Autobiografia bachiana

 di Andrea R. G. Pedrotti

Bach: sonatas & Partitas for solo violin

violino Midori

2 CD Onyx 4123, 2015

registrato a Colonia il 13 e 17 agosto 2013

Ascoltando le sonate di Johann Sebastian Bach interpretate dal violino della musicista giapponese Midori, quel che colpisce subito è l'alta qualità dell'incisione di un programma lungo e impegnativo, suddiviso in due CD che vedono le Partite e le Sonate accuratamente scandite in tracce, una per ogni movimento. Troviamo l'idea interessante, oltre che per la sua utilità pratica, anche perché consente di rendere maggiormente comprensibile la struttura delle singole sonate anche a chi non abbia confidenza con la cameristica, molto amata oltralpe, ma meno -colpevolmente - considerata in terra d'Italia.

Il disco comprende integralmente le Sonate e partite per violino solo BWV 1001-1006 di Bach e attraverso queste Midori narra una storia che è una storia di vita, la sua. Tutto ha avuto inizio casualmente, quando - a due anni - la futura violinista canticchiò una melodia di Bach e così, da quella scoperta fortuita, arrivò di intraprendere lo studio della Sonata per violino solo in Sol minore, circa all'età di sette anni. Le Sonate e partite per violino solo di Bach sono state parte integrante della vita della musicista e l'avrebbero accompagnata alla sua prima audizione, nel 1981.

Uno studio e una passione, quindi, che ha attraversato l'intera esistenza, almeno fino a oggi, di Midori. Il gusto barocco di Bach lascia al solista una vasta gamma di scelte dinamiche, interpretative e coloristiche. Dalle esecuzioni, presenti nei due CD della piccola raccolta, traspare evidente la sensazione di un “sentimento pressoché miracoloso” (citiamo Midori letteralmente) avvertito dalla violinista. Bach è stato il suo inizio e rappresenta la sua passione per lo strumento, per questo, nella sua esecuzione, ci piace notare la grande intensità e la vibrante precisione con cui vengono eseguiti i passi più virtuosistici, così come quelli più cupi. È molto bello notare l'ampiezza dello stato d'animo, riprodotto nella cangiante varietà di colori, specialmente nella Sonata n°2 (e l'appassionato primo movimento) e nella Sonata n°3. Molto bella e di grande efficacia esecutiva, nonché di notevole partecipazione emotiva, la Partita n°3, ultimo brano della raccolta di Bach. Un ritmo animato di vitalità, come accade nella danza quando si assiste a un'espressione dell'intera corporeità, e sono proprio i ritmi di danza a far da cifra distintiva dei brani, consentendo all'archetto di volteggiare sulle corde, come una ballerina sulle punte.

Tutti questi brani sono stati suonati spesso da Midori non solo il sale da concerto, ma anche in esibizioni in ospedali o luoghi di culto. Non riuscendo a esprimere a parole le sensazioni ricevute dall'interpretazione di Bach, ella ha voluto riunirle in un'unica incisione facendo tramite fra la scrittura musicale e il suo sentimento lo stesso violino, ossia il mezzo espressivo che la rappresenta maggiormente.

Il progetto di raccogliere assieme Sonate e partite per violino solo BWV 1001-1006 di Bach ha avuto sua genesi in Giappone, Paese natale della musicista, dove Midori eseguiva questi brani nelle chiese, non tanto per un recondito significato religioso celato in essi, quanto ritenendoli - sono sempre parole sue - un arricchimento spirituale e di appartenenza a una comunità. Non a caso numerose sue esibizionii sono avvenute in chiese e Sinagoghe di piccole città americane, ovviamente durante le tournée in giro per il mondo.

L'intensità dell'esecuzione vuole essere espressione della sua essenza artistica. In Giappone non troviamo una sovrabbondanza di chiese e Sinagoghe, ma è possibile incocciare in numerosi templi e santuari. È questo lo spirito contenuto nel disco e questi i luoghi da cui Midori ha preso ispirazione per il suo percorso di vita e di musicista.

L'unità alchemica di questo percorso di vita a reso possibile la realizzazione di questa incisione, utile sia per chi sia già appassionato di musica cameristica sia per chi, volendosi avvicinare al genere, cercasse un prodotto di qualità, specialmente in un repertorio periglioso interpretativamente, come quello di Bach.