Instrumental Freak Show

30° Festival Milano Musica

D’UN COMUNE SENTIRE

Instrumental Freak Show di Giovanni Verrando
al Teatro Elfo Puccini per Milano Musica

Il Festival inizia con uno spettacolo di teatro musicale
che si fa “manifesto della diversità”

Il 30° Festival Milano Musica s’inaugura lunedì 10 maggio alle ore 19 al Teatro Elfo Puccini con lo spettacolo di teatro musicale di Giovanni Verrando Instrumental freak show. A manifesto on diversity, che debutta a Milano dopo la prima assoluta alla Biennale di Venezia. Un omaggio alla «diversità come potente motore del mondo» con l’Ensemble Interface, la voce di Giulia Zaniboni, la regia del suono di Paolo Brandi, le scene e le luci di Angelo Linzalata e la partecipazione di Michele Innocente e lo stesso Giovanni Verrando per la realizzazione del video.

Daxophone, violini con corde bi-calibro, flauto filtrante#; filosofia, antropologia, poesia, ornitologia in russo, francese, italiano e tedesco: il “manifesto della diversità” di Giovanni Verrando nasce dalla ricerca di varietà dei mezzi espressivi – suono, testo, video – e dei linguaggi, con un’accurata selezione di letture tra più diversi argomenti; dall’esplorazione di nuovi modi di produzione del suono su strumenti tradizionali, anche “preparati” con carta stagnola, patafix e mollette, fino alla costruzione di “oggetti sonanti” inventati per l’occasione, sotto la guida del liutaio Andrea Tremolada.

Un universo fatto di stimoli sonori, visivi e semantici, narrato in cinque quadri e altrettanti personaggi, a loro volta “diversi” o “freak”. Tra loro Gracious Kaspar, che vive in un quadro lontano dalla realtà (omaggio al Kaspar Hauser di Werner Herzog); Koz’ma Prutkov, grande poeta russo mai esistito ma “reale”, pseudonimo creato da quattro poeti russi della seconda metà dell’Ottocento; Oiseau lyre, «cantante con una complessa struttura del siringe che imita deliziosamente ciò che le sta intorno», come l’uccello lira australiano. Lo spettacolo viene proposto due volte. Prima della seconda rappresentazione, Giovanni Verrando dialoga con la musicologa Ingrid Pustijanac.

Il Festival continua con un weekend al Conservatorio di Milano, ospiti l’ensemble francese L’Instant Donné (sabato 15 maggio, ore 20), con un concerto monografico dedicato al compositore Georges Aperghis, e Maurizio Pollini (domenica 16 maggio, ore 19) per l’atteso recital che il Maestro ha deciso di donare all’Associazione per la commissione di nuove opere. In programma ...sofferte onde serene… di Luigi Nono, i Klavierstücke op. 11 e op. 19 di Arnold Schönberg, l’Arabeske e la Fantasia e di Robert Schumann.

30° Festival Milano Musica D’un comune sentire

Milano Musica festeggia il trentesimo anniversario con D’un comune sentire: una “doppia” edizione dell’annuale Festival di musica contemporanea realizzata in collaborazione con il Teatro alla Scala, per celebrare la piena maturità dell’Istituzione milanese fondata da Luciana Abbado Pestalozza nel 1992 con l’“Omaggio a Donatoni”. La prima parte del Festival 2021 s’inaugura lunedì 10 maggio, al Teatro Elfo Puccini, e prosegue fino al 31 maggio. La seconda ha inizio il21 settembre e continua fino al 26 novembre. Il cartellone presenta 22 appuntamenti di musica sinfonica, da camera, elettronica e di teatro musicale.

Milano Musica anticipa il Festival a primavera per tornare dal proprio pubblico con la riapertura dei teatri, dopo la sospensione dei concerti dal vivo avvenuta lo scorso 24 ottobre, nel pieno del Festival 2020. Il titolo si ispira a D’un commun accord di Georges Aperghis, brano in programma in prima esecuzione assoluta sabato 15 maggio, quel “comune sentire” che a teatri chiusi ha unito artisti, appassionati ascoltatori e organizzatori nel percepire ancor più di prima la necessità dell’arte e della musica dal vivo. Un titolo dedicato anche agli oltre 250 “Caminantes” che, di fronte alla sospensione dei concerti, hanno deciso di donare biglietti e abbonamenti non usufruiti, permettendo all’Associazione di disporre del 97% dell’incasso e di garantire il pagamento del compenso a tutti i compositori, gli ensemble e gli artisti.

