Festival Mozart

luglio 2014

Torino, piazza San Carlo

Piazza San Carlo si trasforma ancora una volta in una sala da concerto sotto le stelle per ospitare il Festival Mozart, una sei giorni, dal 18 al 23 luglio 2014.

Una rassegna interamente gratuita, concepita come una grande festa popolare, aperta a un pubblico che vuole conoscere la musica classica e sinfonica. Torinesi e turisti potranno assistere alle sei serate che vedranno protagoniste l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio di Torino e l’Orchestra Filarmonica di Torino, con direttori e solisti di fama internazionale.

 

L'Orchestra Filarmonica di Torino partecipa al Festival Mozart di Torino con due concerti:

 

Domenica 20 luglio 2014 – ore 21.30

Orchestra Filarmonica di Torino

Federico Maria Sardelli direttore

Alessandro Carbonare clarinetto di bassetto

Marco Rizzi violino

Sinfonia n.35 K 385 in re maggiore "Haffner"

Concerto n. 3 in sol maggiore per violino e orchestra K. 216

Concerto in la maggiore per clarinetto e orchestra K. 622

 

Martedì 22 luglio 2014 – ore 21.30

Orchestra Filarmonica di Torino

Federico Maria Sardelli direttore

Giampaolo Pretto flauto

Letizia Belmondo arpa

Gabriele Carcano pianoforte

Concerto n. 21 in do maggiore per pianoforte e orchestra K. 467

Concerto in do maggiore per flauto, arpa e orchestra K. 299

Concerto n. 23 in la maggiore per pianoforte e orchestra K. 488

Tutti i concerti del Festival Mozart saranno introdotti da una guida all’ascolto curata dal musicologo Giorgio Pestelli, alle ore 21.

 

Per ulteriori informazioni:

http://www.festivalmozart.it/


 

NOTE AI PROGRAMMI

 

Sinfonia n.35 K 385 in re maggiore "Haffner"

Sull’onda dei successi ottenuti dal Ratto dal serraglio presso la corte di Giuseppe II da Salisburgo arrivava al ventiseienne Mozart la commissione di una Serenata per celebrare il conferimento del titolo nobiliare a Sigismund Haffner.

Redatta in fretta e furia tra il luglio e l’agosto del 1782, la Serenata vide la luce in uno dei periodi più intensi della vita di Mozart. Sei mesi Wolfgang riprese la partitura della Serenata e, con pochi tocchi, la trasformò in una Sinfonia: anche questa volta fu un successo, come scrisse il Magazin der Musik : “Nessun qui ricorda un più grande esempio di acclamazione, sia dall’Imperatore che dal pubblico”.

Il Mozart di questa pagina, la prima delle sei sinfonie viennesi, è sereno come poche volte ebbe la fortuna di esserlo prima e dopo il suo arrivo a Vienna, la città delle speranze.

Concerto n. 3 in sol maggiore per violino e orchestra K. 216

Per la raffinatezza della scrittura, il terzo Concerto K. 216 si distacca di molto dai due precedenti per accostarsi ai due omologhi successivi (K. 218 e K. 219), come si evince già dalla sontuosa struttura formale del primo movimento, caratterizzato da un’esposizione ricca di idee tematiche e da uno sviluppo complesso, che gioca sul contrasto tra diverse tonalità. Il Concerto K. 216 è una continua sorpresa, una varietà di effetti che si susseguono in equilibrio perfetto.

Concerto in la maggiore per clarinetto e orchestra K. 622

L'occasione di scrivere un Concerto per clarinetto fu fornita a Mozart dalla conoscenza di Anton Stadler, fratello massone del compositore e suo compagno di affari, nonché virtuoso di straordinaria abilità che diede a Mozart l’opportunità di sperimentare le potenzialità del clarinetto, fino ad allora inesplorate.

Rispetto alle strutture formali audaci e sperimentali dei Concerti per pianoforte scritti tra il 1784 e il 1786, il Concerto K. 622 sembra aspirare a una dimensione più classica e bilanciata. Qui Mozart porta alle estreme conseguenze un principio di diluizione della fraseologia grazie al quale temi e linee melodiche si incatenano dolcemente come sgorgassero l'una dall'altra.

Concerto n. 21 in do maggiore per pianoforte e orchestra K. 467

I concerti della stagione 1785 furono gli appuntamenti più gratificanti di tutta la vita di Mozart. Mai come in quell’anno il pubblico di Vienna era concorde nel considerarlo il salisburghese – da quattro anni trasferitosi nella loro città come musicista libero– come il miglior virtuoso del pianoforte.

