Raccontare Mozart

 di Roberta Pedrotti

E. Rescigno

Mozart

156 pagine

Mind Edizioni, Milano, 2017

ISBN: 978-88-6939-183-5

Tutto Mozart in centocinquantasei pagine (centotrentanove se si escludono cronologia, schede dedicate alle opere teatrali, bibliografia) è un'impresa non da poco, che richiede nervi saldi, idee chiare e un chiaro obiettivo. In questo caso, Eduardo Rescigno non intende rivolgersi al mondo accademico, sostenere tesi particolari, suggerire chiavi interpretative, esporre risultati di studi specifici; fa riscoprire, invece, il gusto anche di una divulgazione non banale, di una biografia che può essere utilissima al non addetto ai lavori che voglia conoscere meglio il genio di Salisburgo con un testo affidabile, comprensibile, serio. Rescigno non schiva aspetti tecnici dello stile e delle forme musicali, non rinuncia a offrire una sua prospettiva, ma lo fa con garbo estremo, senza tediare chi non ha bisogno di sentirsi ripetere cosa sia un Singspiel, né abbandonare chi ha bisogno di una delucidazione in più.

Allora, anche qualche piccola ripetizione testuale, qualche concetto ribadito scivola via, sia perché la concitazione di tanti eventi e tanta arte in appena trentacinque anni di vita impone talvolta di ritornare sui propri passi nella narrazione cronologica, sia perché il filo del discorso non si smarrisce ove occorra una divagazione e l'autore con franchezza espone le sue scelte, il suo punto di vista, instaura un piacevole rapporto colloquiale con il lettore. Così, là dove, per esempio, incappa in un “Mozart trasfigura con la sua musica trasfigurando...”, resta tanto piana e affabile la prosa che non ci si infastidisce, ma ci si sente accolti in una pur dotta conversazione amichevole che può concedersi qualche licenza. Peraltro, se apre delle parentesi son sempre a proposito (la biografia di Da Ponte, una composizione su cui valga la pena soffermarsi, le vicende amministrative della diocesi di Salisburgo...) e non sfiora o quasi polemiche, pettegolezzi, leggende. Meno di una riga ci fa sapere che nell'Ottocento Salieri godette di immeritata cattiva fama, per il resto il musicista di Legnago appare, com'è giusto, come un collega prestigioso, talora concorrente, talaltra amichevole. Ugualmente, ci si riferisce sulla base delle fonti dirette, lettere e testimonianze dei familiari, al declinare della salute e allo stato depressivo che condussero Mozart alla morte, non si specula su fantasie né si azzardano diagnosi.

Ecco perché si apprezza questo volumetto: in un'epoca di sensazionalismo e approssimazione ci si attiene ai fatti e alle fonti, si parla chiaramente facendo ben intendere quali siano i giudizi personali, si crea anche l'empatia con Amadè tratteggiandone una figura umana e autentica, delineandone con franchezza il carattere sicché il genio emerga da sé, senza superflue agiografie o puntigli preconcetti. Così, anche chi la vita di Mozart e le suo opere già le conosce potrà dedicare qualche ora a queste pagine, fosse pure solo per un ripasso panoramico, per ritrovare qualche dato o qualche spigolatura epistolare, per ripensare a qualche celeberrima citazione (gustosa la piccola digressione che cerca di comprendere la definizione di “porcheria tedesca” per La clemenza di Tito), per porsi come interlocutore rispetto alla personalità dall'autore dal piglio discreto, ma onesto e deciso.

Giacché si presuppone che una biografia agile, accessibile ed esaustiva di un autore immortale come Mozart possa avere più ristampe, segnaliamo un curioso refuso da sistemare nelle prossime edizioni: Guglielmo di Così fan tutte diventa sempre “Guilelmo”. Attenzione anche a Barbarina delle Nozze (mezzosoprano a pagina 95, correttamente soprano nell'appendice), all'epilogo del Don Giovanni (il fatto che le due coppie superstiti annuncino le “prossime nozze” è una semplificazione non del tutto persuasiva) e a un trattamento non sempre omogeneo di preposizioni e articoli nei titoli. La perfezione, d'altra parte, non è di questo mondo, e la piacevole compagnia di questo volumetto dettagliato, sensibile e spiritoso vale ben più di qualche notazione sulla lavagna di Beckmesser.