Nell’edizione dei suoi 30 anni il Festival raccoglie tante e diverse voci in un omaggio alla molteplicità dei linguaggi musicali, alla differenza come risorsa creativa, accostando le nuove proposte ad alcuni appuntamenti del Festival Caminantes 2020 che non era stato possibile presentare dal vivo per la sospensione delle attività di spettacolo.

Georges Aperghis, Daniel D'Adamo, Ivan Fedele, Francesco Filidei, Matteo Franceschini, Georg Friederich Haas, Giacomo Manzoni, Misato Mochizuki, Vittorio Montalti, Giorgio Netti, Daniele Roccato, Rebecca Saunders e Francesca Verunelli sono tra i compositori e le compositrici che presentano nuovi lavori, con 8 prime esecuzioni assolute e 9 prime in Italia, incluse 3 commissioni e 4 co-commissioni di Milano Musica, in nove luoghi milanesi, dal Teatro alla Scala a Santeria Toscana 31, dal Pirelli HangarBicocca a BASE Milano.

Dopo lo spettacolo di teatro musicale di Giovanni Verrando Instrumental Freak Show al Teatro Elfo Puccini (10 maggio, ore 19), “manifesto sulla diversità” come risorsa creativa, gli ospiti del primo weekend al Conservatorio di Milano sono l’ensemble francese L’Instant Donné (sabato 15 maggio, ore 20), con un concerto monografico dedicato al compositore Georges Aperghis e Maurizio Pollini (domenica 16 maggio, ore 19), per l’atteso recital che il Maestro ha deciso di donare all’Associazione per la commissione di nuove opere. In programma ...sofferte onde serene… di Luigi Nono, i Klavierstücke op. 11 e op. 19 di Arnold Schӧnberg, la Fantasia e l’Arabeske di Robert Schumann.

I CONCERTI

30° Festival Milano Musica

dal 10 al 31 maggio 2021

Il Festival s’inaugura lunedì 10 maggio al Teatro Elfo Puccini con lo spettacolo di teatro musicale di Giovanni Verrando Instrumental freak show. A manifesto on diversity, che debutta a Milano dopo la prima assoluta alla Biennale di Venezia. Un omaggio alla «diversità come potente motore del mondo» con l’Ensemble Interface, la voce di Giulia Zaniboni, la regia del suono di Paolo Brandi, le scene e le luci di Angelo Linzalata e la partecipazione di Michele Innocente e lo stesso Giovanni Verrando per la realizzazione del video. Sotto la guida del liutaio Andrea Tremolada la maggior parte degli strumenti musicali – daxophones, violini con corde bi-calibro, flauto filtrante# – è stata riprodotta o inventata per l’occasione.

Sabato 15 maggio al Conservatorio di Milano (Sala Puccini) l’ensemble francese L’Instant Donné interpreta un concerto interamente dedicato alla musica di Georges Aperghis: il compositore francese ha lavorato dal 2018 con i musicisti a D’un commun accord, in programma in prima esecuzione assoluta insieme a Le Corps à corps e al Trio Funambule.

Il giorno successivo, domenica 16 maggio sempre al Conservatorio di Milano (Sala Verdi), Maurizio Pollini dona il suo atteso concerto – già in programma nel 2020 e sospeso dal DPCM del 24 ottobre – per la commissione di nuove opere, sostenendo il "Fondo per la nuova musica" istituito da Milano Musica. Pollini è lo straordinario interprete e dedicatario di ...sofferte onde serene… di Luigi Nono, accanto ai Klavierstücke op. 11 e op. 19 di Arnold Schӧnberg, alla Fantasia e all’Arabeske di Robert Schumann.

Mercoledì 19 maggio, all’Auditorium San Fedele il Quartetto Tana è il secondo ensemble europeo ospite, per la prima esecuzione in Italia di due lavori per quartetto d’archi con elettronica: Leading Lines di Ivan Fedele, co-commissione europea, e The Lehmann discontinuity di Daniel D’Adamo. In programma anche il Quartetto per archi n. 4 di Béla Bartók.

Lunedì 24 maggio a BASE Milano i musicisti di mdi ensemble, già in residenza a Milano Musica dal 2012 al 2017 e recentemente vincitori del Premio Abbiati, eseguono per la prima volta nella versione integrale il Ciclo dell’assedio di Giorgio Netti, con la regia del suono di Giuseppe Silvi.