In questo periodo ricco di soddisfazioni venne composto il Concerto K. 467 che condivide con il precedente Concerto K. 466 le stesse aspirazioni sinfoniche manifeste nella grande importanza attribuita all’intervento dei fiati e alle relazioni mutue tra le parti in gioco, che diventavano tre (gli archi, i fiati e il solista), aumentando le possibilità di combinazione degli strumenti e i conseguenti impasti timbrici.

La leggerezza di questa pagina – garbata anche nel clima maestoso impostato nel primo tempo – ha il suo culmine nel celeberrimo Andante, l’equivalente strumentale di un’aria d’opera.

Concerto in do maggiore per flauto, arpa e orchestra K. 299

A Parigi, dove arrivò nel marzo del 1778, Mozart entrò in contatto con numerosi aristocratici, tra i quali il Duca di Guines, ottimo flautista, e con sua figlia una «arpista magnifique - scriveva lo stesso Mozart -, dotata di grande talento e di una memoria prodigiosa». Per questi eccellenti esecutori compose il Concerto per flauto e arpa K. 299, strutturato come una sinfonia concertante, forma estremamente popolare nella Parigi dell’epoca.

Il Concerto K. 299 è l’unico brano del catalogo mozartiano a prevedere l’arpa solista, strumento che all’epoca era ancora in evoluzione e veniva considerato alla stregua di un “pianoforte a pizzico”. Il brano conferma in effetti questa mentalità: la parte dell’arpa presenta la tipica scrittura pianistica e mancano lussureggianti accordi e lunghi glissati. Tali effetti possono eventualmente essere recuperati nelle cadenze che, pur essendo previste eccezionalmente in tutti e tre i movimenti, non vennero composte da Mozart.

Concerto in la maggiore per pianoforte e orchestra K. 488

Tra il 1773 e il 1791 Mozart compose ben ventiquattro grandi Concerti per pianoforte e orchestra, buon numero dei quali, oltre a fondare la sua fama di virtuoso della tastiera, sono entrati a far parte stabile del repertorio classico. Fra questi alcuni spiccano però in modo particolare e godono di un favore straordinariamente esteso: è il caso del Concerto in la maggiore K. 488, che insieme al Concerto K. 466 (prediletto da Beethoven), è una delle pagine mozartiane più universalmente note ed eseguite.

Composto all'inizio del 1786, il K. 488 è caratterizzato da una speciale brillantezza e vivacità strumentale, ma presenta anche tratti intimamente poetici e preziosi, distribuiti in modo equilibrato, con rara fusione, tra solista e orchestra. L'organico orchestrale rinuncia ai timbri marziali di trombe e timpani e invece impiega i clarinetti al posto degli oboi per creare un colore di fondo più morbido ed evocativo.


GLI INTERPRETI

 

L’Orchestra Filarmonica di Torino è nata nell’aprile 1992, dopo una decina d’anni di attività sotto la denominazione di Filarmonici di Torino, periodo durante il quale sono state realizzate importanti coproduzioni con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino e la Compagnia di San Paolo per le stagioni sinfoniche Rai realizzate tra il 1991 e il 1994. Dal 1993 l’Orchestra Filarmonica di Torino realizza presso il Conservatorio di Torino una propria stagione sinfonica, che dall’anno 2005-2006 è concepita in modo che ogni concerto sia un “evento speciale”, sviluppato attorno a uno specifico tema.

L’attività dell’Orchestra Filarmonica di Torino si è svolta in Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Belgio, Estremo Oriente e ha visto la realizzazione di numerose collaborazioni con prestigiosi direttori, tra i quali Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Victor Dubrovskij, Carlo Maria Giulini, James Levine, Giuseppe Patané, Guennadi Rojdestvenski, Thomas Sanderling, Marcello Viotti, Francesco Cilluffo, Silvia Massarelli, Christian Benda - primo direttore ospite della formazione - e con solisti di fama mondiale, tra i quali Boris Belkin, Andrea Bocelli, Walter Boeykens, Maurice Bourgue, Michele Campanella, Bruno Canino, Olivier Charlier, Daniele Damiano, Thomas Demenga, Rocco Filippini, Laura De Fusco, Cecilia Gasdia, Eugene Istomin, Alexander Lonquich, Antonello Manacorda, Francesco Manara, Shlomo Mintz, Boris Petrushansky, Ruggero Raimondi, Jean-Pierre Rampal, Marco Rizzi, Mstislav Rostropovic, Maxim Vengerov, Massimo Quarta, Simonide Braconi, Enrico Dindo.

