L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La vita di Napoleone e il Grande Torino

Rai3 e Rai Storia, #maestri dal 3 al 7 maggio

Viaggio in Italia. La Toscana e i toscani

Una Firenze ferita dall'alluvione del 1966, raccontata con una delicatezza estrema da Franco Zeffirelli nella sua "Per Firenze".

Passato e Presente. L'IRA: il braccio armato d'Irlanda

Le origini dell’Irish Republican Army, l’IRA, sono da rintracciare nelle formazioni paramilitari nazionaliste che si sollevarono contro la Gran Bretagna nella settimana di Pasqua del 1916. Nel 1921, in seguito alla partizione dell’Irlanda tra Ulster, a nord, che rimane sotto il dominio inglese, e Stato libero d’Irlanda, a sud, l’IRA costituisce l’avanguardia armata del movimento cattolico repubblicano. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Eugenio Biagini a “Passato e Presente”, in onda martedì 4 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Da allora, combatterà con operazioni di guerriglia e attentatati terroristici per porre fine alle discriminazioni di cui sono oggetto le comunità cattoliche nelle contee settentrionali, per la riunificazione dell’isola e per l’indipendenza dal Regno Unito. È una storia sanguinosa che vede contrapposte la comunità unionista protestante e l’esercito britannico da un lato, e l’IRA dall’altro. Solo nel 1998, con l’accordo del Venerdì Santo, arrivato dopo un lungo e contrastato processo di pace, questa strisciante guerra civile vedrà la fine.

Passato e Presente. La via della seta e delle idee

Non una strada, ma una rete di collegamenti per terra e per mare, che, percorsi per secoli dagli eserciti in marcia e dalle carovane di mercanti, hanno collegato Oriente e Occidente sin dall’antichità, permettendo la circolazione di prodotti, idee, invenzioni. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura, in onda martedì 4 maggio alle 14:25 su Rai Storia, Paolo Mieli ripercorre le tappe della reciproca conoscenza tra l’Europa e la Cina insieme alla sinologa Tiziana Lippiello, Rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La via della Seta è stato un ponte culturale tra popoli e civiltà diverse, che ha permesso nei secoli il diffondersi del pensiero da un estremo all’altro del mondo. A partire da Zhang Qian, l’ambasciatore cinese che viaggia verso Occidente all’epoca della prima dinastia imperiale cinese, al monaco cinese Xuanzang, che arriva in India e traduce i testi buddhisti che verranno diffusi in tutta l’Asia, fino ai viaggi di Marco Polo e Matteo Ricci.

"Grande Torino" Omaggio all'epopea degli invincibili

Un romanzo sportivo e una leggenda nazionale entrati nella storia dello sport e del Paese: l'epopea degli invincibili in maglia granata, la squadra del Grande Torino, vittima della sciagura aerea di Superga, il 4 maggio 1949. Un racconto affidato al doc “Grande Torino”, che Rai Cultura ripropone martedì 4 maggio alle 15.00 su Rai Storia per un omaggio a quell’imbattibile squadra granata. A raccontare le storie dei giocatori e ricordare le gesta del Grande Torino, Guido Vandone e Umberto Motto, i ragazzi delle giovanili che presero il posto dei “grandi” nelle ultime quattro giornate del campionato 1948/49. E poi i giornalisti Giampaolo Ormezzano e Italo Cucci, lo storico Mauro Canali, e i famigliari dei calciatori, tra cui Susanna Egri, figlia dell'allenatore Egri Erbstein, Franco Ossola, Pierluigi Gabetto, e Sandro Mazzola, ex calciatore e figlio del capitano della squadra, Valentino Mazzola. Quel Torino era una squadra che aveva vinto tre campionati di fila, dal 1946 al 1948, macinando record e fornendo l'ossatura alla Nazionale italiana, valorizzando campioni come Virgilio Maroso, Guglielmo Gabetto, Mario Rigamonti, Franco Ossola, e il capitano Mazzola. La loro storia è quella dei ragazzi degli anni ‘40, giovani uomini simbolo dell'Italia che si risollevava dopo la guerra, rimboccandosi le maniche alla ricerca di normalità. La tragedia distrugge i sogni di migliaia di ragazzini e apre le porte della leggenda ai 17 giocatori, periti con tre allenatori, tre dirigenti, tre giornalisti e quattro uomini dell'equipaggio. Superga diventa il primo lutto collettivo dell'Italia moderna, l'anno zero del calcio italiano, la pietra d'inciampo della memoria condivisa del Paese.

"Ei fu. Vita, conquiste e disfatte di Napoleone Bonaparte"

Se un personaggio come lui oggi fosse vivo, sicuramente avrebbe un profilo social pieno di frasi celebri (come “c’è solo un passo dal sublime al ridicolo”) e centinaia di migliaia di follower in tutta Europa, anche se non tutti “amici”. Inevitabile, con quel nome: Napoleone. A immaginare quel profilo, oggi, è il professor Alessandro Barbero che – a 200 anni dalla morte, in quel famoso “5 maggio” immortalato da Manzoni – racconta anche così Napoleone nel docufilm scritto con Davide Savelli per la regia di Graziano Conversano “Ei fu. Vita, conquiste e disfatte di Napoleone Bonaparte”, in onda in prima visione martedì 4 maggio alle 21.10 su Rai Storia e in replica mercoledì 5 maggio alle 9.30. Un viaggio – dall’infanzia alla fine dei suoi giorni - nella vita del primo grande protagonista dell’era contemporanea. Anzi, stando ai manuali scolastici, di colui che ne ha provocato l’inizio. Un uomo nato su un’isola, la Corsica, luogo remoto di quell’impero che lui stesso fonderà, esportando, paradossalmente, idee rivoluzionarie nell’intera Europa; incendiando gli animi di milioni di individui in tutto il continente, dividendone e spaccandone l’opinione pubblica, al suo tempo come anche ai nostri giorni. Il racconto è tutto basato sulle fonti storiche - documenti, biografie, memoriali – ed è arricchito dalle testimonianze di alcuni grandi testimoni, interpretati da attori, che in alcuni casi erano fan sfegatatati o caustici detrattori, e in altri casi commentatori imparziali: Alessandro Manzoni; Luciano Bonaparte, Madame De Stael, Giuseppina Bonaparte, Maria Luisa d’Austria, il duca di Wellington, e alcuni dei suoi soldati, pronti a seguirlo sempre e ovunque. La narrazione di Alessandro Barbero è interamente ambientata sull’isola d’Elba, in alcuni luoghi del primo esilio napoleonico, come la Palazzina dei Mulini, la Villa di San Martino, il Santuario della Madonna del Monte e i forti Falcone e della Linguella.


 

 

 
 
 

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