Figaro pigliatutto

di Gustavo Gabriel Otero

La personalità travolgente di Erwin Schrott, Figaro, ha inesorabilmente la meglio sulla pallida autorità del conte, ma non è privo d'interesse nemmeno il cast femminile, con Maija Kovalevska, Julia Novikova e Serena Malfi. Delude invece la messa in scena firmata da Davide Livermore e Alfonso Antoniozzi per una nuova produzione delle Nozze di Figaro che segnano una piccola battuta d'arresto nel percorso di rilancio qualitativo del teatro Colon

 

BUENOS AIRES, 13 agosto 2013 - Il ritorno sulle scene del Colon delle Nozze di Figaro ha trovato una nuova impostazione scenica collocata all'inizio del XX secolo, con gravi problemi nella costruzione dei personaggi e nella caratterizzazione attoriale. Gli aspetti musicali hanno funzionato meglio, ma, comunque, la produzione non ha convinto e non è stata all'altezza del tentativo di ripresa qualitativa che il Colon sta attuando. La visione di Davide Livermore e Alfonso Antoniozzi è risultata piatta e noiosa, i cantanti sembrano lasciati a se stessi senza un preciso disegno nell'azione. Figaro pare più autorevole del Conte, i servi si trovano ad affrontare i padroni senza alcuna causa apparente, Susanna e la Contessa sembrano più che altro amiche, e il cambio di epoca rende ridicole la continua discussione e le costanti allusioni all'abolito 'ius primae noctis' e diluisce la corrente sotterranea di critica sociale . La scenografia di Davide Livermore è anche un grande spazio interno, fuori squadra, con una balaustra praticabile. I quattro atti si svolgono nel medesimo ambiente, che alla fine diventa noioso. Oltre alle porte della casa ci sono quattro spazi con quadri che mutano durante l'azione mostrano delle proiezioni, visibili anche sul soffitto, ma che - frutto del lavoro di D - Wok - denunciano una palese mancanza di creatività e buon gusto. Sensate le luci di Vladi Spigarolo e molto buoni i costumi di Mariana Fracasso . Roberto Paternostro sul podio ha offerto una buona lettura. Sicuramente difettava, anche per la scarsità di prove, di quella brillantezza, precisione e vivacità dei tempi richieste dagli attuali parametri interpretativi delle opere del grande genio di Salisburgo . Il cast risultava adeguato e omogeneo. L'uruguaiano Erwin Schrott ha interpretato un Figaro dalla voce potente, ben gestita e d'eccellente proiezione, con bel colore e recitativi resi con grande intenzione. Forse la sua interpretazione alquanto personale di Mozart e la sua presenza scenica magnetica hanno oscurato l'autorità dovrebbe avere il conte Almaviva. Non hanno sfigurato al suo fianco la Contessa di Maija Kovalevska con un'interpretazione più interessante e la Susanna di Julia Novikova che, con voce piccola ma ben amministrata, è riuscito a valorizzare ruolo crescendo nel corso della rappresentazione. Serena Malfi ha messo al servizio di Cherubino la sua bella voce e una buona linea di canto, mentre Mathias Hausmann, Conte adeguato vocalmente, è stato oscurato scenicamente dal debordante Figaro di Schrott. Il resto del cast si è comportato con correttezza, così come il Coro nel suo breve intervento.

Buenos Aires, 13/08/2008. Teatro Colón. Wolfgang A. Mozart: Le nozze di Figaro. Opera in quattro atti. Libretto de Lorenzo Da Ponte, ispirato alla commedia omonima di Beaumarchais. Davide Livermore e Alfonso Antoniozzi, regia. Davide Livermore, scene. Mariana Fracasso, costumi. Vladi Spigarolo, luci. D-Wok, videoproiezioni. Mathias Hausmann (Conte d'Almaviva), Maija Kovalevska (Contessa), Julia Novikova (Susanna), Erwin Schrott (Fígaro), Serena Malfi (Cherubino), Guadalupe Barrientos (Marcellina), Sergio Spina (Don Basilio), Luis Gaeta (Don Bartolo), Gabriel Centeno (Don Curzio), Emiliano Bulacios (Antonio), Oriana Favaro (Barbarina), Jaquelina Livieri e Cecilia Pastawski (Contadine). Orchestra e Coro del Teatro Colón. Maestro del coro: Miguel Martínez. Direzione musicale: Roberto Paternostro.