Nel giugno 2013 l’Orchestra è stata inoltre protagonista, insieme all’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e al Coro del Teatro Regio, del primo “Festival Beethoven” organizzato dalla Città di Torino: nella splendida cornice di piazza San Carlo, l’Orchestra ha proposto i più bei Concerti di Beethoven collaborando con solisti quali Massimo Quarta, Roberto Cominati, Anna Kravtchenko, Andrea Lucchesini, Leonora Armellini e con il Trio Johannes.

Le numerose incisioni dell’Orchestra Filarmonica di Torino, oltre che per la propria etichetta OFT LIVE, distribuita su iTunes Store, sono edite dai marchi Naxos, Claves, Victor, RS e Stradivarius e riguardano principalmente la musica sinfonica con alcune incursioni in campo operistico.

L’attività dell’Orchestra Filarmonica di Torino è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Compagnia di San Paolo, dalla Fondazione CRT e da altri sponsor privati, tra i quali la Lavazza, Dayco Europe, Studio Torta di Torino e Pragmata di Reggio Emilia.

 

 

Direttore, musicologo, compositore, flautista, Federico Maria Sardelli ha fondatonel 1984 l'orchestra barocca Modo Antiquo con la quale svolge attività concertistica in tutta Europa sia in veste di solista che di direttore, presente nei maggiori festival di musica antica. Ospite delle maggiori sale d’Europa, come il Concertgebouw di Amsterdam, il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, il Theater an der Wien, è invitato da numerose istituzioni musicali come il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonia de Galicia, il Maggio Musicale Fiorentino, l'Orchestra Filarmonica di Torino, l'orchestra della Fondazione arena di Verona, l'Orchestra da Camera di Mantova, l'orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano.

Incide per Naïve e Deutsche Grammophon e ha al suo attivo più di quaranta incisioni discografiche, in veste direttore e di solista. Per ben due volte le sue incisioni hanno ricevuto la nomination ai Grammy Awards (1998 e 2000).

Sardelli è un protagonista della rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi: sue sono le prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite.Nel 2005, presso il Concertgebouw di Rotterdam, ha diretto la prima mondiale dell’opera Motezuma di Vivaldi, riscoperta dopo 270 anni. Nel 2006 ha diretto la prima ripresa mondiale dell’opera L’Atenaide di Vivaldi al Teatro della Pergola di Firenze. Nel 2007 è stato direttore principale dell’HändelFestspiele di Halle, dove ha diretto l’opera Ariodante. Nel 2009 ha diretto e inciso la prima mondiale del Mondo alla Rovescia di Salieri, nel 2010 il Giasone di Francesco Cavalli alla Vlaamse Opera e l'Alcina di Händel al Teatro Municipal di Santiago del Cile, nel 2011 il Ritorno di Ulisse in Patria.

Nel 2012 ha inciso in prima mondiale le ultime otto scoperte vivaldiane (New Discoveries II, Naïve) e diretto in prima mondiale il nuovo Orlando Furioso di Vivaldi da lui riscoperto e ricostruito (Festival di Beaune, CD Naïve).

È membro del comitato scientifico dell'Istituto Italiano Antonio Vivaldi presso la Fondazione Cini di Venezia, per il quale ha pubblicato il volume La musica per flauto di Antonio Vivaldi (Olschki, 2002) che è stato tradotto in inglese per Ashgate. Sempre per conto dell’Istituto ha creato e dirige la collana di musiche in facsimile Vivaldiana, edita da SPES. Numerosissime sono le sue pubblicazioni musicali e musicologiche, edite da Bärenreiter, Ricordi, SPES, Fondazione Cini.

Nel 2007 Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Antonio Vivaldi e da quel momento Federico Maria Sardelli è il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis (RV).

Nel novembre 2009 la Regione Torscana lo ha insignito, “per l'eclettismo artistico e lo spessore culturale evidenti”, della sua più alta onorificenza, il Gonfalone d'Argento. Nel 2012 è stato pubblicato il suo Catalogo delle concordanze musicali vivaldiane (Fondaz. G. Cini/Olschki).

Federico Maria Sardelli è anche pittore, incisore ed autore satirico.

 

Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia dal 2003, Alessandro Carbonare ha vissuto a Parigi, dove per 15 anni ha occupato il posto di primo clarinetto solista all’Orchestre National de France.