Martedì 25 maggio in Santeria Toscana 31, il violoncellista Michele Marco Rossi è protagonista di un recital solistico con la prima esecuzione assoluta della nuova commissione a Vittorio Montalti e brani di Georges Aperghis, Filippo Perocco, Jonathan Harvey ed Enno Poppe.

All’Auditorium San Fedele si susseguono tre giorni di recital pianistici: venerdì 28 e sabato 29 maggio Ciro Longobardi presenta in tre concerti l’intero Catalogue d’oiseaux di Olivier Messiaen mentre domenica 30 maggioMaurizio Baglini interpreta Berceuse e Filastrocca di Francesco Filidei – piccola anteprima del Concerto per pianoforte e orchestra in programma a settembre in prima assoluta – cinque sonate di Domenico Scarlatti e D’après cinq chansons d’élite di Azio Corghi.

Lunedì 31 maggio, sempre all’Auditorium San Fedele, la programmazione primaverile si conclude con la proiezione cinematografica di Stalker, che ripercorre il legame tra Luigi Nono e Andrej Tarkovskij.

Sabato 8 maggio sarà trasmesso dal Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala l’incontro seminariale Verso una nuova ricerca su Claudio Abbado. Riflessioni in itinere, tappa di riflessione intermedia – aperta a relatori, organizzatori e discussant esterni – verso il convegno internazionale di venerdì 15 e sabato 16 ottobre. Webinar, link di partecipazione su richiesta.

Il 30° Festival Milano Musica è realizzato

in collaborazione con il Teatro alla Scala

con il sostegno di

MiC - Ministero della Cultura

Regione Lombardia (soggetto di rilevanza regionale)

Comune di Milano

Intesa Sanpaolo, sponsor istituzionale

Fondazione Cariplo, Ernst von Siemens Musikstiftung, Ambassade de France en Italie, Institut français a Parigi, Fondazione Nuovi Mecenati, Fondazione Spinola, Casa Ricordi

in collaborazione con

Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano G. Verdi, La Francia in Scena, Pirelli HangarBicocca, Conservatorio di Milano, Fondazione Claudio Abbado, Fondazione Archivio Luigi Nono Onlus, Paul Sacher Stiftung Basilea, Università degli Studi di Milano, MEET – centro internazionale di cultura digitale con il supporto di Fondazione Cariplo, IRCAM – Centre Pompidou, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, San Fedele Musica, Teatro Elfo Puccini, Santeria, BASE Milano, mdi ensemble, Associazione musicAdesso, SONG Onlus, Fondazione Antonio Carlo Monzino, Amici di Milano Musica

media partner

Rai Radio3

Edizioni Zero

Classica HD

partner tecnico

Audio sistemi

Il Festival Milano Musica è membro di

IntercettAzioni

Un progetto di Circuito CLAPS, Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire e ZONA K,

con il contributo di Regione Lombardia, MiC e Fondazione Cariplo.

Italia Festival

EFFE – Europe for Festivals, Festivals for Europe

BIGLIETTERIA FESTIVAL MILANO MUSICA

I biglietti per i concerti di maggio (esclusi gli appuntamenti a BASE Milano e Santeria Toscana 31) sono in vendita sul sito di TicketOne.

È possibile acquistare i biglietti anche il giorno stesso del concerto presso le biglietterie delle rispettive sale a partire da due ore prima dell’inizio.

Consigliamo di effettuare online l'acquisto dei biglietti per favorire il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza sanitaria ed evitare assembramenti.

È inoltre possibile acquistare i biglietti tramite bonifico bancario, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e indicando i dati dell’intestatario dell’ordine, i biglietti per

i concerti che si intendono acquistare, e un recapito e-mail e telefonico.

INTESTATARIO: Milano Musica – Associazione per la musica contemporanea

IBAN: IT10 S030 6909 6061 00000010284 BIC/SWIFT: BCITITMM

Biglietteria Milano Musica

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

tel. 02 67 39 78 50

dal lunedì al venerdì (ore 10-13 e ore 14-16)

BIGLIETTI PER I SINGOLI CONCERTI DEL FESTIVAL

Teatro alla Scala, Conservatorio G. Verdi (Sala Verdi)
Biglietti € 40, € 20, € 10

Pirelli HangarBicocca

Posto unico € 20

Auditorium San Fedele, BASE Milano, Conservatorio G. Verdi (Sala Puccini)
Piccolo Teatro Studio Melato, Santeria Toscana 31, Teatro Elfo Puccini

Posto unico € 10

Per i biglietti acquistati online, sul sito di TicketOne, è previsto un costo di prevendita di €1,50 per ogni biglietto.

