Bassano Opera Festival: stagione d'autunno

Venerdì 7 novembre, ore 20,30 e Domenica 9 novembre, ore 15,30

Bassano del Grappa – PalaBassano

Il Barbiere di Siviglia, una fra le opere più divertenti e rappresentate del teatro lirico, apre l’edizione 2014 di Bassano Operafestival, con due repliche al Palabassano il 7 (ore 20.30) e 9 NOVEMBRE (ore 15.30 in una nuova coproduzione con il comune di Padova in collaborazione con l’Orchestra di Padova e del Veneto e con il Coro Li.Ve..

La celebre opera buffa di Gioachino Rossini, porta con sé un fascino e una magia secolare, che attraverso l’atmosfera giocosa e le trovate esilaranti, sorprende il pubblico con una brillante comicità che ha più di centocinquant’anni di vita.

Merito della ricchezza di idee musicali esplosive, con cui ha saputo attraversare i secoli, mantenendo intatta un’inconfondibile dimensione di vivace divertissement. Nella nuova produzione bassanese, realizzata in coproduzione la direzione musicale è affidata al maestro Giampaolo Bisanti considerato, dalla critica tutta e dai tanti trionfi di pubblico, uno dei migliori direttori d’orchestra della sua generazionee con il qualeil festival bassanese ha già collaboratocon successo in molte delle sue recenti produzioni. Il maestro Bisanti dirigerà l’Orchestra di Padova e del Veneto con il Coro Lirico Li.Ve.. preparato dal maestro Dino Zambello.

Regia, scene, costumi e luci sono affidati a Francesco Esposito, che ne crea una versione che “squarcia quella canonica dell'opera di Rossini e restituisce un continuo e nostalgico omaggio allo spettacolo tipico delle prime produzioni Rai…”. Esposito infatti, ne mette in scena una versione davvero originale, capace di coinvolgere e divertire diversi tipi di pubblico, soprattutto quello più giovane, che verrà letteralmente catapultato in uno studio RAI degli anni ’70, con telecamere sul palco e sullo sfondo immagini di «Carosello», oltre a ritagli di giornali dell’epoca e alle foto dei protagonisti della tv di quegli anni.

Ne viene fuori un divertentissimo Barbiere in stile musical, frizzante e divertente, che coinvolgerà il pubblico e farà scoprire il tenore Matteo Macchioni, vincitore dell’edizione 2009/2010 di «Amici» nei panni del Conte Almaviva, Laura Polverelli (nelle vesti di Rosina) uno dei mezzosoprano più acclamati della sua generazione, specialista del repertorio barocco, che ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri del mondo interpretando i maggiori ruoli rossiniani e mozartiani; Bruno Taddia (nei panni di Figaro), baritono molto versatile, in grado di affrontare ruoli diversi grazie alla sua capacità recitativa.

Oltre a Christian Starinieri in “Don Bartolo”, Enrico Rinaldo in “Don Basilio”, Giovanna Donadini come “Berta” e Donato Di Gioia in “Fiorello”.

Il tutto animato dal corpo di ballo di Padova Danza, che si avvale delle coreografie in tema di Gabriella Furlan Malvezzi.

Il Barbiere di Siviglia, con le sue melodie eleganti, i suoi ritmi trascinanti e il suo superbo stile di composizione, viene considerata la più grande opera buffa italiana, eternamente fresca nella sua vena comica e nella sua inventiva.

Per informazioni e prenotazioni biglietti Biglietteria del festival 0424 524214


Venerdì 7 novembre, ore 20,30

Domenica 9 novembre, ore 15,30

BASSANO DEL GRAPPA – PalaBassano

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Musica di Gioachino Rossini

Melodramma buffo in due atti

su libretto di Cesare Sterbini

Personaggi e Interpreti

Il Conte d’Almaviva Matteo Macchioni

Don Bartolo, tutore di Rosina Christian Starinieri

Rosina Laura Polverelli

Figaro, barbiere Bruno Taddia

Don Basilio, maestro di musica Enrico Rinaldo

Berta, governante Giovanna Donadini

Fiorello, servitore di Almaviva Donato Di Gioia

L’ufficiale Davide Zenari

Maestro concertatore e direttore Giampaolo Bisanti

Regia, scene e costumi Francesco Esposito

Nuovo allestimento

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

CORO LIRICO LI.VE.

