Il piano Be! Ripensare, riabitare, ricreare

di Isabella Ferrara

Programma 22 ottobre/20 dicembre 2020

Il Teatro Bellini ha presentato la sua programmazione teatrale ridotta, cioè riferita ai mesi da ottobre a dicembre 2020.

Il programma dettagliato in pdf

Il titolo sintetizza tutta la voglia di ricominciare degli artisti, la necessità di reinventarsi in un panorama di limitazioni, distanziamenti, nuove regole di sicurezza e mascherine sempre sul volto, per ricominciare ad “abitare” il teatro, ospitando quel pubblico che aspetta di poter rivivere le emozioni che l’arte regala, e cerca la compagnia di attori professionisti che regalano momenti di divertimento, di riflessione, di commozione.

Ancora una volta il Bellini sorprende con la sua capacità di innovare, pur restando nella tradizione reinterpretandola, e restando nelle regole e nei limiti dettati dalla legge e dal buon senso anti Covid-19. Non era semplice “ripensare” il teatro nella situazione che stiamo vivendo nostro malgrado. Riorganizzare gli spazi, i tempi, le abitudini. “Ricreare” il contatto con il pubblico e la sua emotività nonostante le distanze e i limiti; “riabitare” l’arte in ogni sua forma. Le soluzioni proposte stuzzicano l’interesse. Durante una classica conferenza stampa molto contemporanea e digitale, in presenza con distanza, e a distanza ma con la presenza di tutti, i direttori artistici del Bellini e i loro ospiti/collaboratori sono riusciti ancora una volta ad incuriosire; a spiegare in dettaglio le idee innovative che escono dalle righe per ricadere su un palco evocativo, lasciando una percentuale di mistero e imprevedibilità che è una caratteristica peculiare e fondamentale che tanto piace del teatro. Sorpresa, curiosità, interrogativi, certezze, stupore: non si torna a quel che era prima del virus e tutte le conseguenze che ha portato con sé. Piuttosto si vive e si interpreta il presente, che è anche il passato e che sarà il futuro; che è la nostra umanità e che siamo noi.

Ci sarà un nuovo assetto e una nuova organizzazione spaziale del palcoscenico che conquisterà dimensioni da spettacolo all’aperto, in stile shakespeariano, ma assolutamente contemporaneo, come un ritrovo di amici che segue, ascolta, sente e vive insieme agli attori che si susseguiranno sulla scena. Infatti si moltiplicheranno gli spettacoli, ogni giorno più performance si passeranno la staffetta; in più tempi e in nuovi e inaspettati spazi si duplicheranno e replicheranno recite di uno stesso copione. Entrare al Bellini sarà come entrare, ancora più del solito, in una dimensione quasi onirica, nei cui sogni il pubblico sarà sia spettatore che creatore inconsapevole. E non solo inconsapevole, perché secondo il progetto Adiacente Possibile di Agostino Riitano il pubblico sarà artefice di nuovi copioni da interpretare, sarà esso stesso interprete, presenza attiva e fattiva. La realtà quotidiana irromperà sul palco e fra le sedute del teatro per essere in diretta, per diventare una cronaca, di immagini e suoni, voci e corpi che dalla strada, dalle piazze, dai vicoli e dagli angoli della città, dei paesi limitrofi, delle vite degli altri, giungerà fra le mani di attori e spettatori, per essere seguita, capita, vissuta, per farne una esperienza nuova che non ci releghi al ruolo di passivi osservatori, ma ci trasformi, con la forza dirompente di ciò che davvero esiste e accade fuori da noi, in agenti del cambiamento. Che sia interiore, che sia familiare, che possa farsi sociale.

Ecco la innovativa creatività del teatro che si fa presente attivo, che impara dal passato, che costruisce il futuro. Che diventa anche luogo di accoglienza, spazio di analisi e riflessione, tempo di emozioni immediate e non tradotte.

È e sarà il posto della drammaturgia, della recitazione, dell’improvvisazione, della creazione senza schemi, dell’horror, della danza, della musica. Il posto per adulti, per famiglie, per bambini. Per appassionati e curiosi; innovatori e tradizionalisti.

Sarà il luogo delle collaborazioni, come quelle con il Nuovo Teatro Sanità e il Civico 14, che occuperanno gli spazi del Piccolo Bellini. Quella con il Teatro nel Baule, con la musica della kermesse prodotta da Apogeo

Records, Upside Production e BeQuiet, e la danza di Manuela Barbato ed Emma Cianchi. Con i colori e le immagini della Scuola italiana di Comix, che con un filmato di Vaga (Valentina Galluccio) raffigura i nuovi spazi e tempi che caratterizzeranno la programmazione del Piano Be del Bellini.

In conclusione sarà un nuovo approccio ad una realtà nuova ed imprevedibile, carica di tensioni, dolori, gioie, improvvise rivoluzioni, ben conosciuti giochi di personalità e di relazioni, incomprensibili trame di vite. Sarà un essere ed un esserci di nuovo, dopo e nonostante tutto, ancora e sempre. Un ricominciare, ma diversi, cambiati dalla realtà, trasformati dalle esperienze, dagli incontri. Saremo tutti di nuovo attori della nostra stessa vita che dipana i suoi tormenti sul palco, per poi sciogliere i suoi nodi in un sollievo di applausi e sorrisi. Sarà infine come il “Be Jennifer”, il progetto sullo spettacolo Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello per la regia di Gabriele Russo, con Daniele Russo e Sergio Del Prete, che ha già calcato le scene del Bellini, e che si rinnoverà e si modificherà senza schemi, senza previsti esiti, proprio come si modificano i nostri progetti di vita quando incontrano la realtà.