Sempre nel ruolo di primo clarinetto, ha avuto importanti collaborazioni anche con i Berliner Philarmoniker, la Chicago Symphony e la Filarmonica di New York.

Si é imposto nei più importanti concorsi internazionali: Ginevra, Praga, Tolone, Monaco di Baviera e Parigi. Dal suo debutto con l’Orchestra della Suisse Romande di Ginevra, Alessandro Carbonare si é esibito,come solista tra le altre, con l’Orchestra Nazionale di Spagna, la Filarmonica di Oslo, l'Orchestra della Radio Bavarese di Monaco, l’Orchestre National de France, la Wien Sinfonietta, l’Orchestra della Radio di Berlino, la Tokyo Metropolitan Orchestra e con tutte le piu' importanti orchestre italiane.

Ha registrato gran parte del repertorio per Harmonia Mundi e JVC Victor dando anche grande impulso anche alla nuova musica per clarinetto, commissionando nuovi concerti a Ivan Fedele, Salvatore Sciarrino, Luis De Pablo e Claude Bolling.

Appassionato cultore della musica da camera è da sempre membro del Quintetto Bibiena e collabora regolarmente con eminenti artisti ed amici come Mario Brunello, Marco Rizzi, Pinkas Zukerman, Alexander Lonquich, Emmanuel Pahud, Andrea Lucchesini, Wolfram Christ, Il Trio di Parma, Enrico Dindo, Massimo Quarta, Luis Sclavis, Paquito D'Riveira e molti altri.

Da sempre attratto non solo dalla musica “classica”, si esibisce anche in programmi jazz e Klezmer. Importanti le collaborazioni con con Paquito D'Riveira, Enrico Pieranunzi e Stefano Bollani.

Guest Professor in alcuni tra i più importanti Conservatori di tutto il mondo (Royal College di Londra, Juillard School di New York, Conservatorio Superiore di Parigi, School of Arts di Tokyo...) ha fatto parte delle giurie di tutti i più importanti concorsi internazionali per il suo strumento (Ginevra, Monaco di Baviera, Praga, Pechino, il «K. Nielsen» in Danimarca ed il «B. Crusell» in Finlandia).

Su personale invito di Claudio Abbado, Alessandro Carbonare ha accettato il ruolo di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart con la quale, sempre sotto la direzione di Claudio Abbado, registrato per Deutsche Grammophon il Concerto K. 622 al clarinetto di bassetto, lavoro che ha vinto il Grammy Award 2013.

Il suo impegno sociale lo vede presente a sostenere progetti che possano contribuire al miglioramento della società attraverso l’educazione musicale , ha infatti assistito Claudio Abbado nel progetto sociale dell’Orchestra Simon Bolivar e delle orchestre infantili del Venezuela.

Grande successo ha ottenuto il cd per Decca: "the Art of the Clarinet" ed il canale satellitare SKY-CLASSICA gli ha dedicato un ritratto per la serie “I Notevoli”.

È professore di clarinetto all'Accademia Chigiana di Siena.

 

 

Premiato nei tre concorsi più prestigiosi per violino – il Čaikovskij di Mosca, il Reine Elisabeth di Bruxelles e l’Indianapolis Violin Competition – Marco Rizzi è particolarmente oggi apprezzato per la qualità, la forza e la profondità delle sue interpretazioni. Dopo aver studiato con eccezionali insegnanti come Magnani, Accardo e Liberman ed essendosi diplomato con lode e menzione speciale ai Conservatori di Milano ed Utrecht, viene presto riconosciuto come il più interessante violinista della nuova generazione e gli viene conferito, su indicazione di Claudio Abbado, l’Europäischen Musikförderpreis nel 1991.

In Italia l’attività artistica di Marco Rizzi viene seguita con entusiasmo. Regolarmente ospite delle sale più prestigiose come la Scala di Milano, la Salle Gaveau e la Salle Pleyel a Parigi, il Lincoln Center di New York, la Sala Grande del Conservatorio di Mosca, la Musikhalle di Amburgo, il Tivoli di Copenhagen, il Concertgebouw di Amsterdam, la Konzerthaus di Berlino, ha collaborato con direttori quali Riccardo Chailly, Hans Vonk, Aldo Ceccato, Vladimir Jurowski, Peter Eötvös, e con rinomate orchestre quali la Staatskapelle Dresden, la Indianapolis Symphony Orchestra, la Royal Liverpool Philharmonic, la Hong Kong Philharmonic, la Rotterdam Philharmonisch, l'Orquesta RTVE di Madrid, la BBC Scottish Symphony, la Netherlands Philharmonic Orchestra, Orchestra Filarmonica G. Verdi di Milano, Orchestra Filarmonica della Radio Olandese e numerose altre.