Coproduzione

Città di Bassano OperaFestival |

Città di Padova |


IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Uno dei massimi capolavori di Rossini e una fra le più belle opere di tutti i tempi. E’ impossibile non apprezzarne le finezze e non lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera giocosa, dalla girandola di trovate, fino a sorprendersi di una comicità che ha più di centocinquant’anni di vita. Merito della ricchezzadi idee musicali esplosive e del gusto per timbri vocali e strumentali particolarmente brillanti che ha saputo attraversare i secoli, mantenendo intatta un’inconfondibile dimensione di vivace divertissement.Il Barbiere di Siviglia, con le sue melodie eleganti, i suoi ritmi trascinanti e il suo superbo stile di composizione, viene considerata la più grande opera buffa italiana, eternamente fresca nella sua vena comica e nella sua inventiva. Rossini era notoriamente pigro. Rimandava il completamento dei lavori commissionatigli fino all’ultimo momento, e spesso “prendeva in prestito” della musica dalle sue altre opere, per risparmiarsi la fatica di scriverne di nuova. La famosa ouverture del Barbiere era stata precedentemente utilizzata in altre due sue opere; eppure, il Barbiere di Siviglia fu scritta ad una velocità senza precedenti: undici giorni diceva lui, sicuramente dal “concepimento” alla stesura finale non passarono più di venti giorni. Strabiliante se consideriamo che al tempo un buon amanuense era in grado di copiare in venti giorni proprio il numero totale delle pagine del manoscritto rossiniano. Come spesso capita nello strano mondo della lirica, Il Barbiere, alla sua prima rappresentazione – il 20 Febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma – fu un fiasco strepitoso. Il giovane Gioachino, con quell’opera, aveva osato sfidare il grande Paisiello, mettendo in scena, mentre era ancora vivo il famoso compositore napoletano, un’opera che lo stesso aveva già musicato. Il confronto con Paisiello era temuto, tanto che nel libretto fu pubblicato un “Avvertimento al pubblico” in cui si affermava che: “Il Signor Maestro Gioachino Rossini, onde non incorrere nella taccia d’una temeraria rivalità con l’immortale autore che l’ha preceduto, ha espressamente richiesto che Il Barbiere di Siviglia fosse di nuovo interamente versificato, e che vi fossero aggiunte parecchie nuove situazioni di pezzi musicali, che erano d’altronde reclamate dal moderno gusto teatrale, cotanto contagiato dall’epoca in cui scrisse la sua musica il rinomato Paisiello.” Questo non evitò comunque che gli ammiratori del Paisiello boicottassero la “prima”, inveendo e rumoreggiando per l’intera esecuzione. A ciò bisogna aggiungere le mille disavventure che capitarono durante l’intera rappresentazione, lasciando esterrefatto lo stesso Maestro pesarese, che dal cembalo dirigeval’opera. Il basso Vitarelli, Don Basilio per l’occasione, al suo ingresso in scena inciampò e cadde battendo la faccia; addirittura un gatto apparve d’improvviso sul palcoscenico nel bel mezzo del finale e si mise a miagolare e a strusciarsi sulle gambe dei cantanti, fra le matte risate del pubblico! Ma già alla seconda rappresentazione il pubblico romano ebbe ad inchinarsi alla musica immortale del Barbiere, così come, a malincuore, ebbero a fare gli ammiratori del Paisiello.

A dirigere l’Orchestra di Padova e del Veneto il Maestro Giampaolo Bisanti al quale il festival bassanese ha affidato con successo la responsabilità musicale di molte delle sue recenti produzioni, direttore dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza e considerato, dalla critica tutta e dai tanti trionfi di pubblico, uno dei migliori direttori d’orchestra della sua generazione.

Regia, scene, costumi e luci sono affidati al visionario Francesco Esposito, che ne crea una versione che “squarcia quella canonica dell'opera di Rossini e restituisce un continuo e nostalgico omaggio allo spettacolo tipico delle prime produzioni Rai e alla Roma felliniana. Al pubblico patavino non resta che applaudire“.

La celebre opera buffa porta con sé un fascino e una magia secolare, che attraverso l’atmosfera giocosa e le trovate esilaranti, sorprende il pubblico con una brillante comicità che ha più di centocinquant’anni di vita.

Merito della ricchezza di idee musicali esplosive, con cui ha saputo attraversare i secoli, mantenendo intatta un’inconfondibile dimensione di vivacedivertissement. Esposito ne mette in scena una versione davvero originale, che riesce a coinvolgere e divertirediversi tipi di pubblico, il quale verrà letteralmente catapultato i in uno studio RAI degli anni ’70. /p>

Protagonisti giovani e già affermati artisti come Laura Polverelli (nelle vesti di Rosina): uno dei mezzosoprani più acclamati della sua generazione, specialista del repertorio barocco, ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri del mondo interpretando i maggiori ruoli rossiniani e mozartiani; Bruno Taddia (nei panni di Figaro), uno dei più promettenti giovani talenti nel panorama lirico internazionale, brillante interprete delle opere di Rossini, Donizetti e Mozart; Matteo Macchioni (Il conte d’Almaviva) giovane tenore emergente che ha spiccato il volo dalla trasmissione Amici di Maria De Filippi.