L'attesa premiata

di Ramón Jacques

Mancava da quindici anni da Los Angeles, Lucia di Lammermoor: dopo il successo delle recite interpretate da Sumi Jo nel 1999 sembrava che il teatro californiano attendesse l'occasione di proporre un soprano all'altezza di quel ricordo. L'onore e l'onere è andato ad Albina Shagimuratova, la cui interpretazione dell'infelice miss Ashton ha raccolto entusiastici consensi.

LOS ANGELES, 6 aprile 2014 - I quindici anni che hanno separato questa produzione di Lucia di Lammermoor dall'ultima andata in scena a Los Angeles non si devono a una omissione o a un errore di programamzione, quanto piuttosto a una paziente attesa del soprano che potesse superare il vivo ricordo lasciato qui, in questo ruolo astrale, da Sumi Jo nel 1999. Ora il soprano è stato trovato e si chiama Albina Shagimuratova, che già nella stagione 2009 di questo teatro aveva dato prova della sua vocalità pirotecnica come Regina della Notte in Die Zauberflöte. Non immaginavamo, noi che avevamo seguito il suo percorso dall'ingresso all'Opera Studio di Houston, come fanno molti altri, che avevamo davanti a noi una potenziale stellache in poco tempo sarebbe diventata una sicurezza nel repertorio virtuosistico. Ha cantato recentemente il ruolo di Lucia alla Scala e solo poche settimane dopo lo ha ripreso in California.

Le recita cui abbiamo assistito è stata totalmente dominata dal soprano russo, che ha esibito la sua spettacolare maestria nella coloratura, chiarezza e nitore del canto, agilità e buona proiezione. È un'interprete che si cala letteralmente nella pelle del suo personaggio, lo vive, lo soffre con passione, e commuove con la sua delicatezza quando necessario.

Al suo fianco ha trovato l'ottimo tenore Saimir Pirgu, molto sicuro nel suo impegno vocale, con bel timbro, buona dizione e fraseggio nei panni di Edgardo, reso con impeto e passione, per quanto talora un po' esagerato. Poco da dire riguardo all'Enrico del baritono Stephen Powell, che ha recitato con poca autorità e convinzione, ingolato e poco raffinato nel canto. Da parte sua, il basso James Creswell ha creato un imperturbabile Raimondo con una voce profonda e potente.

Il cast era completato dal tenore Vladimir Dmitruk come Arturo, Joshua Guerrero quale Normanno, D’Ana Lombard nei panni di Alisa, di buon livello e tutti appartenenti al programma per i giovani artisti del teatro.

Il coro preparato da Grant Gershon si è comportato degnamente, anche se in questo caso non gli erano richieste una particolare recitazione o assurde coreografie. Le scene di Carolina Angulo collocavano l'opera in un luogo indeterminato, più concettuale che reale, con proiezioni e luci variegate di diversi colori, soprattutto rosse, alcuni elementi come una scalinata al fondo della scena, una tavola, etc. Gli eleganti costumi di Christine Cook si collocavano all'incirca alla fine del XIX secolo. La regia di Elkhanah Pulitzer, debuttante in questo teatro, è parsa chiara e accurata.

La concertazione entusiasta ed esperta di James Conlon è parsa piacevole e il direttore ha saputo valorizzare le qualità della sua orchestra, modellata nel corso degli anni fino a conferirle un suono e una personalità propria. La sua lettura ricca di sfumature era fluida ed equilibrata, con giuste dinamiche e grande attenzione alle voci.