Proiezione cinematografica Stalker di Andrej Tarkovskij
(biglietti acquistabili presso i canali di vendita dell’Auditorium San Fedele)
Biglietti € 7, € 5

Ai Soci di Milano Musica e ai CAMINANTES che hanno aderito alla campagna di donazione nel 2020 o che hanno contribuito attraverso il Fondo per la Nuova Musica sono riservate riduzioni del 50% per tutti i concerti del Festival.

Agli enti convenzionati* sono riservate riduzioni del 15% per i concerti al Teatro alla Scala (posti in platea e palco) e al Conservatorio di Milano (Sala Verdi)

*Abbonati Filarmonica, Abbonati Teatro alla Scala, Abbonati laVerdi, Members di Pirelli HangarBicocca, Soci di musicaAdesso. L’elenco completo delle Convenzioni e delle Agevolazioni è disponibile sul sito www. milanomusica.org

Agli Studenti di Scuole Superiori, Università, Conservatori e Accademie sono riservate riduzioni del 50% per tutti i concerti del Festival dietro presentazione della tessera di riconoscimento.

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Per sostenere le nuove commissioni contribuendo al Fondo per la Nuova Musica

La tua donazione al Fondo sarà destinata al sostegno dei compositori, con commissioni di nuove opere, e all’organizzazione della prima assoluta o italiana dell’esecuzione. La donazione permette di usufruire delle agevolazioni previste dall’ART BONUS, che consente di recuperare in tre anni il 65% dell’erogazione liberale, sotto forma di credito d’imposta. Ad esempio, se l’erogazione è stata di 500 €, sarà possibile recuperare 325 € in tre anni.


Milano Musica 30

di Paolo Petazzi

Quando Luciana Abbado Pestalozza, nel 1988, chiese a Boulez le date per alcuni concerti a Milano, era ancora coordinatrice di Musica nel nostro tempo. Si discuteva allora dei modi di un rinnovamento e rilancio della manifestazione, ed era emersa l’idea che la proposta di cicli monografici, fino ad allora esclusi, potesse avere un forte impatto nel conquistare o riconquistare il pubblico: si era pensato a Pierre Boulez e alla esecuzione a Milano di Répons (1981-84, all’epoca eseguito in Italia soltanto a Torino). L’ambizioso progetto fu realizzato nel 1990 nelle date indicate da Boulez, ma non nell’ambito di Musica nel nostro tempo, che con un nuovo assessore alla cultura della Provincia conobbe una radicale imprevedibile trasformazione e fu in breve lasciata morire. Si deve soltanto alla consapevolezza e alla tenacia di Luciana Pestalozza, che non aveva più alcuna veste ufficiale, se il progetto si realizzò in un nuovo contesto. Dal 18 al 23 giugno 1990 si svolse “Boulez a Milano”, perché Luciana Pestalozza trovò i mezzi per tener fede all’impegno preso con il compositore francese (con la collaborazione di Patrice Martinet del Centre Culturel Français, di Duilio Courir, critico musicale del Corriere della Sera, e di un comitato promotore).

La straordinaria esperienza di “Boulez a Milano” e la risposta del pubblico milanese ne fecero la premessa e il punto di partenza del Festival Milano Musica che iniziò nel 1992 con un bellissimo “Omaggio a Donatoni”. Fin da allora la collaborazione con il Teatro alla Scala ha costantemente caratterizzato i 30 anni di vita del Festival, come quella con il Comune e come il costante rapporto con diverse istituzioni culturali milanesi, italiane ed europee (citiamo almeno i consolidati legami con l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Nazionale della RAI e la Verdi). Tra i soci fondatori della nuova “associazione per la musica contemporanea” c’erano alcuni di quelli che avevano promosso “Boulez a Milano” e tra il pubblico si ritrovava buona parte di quello di Musica nel nostro tempo, la stagione di concerti organizzata a partire dal 1976 dall’assessore alla cultura della Provincia di Milano con il coinvolgimento e la collaborazione di tutte le istituzioni musicali milanesi. Si è parlato di continuità ideale con quella esperienza, non senza ragione, soprattutto per ciò che riguarda l’attenzione aperta alle esperienze contemporanee, al Novecento storico e a capolavori del passato scelti in modo non casuale; ma anche prescindendo dalle concrete differenze di natura politico-organizzativa, si devono tener presenti alcune rilevanti caratteristiche nuove. Milano Musica non è una stagione, ma un Festival concentrato in un arco di tempo circoscritto, in cui è stata ed è molto significativa, anche se non esclusiva, l’impronta originaria data dai profili monografici.

