


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