Violinista in continua evoluzione, ogni anno Marco Rizzi arricchisce di un concerto il suo già vasto repertorio con orchestra: nelle ultime stagioni si sono dunque aggiunti via via il Concerto di Glazunow, Omaggio di Van Vlijmen, Concerto n. 1 di Paganini, il Concerto n. 2 di Šostakovič, il Concerto di Walton e il concerto di Martinu Inoltre, il suo vivo interesse per programmi non “di repertorio” permette di far conoscere al suo pubblico capolavori inusuali come la Sonata di Bruno Walter oppure il Concerto di John Adams. Si inquadrano in questa linea le incisioni dedicate alla musica italiana per violino e pianoforte del ''900 che, come la sua registrazione delle Sonate e Partite di Bach, hanno riscosso entusiastici consensi nel mondo musicale.

All’attività solistica Marco Rizzi affianca una dimensione cameristica vissuta con passione; con partner come Andrea Lucchesini, Mario Brunello, Lila Zylberstein, Nobuko Imai, etc. è spesso ospite di prestigiosi Festival cameristici internazionali.

In ambito didattico insegna in una classe di livello internazionale alla Hochschule für Musik - Mannheim (Germania), dove è titolare di una cattedra di violino, e alla prestigiosa Escuela Superior de Musica Reina Sofia di Madrid.

Marco Rizzi attualmente suona un violino Pietro Guarneri del 1743, messogli a disposizione dalla Fondazione Pro Canale Onlus.

 

Primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Giampaolo Pretto in oltre trent’anni di attività ha tenuto migliaia di concerti nelle più importanti sedi italiane e internazionali. Ha inciso decine di cd in qualità di solista, tra cui spiccano l'integrale dei Concerti di Mozart con la European Union Chamber Orchestra e la Südwestdeutsches Kammerorchester Pforzheim, il Concerto di Petrassi con il Maggio Fiorentino, Ruah di Ivan Fedele (di cui è dedicatario) con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il Concierto Pastoral di Rodrigo con la l’Orchestra Filarmonica di Torino, e molti altri. Dal 1993 è il flautista del Quintetto Bibiena, formazione di fiati con la quale, dopo il massimo riconoscimento al Concorso di Monaco, ha tenuto centinaia di concerti in tutto il mondo.

Ha tenuto gremite masterclass di flauto e musica da camera, oltre che per primarie istituzioni italiane come il MusicaRivaFestival, l’Accademia Perosi, l'Accademia Chigiana e il Portogruaro Festival, anche in Francia, Slovenia e Corea. È assegnatario di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il “Cesare Barison” nel 1987, il “Siebaneck-Abbiati” nel 2003 (con il Quintetto Bibiena), il “G. F. Pressenda” nel 2008.

Diplomato in flauto e composizione, con un master in direzione d’orchestra, è docente e istruttore principale dell’Orchestra Giovanile Italiana alla Scuola di Musica di Fiesole.

Nel 2008 il canale televisivo "Classica" di Sky gli ha dedicato un ritratto per la serie "I notevoli". Nel 2013 pubblica Dentro il Suono, un manuale di tecnica frutto di una vita di ricerca, salutato con il massimo interesse dalla comunità flautistica.

http://www.giampaolopretto.com

 

 

Nel febbraio 2001, all'età di 19 anni, Letizia Belmondo si è aggiudicata il Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale di Israele dove le è anche stato assegnato il Premio “Ester Herlitz” per la migliore interpretazione di un pezzo contemporaneo. Dal suo debutto internazionale a 14 anni con l'Orchestra RTE di Dublino, Letizia Belmondo ha vinto un numero straordinario di concorsi e premi: Concorso Internazionale di Arpa a Lausanne nel 2000 e il Premio Speciale per la miglior interpretazione del “Prélude” di A. Jolivet, Concorso Franz Schubert, Concorso Martine Geliot a Lille, Terzo Grand Prix al Concorso Lily Laskine nel 1999, Concorso della Società Umanitaria nel 1998, Premio Rovere d'Oro nel 1997, Concorso Victor Salvi nel 1995. Dopo il debutto alla Wigmore Hall di Londra, ha raccolto successi e riconoscimenti in tutta Europa e negli Stati Uniti.