Una impronta forte; ma va sottolineato che non fu mai esclusiva: fin dall’inizio fu considerata necessaria l’alternanza tra i festival dedicati prevalentemente (mai interamente) a grandi monografie e i liberi e flessibili “Percorsi di musica d’oggi”, aperti alla massima varietà, dagli autori più giovani ai protagonisti già noti, con proposte di interesse non inferiore a quello delle monografie. A partire dal 2009 si è preferito unire in ogni festival una monografia e i “Percorsi”, integrandoli attraverso accostamenti stimolanti e prospettive degne di riflessione in rapporto al tema scelto per il profilo monografico.

L’aspetto centrale e decisivo, esplorare la ricchezza delle esperienze musicali di oggi e del secondo Novecento, stimolando la diffusione di un nuovo “repertorio”, si affianca alla attenzione al Novecento storico, senza dimenticare che cosa ha rappresentato o rappresenta il dialogo con il passato nella poetica di molti protagonisti aperti a ricerche radicali. Era un’idea cara a Bruno Maderna quella di far convivere nei programmi dei suoi concerti musiche di epoche diverse, scelte ovviamente in modo non casuale.

Maderna scomparve troppo presto nel 1973. Nel corso degli anni Settanta ci fu chi sperò in una diffusione normale della musica contemporanea e dei grandi del primo e del secondo Novecento, tale da rendere superflua la esistenza stessa dei Festival. In seguito quelle speranze sono state deluse e nel suo insieme la situazione della vita musicale italiana ha visto drasticamente ridursi gli spazi dedicati alla creatività contemporanea. Molti degli autori più interessanti delle nuove generazioni vivono e lavorano all’estero, o trovano comunque in altri paesi europei spazi e possibilità da noi carenti, nonostante i meriti delle iniziative più aperte e l’attività di alcuni pregevoli complessi. E i grandi protagonisti del secondo Novecento, che sono quasi tutti scomparsi, non soltanto non sono entrati nella “normalità” del repertorio, ma, dopo la morte, in Italia sembrano quasi rimossi. Eppure appartengono alla coscienza musicale del presente in modo imprescindibile: ignorarli costituirebbe un grave impoverimento per la generazione dei compositori che si sono affermati nel XXI secolo non meno che per il pubblico che non ha mai avuto occasione di conoscerne numerose opere fondamentali. Riconoscere e promuovere le novità della musica degli ultimi decenni non significa chiudere gli occhi sugli aspetti di continuità con le vicende della seconda metà del secolo scorso, anche se appartengono alla storia e sono già oggetto di studi musicologici. Al loro riconosciuto valore non corrisponde peraltro adeguata circolazione in Italia.

Per contribuire a superare i limiti di questa soffocante situazione è nata e si è nel tempo consolidata l’esperienza di Milano Musica. È nata dunque da una esigenza profondamente sentita, da una necessità che andava oltre la consapevolezza e gli sforzi della fondatrice. Questa necessità è stata affermata in un processo di arricchimento e consolidamento organizzativo che testimonia la crescente vitalità dell’iniziativa. Ogni tentativo di bilancio in termini sintetici renderebbe inevitabile un lungo elenco di nomi e titoli (oppure richiederebbe un ampio discorso storico-critico); ma si può forse tentare qualche osservazione generale. Nei suoi 30 anni di vita Milano Musica ha proposto monografie di Franco Donatoni, Edgar Varèse, Luciano Berio, György Kurtág, Luigi Nono, György Ligeti, Iannis Xenakis, John Cage, Toru Takemitsu, Hugues Dufourt, Helmut Lachenmann, Niccolò Castiglioni, Morton Feldman, Fausto Romitelli, Bruno Maderna, Gérard Grisey, Salvatore Sciarrino, Kurtág, Luca Francesconi, Nono. La monografia dedicata a Berio nel 1996 includeva la prima assoluta di Outis alla Scala, e quelle degli ultimi quattro anni hanno approfondito gli autori di cui nella stagione scaligera era stata programmata un’opera, autori peraltro cui era stata dedicata costante attenzione. La monografia di Sciarrino ha coinciso con la prima assoluta di Ti vedo, ti sento, mi perdo (in attesa di Stradella). Quella di Francesconi si è legata alla ripresa di Quartett, dopo il successo della prima nel 2011 e una ampia diffusione internazionale. Il “ritorno” di Kurtág si poneva in rapporto con la rivelazione della sua prima esperienza teatrale, le “scene e monologhi” di Samuel Beckett: Fin de partie. La seconda monografia su Nono, interrotta dalla forzata chiusura subito dopo l’avvio del Festival 2020, si sarebbe dovuta legare a un nuovo allestimento di Intolleranza 1960.

