L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Da Shakespeare alla Repubblica di Weimar

Shakespeare secondo Gabriele Lavia e Ottavia Piccolo, il concerto dell’Orchestra Rai con Fabio Luisi in Senato e la storia raccontata da Sergio Zavoli, Carlo Lucarelli e Paolo Mieli: prosegue anche nel pomeriggio di martedì 2 giugno su Rai5 (canale 23) e Rai Storia (canale 54) l’offerta straordinaria di Rai Cultura per #lascuolanonsiferma.

Su Rai5 alle 15.30 si apre il sipario su “Misura per misura” di William Shakespeare, nella versione diretta da Luigi Squarzina nel 1978, con Gabriele Lavia e Ottavia Piccolo.

Alle 18.00, la bacchetta di Fabio Luisi, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e la voce di Ekaterina Bakanova sono i protagonisti del concerto nell’Aula del Senato della Repubblica, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, registrato in occasione del Natale 2018. Al centro del programma una scelta di brani sinfonici del repertorio operistico italiano, abbinati a pagine per soprano e orchestra, interpretate dalla giovane russa Ekaterina Bakanova. 

Su Rai Storia, invece, si comincia alle 15.00 con “La notte della Repubblica”, in cui Sergio Zavoli rilegge i rapimenti e gli omicidi politici della prima metà degli anni Settanta effettuati dai gruppi estremisti di sinistra e di destra, a partire dal sequestro del giudice Sossi, a Genova, nel 1974 da parte delle Brigate Rosse.

Alle 16.00 tocca a Carlo Lucarelli raccontare in “La Grande Guerra” l’Europa dopo l’armistizio dell’11 novembre 1918, mentre alle 17.00 Mario Tozzi, con una lezione sull’equilibrio degli ecosistemi, e Valerio Massimo Manfredi, con una sulla fine della civiltà micenea, sono i protagonisti di “#maestri”.

Alle 17.30 torna “Potere e bellezza” con una puntata dedicata ai Savoia, dagli “esordi”, nel XVI secolo, all’impresa di unificare l’Italia, tre secoli dopo. 
L’offerta di Rai Stria si chiude alle 18.30 con “Passato e Presente”, in cui Paolo Mieli e il professor Giovanni Sabatucci analizzano la parabola della Repubblica di Weimar tra la fine della Grande Guerra, di cui porta i segni lungo tutto il suo corso, e la presa del potere nazionalsocialista che ne decreta la fine.


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