Donne contro l'inferno

Passato e presente

Edith Stein e la religione nazista

Rai3 ore 13:15 - RaiStoria ore 20:30

Edith Stein: un personaggio femminile di grande temperamento. Nata nel 1891 a Breslavia, in Germania, da una famiglia ebrea atea, si fa, da subito, paladina dei diritti delle donne e dei più deboli. A “Passato e Presente”, in onda martedì 26 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, il professor Emilio Gentile e Paolo Mieli ne ripercorrono la vita. Già allieva del filosofo Edmund Husserl, a Gottinga, durante la Grande Guerra parte come infermiera volontaria per il fronte e al ritorno, a soli 25 anni, diventa assistente del maestro, unica donna in un mondo accademico tutto al maschile. Il suo percorso di conoscenza è segnato da due passaggi decisivi: nel 1921 si converte alla religione cattolica e, tredici anni dopo, prende i voti nell’ordine delle carmelitane e diventa suora con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Brillante studiosa, Edith Stein, continua a battersi contro le persecuzioni subite dagli ebrei in Germania. Ne rimane vittima ella stessa, il 9 agosto 1942, nelle camere a gas di Auschwitz. Dichiarata beata nel 1987, Edith Stein è stata proclamata santa l’11 ottobre 1998.

La resistenza ebraica

RaiStoria ore 14:20

L’idea che abbiamo della Shoah è condizionata dal luogo comune secondo il quale gli ebrei in Europa si sarebbero lasciati sterminare senza opporre alcuna resistenza ai nazisti. La realtà è ben diversa e composita. A “Passato e Presente” la professoressa Anna Foa, insieme a Paolo Mieli, racconta un gran numero di episodi che contribuiscono a sfatare questa visione.

Il coraggio e la pietà. Gli ebrei e l'Italia durante la guerra

RaiStoria ore 15:00 

Le leggi razziali e lo sforzo eroico degli italiani che si prodigarono durante la Seconda Guerra Mondiale per mettere in salvo gli ebrei dai campi di concentramento.

Italiani con Paolo Mieli: Tullia Zevi

ore 16:00

Tullia Calabi Zevi, nata a Milano nel 1919 e scomparsa a Roma nel 2011, è stata la prima donna a guidare l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ma non solo: il documentario di Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler, in onda martedì 26 gennaio alle 16.00 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”, ripercorre le tappe fondamentali della sua vita, quella privata e quella pubblica attraverso i racconti dei figli Adachiara e Luca, della nipote Nathania, che nel 2001 ha scritto con la nonna un libro/ricordo dal titolo “Ti racconto una storia”, e della giovane biografa Puma Valentina Scricciolo che ha pubblicata nel 2019 “Tullia Calabi Zevi”. Era arrivata a New York con i tre fratelli e i genitori nel 1940 da Parigi, ma da Milano, dove aveva vissuto un'infanzia e un'adolescenza dorate e protette nella grande casa di via Revere, era partita già nel 1938 all'indomani della promulgazione delle leggi razziali. A New York Tullia, per aiutare l'economia della famiglia, mette a frutto le lezioni di arpa e le lunghe giornate passate a suonarla, per proporsi alle orchestrine che vanno per la maggiore in quegli anni. Così calca i palcoscenici al seguito dei grandi musicisti dell'epoca e dei cantanti in voga, tra cui Frank Sinatra. A New York incontra un altro fuoriuscito, Bruno Zevi. Lui è venuto in America da Roma e studia Design e Architettura; i due ragazzi si sposano nel dicembre del 1940 nella sinagoga spagnola. Il matrimonio non è tutto rose e fiori: Bruno è abituato a decidere e Tullia non si piega facilmente. Insieme però lavorano per “Giustizia e Libertà” e partecipano attivamente alla Mazzini Society, fondata da papà Calabi e da Gaetano Salvemini, che riunisce gli antifascisti d'oltreoceano. Tullia conosce Amelia Rosselli e le sue nuore, le vedove dei fratelli Rosselli, a loro, soprattutto ad Amelia, resterà legata per sempre. A parlare di lei, ci sono anche la moglie del fratello maggiore che abita ancora nella casa natale di Tullia a Milano; Emanuele Ascarelli, giornalista e scrittore, che collaborò alla costruzione del Centro documentaristico dell'Unione Comunità Ebraiche Italiane, che lei volle fortissimamente. Attraverso aneddoti, racconti dei familiari, fotografie e immagini, il documentario fa rivivere il carattere, le esperienze di vita, le scelte moderne e delicate come accettare di essere inviata a Norimberga e poi a Gerusalemme a seguire i processi ai nazisti, assumere incarichi di prestigio che la portavano lontana, ma riuscire a seguire la crescita dei suoi figli bambini e poi dei nipoti e, più semplicemente, decidere di prendere una casa per conto suo e di lasciare quella di famiglia.