Per la “Egan records” ha registrato il suo primo cd da solista (Harp Recital) nel 2002 e nel gennaio 2006 ha inciso con l'Orchestra della Radio di Varsavia i concerti per arpa di Gliere e Zabel e il concerto di Mozart per pianoforte n.6, KV238 trascritto per arpa.

Dal giugno 2005 è prima arpa all'orchestra dell'Opéra Royale de la Monnaie a Bruxelles e dal gennaio 2006 assistente del maestro Fabrice Pierre al Conservatoire National Supérieur de Musique de Lyon (Francia).

Nata a Torino nel 1981, inizia a studiare l'arpa nella sua città a 8 anni presso il Suzuki Talent Center. Dal 1989 prosegue gli studi con Gabriella Bosio ottenendo il diploma a 17 anni con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino nel 1998.

Grazie anche ad una borsa di studio dell'Associazione per la Musica De Sono, Letizia continua i suoi studi al CNSMD di Lyon sotto la guida del maestro Fabrice Pierre e successivamente alla Juilliard School di New York con Nancy Allen.

La sua formazione musicale si compie anche con lo studio del violoncello, che inizia a soli 5 anni, proseguendolo fino al 1999 con Antonio Mosca presso il Conservatorio "G. Verdi" di Torino.

 

Nato a Torino nel 1985, Gabriele Carcano inizia lo studio del pianoforte a 7 anni e si diploma a 17 anni, al Conservatorio G. Verdi della sua città. Prosegue gli studi sotto la guida di Andrea Lucchesini all’Accademia di Musica di Pinerolo.

Dal 2006, grazie al sostegno dell'Associazione De Sono, della Fondazione CRT e del premio Banques Populaires - Natexis, si stabilisce prima a Parigi, dove frequenta i corsi di Nicholas Angelich presso il Conservatoire National Supérieur de Musique, perfezionandosi con Aldo Ciccolini Marie Françoise Bucquet, e quindi a Berlino. Riceve anche i consigli di pianisti quali Leon Fleisher, Richard Goode, Mitsuko Uchida.

Nel 2004 vince il Premio Casella al Concorso “Premio Venezia” , e dopo il debutto al Teatro La Fenice, viene invitato da prestigiose istituzioni italiane, quali il Teatro Regio di Torino, l’Accademia Filarmonica di Verona, MiTo - Settembre Musica e Unione Musicale, Amici della Musica di Firenze, IUC di Roma.

La sua carriera l'ha poi portato ad esibirsi in sale e stagioni quali la Tonhalle di Zurigo, la Salle Pleyel, Theatre des Champs Elysées e Cité de la Musique di Parigi, Herkulessaal di Monaco, il Festival Radio France - Montpellier, Piano aux Jacobins di Toulouse, Caramoor Festival, French May di Hong Kong.

Nel gennaio 2010 è proclamato vincitore del Borletti Buitoni Trust Fellowship, riconoscimento prestigioso che lo inserisce tra i migliori giovani talenti della scena musicale internazionale, ottenendo un immediato invito da parte di Mitsuko Uchida al festival di Marlboro nel 2010, nel 2011 e 2012.

Ha poi partecipato ad una prima tournée americana di Musicians from Marlboro nella primavera del 2012, in città quali New York, Boston, Philadelphia, Washington DC, Toronto ed è stato invitato per una seconda nel Novembre 2013.

Gabriele Carcano ha suonato con orchestre quali Orchestre National de Montpellier, Orchestra da Camera di Mantova, Staatskapelle Weimar, Pomeriggi Musicali di Milano e Orchestra di Padova e del Veneto, collaborando con direttori come Lawrence Foster, Alain Altinoglu e Stephan Solyom.

Svolge anche intensa attività cameristica, collaborando con artisti quali Marie-Elisabeth Hecker, Andrea Lucchesini, Aldo Ciccolini, Colin Carr, Dora Scwharzberg, Mario Brunello.

Tra gli impegni più recenti ricordiamo il debutto alla Herkulessaal di Monaco, recitals al Festival di Ludwigshafen, per la Fundacion Scherzo di Madrid. Prossimamente sarà in tournée in Europa prima con la violoncellista Marie-Elisabeth Hecker, successivamente con il violinista Benjamin Beilman e suonerà con l'Orchestra Verdi di Milano, oltreché al Louvre di Parigi, alla Tonhalle di Zurigo, a Montpellier, Oxford, a Roma per l’Accademia di S. Cecilia e al festival di Bad Kissingen.