Di musica e di poesia, di sacro e di profano

G. Monteverdi

Contrafacta

collegium vocale et instrumentale Nova Ars Cantandi

direttore Giovanni Acciai

registrato alla Cappella Palatina di santa Barbara, Mantova, giugno 2016

CD Archiv Produktion 2017. 481 5086

 

La natura imitativa o meno della musica, le sue potenzialità mimetiche sul piano sensibile, etico e ideale, il suo rapporto con il testo verbale, sono temi cardine di ogni riflessione estetica sull’arte del suono nel tempo. Quando si tratta di composizioni teatrali o, comunque, vocali, il dibattito sul primato fra musica e parole, così vivido intorno al XVIII secolo, va a braccetto o alterna la supremazia con quello sulla corrispondenza di significati nell’intonazione e nel testo, fra i cavalli di battaglia della critica del XIX secolo. Celebre, ma non unico, è l’esempio di Hanslick nel sostenere la neutralità della melodia rispetto a differenti significati, mentre, d’altra parte, fioriscono il dramma wagneriano, il tema visto quasi come personaggio, il poema sinfonico e si pone il problema, prima affatto trascurabile, del riutilizzo di medesime musiche in contesti diversi.

Di certo, quando si parla di Monteverdi, del recitar cantando e del Madrigale come suprema comunione di poesia e musica, non è comune trovarsi a riflettere su una separazione e ricollocazione di testi e contesti. Il gesto vocale (o strumentale) è concepito come indissolubile dal significato testuale e dalla retorica poetica, non pare possa esservi scampo. Invece la pratica del contrafactum, abituale nella polifonia antica che sovente ricorreva a melodie profane, può schiudere concretamente orizzonti al più concepiti nella teoria. Nel 1607 si stampa a Milano, presso Agostino Tradate, Musica tolta da i madrigali di Claudio Monteverde, e d’altri autori, a cinque et a sei voci, e fatta spirituale da Aquilino Coppini, cui si dovranno nel giro di un paio d’anni altre due raccolte simili. La storia filologica di queste antologie è un romanzo appassionante rievocato dal curatore Giovanni Acciai nelle note di questo CD (davvero preziose, ricche, intriganti) insieme con le non meno avvincenti vicende delle dediche al cardinale Federico Borromeo e a suor Bianca Lodovica Taverna, delle corrispondenze e dei dibattiti fra illustrissimi intellettuali, musicisti, teologi.

Al centro, dunque, partiture profane, madrigali per lo più d’argomento amoroso, non di rado pervasi da sensuale erotismo che si trasmutano in inni sacri. Quanto raffinata è la scrittura originale nel dar forma sonora alla poesia, tanto deve esserlo la rielaborazione retorica, che di fatto non afferma l’indipendenza fra i linguaggi musicale e verbale, ma gioca con abilità sul loro rapporto. In primis, ovviamente, si deve mantenere il ritmo, il metro, perché i nuovi versi risultino cantabili e intellegibili, ma vi sono pure figure di suono, finezze d’intrecci fonetici e lessicali, gesti sonori codificati che non possono esser trascurati allorché Coppini deve ricollocarli in contesto sacro. Allora, la mimesi musicale sull’affetto, del senso, della poesia rimane fedele a sé stessa, ma si piega flessibile suggerendo nuovi livelli di significato, nuove relazioni semantiche. In particolare si ritrova la sensualità del misticismo barocco: l’eros del madrigale si sublima, ma non si perde, anzi, si esalta in nuova forma, affatto secentesca. Ciò, naturalmente, in un diverso registro espressivo, ché l’esecuzione sacra impone contegni e teatralità diverse rispetto all’intimità del genere profano concepito per la fruizione privata e diretta degli esecutori, una distanza pratica che in quest’esecuzione si concretizza anche nella scelta di timbri virili omogenei, anche quando di in registro controtenorile (e qui, programmaticamente, pare che intenda far valere in modo particolare la distinzione tecnica fra controtenore e contraltista o sopranista), in varie combinazioni a cappella o con organo, distribuendo il testo nella polifonia vocale o affidandolo a un solo cantante affiancato dallo strumento.

Guidati dallo stesso Acciai, i solisti di Nova Ars Cantandi ( Alessandro Carmignani, Andrea Arrivabene, Massimo Altieri, Gianluca Ferrarini, Marcello Vargetto) sono sempre ben a fuoco e attenti a valorizzare le peculiarità della contraffazione coppiniana, con il valido apporto dell’organista Ivana Valotti.

Nel quattrocentocinquantesimo dalla nascita di Monteverdi, una riflessione sul rapporto fra linguaggi e mezzi espressivi differenti ma prossimi come la parola e la musica, fra stili, contenuti, destinazioni, registri, è, senz'altro, uno degli omaggi più graditi e stimolanti.