Insieme

RaiStoria ore 17:10

Storie di cucina, tradizioni, identità con Serena Scorzoni

Storia del PCI 1921-1944

RaiStoria ore 18:05

La storia del Partito comunista d’Italia dalla sua fondazione, il 21 gennaio 1921, alla svolta di Salerno, nell’aprile del 1944. La ricostruisce il doc “Storia del PCI 1921-1944” di Clemente Volpini, per la regia di Matteo Bardelli

Fossoli. Anticamera per l’inferno

RaiStoria ore 21:10

La vita nel Campo di prigionia di Fossoli: la racconta il documentario “Fossoli. Anticamera per l’inferno” in onda martedì 26 gennaio alle 21.10 e in replica mercoledì 27 gennaio alle 10.00 su Rai Storia. Attraverso le storie di sette tra internati politici e internati ebrei detenuti tra il febbraio e l'agosto 1944 il documentario ricostruisce gli accadimenti avvenuti all'interno del Campo e lo stato d'animo che accompagna gli internati nella loro successiva deportazione nei campi nazisti disseminati in tutta Europa. Gli arresti, la detenzione in carcere prima dell'internamento, gli interrogatori a cui vengono sottoposti i detenuti costituiscono il doloroso preliminare prima del trasferimento a Fossoli: per tutti la macchina burocratica coercitiva nazifascista costituisce il passaggio obbligato tra un prima vissuto nel timore dell'arresto e un dopo vissuto nell'angoscia di un domani sconosciuto. E l'umanità eterogenea presente nel campo è unita nello stesso destino: l'attesa per la deportazione verso i lager nazisti.

E pluribus unum. Storia dei presidenti americani

RaiStoria ore 22:10

Alla fine della Grande Guerra gli Stati Uniti diventano a pieno titolo una potenza politica ed economica a livello mondiale. Sono gli anni delle presidenze che vanno da Warren Harding fino a Herbert Hoover, gli anni Ruggenti, che si interrompono bruscamente a causa della crisi economica del 1929. Lo racconta Lucia Annunziata in “E pluribus unum. Storia dei presidenti americani” in onda martedì 26 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Sarà il presidente successivo, Franklin Delano Roosevelt, a portare l’America fuori dalla crisi economica, ma anche a rompere il tradizionale isolazionismo entrando nel secondo conflitto mondiale per sconfiggere i nazisti. Conclusa e vinta la guerra, gli Stati Uniti diventano la prima potenza economica e militare. Da quel momento il presidente degli Stati Uniti diventa sempre più decisivo nelle scelte politiche e economiche a livello globale e comandante in capo per vincere le sfide lanciate dall’Unione sovietica. Un braccio di ferro, chiamato Guerra fredda che va da Harry Truman fino a Ronald Reagan, che definiva l’Unione Sovietica l’impero del male; da Eisenhower fino a Nixon, per sconfiggere le forze comuniste in Corea e Vietnam. Dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti si ritrovano a essere la prima e unica potenza mondiale senza un vero avversario. Lo scacchiere geopolitico, fino a quel momento regolato dalla guerra fredda e dallo scontro tra America e Unione Sovietica, si destabilizza, come in Iraq, dove nel 1991 George H. Bush decide di intervenire contro Saddam Hussein nella prima guerra del golfo. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, il presidente George W. Bush conduce una lotta contro il terrorismo di matrice islamica che lo porterà in guerra contro l’Afghanistan e l’Iraq, portando a una destabilizzazione dell’intero Medioriente che coinvolgerà anche le presidenze dei suoi successori.  

In viaggio con Cecilia

RaiStoria ore 23:00 [attenzione: nello stesso orario potrebbe andare in onda una replica di La bussola e la clessidra]

Per rendere omaggio alla documentarista Cecilia Mangini, pioniera del cinema del reale in Italia e appena scomparsa, Rai Cultura propone “In viaggio con Cecilia”, in onda martedì 26 gennaio alle 23.00 su Rai Storia. E’ un ritorno al 2013, quando la Mangini era tornata dietro e davanti alla macchina da presa a distanza di quasi 40 anni dalla sua ultima regia. Ad accompagnarla è Mariangela Barbanente, in un film on the road alla scoperta di come fosse cambiata la Puglia, terra che le accomunava e tema centrale dei documentari realizzati da Cecilia Mangini negli anni ’60. 
Il film intreccia epoche e luoghi, gli archivi visivi dialogano col presente indagando un luogo nella sua continuità. In quella stessa estate un giudice ammette che Taranto è una città in ostaggio dell’inquinamento che prodotto dall’acciaieria Ilva, oggi ArcelorMittal, e ordina l’arresto del proprietario, Emilio Riva. Il viaggio diventa così l’occasione per confrontarsi con domande che Cecilia Mangini aveva posto al centro della sua ricerca: come guardare all’industria che riscatta una terra, che la traina fuori dalla sua dimensione arcaica, ma ponendola in un presente crudele e contraddittorio? Le riposte non possono che essere cercate nelle persone incontrate: prospettive personali ed uniche su un tema collettivo che sembra destinato a mettere tutto in discussione, ieri come oggi.