L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Alison Balsom

Per tutte le stagioni

 di Roberta Pedrotti

Jubilo

musiche di Fasch, Bach, Torelli, Corelli

Alison Balsom, tromba

Stephen Cleobury e Tom Etheridge, organo

Academy of Ancien Music

Pavlo Beznosiuk, direttore

The Choir of King's College, Cambridge

Stephen Cleobury, maestro del coro

CD Warner Classics 190295925116, 2016

Jubilo nasce come un CD natalizio, d'occasione; ce lo dice il filo conduttore che guida anche la scelta di alcune trascrizioni coerenti con il tema. Ce lo dice il Concerto di Natale di Corelli rielaborato da Simon Wright – uno dei patriarchi del barocco in terra britannica, insieme con Edward Tarr, cui si devono altre revisioni – per tromba e archi, ce lo dice la maggior parte dei testi delle pagine vocali bachiane ancora prestate alla tromba per questa incisione.

Si tratta, tuttavia, di un disco il cui valore non si esaurisce nel clima festivo e nella caratterizzazione di raffinata strenna. Alison Balsom, giovane stella della tromba, s'è infatti impegnata per realizzare un ben ponderato ritratto del suo strumento fra XVII e XVIII secolo e anche quando si appropria di musica scritta per voci umane o altri organici lo fa sempre con cognizione di causa e chiarezza d'intenti. Il risultato, peraltro, non appare mai posticcio o forzato, ché la scrittura bachiana possiede in sé una doppia anima, immanente e concreta quanto trascendente e astratta, che consente sempre un margine di saggia variabilità di timbri e voci. Certo, sentendola suonare e leggendo le belle note di copertina di Andrew Stewart, si auspicherebbe anche un programma consacrato alla musica effettivamente scritta per tromba, sì da approfondire nello specifico i caratteri idiomatici dello strumento in età barocca. Ma il CD è un CD sulla tromba barocca quanto un CD sulla musica barocca intorno al Natale, sicché gli equilibri d'intenti, poetica, ricerca son ben dosati e rispettati.

L'alternanza degli strumenti - uno moderno a pistoni per rendere la linea vocale di Bach, uno naturale barocco per Fasch, Torelli e Corelli – permette di apprezzare appieno l'agilità e la brillantezza della tromba moderna, così come il colore e il corpo suggestivi della sorella maggiore, così ardua da suonare e così ben a fuoco, qui, nelle pagine per essa concepite o, comunque, d'origine strumentale (Corelli). Le sequenze dedicate a Bach si inseriscono fra il concerto di Fasch, la sonata di Torelli, concepite proprio per la tromba naturale, e quello che Corelli compose come concerto grosso. Si ricerca così, e si trova, una godibile varietà barocca nelle possibilità espressive di Alison Balsom con il suo strumento, fra cantabilità, lirismo, virtuosismo, contrappunto e slancio solistico. Nel definire, come nel saggio d'accompagnamento, l'identità della tromba fra Sei e Settecento, se ne vuole suggerire anche il potenziale, in una pratica che non ha mai rinnegato la possibilità di trascrizioni e passaggi fra diversi organici.

A corroborare il tutto, naturalmente, deve stare la sostanza della qualità esecutiva: Alison Balsom non è solo tecnicamente precisa e intonata, ma dimostra soprattutto una musicalità colta e raffinata quanto ben padrona del fraseggio e degli affetti, duettando alla pari con l'organo di Stephen Cleobury e Tom Etheridge; l'ensemble dell'Academy of Ancient Music diretto da Pavlo Beznosiuk ha il suono chiaro e pulito che l'occasione richiede, così come il coro del King's College di Cambridge, preparato sempre da Cleobury, sebbene l'amalgama con la voce solista della tromba nel finale della cantata Herz und Mund und Tat und Leben non sia, di per sé, l'apice del disco.

Con le citate note di Stewart, che si soffermano anche sulle peculiarità della scuola italiana rappresentata da Torelli, si ricorda lo scritto introduttivo della stessa Balsom. Nel cofanetto, ben curato anche quanto a grafica e struttura a libro, si sente la mancanza solo di una biografia degli interpreti e dell'elenco di strumentisti e coristi. Assai buona l'incisione.


 

 

 
 
 

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