La ricchezza delle esperienze musicali del secolo scorso e degli ultimi decenni non si esaurisce ovviamente in venti monografie; ma il semplice elenco mostra che aperture e curiosità in diverse direzioni hanno sempre caratterizzato le scelte di Milano Musica nel segno costante dell’attenzione allo spirito di ricerca, nella consapevolezza della molteplicità delle prospettive dischiuse dal pensiero musicale dopo il secondo dopoguerra, della impossibilità di univoche parole d’ordine, della avventurosa varietà delle esperienze compiute. Dopo l’ansia di un radicale rinnovamento del linguaggio, in un dopoguerra in cui si sentiva con urgenza il bisogno di voltare pagina, dopo il superamento delle tecniche seriali ad opera anche di quelli stessi che ne erano stati i primi protagonisti, non ci sono più stati tentativi di fondare una qualche koinè, un linguaggio comune, e forse in termini molto schematici soltanto nella concretezza del rapporto con il suono e con la percezione, e nell’esigenza di riprendere il dialogo con la storia, con il passato, si possono ravvisare gli unici denominatori comuni di una straordinaria varietà di esperienze.

Non ne sono prova soltanto le opere dei diciotto autori dei quali è stato proposto un profilo monografico, e sarebbe molto riduttivo dimenticare ciò che Milano Musica ha proposto nei “percorsi di musica d’oggi”. Basta uno sguardo all’archivio online di Milano Musica; ma se mi è consentito un solo esempio posso ricordare che nel corso di Milano Musica 2009, il primo anno che integrava una monografia (Takemitsu) e i “percorsi”, tra i vertici del Festival c’erano stati il Terzo Quartetto di Lachenmann e i “giapponesi” Sei canti del Kochin Shu di Giacomo Manzoni, autore peraltro presente più volte con opere di eccezionale rilievo.

Apertura, curiosità, rigore hanno sempre caratterizzato Milano Musica, nel segno di una duttile riconoscibile continuità attraverso i cambiamenti che ne hanno caratterizzato la storia e la crescita. Luciana Pestalozza aveva voluto sempre accanto a sé un comitato artistico, in cui, senza mancare di rispetto a quelli che in diversi anni si sono alternati, bisogna ricordare almeno il contributo delle presenze più costanti, quelle di Gianmario Borio e di Mario Messinis, che ci ha lasciato nel settembre 2020. L’ampliarsi e il rafforzarsi dell’attività di Milano Musica avevano comportato dal 2008 una nuova figura di consulente artistico, che fino al 2013 è stato Andrea Pestalozza, dal 2014 Marco Mazzolini. Sempre nel 2008 la direzione organizzativa era assunta da Cecilia Balestra, poi divenuta vicedirettore e designata da Luciana Pestalozza a succederle dal 2012 nella direzione del Festival. Continuità e coerenza nella storia di Milano Musica non riguardano soltanto l’attenzione agli autori che si cimentano con la complessità del comporre, con strenua tensione di ricerca, e il sostegno ai loro più qualificati interpreti; ma anche, inseparabilmente, il rapporto con il pubblico, la cui fedeltà e crescita sono un dato costante e un’apertura per il futuro. La crescita e il consolidamento che cominciavano a delinearsi da più di un decennio negli ultimi anni hanno avuto ulteriore, impetuoso slancio e hanno conquistato a Milano Musica un riconosciuto ruolo istituzionale. Accanto all’ampliarsi del numero dei concerti e delle commissioni va ricordata la nuova cura nella scelta delle sedi, che ha valorizzato luoghi non tradizionali come il Planetario o come spazi segnati da fortissime suggestioni di natura visiva: penso all’Hangar Bicocca dominato dalle sette torri e dai dipinti di Anselm Kiefer, alle sale delle Gallerie d’Italia, o alla Sala delle Cariatidi in Palazzo Reale. Le potenzialità degli incontri tra arti diverse sono forse anch’esse un auspicio per il futuro.