I rimpianti di Myrtle, la forza di Frederica

di Karina González 

La prima assoluta dell'opera da camera A Coffin in Egypt di Ricky Ian Gordon (in pratica un monodramma di novanta minuti), penalizzata da un libretto poco riuscito, si regge quasi unicamente sul carisma e sul canto ancora saldo e comunicativo di Frederica Von Stade, rientrata sulle scene dopo l'addio annunciato quattro anni fa. Che la partitura possa avere una vita anche post-Von Stade, risulta, però, difficile da credere.

Houston, 21 marzo 2014 - A Coffin in Egypt del compositore statunitense Ricky Ian Gordon è la cinquantaduesima prima assoluta presentata sul palco della Houston Grand Opera. Quest'opera da mera di 90 minuti di durata su libretto di Leonard Foglia, è un adattamento dell'opera omonima del 1980 del drammaturgo e scrittore texano Horton Foote, in cui il personaggio di Myrtle Bledsoe, una donna di novant'anni di età, riflette sul suo passato, quando era stata una moglie bella e facoltosa al fianco di un marito infedele e viveva nel villaggio di Egipto, Texas, lamentando nello stesso tempo le occasioni perdute: come i suoi amori con uno sceicco algerino o l'offerta, da parte di un impresario di New York, di fare di lei un'artista di successo. Il libretto di Leonard Foglia, che si è anche incaricato di realizzare un'accurata messa in scena, è focalizzato principalmente sulla lotta interiore di Myrtle contra l'amarezza. Così si sviluppa l'intera opera, su un testo di scarsa inventiva, senza una risoluzione finale d'effetto, e senza uno sviluppo della vicenda che coinvolga e convinca maggiormente il pubblico o che rievochi il linguaggio poetico dell'opera di Hoote. A sua volta, la semplice scena di Riccardo Hernández ha mostrato ricche immagini autonnali del territorio texano caratteristico di Hoote, e i costumi, dello stesso Hernàndez, sono parsi di buona fattura, particolarmente l'elegante abito di seta rossa della protagonista.

L'interprete principale di questo drammatico tour-de-force è stata il leggendario mezzosoprano Frederica Von Stade, unica cantante in scena, che è tornata a calcare le scene dopo il suo ritiro annunciato nel 2010, quando nel medesimo teatro si era presentata nell'opera Dead Man Walking di Jake Haggie. A questo monodrama hanno partecipato pure alcuni attori che hanno dato vita a personaggi come Hunter (David Matranga), marito di Myrtle, e altri. L'impegno attoriale della Von Stade è stato veramente notevole e il suo canto è parso ancora solido, fluido e ben impostato in ogni nota, mettendo in luce il suo timbro inconfondibile, il fraseggio appassionato e riflessivo.

Musicalmente, l'orchestrazione di Gordon, con alcune similitudini con il linguaggio tonale di Copland e presentando alcuni Leitmotive, ha creato un clima sonoro delicato e melanconico, sfasato rispetto alla scena per via della debolezza del libretto, che pareva andare in una direzione opposta. La struttura armonica a tratti volgeva all'atonalità senza alcuna ragione particolare. Gran parte della varietà musicale è stata apportata da un coro che intonava inni e canti gospel, il che inoltre suggeriva la interazione razziale nel piccolo villaggio.

L'orchestra, a ranghi ridotti sotto la direzione di Timothy Myers, ha reso la partitura correttamente, con sottigliezza e leggerezza.

A Coffin in Egypt si presentava in coproduzione con l'Opera di Philadelphia e il Wallis Anneberg Center for the Performing Arts of California, il che assicurerò alcune recite in più nel corso di quest'anno nel Nord degli Stati Uniti, così come sulla West Coast del Paese, tuttavia che quest'opera possa avere una vita anche nel post-Von Stade, francamente, risulta difficile da immaginare.