L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Omaggio a Nino Taranto e ad Anton Čechov

Nell’ambito dell’omaggio all’attore Nino Taranto nel 35° anniversario della scomparsa (23 febbraio 1986), Rai Cultura propone la commedia “Bello di papà”, scritta da Giuseppe Marotta e Belisario Randone, e diretta da Mario Ferrero, in onda sabato 20 febbraio alle 16.15. Tra gli intrpreti, Nino Taranto, Vittoria Crispo, Enzo Petito, Angela Pagano.
La commedia venne rappresentata la prima volta nel 1957 al Teatro Manzoni di Milano. Al centro di “Bello di papà” c’è l'amore morboso di un padre, il conte Gondrano Gennaro Battiferro D'Aniello, vedovo, per il figlio Emanuele al quale ha dedicato tutta la sua vita. Il giorno in cui il giovane decide di partire con la ragazza che ama per reagire alla cieca gelosia paterna, il conte comincia a dare segni di squilibrio, circondandosi di bambini e di ragazzi per rivivere e ricreare intorno a sé le varie età del figlio. Il conte riversa così il suo affetto nei confronti di giovani orfani, finché un giorno si presenta il vero nipote, figlio di Emanuele che, dopo tanti anni, ha deciso di riavvicinarsi al padre. Il conte non dovrà più fingere. 

Una serata di grande opera e prosa con due spettacoli in prima assoluta firmati da Damiano Michieletto. Sabato 20 febbraio, a partire dalle 19.50 su Rai5 e dalle 20.00 su Radio3, Rai Cultura popone la Salome di Richard Strauss con il Maestro Riccardo Chailly sul podio, registrata al Teatro alla Scala di Milano, e a seguire due celebri atti unici di Anton Čechov, “La domanda di matrimonio” e “L’orso”, realizzati con il Teatro Stabile del Veneto al Teatro Goldoni di Venezia, dalle 21.45 circa. 
Il nuovo allestimento di Salome del Teatro alla Scala, affidato a Michieletto, avrebbe dovuto andare in scena nel marzo 2020: le prove erano già avanzate quando, il 23 febbraio, l’attività dei teatri è stata interrotta dalla prima ordinanza di contenimento della pandemia. A un anno di distanza lo spettacolo arriva sulla scena del teatro milanese, prima nuova produzione scaligera dopo il lockdown. Sul podio il Direttore musicale del Teatro alla Scala Riccardo Chailly, già previsto nella produzione originale del 2020, che sostituisce l'indisposto Zubin Mehta e che realizza così la sua prima collaborazione, a lungo progettata, con Michieletto. Lo spettacolo è stato registrato il 18 e 19 febbraio e viene trasmesso con l'introduzione di Stefania Battistini e la regia televisiva di Arnalda Canali. 
«Ho voluto rappresentare la dinastia di Erode come l’emblema di una crudele tragedia familiare – dice Michieletto – Salome è orfana del padre, ammazzato da sua madre Erodiade che ne ha sposato il fratello. La ragazza è descritta da Oscar Wilde, nel testo su cui Strauss si basa per la sua opera, come una colomba, pallida, con manine bianche e piccoli piedi: è un’adolescente traumatizzata dall’ambiente familiare violento e malato che è la corte di Erode, al quale viene offerta dalla stessa madre. In questo incubo familiare compare Giovanni il Battista, che rappresenta la voce della verità, quella che fa emergere il passato di violenza e sangue. È confinato in una cisterna descritta come una tomba, di cui è pericoloso sollevare il coperchio. Jochanaan è come un’epifania: viene a squarciare il velo sotto il quale venivano nascosti i segreti della dinastia di Erode».
Lo spettacolo di Damiano Michieletto si avvale delle scene di Paolo Fantin, dei costumi di Carla Teti, delle luci di Alessandro Carletti e della coreografia di Thomas Wilhelm. La regia televisiva è di Arnalda Canali.
In scena nei panni della protagonista Elena Stikhina al debutto scaligero, insieme a Wolfgang Koch come Iochanaan, Gerhard Siegel come Herodes e Linda Watson come Herodias.
Alle 21.45 circa si prosegue con uno spettacolo di prosa proposto in prima visione assoluta, realizzato con il Teatro Stabile del Veneto e registrato lo scorso dicembre al Teatro Goldoni di Venezia. Michieletto propone un suo personale adattamento drammaturgico di due celebri atti unici cechoviani: “La domanda di matrimonio” e “L’orso”, che il regista raccorda in modo singolare, creando un unico racconto in cui personaggi, dall’apparenza granitica, rivelano in circostanze improbabili tutte le loro più segrete fragilità.
Anche in questo caso lo spettacolo di Damiano Michieletto si avvale delle scene di Paolo Fantin, dei costumi di Carla Teti e delle luci di Alessandro Carletti. La regia televisiva è di Daniela Vismara. 
In scena Giancarlo Previati, Petra Valentini, Edoardo Sorgente, Andrea Pennacchi e Nicola Stravalaci che interpreta il ruolo del servo, a cui è affidato il compito di traghettare l'azione da un atto unico all'altro.


 

 

 
 
 

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